XXIV Domenica T.O.

Anno Liturgico B
15 Settembre 2024

Il Figlio dell’uomo deve molto soffrire.(Omelia del mattino e della sera)

 

MESSA DEL GIORNO – LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 8,27-35)

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».

Parola di Dio.

PRIMA LETTURADal libro del profeta Isaìa (Is 50,5-9a)

Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso.
È vicino chi mi rende giustizia:
chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci.
Chi mi accusa? Si avvicini a me.
Ecco, il Signore Dio mi assiste:
chi mi dichiarerà colpevole?
Parola di Dio.

Salmo 114 (116) .
Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi. R..

Amo il Signore, perché ascolta
il grido della mia preghiera.
Verso di me ha teso l’orecchio
nel giorno in cui lo invocavo. R

Mi stringevano funi di morte,
ero preso nei lacci degli inferi,
ero preso da tristezza e angoscia.
Allora ho invocato il nome del Signore:
«Ti prego, liberami, Signore». R.

Pietoso e giusto è il Signore,
il nostro Dio è misericordioso.
Il Signore protegge i piccoli:
ero misero ed egli mi ha salvato. R.

Sì, hai liberato la mia vita dalla morte,
i miei occhi dalle lacrime,
i miei piedi dalla caduta.
Io camminerò alla presenza del Signore
nella terra dei viventi. R.

SECONDA LETTURA Dalla lettera di san Giacomo apostolo (Gc 2,14-18)

A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha opere? Quella fede può forse salvarlo?
Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve? Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta.
Al contrario uno potrebbe dire: «Tu hai la fede e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede».

Parola di Dio.

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

“Pastori siamo, ma prima cristiani”.
Inizio del «Discorso sui pastori» di sant’Agostino, vescovo

Ogni nostra speranza è posta in Cristo. È lui tutta la nostra salvezza e la vera gloria. È una verità, questa, ovvia e familiare a voi che vi trovate nel gregge di colui che porge ascolto alla voce di Israele e lo pasce. Ma poiché vi sono dei pastori che bramano sentirsi chiamare pastori, ma non vogliono compiere i doveri dei pastori, esaminiamo che cosa venga detto loro dal profeta. Voi ascoltatelo con attenzione, noi lo sentiremo con timore.
«Mi fu rivolta questa parola del Signore: Figlio dell’uomo, profetizza contro i pastori di Israele, predici e riferisci ai pastori d’Israele» (Ez 34,1-2) Abbiamo ascoltato or ora la lettura di questo brano, quindi abbiamo deciso di discorrerne un poco con voi. Dio stesso ci aiuterà a dire cose vere, anche se non diciamo cose nostre. Se dicessimo infatti cose nostre saremmo pastori che pascono se stessi, non il gregge; se invece diciamo cose che vengono da lui, egli stesso vi pascerà, servendosi di chiunque.
«Questo dice il Signore Dio: Guai ai pastori di Israele che pascono se stessi! I pastori non dovrebbero forse pascere il gregge?» (Ez 34,2), cioè i pastori non devono pascere se stessi, ma il gregge. Questo è il primo capo di accusa contro tali pastori: essi pascono se stessi e non il gregge. Chi sono coloro che pascono se stessi? Quelli di cui l’Apostolo dice: «Tutti infatti cercano i propri interessi, non quelli di Gesù Cristo» (Fil 2,21).
Ora noi che il Signore, per bontà sua e non per nostro merito, ha posto in questo ufficio — di cui dobbiamo rendere conto, e che conto! — dobbiamo distinguere molto bene due cose: la prima cioè che siamo cristiani, la seconda che siamo posti a capo. Il fatto di essere cristiani riguarda noi stessi; l’essere posti a capo invece riguarda voi.
Per il fatto di essere cristiani dobbiamo badare alla nostra utilità, in quanto siamo messi a capo dobbiamo preoccuparci della vostra salvezza.
Forse molti semplici cristiani giungono a Dio percorrendo una via più facile della nostra e camminando tanto più speditamente, quanto minore è il peso di responsabilità che portano sulle spalle. Noi invece dovremo rendere conto a Dio prima di tutto della nostra vita, come cristiani, ma poi dovremo rispondere in modo particolare dell’esercizio del nostro ministero, come pastori.

Trascrizione dell’Omelia.

E’ interessante che la liturgia della chiesa durante l’anno ci ripresenta in varie occasioni, se non di questo Vangelo di Marco degli altri sinottici, ci presenta questo strano dialogo tra Gesù e i suoi discepoli. Un dialogo che potremmo chiamare una sorta di scrutinio, come per dire: “Mi avete seguito sin qua, che cosa avete capito? Avete compreso chi sono?”. Allora comincia con dolcezza domandando loro che cosa hanno sentito in giro a proposito della sua realtà, se li porta al Giordano, se li porta un po’ lontano dai centri abitati e gli fa questa domanda: “Chi dice la gente che io sia?”. E loro danno tre risposte, una tipologia varia, Giovanni Battista, Elia, uno dei profeti. Non e’ casuale questo, perché se e’ Giovanni Battista vuol dire che si sta inaugurando il tempo della fine. Se invece e’ Elia vuol dire che il tempo della fine c’e’ già e dunque accadrà qualcosa di eclatante, tutti lo aspettavano anche perché, guardate non erano forse tanto diversi da come stiamo noi adesso, stavano aspettando un riscatto. Ora, tanto per situarti in questa parola, tu lo stai aspettando un riscatto? Tutti stiamo aspettando che guarisca qualcuno, che guarisca io, non so, che succeda qualche cosa di favorevole, insomma che uno esca fuori dalle difficoltà della vita, penso che tutti quanti sappiamo qual e’ il riscatto che stiamo attendendo. Ma se non fossero cose personali, stiamo attendendo tutti un riscatto da una realtà che non va, che non va bene, la guerra, le guerre, le minacce, sempre peggio come tu: “Sempre peggio si stava meglio prima”, dunque se e’ Elia vuol dire che questo riscatto e’ già in atto. Oppure “uno dei profeti” e dire uno dei profeti vuol dire: “Tu sei uno autorevole ci dirà qualche cosa ma mica lo sappiamo se tu dirai veramente la parola che può riscattarci”, questa era la condizione. Allora Gesù si rivolge a loro direttamente: “Ma voi che avete capito?” e si rivolge a te pure, che hai capito tu, chi e’ il Figlio di Dio? Guarda che se mi facessi un giro qua e chiedessi uno per uno, chissà quante cose uscirebbero fuori, un’enciclopedia ci possiamo scrivere, da uno che ci coglierà in fallo e ci metterà in difficoltà, ad uno che e’ così buono “me lo porto sempre con me Gesuino mio nel cuoricino mio”, ma veramente tu, chi hai capito che e’ Gesù Cristo? Allora subito Pietro si fa avanti, dall’inizio del Vangelo che Pietro fa così, la prima volta che ha visto un miracolo di Gesù, fatto da Gesù al lago di Galilea quando ha moltiplicato la pesca, la pesca miracolosa vi ricordate? Lui si spaventa e dice: “Allontanati da me che sono un peccatore”, in questo momento, quasi a metà strada tra l’inizio e la fine del ministero di Gesù, dice Marco che gli si fa vicino senza farsi vedere dagli altri e dice: “Ma che stai dicendo?” lo rimprovera, Pietro rimprovera Gesù! Perché? Perché se ne era uscito così Pietro, con irruenza: “Tu sei il Cristo di Dio”, sapete qual e’ il problema? Che lui non sapeva che voleva dire, lo Spirito glielo aveva suggerito ma non sapeva che voleva dire, perché sapere le cose, questo capiscilo subito, non vuol dire conoscerle. Sapere che c’e’ la vita eterna, non vuol dire che tu ci creda. Sapere che ti puoi salvare, non vuol dire che oggi sei tranquillo e sereno. Sapere che il tuo prossimo ha in sé lo Spirito di Dio, non vuol dire che tu lo ami e lo perdoni, no? Dunque come vedi non e’ così immediato. E Pietro subito ha detto: “Tu sei il Cristo di Dio” cioè: “Sei il Messia, quello che tutti stiamo aspettando”. Allora Gesù dice: “Bene, allora guarda …” non glielo ha detto apertamente per non umiliarli, poteva dirgli: “Allora, se sono il Messia, conoscete le Scritture no? Venite con me, venite con me …”, pure voi venite con me e andiamo a vedere chi e’ il Messia. Ce lo diceva il Terzo Canto del Servo Sofferente del profeta Isaia nella Prima Lettura oggi, lo abbiamo sentito tutti, dice: “Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio ed io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Guarda, ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba”, questo e’ il Messia, questo per Isaia, cinque secoli prima di Cristo, e’ quello che salverà Israele e lo dice ad un popolo che si trovava in Babilonia schiavo, deportato. Dice a gente che sta sotto il giogo di chi lo ha deportato, dei Caldei, dei Babilonesi, dice che il Messia che verrà a salvarci e’ uno che non sottrae la faccia agli insulti e agli sputi, e’ questo il tuo eroe? E’ questo il superuomo nel quale credi? E dice ancora e qua stavolta però vieni con me e guarda il volto di Gesù in queste parole, allora pensa Gesù che dice: “Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra sapendo di non restare confuso” sai, se il Signore Gesù Cristo non avesse vissuto queste parole del profeta Isaia sul suo volto, sulla sua vita fino alla croce, alla morte, nessuno di noi poteva pensare: “Nella fede non sarò mai svergognato” tant’e’ che tutti noi abbiamo paura che qualcuno ci svergogni, ci ricordi i nostri peccati, ci inchiodi alla croce della nostra fragilità e ci dica: “Non vali niente, lo hai capito che non vali niente?” e per ovviare a queste cosa qua, quante maschere ci mettiamo invece di lasciare la nostra faccia dura come pietra davanti agli insulti e agli sputi. Dunque Pietro quando sente queste cose, come se non conoscesse Isaia, dice: “No, no, questo non succederà mai, io ti salverò!”, Pietro: “Io salverò il Salvatore”, guarda che lo fai pure tu sai? Lo facciamo pure noi! Quando abbiamo capito che bisogna passare per queste valli oscure fidandoci del Buon Pastore, del suo vincastro, etc., quando queste valli oscure ci mettono paura, noi diciamo: “Va beh adesso mica siamo padre Pio, mica possiamo fare … e facciamo una scorciatoia, facciamo finta di … ma tanto che male c’e’?”, questo vuol dire quello che ha fatto Pietro: “No, no, mi metto io”, cioè: “Mi metto Gesù tra te e la tua sorte..” quella sorte decisa dal Padre, attraverso la quale tu morendo per i miei peccati, scegli di andare alla morte. Io lo so che tu dirai: “Ma bisogna per forza entrare in queste cose così terribili?”, ma tu ti rendi conto che vuol dire la nostra mediocrità? La mediocrità dei nostri giorni, delle nostre scelte, delle nostre decisioni, dei nostri attaccamenti, tutte le cose che compongono la nostra esistenza a volte così grama, rispetto alla salvezza dell’Onnipotente? Tu capisci che se un lenzuolo bianco lo metti dentro una pozzanghera di fango che e’ la nostra vita, che sono i nostri rapporti, che sono le nostre paure, tu lo capsici che quel lenzuolo esce fuori insanguinato? Dunque cosa poteva succedere al Figlio di Dio, al Logos, al Verbo di Dio una volta entrato nella nostra carne? Si sarebbe sporcato, di sangue però non del peccato, si sarebbe sporcato di sangue, di quel sangue che sarebbe stato per noi salvifico. Allora noi possiamo dire, dopo questi fatti: “Non restiamo più svergognati, possiamo entrare in questa realtà di morte sapendo che non saremo confusi”. E così Gesù poi con forza davanti a tutti, smaschera Pietro davanti a tutti e gli dice, noi diciamo sempre: “Vade retro satana”, gli dice in realtà: “Diabolos” cioè “ostacolo” così lo chiama, non lo chiama satana: “Ostacolo tra me e Dio, tra me e la volontà del Padre non metterti in mezzo, piuttosto seguimi” e questo e’ per te! Invece di mettere in mezzo le ragioni tra la tua situazione e la salvezza che non conosci, segui il Signore! Dove pensi che ti porterà? Si proprio là, nei pascoli erbosi e alle acque tranquille, ti porterà gradualmente alla scoperta della sua bontà, della sua misericordia, perché tu possa dire: “Signore, ma se le cose stanno così va bene, va bene, allora anche io entrerò nell’umiliazione perché tu mi salvi, perché io mi fido”. E allora commenta Gesù dicendo a tutti: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, prenda la sua croce e mi segua” e poi subito dopo: “Chi vuole salvare la propria vita …” sta dicendo: “La croce non e’ tua cognata, tranquillo, neanche tua suocera, la croce e’ la tua vita, e’ la tua vita che ti sta stretta, che ti fa male, che ti lascia solo, che ti mette in difficoltà , e’ la tua vita con le difficoltà che hai”. Allora questa tua vita non metterla più tra te e la volontà di Dio, come dire: “Ma Dio allora non c’e’ nessun vantaggio, ma cosa fai con me?” e lamentandoti a destra e a sinistra… ne ho sentita una carina qualche tempo fa che dice che le lamentele sono le litanie del demonio, bella eh? E mi sa che e’ così. Invece, metti tutto quello che ti riguarda appresso alla logica del Verbo incarnato che va volentieri in croce. Sai perché te lo dico? Perché non morirai! C’e’ un altro canto del Servo Sofferente che dice: “Dopo un intimo tormento vedrà la luce”, te lo dico a te: “Dopo un intimo tormento, nessuno te lo leva, vedrai la luce!”. Che ti interessa di più, il tormento o la luce? Allora punta sulla luce e non aver paura, sarà difficile per te per un po’, te lo dico per esperienza personale, qualche volta “per un po’” dura pure tanti anni, sarà difficile ma vedrai la luce, questo te lo garantisco, perché Cristo questo ha inaugurato nella nostra vita di peccato, la possibilità di vedere la luce che desideriamo, anzi quando la desideriamo lui ci dice: “Se la desideri vuol dire che la vedrai di sicuro, perché Dio non viene meno, non si nasconde e non tace”. Sia lodato Gesù Cristo.

Messa della sera

Trascrizione dell’Omelia.

Per capire su che cosa poggia questo discorso del Vangelo di Marco a proposito dell’identità’ del Cristo, possiamo usare la chiave del versetto dell’Alleluia che abbiamo appena ascoltato, e’ Paolo nella Lettera ai Galati che sta dicendo che ormai la Legge non e’ più così importante e dice: “Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore per mezzo della quale per me il mondo e’ stato crocifisso, come io per il mondo”, dunque al centro di questa immagine, che noi abbiamo davanti agli occhi dal Vangelo, c’e’ la vita intesa come una croce e qua bisogna sicuramente dire due parole se no ci perdiamo, perché noi abbiamo un’idea della croce, così come diciamo sempre a tutti no? anzi tanti vantano tante croci, in realtà la croce e’ una e la croce e’ la nostra vita. Perché e’ la nostra vita? Lo sperimenti credo, no? Perché tu hai un desiderio che ti supera, poi devi fare i conti con mille strettezze di ogni genere. Tu porti dentro addirittura l’idea della vita eterna e la tua vita dice che invece il tempo finisce. Tu hai davanti agli occhi l’idea di cose meravigliose che ti danno gusto e invece tutte le esperienze che fai in questa esistenza si concludono e spesso, lo possiamo dire, anche un po’ amaramente. Chissà quante ne puoi raccontare di queste cose, anzi diciamolo, chissà quante ne racconti. Dunque hai un’esperienza della tua vita come qualcosa dove e’ possibile fallire molte volte. Quando tu fallisci, quando le cose vanno male, quando sei schiavo dei tuoi vizi, quando succede qualche cosa che ti ricorda il limite della tua esistenza, subito arriva uno che ti dice: “Vedi? Non vale la pena! Hai visto? E’ tutta colpa tua, così impari!”, insomma ti accusa, l’accusatore, che secondo il lessico del Nuovo Testamento, della Scrittura, e’ il Satan, l’accusatore, uno che si mette in mezzo tra la tua vita e gli obiettivi che tu pensi di dover raggiungere, dicendoti sempre: “Guarda che non sei nelle condizioni di poterli raggiungere” e questo ti mette in difficoltà. Dunque non il corpo, perché il corpo ti piace pure, non solo quello tuo pure quello degli altri, ma la vita, cioè l’esperienza esistenziale, dirà Agostino nelle Confessioni quando si troverà a valutare la scomparsa di un amico carissimo, dice: “Da allora mi sono accorto che tute le cose che avevo davanti mi dicevano da qui a qui, cioè sono limitate” e l’uomo il limite lo vive come una disgrazia. Ora che cosa fare? Molti uomini fanno finta che non e’ così, si inventano maschere, se le mettono le maschere, fanno altre cose, insomma si nascondano dietro … e tu in fondo ci credi pure che quelli sono come mostrano, in realtà son un po’ più bravi a recitare ma tutti vivono questa esperienza del limite come una sconfitta. Ora, che ci voleva per convincerti che vale la pena vivere in questo limite continuando a guardare le cose che hanno invece sapore di eterno e che tu senti dentro di te che sono vere? Ci voleva Uno che viene dalle cose eterne, che le conosce, che te ne può mostrare la grandezza, la bellezza e convincerti che esistono veramente, ma per farlo deve compiere una cosa che forse tu non faresti al posto suo, cioè si deve vestire come te, si deve vestire con la tua carne, con i tuoi limiti, con le tue sofferenze, allora forse diventa credibile. Tu dirai: “Ma davvero? e mica sempre” e in questo caso il Verbo si e’ fatto carne, e’ venuto ad abitare in mezzo a noi ci dice il Vangelo di Giovanni, sceglie alcuni per cominciare a mostragli qual e’ il pensiero di Dio sulla storia, lo mostra come il Regno di Dio per dire: “Verrà un giorno in cui questa logica divina finalmente abiterà in mezzo agli uomini”, cerca di convincerli in molti modi, attraverso i prodigi, attraverso l’insegnamento, addirittura resuscitando dalla morte qualcuno per dire: “Non esiste un limite, non c’e’ un limite, e’ la tua impressione che sia così, te lo mostro io, tu solamente seguimi”. Questi lo seguivano, siccome qualcuno già se ne era andato perché avevano cominciato a dire: “Signore ma questo linguaggio non si capisce, si avrai pure ragione ma noi non ci riusciamo ad entrare, troppo duro, chi può intenderlo?”, allora si rivolge a loro, se li porta fino al Giordano, un po’ in disparte rispetto a Gerusalemme, si allontana, e al Giordano gli domanda, gli fa uno scrutinio, gli dice: “Sentite un po’, ma la gente che ha capito? Che dice che io sia?”, “Eh, dice che tu sei Giovanni Battista”, cioè sei uno che ha una certa autorità, mistico forse un po’ incomprensibile ma e’ uno che ci parla delle cose che accadranno. “Altri dicono che tu sei Elia”, Elia cioè l’inizio del Giudizio Universale, quando viene Elia finalmente facciamo i conti con tutte le cose .. Noi vinceremo contro i Romani e i farisei e tutta la famiglia . “E altri dicono che tu sei uno dei profeti, uno qualsiasi, insomma autorevole, importante ma stiamo ancora a vedere chi sei, insomma non lo sappiamo”, perché Gesù non si comportava come gli altri profeti. Allora volge lo sguardo su di loro e dice: “Ma voi invece …” e guarda amico te lo dico, non fare lo spettatore adesso, perché se Gesù dice in questo Vangelo, in questa Domenica, davanti a questa assemblea: “Voi chi dite che io sia?”, tu sei convocato! Tu almeno due parole in croce le devi mettere, devi dire almeno che cosa sarebbe per te. E Pietro, Pietro che e’ sempre il primo, arriva sempre … ha sempre una parola su tutto, dice: “Tu sei il Cristo di Dio”, lo sapete? Pietro, come te, non lo sapeva che voleva dire, perché quello che aspettavano, il Messia, quando sarebbe venuto sarebbe venuto in Gloria, avrebbe fatto un terremoto, un macello, insomma tutti lo avrebbero visto … e loro stavano al Giordano e la gente già cominciava a dubitare dell’autorevolezza di Gesù. Dunque lui ha detto che e’ il Cristo di Dio perché sente di doverlo dire ma non sa che cosa vuol dire. Come te! Che vieni, che dici: “Lode a te o Cristo”, “Santo, Santo, Santo”, ma mica lo sai che stai dicendo, reciti un copione, sai che e’ buono, sai che e’ vero, ma non sai perché e quando esci da qui la solitudine ti aspetta per accompagnarti a casa, il dubbio ti aspetta per venire stasera a cena con te, etc. . Ma ci sarà un’esperienza perché tu possa dire … Allora guarda, e’ qua il cuore di questa parola, perché dopo aver detto a Pietro: “Tu stai facendo il Satan, l’accusatore”, perché Pietro si era avvicinato, ti immagini, Pietro da’ una lezione a Gesù dice: “lo prende in disparte e si mise a rimproverarlo”, si mise a rimproverare Gesù … aveva dato di matto Pietro? E certo, perché si era scandalizzato di quello che Gesù aveva detto: “Bisogna soffrire”, ma Gesù aveva detto a loro: “Siccome bisogna soffrire, io ho deciso di soffrire, siccome a voi vi vogliono mettere in galera, pure io vado in galera, siccome vogliono uccidervi, io mi faccio uccidere”, più solidale di così! Gli sta dicendo: “Non abbiate paura, io vengo con voi nella vostra morte, nelle vostre difficoltà, così non vi sentite soli, non vi sentite schiacciati, abbandonati, insomma io dal cielo vengo a prendere questa terra di male, di morte, di odio, etc., per mostrarvi che questa e’ l’unica porta per portarvi a casa e non vi scandalizzate”. Pietro si scandalizza e dice: “Io non lo permetterò mai” e Gesù gli dice: “Non ti mettere in mezzo “diabolos”, in mezzo tra me e la mia decisione di fare la volontà di Dio, vienimi appresso!”, questo e’ il segreto! Andargli appresso, camminare appresso a Gesù senza domandarsi mai se la finalità e’ una finalità possibile, non possibile ma d’altronde, spiegamela tu la vita eterna, dimmi che cosa succederà dopo la tua morte, dimmi che ci credi se pensi che tu andrai in paradiso. Stai sempre a cincischiare no? “Ma non lo so, il purgatorio, forse un po’ di qua, mi pago le Messe”, etc. . Allora Gesù svela qua il segreto e dice davanti a tutti: “Se qualcuno …” e lo dice a te, “vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso” cioè la smetta di farsi ragioni fabbricate in casa, “ci rinunci e prenda le mie ragioni che vengono dal cielo, prenda la sua croce” ormai l’hai capito: “prenda la sua vita, prenda lo scandalo dei suoi giorni, prenda la sua solitudine”, insomma quello che abbiamo detto prima .. “prenda la sua vita, la sua croce e mi segua”, perché se tu pensi di voler salvare la tua vita con le logiche che hai, la perderai come l’hai vista perdere a tanti che conosci, come forse hai perso la fiducia perché il matrimonio non e’ andato, perché i figli se ne sono andati, etc. . “Ma chi perderà la propria vita, il proprio modo di pensare le cose e la prenderà per come e’, come un limite che va comunque superato e saprà che io posso aiutarlo a superare, allora costui la salverà, salverà la sua vita”. La puoi capire questa logica? Non ti e’ chiesto altro sai? Puoi capire che questa e’ la via per andare in Paradiso? Puoi capire che questo e’ il modo per salvarti dalla paura del limite della morte, delle strettezze della malattia, quello che vuoi tu? Sta qua il segreto. Per questo Isaia, cinque secoli prima, diceva, come abbiamo ascoltato: “Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba, non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi”, tu guardavi queste cose ascoltandole e vedevi il volto di Cristo nella Passione, senza ricordare che quel volto il Cristo nella Passione l’ha assunto perché quando ricevi gli schiaffi tu non abbia a temere, perché quando qualcuno ti sputa in faccia giudicandoti, non abbia paura, riprenda coraggio e ti rialzi in piedi e tu sappia che il Signore veramente ti ha aperto l’orecchio. Sia lodato Gesù Cristo.

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