I° Domenica di Avvento

Anno Liturgico B
03 Dicembre 2017

Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà.

LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 13,33-37).

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

PRIMA LETTURA -Dal libro del profeta Isaia (Is 63,16-17.19; 64,2-7)

Tu, Signore, sei nostro padre,
da sempre ti chiami nostro redentore.
Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie
e lasci indurire il nostro cuore, cosi che non ti tema?
Ritorna per amore dei tuoi servi,
per amore delle tribù, tua eredità.
Se tu squarciassi i cieli e scendessi!
Davanti a te sussulterebbero i monti.
Quando tu compivi cose terribili che non attendevamo,
tu scendesti e davanti a te sussultarono i monti.
Mai si udì parlare da tempi lontani,
orecchio non ha sentito,
occhio non ha visto
che un Dio, fuori di te,
abbia fatto tanto per chi confida in lui.
Tu vai incontro a quelli che praticano con gioia la giustizia
e si ricordano delle tue vie.
Ecco, tu sei adirato perché abbiamo peccato
contro di te da lungo tempo e siamo stati ribelli.
Siamo divenuti tutti come una cosa impura,
e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia;
tutti siamo avvizziti come foglie,
le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento.
Nessuno invocava il tuo nome,
nessuno si risvegliava per stringersi a te;
perché tu avevi nascosto da noi il tuo volto,
ci avevi messo in balìa della nostra iniquità.
Ma, Signore, tu sei nostro padre;
noi siamo argilla e tu colui che ci plasma,
tutti noi siamo opera delle tue mani.

Salmo responsoriale 79.
R.Signore, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi..

Tu, pastore d’Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci. R.

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte. R.

Sia la tua mano sull’uomo della tua destra,
sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome. R.

SECONDA LETTURA Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (1Cor 1,3-9).

Fratelli, grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!
Rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della conoscenza.
La testimonianza di Cristo si è stabilita tra voi così saldamente che non manca più alcun carisma a voi, che aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi renderà saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà
San Gregorio Nisseno (ca 335-395), monaco e vescovo

Ecco un grande precetto del Signore: i discepoli scuotano come polvere tutto quanto è di questa terra…, per lasciarsi elevare con slancio verso il cielo. Ci esorta a vincere il sonno, a cercare le cose di lassù (Col 3,1), a tener senza posa lo spirito sveglio, a scacciare dagli occhi la sonnolenza seduttrice. Voglio parlare di questo torpore e di questa sonnolenza che inducono l’uomo all’errore e gli presentano immagini di sogno: onore, ricchezza, potenza, grandezza, piacere, successo, profitto o prestigio…
Per dimenticare tali sogni, il Signore ci chiede di andare al di là di questo sonno pesante: non lasciamoci scappare la realtà inseguendo il nulla in modo sfrenato. Ci chiama a vigilare: “Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese” (Lc 12,35). La luce che abbaglia gli occhi scaccia il sonno; la cintura che stringe i fianchi tiene il corpo in allerta; indica uno sforzo che non permette alcun torpore.
Sia chiaro il senso di questa immagine! Cingere la vita di temperanza è vivere nella luce di una coscienza pura. La lucerna accesa della franchezza illumina il volto, esalta la verità, tiene l’anima attenta, la rende impermeabile alla falsità ed estranea alla futilità dei poveri sogni. viviamo secondo l’esigenza di Cristo e condivideremo la vita degli angeli. Infatti ci unisce a loro in questo precetto: “Siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa” (Lc 12,36). Sono loro seduti presso la porta del cielo, l’occhio sveglio, perché il Re della gloria (Sal 24,7) vi passi al ritorno dalle nozze.

Trascrizione dell’Omelia

“Vegliate dunque, non sapete quando il padrone verrà” , è un motivo che abbiamo già imparato ad ascoltare in questo tempo che terminava l’anno liturgico e lo ritroviamo in questa Domenica come consiglio per un atteggiamento adeguato alle cose che siamo chiamati a celebrare al termine di questo tempo forte dell’Avvento. Ma che vuol dire proprio vegliare? Che cosa vuol dire vigilare? Stare sempre sul chi va la? Qua c’è una nota che forse ci aiuta a capire, dice: “Fate in modo che giungendo all’improvviso non vi trovi addormentati”, vi ricordate? “Non siete stati capaci di vegliare neanche un’ora”, quella sera al Getsemani quando Pietro, Giacomo e Giovanni, si erano addormentati appesantiti dalla tensione, dall’ansia di quel tempo così incomprensibile, in cui il loro Maestro veniva consegnato per essere ucciso, non erano riusciti a vegliare. Ma vegliare che cosa voleva dire in quel momento? Che cosa avrebbero dovuto capire? Quando il Signore sarebbe venuto o piuttosto come sarebbe venuto? Quella morte nessuno l’ha compresa, nessuno comprese che cosa stava accadendo, quella preghiera al Getsemani nessuno di loro aveva immaginato che cosa potesse significare. Dunque l’incapacità di darsi una risposta aveva prevalso ed il sonno, la pesantezza delle palpebre, cioè l’incapacità di intuire, di interpretare la storia, li aveva costretti così a non poter più capire ed erano entrati in questo torpore. Allora che cosa vuol dire vegliare? Vuol dire non tanto sapere quando verrà, ma come verrà, riconoscere uno che torna non serve sapere solo quando verrà, vi ricordate? Quando il Verbo si incarna, quando il Cristo viene nella storia, qualcuno lo sapeva che doveva venire, quando i Magi vanno da Erode a dirgli dove sta, Erode lo chiede ai sapienti ed i sapienti dicono: “ A Betlemme di Giudea”, sapevano quando veniva, quello era il tempo giusto, ma come sarebbe venuto? Quando lo hanno visto non lo hanno riconosciuto, questa domanda forse non se la sono posta, fatto sta che sul volto di Gesù non hanno riconosciuto il Salvatore. Allora non tanto quando, ma come e qua ci viene incontro un’altra espressione di questo Vangelo che forse vi sarà passata così inosservata, quando dice: “Non sapete quando ritornerà, se alla sera, a mezzanotte, al canto del gallo o al mattino”, è interessante, come cominceresti tu? Se tu dovessi descrivere una giornata diresti dal mattino, poi di giorno, poi la sera, poi la notte. Non leggiamo forse la vita così? E dopo la sera, la notte per noi non sembra forse l’ultima parola sulla vita? Questo nostro modo di vedere la storia non termina così? Ma il Vangelo non dice questo, dice: “La sera, o mezzanotte, o al canto del gallo, o al mattino”, questo Marco che ci ricorda le parole di Gesù, sembra portarci in un quadretto incastonato nell’annuncio della resurrezione. E la chiesa, non pregava e non prega, alla sera, ai primi vespri, alla notte, nella veglia, al mattino al canto del gallo come primo annuncio della resurrezione e poi nel giorno? Quando noi celebriamo le Messe solenni, come il Natale e come la Pasqua, abbiamo la Messa Vespertina, prefestiva, la Messa della Notte, la veglia, la Messa al canto del gallo e la Messa del giorno, proprio come Marco l’ha descritta. Allora che cosa dice a noi questa parola? Dice ad esempio che vigilare significa rimodellare, ripensare la nostra esistenza, questo giorno della nostra esistenza, della nostra vita, dentro una realtà liturgica. Non quella liturgia che secondo noi comincia, si svolge e termina dentro questo perimetro, questa non è la liturgia, questo è l’aspetto simbolico della liturgia. No piuttosto, tutta la liturgia, quella che qua viene simbolicamente celebrata e nel mondo attualmente vissuta, questa è la liturgia. Allora comprendere la giornata secondo le ore liturgiche, significa spostare il concetto e la logica della liturgia dentro la vita, c’è già, c’è già! Ma che la devi fare tu? “Adesso io esco e prolungo questa liturgia” facendo che? Tu vivendo vivi questa liturgia, qua semmai vieni a rendere grazie, qua semmai vieni a celebrare il culmine di questa liturgia nella celebrazione eucaristica, e poi anche sorgente, fonte, della liturgia che continuerai a celebrare nel resto dei tuoi giorni. Per dire che questa vigilanza non è un atteggiamento di attenzione quasi spasmodica, di tensione, “chissà che succede”, come se Dio arrivasse per … ma questa vigilanza come attenzione al peso del tempo, alla bellezza di questo elemento disteso nella storia che è il tempo, proprio il tempo, quello che Dio ha scelto per venirci a conoscere, per incontrarci. Un tempo delle origini, una pienezza del tempo nell’incarnazione del Verbo, una fine del tempo in cui ci incontrerà di nuovo. Il tempo, quello che noi diciamo che manca e che invece è manifestazione della presenza, della misericordia di Dio. Allora rileggiamo questa vigilanza, quest’anno in un modo ancora nuovo, ulteriore, e viviamola anche, viviamola come una liturgia che si estende in ogni spazio della nostra storia, perché è la liturgia del tempo di tutta la nostra storia. Chi guarda la storia così, riconosce ogni aspetto, riconosce il bene, riconosce anche il male e sa scegliere tra il bene e il male. Soprattutto sa riconoscere il Cristo che viene e sa incontrarlo, così come egli ha stabilito per ciascuno di noi. Sia lodato Gesù Cristo.

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