Gesù fu guidato dallo Spirito nel deserto.(Messa del mattino e della sera)
MESSA DEL GIORNO – LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,1-13)
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
PRIMA LETTURADal libro del Deuteronòmio (Dt 26,4-10)
Mosè parlò al popolo e disse:
«Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani
e la deporrà davanti all’altare del Signore, tuo Dio, e tu pronuncerai queste parole davanti al Signore, tuo Dio: “Mio padre era un Araméo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi. Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele. Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato”. Le deporrai davanti al Signore, tuo Dio, e ti prostrerai davanti al Signore, tuo Dio».
Parola di Dio.
Dal Salmo 90 (91) .
Resta con noi, Signore, nell’ora della prova. R..
Chi abita al riparo dell’Altissimo
passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido». R
Non ti potrà colpire la sventura,
nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
Egli per te darà ordine ai suoi angeli
di custodirti in tutte le tue vie. R.
Sulle mani essi ti porteranno,
perché il tuo piede non inciampi nella pietra.
Calpesterai leoni e vipere,
schiaccerai leoncelli e draghi. R.
«Lo libererò, perché a me si è legato,
lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome.
Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell’angoscia io sarò con lui,
lo libererò e lo renderò glorioso. R.
SECONDA LETTURA Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 10,8-13)
Fratelli, che cosa dice [Mosè]? «Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore», cioè la parola della fede che noi predichiamo. Perché se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza.
Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso. Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato».
LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare
“In Cristo siamo stati tentati e in lui abbiamo vinto il diavolo”.
Dal «Commento sui salmi» di sant’Agostino, vescovo
«Ascolta, o Dio, il mio grido, sii attento alla mia preghiera» (Sal 60, 1). Chi è colui che parla? Sembrerebbe una persona sola. Ma osserva bene se si tratta davvero di una persona sola. Dice infatti: «Dai confini della terra io t’invoco; mentre il mio cuore è angosciato» (Sal 60, 2).
Dunque non si tratta già di un solo individuo: ma, in tanto sembra uno, in quanto uno solo è Cristo, di cui noi tutti siamo membra. Una persona sola, infatti, come potrebbe gridare dai confini della terra? Dai confini della terra non grida se non quella eredità, di cui fu detto al Figlio stesso: «Chiedi a me, ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra» (Sal 2, 8).
Dunque, è questo possesso di Cristo, quest’eredità di Cristo, questo corpo di Cristo, quest’unica Chiesa di Cristo, quest’unità, che noi tutti formiamo e siamo, che grida dai confini della terra.
E che cosa grida? Quanto ho detto sopra: «Ascolta, o Dio, il mio grido, sii attento alla mia preghiera; dai confini della terra io t’invoco». Cioè, quanto ho gridato a te, l’ho gridato dai confini della terra: ossia da ogni luogo.
Ma, perché ho gridato questo? Perché il mio cuore è in angoscia. Mostra di trovarsi fra tutte le genti, su tutta la terra non in grande gloria, ma in mezzo a grandi prove.
Infatti la nostra vita in questo pellegrinaggio non può essere esente da prove e il nostro progresso si compie attraverso la tentazione. Nessuno può conoscere se stesso, se non è tentato, né può essere coronato senza aver vinto, né può vincere senza combattere; ma il combattimento suppone un nemico, una prova.
Pertanto si trova in angoscia colui che grida dai confini della terra, ma tuttavia non viene abbandonato. Poiché il Signore volle prefigurare noi, che siamo il suo corpo mistico, nelle vicende del suo corpo reale, nel quale egli morì, risuscitò e salì al cielo. In tal modo anche le membra possono sperare di giungere là dove il Capo le ha precedute.
Dunque egli ci ha come trasfigurati in sé, quando volle essere tentato da Satana. Leggevamo ora nel vangelo che il Signore Gesù era tentato dal diavolo nel deserto. Precisamente Cristo fu tentato dal diavolo, ma in Cristo eri tentato anche tu. Perché Cristo prese da te la sua carne, ma da sé la tua salvezza, da te la morte, da sé la tua vita, da te l’umiliazione, da sé la tua gloria, dunque prese da te la sua tentazione, da sé la tua vittoria.
Se siamo stati tentati in lui, sarà proprio in lui che vinceremo il diavolo. Tu fermi la tua attenzione al fatto che Cristo fu tentato; perché non consideri che egli ha anche vinto? Fosti tu ad essere tentato in lui, ma riconosci anche che in lui tu sei vincitore. Egli avrebbe potuto tener lontano da sé il diavolo; ma, se non si fosse lasciato tentare, non ti avrebbe insegnato a vincere, quando sei tentato.
Trascrizione dell’Omelia.
Tutti gli anni, in questa prima domenica di Quaresima, ci troviamo davanti questo racconto delle tentazioni nel deserto, questa volta era di Luca ma anche gli altri due sinottici parlano di questa vicenda e sembra che ci dicano un po’ quello che anche noi ci apprestiamo a sperimentare, un tempo per verificare quali sono i criteri, i fondamenti, della nostra speranza, della nostra fede e, perché no, anche gli obiettivi del nostro cammino verso il Signore. Questa mattina, questa lettura del Vangelo di Luca, e’ stata preceduta da una lettura, la prima, che era tratta dal Libro del Deuteronomio, una riflessione sul cammino che Israele aveva fatto dall’Egitto, e diceva una cosa che sarebbe accaduta a questo popolo: “… il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani, la deporrà sull’altare, etc., etc., tu pronuncerai davanti al Signore” il credo di Israele e cioè: “Mio padre era un arameo errante, scese in Egitto, vi e’ rimasto quattrocento anni, etc., etc., poi Dio mi ha liberato da questo e mi ha portato in questa terra che aveva promesso ai padri”, questo brano, che magari te non lo sai non so, non ti e’ capitato mai di saperlo, questo brano detto il “Credo di Israele”, era una prescrizione che Dio aveva comandato a questo popolo, una volta che erano arrivati nella Terra Promessa, avessero raccolto le primizie della prima seminagione di questa terra che non conoscevano. Allora una volta raccolti i frutti, i primi frutti di questo lavoro, questa gente che per quaranta anni, secondo la tradizione, nel deserto non aveva coltivato niente, si era portata appresso gli animali e aveva vissuto così, finalmente arrivati nella terra, avendo raccolto le primizie le avrebbero portate, come un rito, al sacerdote, deponendo la cesta e il sacerdote avrebbe così sancito l’appartenenza a questo popolo e a questa Terra. Capite? E’ importante questo, tu vai in un altro paese, che ti accolga naturalmente, che non ti rimandi a casa, vai in un altro paese e con una procedura, che ti viene richiesta da quella nazione, tu fai delle cose e ricevi una cittadinanza, questo era il gesto che viene raccontato qua. Dunque qual e’ la cosa importante in questo? E’ l’identità, l’identità! Se tu vuoi fare questo rito, se tu vuoi entrare in questa terra a buon diritto, per ricevere una cittadinanza, d’ora in poi avrai un nome, un’appartenenza, un consolato, un’ambasciata, insomma una realtà che e’ pronta a venirti incontro quando dovessi trovarti in difficoltà. Questo e’ quello che Dio aveva stabilito per questo popolo. E Gesù: “In quel tempo” dice Luca: “Gesù pieno di Spirito Santo si allontanò dal Giordano”, si allontanò dal Giordano in quale tempo? Quel girono che era entrato nel Giordano davanti a Giovanni il Battista ed era stato battezzato da lui, era entrato nell’acqua e uscendo dall’acqua una cosa era accaduta, te lo ricordi, lo abbiamo già detto nel giorno del Battesimo del Signore alla fine delle feste di Natale, nel tempo di Natale, che cosa accadde nel momento in cui lui uscì dall’acqua? Che una voce dall’alto finalmente descrive l’identità di Costui e dice: “Questi e’ il mio Figlio prediletto”, dunque stabilisce qual e’ la sua identità. Il Figlio si mostra come il prediletto del Padre, davanti a quella gente che stava al Giordano, e una realtà, dice: “Come una colomba”, cioè una relazione tra la Voce ed il volto di quest’Uomo, dice qual e’ il rapporto che questo ha con il Padre, con Dio, un rapporto di figliolanza. Dopo questo, quindi un’identita’ chiara davanti a tutti, chi e’? E’ lui, e’ il Figlio di Dio, Dio lo ha detto, si e’ mostrato col volto del Figlio e lo Spirito ha mostrato qual e’ la loro relazione, la forza del rapporto che hanno. Finalmente uscito dall’acqua, dopo questi fatti, comincia questo Vangelo, Gesù se ne va verso il deserto, ascoltate: “Guidato dallo Spirito, per quaranta giorni, per essere tentato dal diavolo”. Dunque non e’ un uomo qualsiasi quello che va nel deserto, ma e’ uno che sa finalmente chi e’, tu dici: “Ma perché prima non lo sapeva chi era?”, certo prima sentiva dentro di Sé questa speciale relazione con Dio, sentiva dentro di Sé questa possibilità di riferirsi al Padre con una libertà che noi stentiamo a capire lungo tutto il corso della nostra vita, ma saprà di essere il Figlio di Dio veramente e dunque l’Agnello di Dio come diceva Giovanni il Battista quando lo vedeva passare e se Agnello sapeva pure di dover essere sacrificato, perché l’Agnello questo voleva dire e lui n quel momento, quando esce dall’acqua, consapevole di questo, sceglie questa vocazione. Dunque ha un’identita’ ed ha una vocazione precisa. Amico, pure tu quando sei uscito dall’acqua del Battesimo avresti dovuto sapere qual’era la tua identità e la tua relazione con Dio, che eri figlio e non lo sai ora che sei figlio? E ti comporti da figlio? Non parlo delle cose morali, io parlo della relazione di fiducia in Dio. Hai fiducia in lui come un figlio? O nella casa di Dio sei un avventizio, uno che: “ti do, tu mi dai, poi non lo so se ci stai, io sono credente ma non praticante” e cose simili, la tua identità e’ chiara? Tu puoi dire chi sei, da dove vieni e dove stai andando? Se ti fermasse uno dal mondo e ti dicesse: “Tu sei cristiano? Che vuol dire che sei cristiano?”, che gli diresti? Che dici le preghiere e fai le novene? Che vai a Messa la Domenica? O gli dici che ami il tuo nemico? Beh, l’identità, come vedi, non e’ una questione solo nominale, e’ qualcosa che ti connota e se ti connota così profondamente, il mondo diventa per te quello che il deserto e’ stato per Gesù, cioè un tempo in cui sarebbe stato tentato da satana e tu, uscendo da qua, che cosa pensi? Che andrai in un mondo che ti accoglierà a braccia aperte? Lo sai che non e’ così. Ti metterai a saltellare e a cantare perché tu finalmente sei stato in chiesa ed hai ricevuto … che cosa? Questo mondo ti dirà le stesse cose che il demonio ha detto a Gesù: non hai forse fame anche di altro? La tua volontà non vorrebbe anche altro oltre alle cose che hai sentito in chiesa? Beh, allora se sei così attaccato al tuo Dio vedi se la vita ti da’ quello che cerchi … E poi ancora ti dirà: “Guarda che ci sono delle scorciatoie”, il demonio, tu lo sai no? e’ il signore delle scorciatoie, se facesse il vigile urbano saprebbe tutti i posti per farti scappare da tutti i traffici del mondo, per farti trovare poi disperso, lontano, dal centro dove Dio ti stava invece aspettando. Ha cominciato dall’inizio, dicendo a quei due poveracci Adamo ed Eva, secondo il racconto della Genesi, evidentemente e’ un racconto ma dice come si comporta l’uomo davanti a queste proposte, quando dice: “Perché non mangi subito? Subito la conoscenza del bene e del male!”, ma tu non fai così? Ma se tu vuoi conoscere uno, se vuoi sapere chi e’, non ti fidi del primo pettegolezzo che ti fanno su di lui? E quella tua conoscenza non la fai che prendi subito il tuo tablet ed in quattro e quattr’otto ti sembra di aver raggiunto … cosa? Te la sei fatta un’opinione, mo’ siete tanti qua no? ve la siete fatta un’opinione sulla condizione del mondo in questo momento? Lui e’ in un modo, quello in un altro, quello pensa ad un’altra cosa, quello parteggia per …, quegli altri laggiù hanno paura di …, capisci? Tutte scorciatoie che non portano da nessuna parte. E noi, in questo mondo, invece di essere l’anima della storia, come il Signore ci ha permesso di essere, siamo dispersi, frammentati, litighiamo per scemenze e anzi, ve lo dico, più ci avviciniamo alle realtà che riguardano il culto e più i litigi diventano stupidi, infami ed il mondo se ne accorge! E poi alla fine, questa e’ la tentazione più terribile, quando il demonio dice al Signore: “Bene, allora buttati di sotto no? verranno gli angeli, sta scritto” questo e’ il mondo che lo rimprovera, anzi, perché tu capisca meglio, non te lo rimprovera il mondo, te lo rimprovera la tua intelligenza, quando uno ti dice: “Vieni, accostati alla Sacra Scrittura, conoscila”, tu che dici? “No, e’ troppo difficile e poi non ho tempo, poi …” tu non ti butti di sotto perché non pensi che questa parola ti possa sostenere, tu non ti fidi di questa parola che invece ti e’ stata data per sapere chi eri, dove vai, perché non ce la fai, perché davanti a tante situazioni cadi, inciampi. Ma qua Gesù, proprio perché conosce la propria identità, dice: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”, di chi stava parlando? Di Sé, lui e’ il Signore! E dimmi, tanto non e’ che ti sto puntando il dito eh? e’ solo per farti venire un po’ di speranza, tu quando uscirai da qua, avendo ricevuto il corpo di Cristo, il corpo di Costui che avendo vinto le insidie del demonio e la morte che e’ frutto dell’invidia del diavolo per te, perché tu sia libero, uscirai da qua come uno che e’ portatore di questo Spirito o no? perché il mondo ti verrà incontro così, ti dirà: “Se hai pazienza fammela vedere, se hai fede mostramela, se sei fondato nelle cose di Dio e non hai paura della morte, fammi vedere che cosa vuol dire”, se tu saprai che il Signore e’ con te, saprai anche come vivere questo problema col mondo, se tu dubiterai di essere uno che Dio veramente ha scelto, ha amato, che sta amando, che sta dando il suo Figlio ancora e ancora, fino alla fine, perché ti salvi, allora saprai, anche in silenzio, mostrare qual e’ la tua fede. Amici, questa e’ la sfida, questo e’ il tempo che stiamo affrontando, per favore non entrate nella Quaresima che smettete di fumare, che mangiate di meno, la Quaresima non e’ il programma del dietologo, la Quaresima e’ un tempo in cui noi possiamo sapere chi siamo! Perché a Pasqua, invece di tagliare la colomba, posiamo tagliare la nostra vita ed unirla a quella del Figlio di Dio, che si e’ lasciato fare in due per amore nostro. E lo Spirito Santo che ha portato Gesù nel deserto, porterà pure te, giorno per giorno, in questo tempo, perché tu sappia di che amore sei stato amato. Sia lodato Gesù Cristo.
Messa della sera
Trascrizione dell’Omelia.
Comincia questo brano di Luca dicendo: “In quel tempo Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano”, cioè da dove sta venendo Gesù? Sta venendo dal suo battesimo, tu lo sai che il battesimo di Gesù non e’ una remissione del peccato originale, il battesimo di Gesù’ e’ un momento in cui succede una certa cosa se te la ricordi, cioè quando lui esce dall’acqua del Giordano dopo il battesimo di Giovanni, una voce dal cielo dice: “Questi e’ il mio Figlio diletto”, dunque Dio attesta qual e’ l’identità di Costui, non dice: “Questo e’ un profeta, questo e’ un mandato, questo e’ un apostolo”, dice: “Questo e’ il mio Figlio”, sta dicendo: “Questo ha la prerogativa di Dio che io gli ho donato generandolo”. E poi, ancora, appare lo Spirito Santo che attesta questa relazione sempre presente tra il Padre ed il Figlio, dunque chi vede questa icona del battesimo del Signore sa che cosa sta guardando, sta guardando una manifestazione di Dio che dice anche il modo in cui lui ha pensato di salvare al storia. Ma dall’altra parte, Gesù che esce dal Giordano, si nella sua vita aveva percepito chissà in che modo la sua appartenenza a Dio, chissà come la sua preghiera somigliava a quella che, da Verbo eterno del Padre, conduceva quando era nella Trinità Santissima, sicuramente Egli ha percepito un’identità con la parola così formidabile, più di quella che sentiamo noi quando incontriamo un Salmo che ci piace, una parola che ci incontra, per lui tutta la parola del Padre era aderente alla sua identità e dunque lui, fino a questo momento del battesimo, ha percepito una relazione particolare con il Dio di Israele, ma dal battesimo in poi Egli sa chi e’ veramente. Si, lo so, tu pensi che lui lo sapeva pure prima, ma lo sapeva non come lo sai tu, tu che sai tutto subito e pur sapendo subito non raggiungi il mistero che dici di sapere. Dici che Gesù e’ il Figlio di Dio e il Cristo, lo sai, ma cosa voglia dire per la tua vita, questo non lo sai. Allora a che ti serve sapere subito qualcosa che non sai come vivere, che non sai come credere? “Accompagnato dallo Spirito Santo”, cioè dalla relazione con il Padre, Gesù va nel deserto a prepararsi, a ripercorrere un cammino che sia chiaro per tutti, un cammino di identità del popolo di Israele come quei quarant’anni che passò nel deserto uscito dall’Egitto, passando per l’acqua del Mar Rosso anche quel popolo e nel deserto incontra questo strano personaggio, il demonio. Guarda un po’, tutti e due conoscono la parola di Dio, la conosce Gesù, la conosce il demonio, ma di Gesù, abbiamo detto, la parola di Dio la conosce come qualcosa che gli appartiene, anzi Egli Stesso e’ il Verbo del Padre e dunque risuona perfettamente con le parole che conosce, questa risonanza così forte e formidabile, dice la forza della sua identità, diremo noi, dice la sua identità di Figlio. Sai, cosa vuol dire la dignità di Figlio? Se uno e’ figlio entra a casa e prende a casa sua quello che vuole, se uno non e’ figlio entra a casa di un altro e deve chiedere qualche cosa per favore e forse la ottiene. Dunque Egli con questa dignità vive il rapporto con il Padre attraverso anche la sua parola. Quell’altro invece che cosa fa? beh, fa un po’ il suo mestiere, pure lui conosce tutta la Sacra Scrittura e meglio di te se lo vuoi sapere, ma non sa a che serve, pensa che quella parola che conosce sia sempre una scorciatoia, aveva cominciato così con Adamo ed Eva, secondo il racconto della Genesi: “Se voi prendete subito questo frutto della conoscenza del bene e del male sarete come Dio”, ma perché loro non erano stati fatti ad immagine e somiglianza di Dio? E se quello era un progetto, una promessa fin dall’inizio della loro esistenza, forse che non si sarebbe compiuto in questa relazione con Dio nel tempo opportuno? Perché avrebbero dovuto farlo subito? Nella nostra pedagogia noi non offriamo subito ai nostri bambini i segreti della vita e della storia, li travolgerebbero, li schiaccerebbero, li conduciamo pian piano. Ma se qualche amichetto idiota gli andasse a raccontare cose che sarebbe meglio tacere, quei bambini si troverebbero in grande difficoltà, e’ così, e’ la storia dell’uomo, delle sue debolezze. Allora il demonio prova queste scorciatoie con Gesù, gli dice: “Hai fame? Comanda che questa pietra diventi pane”, lui mica lo sa che sta dicendo, ma quella pietra della Torah, là dove erano scritte le volontà di Dio perché l’uomo crescesse, avrebbe veramente sfamato tutta l’umanità’ fino alla fine. Ma lui non sa come, non sa come succederà questo, perché e’ sospettoso dall’origine, fin dall’inizio. Allora vorrebbe che facesse subito Gesù: “Fai subito questo così si capisce chi sei” e Gesù: “Non di solo pane vivrà l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” se tu hai capito che questa pietra e’ il luogo dove il Padre ha scritto la sua volontà, tu attenderai che questa si manifesti, se non l’hai capita la cercherai invano e questa pietra rimarrà per te ancora una pietra. Perché forse che la Legge di Dio per te qualche volta non e’ ancora solo una pietra dura che non capisci, che non accetti e la volontà di Dio non la pensi come qualcosa di pesante e duro e difficile come una pietra? Non sei tu che dici che la Scrittura e’ difficile? E poi ancora, si riedita il demonio: “Ti darò tutto questo potere e la loro gloria perché a me e’ stata data ed io la do a chi voglio”, certo, Gesù Stesso lo chiama “il principe di questo mondo”, cioè uno che ha una certa, definita e limitata autorità sulle cose che accadono, diremmo e forse ce lo ricordiamo pure, che questo demonio padrone di tutto il mondo, come lui pensa di essere, e’ come quel “maestro di tavola” che alle “Nozze di Cana”, quando viene a mancare il vino dice: “Beh, adesso diamogli un vinello tanto ormai le cose sono finite”, perché lui non sa qual e’ la passione che il Padre ha per la storia, non sa che il padre porterà la storia con un vino migliore ala fine verso la salvezza, e’ sospettoso, lo abbiamo detto: “Adorami per questo” e Gesù: “Sta scritto: “Il Signore tuo adorerai, a lui solo renderai culto”, che tradotto in lingua corrente vuol dire: “Aspetterai che Egli si manifesti, aspetterai di comprendere le sue leggi e i suoi comandi e quando avrai compreso come ti sta guidando, allora gioirai con lui in una mensa senza fine”. Poi finalmente, decisivo, il demonio lo conduce a Gerusalemme, a Gerusalemme già, al Tempio, in quel luogo dove Gesù sarebbe stato giudicato ma non in questo momento, al “tempo opportuno”, il demonio non sa cos’e’ il tempo opportuno, per questo ha fretta e dice: “Allora sali sulla cima del Tempio, buttati di sotto, fai questo spettacolo davanti a tutti … fai un miracolo, la gente vuole i miracoli, vuole vedere prodigi, se non li vede non crede, faglielo così crederanno tutti”, ma chi sei? Ma se il Verbo di Dio avesse voluto mostrare la gloria del Padre dall’inizio, avrebbe aspettato la storia? Avrebbe aspettato la protervia degli uomini, la stoltezza, la beffardia degli uomini? Non ci avrebbe annientati? Ma allora perché Dio ha creato un uomo così fallace da attendere anche la sua caduta, le sue debolezze, la sua incapacità di seguirlo? Per amore! Questo il demonio non lo conosce! E Gesù a lui: “E’ stato detto, non metterai alla prova il Signore Dio tuo”, sai cosa vuol dire? Non cercare dal Signore una prova oggi, perché Egli il suo disegno lo porterà a compimento quando ha deciso e quando lo farà tutti gli uomini diranno con stupore: “Ah, per questo ci hai preparati! Per questo abbiamo aspettato! Prima quando non capivamo dove ci avresti portato temevamo e tremavamo, eravamo impauriti, ci sentivamo soli e schiacciati, adesso che abbiamo compreso dove ci stai portando, anche noi desideriamo entrare in questo progetto”, che tradotto vuol dire: “Quando noi seguivamo Gesù sulle strade della Galilea, vedevamo insegnamenti, prodigi e segni, eravamo tutti gioiosi, non capivamo che saremmo andati a Gerusalemme a morire, ma quando ci siamo arrivati e abbiamo visto morire lui e lui risorgere, abbiamo deciso anche noi, suoi apostoli e ministri, morire per testimoniare la sua resurrezione”, questo il demonio non lo sa! Non lo sa e suggerisce a tutte le generazioni, pure agli amici tuoi, che: “E’ inutile che aspetti questi segni, non verranno! Carpe diem, prendi oggi quello che non sai se avrai domani” beh, e’ il maestro del sospetto e così si comporta. E poi, Gesù rimane a compiere il suo progetto in obbedienza al Padre fino alla morte, il demonio invece che fa? “Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato”, quando crederà di prendersi definitivamente la gloria del Figlio di Dio insegnando il sospetto agli apostoli al momento della morte in croce perché non credano che Egli risorgerà come aveva detto … e anche là non riuscirà! Queste proposte in tutte le generazioni egli le ripropone a tutti noi, ma noi che adoriamo il Signore nostro Dio sappiamo che perfino la morte, perfino la crocefissione, perfino la sofferenza, perfino la malattia, non ci separeranno dall’amore di Dio in Cristo Gesù. Sia lodato Gesù Cristo.