Lunedì dell'Angelo

Anno Liturgico C
01 Aprile 2013

Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea, là mi vedranno

LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Alleluia, alleluia.
Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato:
facciamo festa nel Signore.
Alleluia.

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 28,8-15)

In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.

PRIMA LETTURA – Dagli Atti degli Apostoli (At 2,14.22-33)

[Nel giorno di Pentecoste,] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così:
«Uomini di Giudea, e voi tutti abitanti di Gerusalemme, vi sia noto questo e fate attenzione alle mie parole: Gesù di Nàzaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene -, consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso. Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere.
Dice infatti Davide a suo riguardo: “Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua e anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai la mia vita negli inferi né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza”.
Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e il suo sepolcro è ancora oggi fra noi. Ma poiché era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne subì la corruzione.
Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire».

Dal Salmo 15 (16)
R. Alleluia, alleluia, alleluia.

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu,
solo in te è il mio bene».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita. R.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare. R.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita neegli ìnferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. R.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra. R.

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

“Andate ad annunziare ai miei fratelli che … mi vedranno
San Pietro Crisologo (circa 406-450), vescovo di Ravenna, dottore della Chiesa
(Omelia 76,2-3 ; CCL 24A, 465-467)

L’angelo aveva detto alle donne : « Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. » (Mt 28,7) Così dicendo, l’angelo non si rivolgeva a Maria Maddalena e all’altra Maria, ma, in queste due donne, inviava la Chiesa in missione, è la Sposa che l’angelo inviava verso lo Sposo.
Mentre quelle vanno, il Signore va loro incontro e le saluta con queste parole : « Salve, rallegratevi » (greco)… Aveva detto ai discepoli : «Non salutate nessuno lungo la strada» (Lc 10,4) ; come mai sulla strada corre incontro a queste donne e le saluta con tale gioia ? Non aspetta di essere riconosciuto, non cerca di essere identificato, non si lascia interrogare, ma si affretta con slancio verso questo incontro… Ecco cosa fa la potenza dell’amore ; è più forte di tutto, supera tutto. Salutando la Chiesa, Cristo saluta se stesso, poiché l’ha fatta sua, ella è diventata sua carne, suo corpo, come afferma l’apostolo Paolo: “Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa” (Col 1,18). Sì, è proprio la Chiesa nella sua pienezza che queste due donne personificano…
Trova queste donne già arrivate alla maturità della fede: hanno vinto la loro debolezza e si affrettano verso il mistero, cercano il Signore con tutto il fervore della loro fede. Ecco perché meritano il dono del Signore che va loro incontro dicendo: “Salve, rallegratevi”. Non solo si lascia da loro toccare, ma possedere secondo la misura del loro amore… Queste donne sono, nella Chiesa, modelli di chi porta la Buona Novella.

Trascrizione dell’Omelia

Ci sono alcuni paradossi evidenti in questo brano che abbiamo ascoltato nel Vangelo di Matteo che racconta l’annuncio della risurrezione alle donne. Allora, prima di tutto il paradosso della risurrezione, Gesù che va incontro alle donne e gli dice: “Salute a voi, non abbiate paura”, esse vedono qualcosa che non avevano saputo credere, non avevano saputo pensare, avevano conosciuto Gesù, avevano ascoltato i suoi insegnamenti, lo avevano visto fare cose meravigliose, ma da questo a immaginarsi la risurrezione dalla morte, capite bene… Anche tu vai in Chiesa, sei battezzato, preghi, vai a Messa, fai le tue pratiche, ma che cos’è per te la risurrezione? Che cos’è? Puoi giurarci? E’ veramente il fondamento della tua fede? È l’oggetto della tua speranza? È il motivo della tua carità? Dillo a te stesso se è così. Ti manca qualcosa, non sai bene cosa, ma ti manca una esperienza. Lo desideri, forse, ma non puoi dire oggi, tout court, che veramente la risurrezione è una realtà credibile, sulla quale tu basi tutta la vita. se vuoi una cartina tornasole per capire, guarda come sei messo di fronte ala morte: ti sembra un momento in cui incontri per sempre il Signore della vita e quindi una realtà verso cui finalizzare tutte le cose che fai? Una lente per guardare i tuoi giorni e vedere se in filigrana vi passa l’amore di Dio? È questo la morte?
Un altro paradosso alla fine di questo brano è quello che dichiarano i giudei alle guardie: “Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione”. Stanno dicendo i giudei: “La fede cristiana si basa su un fatto, sulla risurrezione di Cristo. Basta dire che non c’è stata e allora è tutto a posto, noi siamo a posto, voi site a posto, ci pensiamo noi con le guardie, con le autorità a mettere tutto a tacere”. Ma secondo voi, il fondamento della vita cristiana è la resurrezione di Cristo? Voi direte: “Ma certo!”. Ma certo che? I pagani, i laici e quelli che sono contro la Chiesa, ci prendono in giro dicendo che la risurrezione non è vera. Ma che cosa c’è al fondo della tua esperienza di fede, la risurrezione di Cristo? No, c’è una relazione con Cristo, che ha la sua origine dalla risurrezione, ma tu la risurrezione non l’hai vista. Quello che però hai sperimentato, quello che però hai creduto, quello con il quale hai una relazione costante tutti i giorni – se sei cristiano – è la presenza di Cristo dentro la storia. Allora non è solo il fatto della risurrezione, davanti al quale sei chiamato a fare un atto di fede, ma la presenza di Cristo, questo ti convince, questo ti converte, questo ti apre il cuore. E ancora, al centro di questo racconto, il paradosso più grande, proprio quello che voi non siete disposti ad accettare, a credere e a vivere. Dice Gesù alle donne: “Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno”. Che strano, tutto il mistero di Cristo finiva a Gerusalemme, là si doveva manifestare la sua grandezza, la risurrezione ne sarebbe stata a questo punto la prova, poteva cominciare finalmente il regno messianico, che cosa dice Gesù alle donne? “Tornate a casa”. Questo è inaccettabile, questo non è ciò che noi ci aspettiamo. Tu vieni qua, ti aspetti di trovare qualche cosa (almeno spero che tu ti aspetti qualcosa del genere, che non vieni solo a Messa a fare il tuo precetto), spero che tu stai cercando davvero un’apertura da parte dello Spirito affinché tu possa comprendere le cose di Dio e finalmente entrarci, e che cosa ti dice alla fine il sacerdote, il presidente dell’Eucarestia? “Questa Messa è terminata, andate in pace”, cioè: “andate a guardare nella storia se questa risurrezione è vera, se l’incarnazione del Verbo è possibile, se l’amicizia con Dio è una realtà attuale”. Gesù sta dicendo alle donne: “Dite ai miei amici che vadano a trovarmi là dove abbiamo cominciato, nella storia, là mi vedranno. Non nelle cose magnifiche, meravigliose, soprannaturali, mi vedranno dentro la storia”. Voi lo sapete, loro vi torneranno. Questo è il Vangelo di Matteo, ma il Vangelo di Giovanni ci racconta che veramente loro sono tornati (Gv 21). Dopo questi fatti dice Pietro: “Io torno a pescare, torno in Galilea, torno nella storia”, e là faranno un’esperienza ulteriore di Cristo. Quando Pietro incontrerà Cristo sulle sponde del lago di Galilea e Cristo gli farà quella triplice domanda: “Pietro, mi ami tu?”, gli darà la triplice missione: “Pasci i miei agnelli, le mie pecorelle”, per dire quale sarebbe stata la sua testimonianza, il suo martirio, in che modo avrebbe glorificato Dio. Allora guarda, dentro questa liturgia noi celebriamo il sacrificio di Cristo in croce, la sua morte; dentro la realtà della carità tra noi, della speranza, noi condividiamo la fede nella risurrezione; ma fuori di qua noi attuiamo la realtà che lo Spirito vuole inaugurare, è quello il luogo dove noi conosceremo il Cristo, lo conosceremo faccia a faccia, lo toccheremo con mano, ci racconterà cos’è la nostra vita e che cosa siamo divenuti per sempre.

Sia lodato Gesù Cristo.

Preghiera dei fedeli

Padre Santo e misericordioso, come prolunghi la bellezza del giorno di Pasqua in questo ottavario magnifico e luminoso, così prolunghi anche nella nostra vita oltre ogni attesa la speranza, la possibilità di incontrare il tuo Figlio, di condividere con lui l’esistenza, di lasciarci condurre dallo Spirito, per raggiungere il Regno dei cieli. Padre Santo, in tutto questo itinerario fa’ che non restiamo inoperosi, fa’ che non siamo solo spettatori, metti nel nostro cuore il desiderio di comprendere qual è il nostro posto, qual è la nostra vera vocazione in questa edificazione del Regno, possiamo vivere per essa, e per essa morire. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen.

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