XXVII° Domenica del tempo ordinario

Anno Liturgico C
09 Ottobre 2016

Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero.

LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17,11-19)

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

PRIMA LETTURA – Dal secondo libro dei Re (2Re 5,14-17)

In quei giorni, Naamàn [, il comandante dell’esercito del re di Aram,] scese e si immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola di Elisèo, uomo di Dio, e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato [dalla sua lebbra].
Tornò con tutto il seguito da [Elisèo,] l’uomo di Dio; entrò e stette davanti a lui dicendo: «Ecco, ora so che non c’è Dio su tutta la terra se non in Israele. Adesso accetta un dono dal tuo servo». Quello disse: «Per la vita del Signore, alla cui presenza io sto, non lo prenderò». L’altro insisteva perché accettasse, ma egli rifiutò.
Allora Naamàn disse: «Se è no, sia permesso almeno al tuo servo di caricare qui tanta terra quanta ne porta una coppia di muli, perché il tuo servo non intende compiere più un olocausto o un sacrificio ad altri dèi, ma solo al Signore».

Dal Salmo 97
R. Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. R.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele. R.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! R.

SECONDA LETTURA – Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo (2Tm 2,8-13)

Figlio mio,
ricòrdati di Gesù Cristo,
risorto dai morti,
discendente di Davide,
come io annuncio nel mio vangelo,
per il quale soffro
fino a portare le catene come un malfattore.
Ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna.
Questa parola è degna di fede:
Se moriamo con lui, con lui anche vivremo;
se perseveriamo, con lui anche regneremo;
se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà;
se siamo infedeli, lui rimane fedele,
perché non può rinnegare se stesso.

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

“La fede che purifica”

Sant’Agostino Vescovo
Questioni sul Vangelo di Luca (40.2)

Occorre pertanto esaminare cosa significhi la lebbra; e notiamo subito che quelli che ne vennero esentati li si dice non guariti ma mondati. La lebbra in effetti è un’alterazione del colore [della pelle], non della salute o dell’integrità dei sensi o delle membra. Non è quindi assurdo identificare i lebbrosi con coloro che, non conoscendo la vera fede professano svariate dottrine erronee. Non si tratta di coloro che tengono nascosta la propria ignoranza ma la diffondono palesemente, quasi fosse somma saggezza, e la sbandierano con discorsi boriosi. E veramente non c’è dottrina che, per quanto falsa, non contenga mescolato qualcosa di vero. Quando dunque in una disputa o nel racconto di qualcuno il vero viene alla rinfusa mescolato col falso e le cose appaiono come nel colore di un medesimo corpo, noi diciamo che questo appunto significa la lebbra, che altera e macchia il corpo umano con segni colorativi sia veri che falsi. Da gente come questa la Chiesa deve tenersi lontana affinché, se possibile, essi allontanati e segregati si rivolgano a Cristo con forti grida, come questi dieci che stando a distanza elevarono la voce e dissero: Gesù maestro, abbi pietà di noi! Lo chiamano Maestro e non saprei dire se ci sia stato qualche altro che, chiedendo un rimedio corporale, si sia rivolto al Signore con questo appellativo. Chiamandolo Maestro credo che in ciò sia indicato assai chiaramente come per lebbra debba intendersi ogni falsa dottrina, da cui il Maestro buono purifica gli uomini.

Trascrizione dell’Omelia

Gesù si sta dirigendo verso Gerusalemme, ci si sta dirigendo perché ha un piano, un piano preciso che egli conosce, che ha imparato ad accogliere e a condividere con la volontà del Padre perché è favorevole a far che la volontà del Padre si compia, dunque sta andando a Gerusalemme per morire, lo sa, lo comprende sempre di più. Quando passa per il villaggio dei samaritani, lo abbiamo incontrato qualche tempo fa nella liturgia, quando passa in mezzo ai samaritani viene escluso, viene messo alla porta, perché? Perché va a Gerusalemme, se va a Gerusalemme vuol dire che è conforme al modo di pensare del Tempio, di quelli che contano che stanno a Gerusalemme e dunque siccome i samaritani sono separati, non volendo sentirsi esclusi, escludono lui, fissa bene questo concetto, non volendo essere esclusi, escludono lui, non si domandano chi sia, non gli interessa, solo sanno che costui sta seguendo un disegno e questo disegno lo porta a Gerusalemme, il fatto stesso che lo porta a Gerusalemme per loro è uno scandalo. .. Sapessero che cosa ci va a fare, comprendessero che questo viaggio, questa morte, è per la salvezza di tutti, anche della loro e che questa è la salvezza anche per loro lo sappiamo anche da questo brano evangelico, c’è un momento in cui Gesù sta andando verso Gerusalemme e si avvicinano dieci lebbrosi, cioè dieci esclusi, stavolta l’esclusione è chiara, manifesta, manifesta perché poi si vestono in modo tale che e si comportano in modo tale che tutti vedendoli si allontanano volendoli escludere, la loro vita è esclusa, fin dalla Torah, fin dall’Esodo, già Mosè aveva stabilito che questi dovessero vivere fuori dalla comunità, fuori dall’accampamento, cioè messi nelle condizioni di non infettare altre persone. Quando Gesù li incontra, questi si riferiscono a lui in un modo, avete ascoltato: “Gesù maestro abbi pietà di noi”, forse noi non ci abbiamo fatto caso, ma chiamarlo maestro non significa riconoscerlo, chi lo ha chiamato “Figlio di Davide”, lo ha riconosciuto (Mt 9,27; Mt 15,22; Mt 20,30) perché? Perché il Figlio di Davide secondo la Scrittura è il Messia ma maestro è uno qualsiasi, si, uno che insegna, è uno che conosce la Legge, uno che la sa insegnare, che sa dire qual è il pensiero di Dio ma non è il Figlio di Dio, dunque si avvicinano a lui come a uno che può fargli del bene ma non lo hanno riconosciuto. Allora sono esclusi e anche incapacitati .. guardate amici stiamo parlando di noi, ci sentiamo noi esclusi in tante occasioni e pensiamo anche di essere incapacitati rispetto a Dio ma questi comunque si avvicinano e tentano una confidenza e lo chiamano così: “Maestro abbi pietà di noi”. Gesù appena li vide subito è risolutivo della loro situazione, dice: “Andate a presentarvi ai sacerdoti”, loro capiscono, perché? Perché quando uno veniva guarito dalla lebbra per qualsiasi motivo, fosse anche che questa lebbra gli guariva da sola, comunque aveva, secondo la Legge, la necessità di andare dal sacerdote e fare la purificazione, dunque questi vanno sapendo che sono stati esauditi, che la lebbra sta guarendo, che guarirà comunque mentre vanno dai sacerdoti, questo brano non ci racconta quello che accade, non ci dice che sono guariti, però loro ottemperano a questa cosa pensando: “Chissà, se l’ha detto forse guariremo” ma lasciano Gesù, non si preoccupano più di lui, solo uno torna indietro, uno che non fa parte di questa comunità di esclusi a metà, perché è un samaritano, è escluso due volte, perché è lebbroso e perché è samaritano. Sarebbe interessante che noi ci fermassimo qualche istante a vedere nella nostra realtà interiore, chi abbiamo escluso due volte, perché non ci va a genio, perché lo temiamo per qualche motivo, sarebbe un buon motivo per fare un discernimento. Questi chiaramente guariscono .. perché anche il samaritano si vede guarito e torna indietro lodando Dio e si butta ai piedi di Gesù, Gesù gli domanda: “Perché non sono stati guariti tutti e dieci? Come mai vieni solo tu?” solo un samaritano, solo uno che comunque è escluso, per il quale noi non ci daremmo pena? Perché lo dice Gesù? Perché tutti sappiano che quello che sta facendo, cioè il viaggio verso Gerusalemme, serve proprio per tutti, anche per i samaritani, la sua morte è una morte salvifica per tutti, guarda che per te questo è fondamentale, è capitale, tu non ti puoi accostare a questo altare, se pensi che qualcuno, chiunque, che sia un tuo parente, il tuo nemico, il tuo collega o il migrante o il nemico per eccellenza, chi vuoi, pensare che costui possa essere incluso dalla morte salvifica di Gesù, se tu questo non lo ritieni, porti dentro di te una divisione non sul tuo nemico ma su Gesù, chi è Gesù? Tu dici: “Ma quand’è che io faccio questo?”, quando giudichi e ormai siamo arrivati al punto che giudichiamo non più solo l’altro che conosciamo e che comunque ci è antipatico, giudichiamo tutti, perfino il Papa, arriviamo con i nostri giudizi ovunque, ovunque! Giudichiamo tutto perché pensiamo che se riusciamo a passare tra le file delle molte esclusioni e noi di esclusioni ne facciamo, ci salveremo in qualche modo, invece l’unico modo per salvarsi è entrare con Gesù in questa morte. Quando ha constatato questa cosa Gesù dice al samaritano: “Alzati e va! La tua fede ti ha salvato”, è stato salvato tre volte: primo dalla lebbra, secondo dall’esclusione che portava come samaritano e come lebbroso, terzo è stato salvato perché ha riconosciuto quello che gli altri non hanno compreso. L’avevano chiamato tutti maestro, lui oggi sa che costui è il Signore e questo passaggio dal riconoscere in Gesù un’autorità, una persona importante, veritiera, autentica, comunque qualcuno che mi può essere utile almeno, passare a comprendere invece che costui è il Signore cambia la mia vita, perché se per me lui è solo un maestro, io mi limiterò a fare, come facciamo tutti, delle cose e tentare di non farne altre, confessandoci di tanto in tanto ma mai con l’idea di cambiare il cuore e convertirci, se invece lui è il Signore, noi non ci preoccuperemmo più di fare o non fare questa o quella cosa ma in cuor nostro decideremmo di vivere per lui e morire per lui, questa è la prerogativa e chi ha la fede in Gesù Cristo e vive per lui e con lui muore, non ha paura di nessuno e non avendo paura di nessuno non deve più escludere nessuno, tutti accoglie nella speranza, nella fede, che la persona accolta potrà un giorno anche cambiare, anche se fosse crudele, anche se fosse cattiva. Ditemi voi se c’è un altro modo per pensare le cose, quando voi confessate le vostre difficoltà, il vostro risentimento, i rancori che avete verso Tizio, Caio e Sempronio, le ingiustizie che avete ricevuto, che cos’è che dovrebbe guarirvi? Che cosa potrebbe guarirvi? A volte il sacerdote non sa neanche cosa rispondervi, che spazio c’è nel cuore? Gesù ha compiuto la giustizia perché tra dieci uno non fa parte del popolo è un samaritano, ha versato la decima a Dio della propria fedeltà a lui, questo è ridondato sulla vita di quest’uomo, la tua capacità di non giudicare e salvare l’altro deborda, è più grande del tuo senso di giustizia o di quello dei farisei o delle persone che si comportano secondo i propri dettami? Hai la capacità di vedere oltre e di operare oltre? Hai il desiderio di vedere prima o poi risplendere la luce di Cristo dentro il volto del tuo prossimo che ora non riesci proprio a considerare? Questa è una provocazione ma è anche in sé un invito ad essere guarito, ad accettare questa guarigione come Naaman il Siro nella Prima Lettura che all’inizio era rimasto un po’ sconcertato del fatto che dovesse andarsi a bagnare nel Giordano, un fiume qualsiasi molto piccolo, lui che aveva fiumi grandi, poi però quando se ne va porta della terra di Israele con sé e dice: “D’ora in poi non voglio fare olocausti, sacrifici, se non al Dio di questa terra, se non al Dio di Israele”, questa è la conversione, il passaggio cioè da un’abitudine comune che considera le cose con certi criteri, al cambiamento che si apre addirittura ad un culto nuovo, al riconoscimento del Signore così com’è ed ha un cambiamento anche della vita in relazione con lui, non si tratta solo di abbandonare i peccati.

Sia Lodato Gesù Cristo.

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