Il Figlio dell’uomo radunerà i suoi eletti dai quattro venti.(Messa del mattino e della sera)
MESSA DEL GIORNO – LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 13,24-32)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».
Parola di Dio.
PRIMA LETTURADal libro del profeta Daniele (Dn 12,1-3)
In quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo.
Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro.
Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna.
I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre.
Parola di Dio.
Salmo 15 (16) .
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. R..
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare. R
Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. R.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra. R.
SECONDA LETTURA Dalla lettera agli Ebrei (Eb 10,11-14.18)
Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati.
Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
Ora, dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più offerta per il peccato.
Parola di Dio.
LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare
“Non opponiamo resistenza alla prima venuta per non dover poi temere la seconda”.
Dal «Commento sui salmi» di sant’Agostino, vescovo
«Allora si rallegreranno gli alberi della foresta davanti al Signore che viene, perché viene a giudicare la terra» (Sal 95,12-13). Venne una prima volta, e verrà ancora in futuro. Questa sua parola è risuonata prima nel vangelo: «D’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo» (Mt 26,64). Che significa: «D’ora innanzi»? Forse che il Signore deve venire già fin d’ora e non dopo, quando piangeranno tutti i popoli della terra? Effettivamente c’è una venuta che si verifica già ora, prima di quella, ed è attraverso i suoi annunziatori. Questa venuta ha riempito tutta la terra.
Non poniamoci contro la prima venuta per non dover poi temere la seconda.
Che cosa deve fare dunque il cristiano? Servirsi del mondo, non farsi schiavo del mondo. Che significa ciò? Vuol dire avere, ma come se non avesse. Così dice, infatti, l’Apostolo: «Del resto, o fratelli, il tempo ormai si è fatto breve: d’ora innanzi quelli che hanno moglie vivano come se non l’avessero; coloro che piangono, come se non piangessero; e quelli che godono, come se non godessero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano del mondo, come se non ne usassero, perché passa la scena di questo mondo. Io vorrei vedervi senza preoccupazioni» (1Cor 7,29-32).
Chi è senza preoccupazione, aspetta tranquillo l’arrivo del suo Signore. Infatti che sorta di amore per Cristo sarebbe il temere che egli venga? Fratelli, non ci vergogniamo? Lo amiamo e temiamo che egli venga! Ma lo amiamo davvero o amiamo di più i nostri peccati? Ci si impone perentoriamente la scelta. Se vogliamo davvero amare colui che deve venire per punire i peccati, dobbiamo odiare cordialmente tutto il mondo del peccato.
Lo vogliamo o no, egli verrà. Quindi non adesso; il che ovviamente non esclude che verrà. Verrà, e quando non lo aspetti. Se ti troverà pronto, non ti nuocerà il fatto di non averne conosciuto in anticipo il momento esatto.
«E si rallegreranno tutti gli alberi della foresta». È venuto una prima volta, e poi tornerà a giudicare la terra. Troverà pieni di gioia coloro che alla sua prima venuta «hanno creduto che tornerà».
«Giudicherà il mondo con giustizia e con verità tutte le genti» (Sal 95,13). Qual è questa giustizia e verità? Unirà a sé i suoi eletti perché lo affianchino nel tribunale del giudizio, ma separerà gli altri tra loro e li porrà alcuni alla destra, altri alla sinistra. Che cosa vi è di più giusto, di più vero, che non si aspettino misericordia dal giudice coloro che non vollero usare misericordia, prima che venisse il giudice? Coloro invece che hanno voluto usare misericordia, saranno giudicati con misericordia. Si dirà infatti a coloro che stanno alla destra: «Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo» (Mt 25,34). E ascrive loro a merito le opere di misericordia: «Perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere» (Mt 25,35-40) con quel che segue.
A quelli che stanno alla sinistra, poi, che cosa sarà rinfacciato? Che non vollero fare opere di misericordia. E dove andranno?: «Nel fuoco eterno» (Mt 25,41). Questa terribile sentenza susciterà in loro un pianto amaro. Ma che cosa dice il salmo? «Il giusto sarà sempre ricordato; non temerà annunzio di sventura» (Sal 111,6-7). Che cos’è questo «annunzio di sventura»? «Via da me nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli» (Mt 25,41). Chi godrà per la buona sentenza non temerà quella di condanna. Questa è la giustizia, questa è la verità.
O forse perché tu sei ingiusto, il giudice non sarà giusto? O forse perché tu sei bugiardo, la verità non dirà ciò che è vero? Ma se vuoi incontrare il giudice misericordioso, sii anche tu misericordioso prima che egli giunga. Perdona se qualcuno ti ha offeso, elargisci il superfluo. E da chi proviene quello che doni, se non da lui? Se tu dessi del tuo sarebbe un’elemosina, ma poiché dai del suo, non è che una restituzione! «Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto?» (1Cor 4,7).
Queste sono le offerte più gradite a Dio: la misericordia, l’umiltà, la confessione, la pace, la carità. Sono queste le cose che dobbiamo portare con noi e allora attenderemo con sicurezza la venuta del giudice il quale «Giudicherà il mondo con giustizia e con verità tutte le genti» (Sal 95,13).
Trascrizione dell’Omelia.
Quella gente a cui queste parole erano destinate, aveva abbastanza elementi per capirli, cioè sapeva fare una lettura di questo brano, che e’ molto simbolico, ha molte cose … noi non siamo abituati perché noi abbiamo gli effetti speciali, abbiamo Armageddon, i film americani perciò ci sfugge questa … allora proviamo oggi ad avvicinarci a questo spettacolo così tremendo che Marco racconta, nella predicazione di Gesù, per vedere se possiamo prendere qualche cosa di buono per noi, che ci aiuti un po’ a comprendere come pensa Dio, cosa desidera fare e come possiamo partecipare anche noi a questo invito. Innanzitutto comincia questo Vangelo facendo riferimento: “Dopo quella tribolazione”, perché nella parte precedente, il brano precedente a quello che abbiamo letto oggi, si parla proprio di una grande tribolazione, che cosa succederà dice Gesù in questo Vangelo di Marco? “Il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo, le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte” e adesso prendiamo l’interpretazione di questo popolo, come se lo rappresentava. Innanzitutto: “Il sole si oscurerà”, per quel popolo il sole e’ la Torah, e’ la Legge, e’ un fuoco ardente che ha il potere di attrarre tutte le anime all’attenzione, all’adorazione, alla devozione, al pensiero di Dio, perché la Torah e’ il pensiero di Dio, tradotto la Torah, penso che lo sapete, e’ Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio, quello che noi chiamiamo il Pentateuco. Lo chiamiamo Pentateuco, lo chiudiamo e lo rimettiamo in libreria nessuno lo conosce, storielle qua e là. Dunque, “il sole si oscurerà” vuol dire che la Torah non avrà più’ il potere di parlare, perché gli uomini possano comprendere come vivere secondo Dio. “La luna non darà più la sua luce” cioè la sapienza, tutta quella parte che segue la Torah nella Scrittura e che riguarda la possibilità di vedere anche di notte, come la sapienza ti da’ questa possibilità. Anche questa spero che tu la conosca, c’e’ nella Sapienza tutti quei Libri, quella logica, che ti fa comprendere come vivere in questa vita secondo il cuore di Dio, anche quella non darà più la sua luce, quindi non sarà più buona. “Le stelle cadranno dal cielo, le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte”, le stelle che stanno nel cielo, lo diceva un po’ anche la Prima Lettura di Daniele, sono i profeti, cioè quell’altra parte della Scrittura che traduce i significati della Torah perché gli uomini possano capirli, possano attuarli, possano fidarsi, i profeti questo fanno e soprattutto una cosa hanno fatto i profeti, avevano preannunciato che ci sarebbe stato un esilio, cinquecento anni prima della venuta di Cristo, un po’ di più, quasi seicento, e quell’esilio c’era stato, drammatico, avevano distrutto il Tempio di Gerusalemme, erano andati tutti quanti a Babilonia per mano di Nabucodonosor, tutti si erano trovati ormai senza identità. Guarda, non pensare che questo non ti riguardi, perché noi siamo senza identità quando questo tempio e’ distrutto davanti ai nostri occhi, quale? La chiesa? La chiesa di mattoni? No, quando questa devozione, questa fede, non c’e’ più, quando questa conoscenza della Scrittura non c’e’ più, là il tempio e’ distrutto, perché? Perché non sai a che santo votarti, quando sei nel bisogno cerchi l’oroscopo o non so, altre sapienze, ma non ti fidi più del pensiero di Dio. Scusate se sono così oggi ma non e’ che ho dormito male, ma la parola e’ dura, lo capisci che e’ dura, no? ma c’e’ una speranza bella, tra poco la vedremo. Dunque cinquecento anni erano passati da quei fatti, dopo che il popolo era ritornato nella terra di Israele a Gerusalemme, cinquecento anni sono serviti perché questo popolo imparasse ad entrare in un grande Giubileo, chi conosce il Libro del Levitico sa a cosa fa riferimento questa profezia, dunque perché ritornasse a celebrare un Giubileo di restituzione, perché finalmente il Vendicatore di Israele sarebbe ritornato a fare giustizia e a dare a tutti ciò di cui avevano bisogno. E finalmente arriva, alla fine di questi cinquecento anni arriva, arriva l’incarnazione del Verbo, una logica nuova. Guardate che dice: “Quando tutto questo sarà accaduto, allora vedranno il Figlio dell’Uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria”, questa prima venuta del Figlio dell’uomo dalle nubi, ci ricorda l’incarnazione del Verbo, l’Annunciazione alla Beata Vergine Maria, ti ricordi quelle parole? Quando la Madonna chiederà come sarà possibile, l’arcangelo Gabriele dirà: “Come una nube lo Spirito ti coprirà”, cioè come faceva al Tempio di Gerusalemme, dunque viene sulle nubi del cielo nel segreto e nel silenzio della grotta di Betlemme, perché finalmente questo mondo, come lo conoscevano, cambi. E dice: “Manderà gli angeli, radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dalle estremità della terra fino alle estremità del cielo”, dai quattro venti, come erano stati dispersi in mezzo alle nazioni tutte queste tribù di Israele, finalmente Costui dai quattro venti li radunerà e sai chi sono i quattro venti questa volta? Hai capito chi era il sole, la Torah, chi era la luna, la Sapienza, chi erano le stelle, i profeti, questi quattro venti sono la predicazione dei quattro Vangeli, cioè un modo per raggiungere tutti gli uomini che sono dispersi in tutte le nazioni e vivono schiacciati dalla paura che li opprime, che e’ la paura della morte, la stessa che hai tu pari pari, perché non la credi, perché ti sei fatto in mente l’idea che per te questa morte e’ uno sconcerto, tremi tutta la vita e piangi tutte le volte che succede qualche cosa che turba la tua speranza (… di fare le vacanze l’anno prossimo!). Bene, dai quattro venti cioè là dove il Vangelo e’ stato predicato, seminato, diremmo parafrasando il racconto del Salvatore, in tutti i terreni della storia, finalmente quel giorno verranno radunati alla comprensione dell’incarnazione del Verbo e tutti saranno felici perché si accorgeranno che questo Vangelo non viene da un mondo lontano, non viene da una realtà incomprensibile ma e’ modellato sull’uomo, guarda il Signore come parla ai suoi figli, parla come il pastore, parla come il seme di senapa, parla insomma con esempi e con linguaggi che ogni uomo può comprendere … capiamoci, Gesù ha parlato ad ignoranti mica ha parlato alla Sorbona, lo ha detto: “Ti ringrazio Padre, perché non ai sapienti, non agli intelligenti ma ai semplici, ai piccoli, hai rivelato tutte queste cose”. Beh, allora in questo momento in cui facciamo un po’ la sintesi di quest’anno e della nostra crescita nella fede e nella comprensione del mistero di Cristo, queste parole ci dicono come stanno le cose. E’ vero, anche noi abbiamo dimenticato la Torah, anche noi abbiamo mai visto la Sapienza, anche noi i profeti non li conosciamo e la nostra preghiera e’ fatta di imparaticci, di “frecce d’oro” dice qualcuno … mi fa ridere, mi fa ridere, non giochiamo con queste cose la preghiera e’ altro! Capisci? Allora, con l’incarnazione del Verbo tutte queste cose finalmente vengono riversate in un modo sempre più semplice, sempre più prossimo, lo diranno quelli che hanno visto camminare Gesù per le strade della Galilea, della Palestina e diranno: “Il regno dei cieli e’ vicino” cioè: “Il modo di pensare di Dio e’ prossimo, e’ vicino a te, adesso e’ semplice, adesso lo puoi capire”, sapete Isaia, ancora prima dell’esilio, quando parlava di queste cose diceva agli Ebrei: “Verrà un giorno in cui Dio non si fiderà solo degli uomini del popolo eletto, ma comincerà a chiamare gente da tutte le nazioni” e questa e’ una profezia che riguarda te, perché tu dalle nazioni vieni, non vieni dall’ebraismo, non vieni dal suo popolo, dunque e’ un vantaggio per te. Poi dice qualcosa di strano, dice: “Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie e’ vicina l’estate”, tu dirai: “Piante di fico io non ce ne ho in casa …” e perché e’ così importane vedere che viene l’estate dal ramo di fico? Perché il ramo di fico e il ramo di tutti gli alberi da frutto, quando diventa tenero e’ il momento dell’innesto, e’ il momento in cui vi si può innestare un ramo buono perché produca frutti migliori, dunque se tu capisci che questo e’ il momento buono per innestare una logica nuova nella tua vita, una parola che finalmente ti possa riscattare, approfittane, guarda volentieri al cielo, perché da là ti viene questa sapienza. Fidati, non devi fare grandi fatiche, prima per convincerti sulle cose ultime bisognava metterti paura, bisognava dire: “Adesso viene e tu sarai sicuramente condannato!”, no, questo e’ un invito ad aspettare con fiducia che questa parola nuova si innesti nel tronco vecchio della nostra tradizione e produca frutti buoni per una generazione, lo sapete, che e’ in confusione, che fa guerre, che segue gente che non vale niente, che si fida di personaggi che … lasciamo perdere! Gesù diceva nel Vangelo di Marco: “Non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga” ed in effetti nel ’70 d.C. cadde tutto, ma i Vangeli, i Quattro Venti cominciarono ad attraversare la terra, poi un giorno tornerà, torneranno e porteranno anche te e anche me, ci raduneranno, anche se il nostro corpo sarà già nella terra, già nelle tombe, la nostra speranza, che non può morire perché rivestita del Corpo glorioso di Cristo, questa speranza ci restituirà tutto quello che noi forse non abbiamo neanche mai visto e di cui abbiamo avuto la nostalgia per tutta la vita senza neanche averlo mai conosciuto e sarà bello e sarà una bella cosa. Ora, per prepararti a questo, approfitta questa settimana, vai a confessarti, festeggeremo la solennità di Cristo Re, avremo la possibilità di guardare al nostro Re dell’Universo come a Uno che finalmente ci restituisce il mantello dell’identita’ e l’anello della dignità, come il padre del “figliol prodigo”, per farci entrare tutti consapevoli e sani e salvi nel suo regno di luce e di gloria. Sia lodato Gesù Cristo.
Messa della sera
Trascrizione dell’Omelia.
E’ un piccolo brano, eppure contiene in sunto tutta la Rivelazione, però per entrarci useremo delle categorie che noi non abbiamo, che avevano però quelli che ascoltavano queste parole sicuramente al tempo di Gesù, perché e’ un contesto, un immaginario, che appartiene alla tradizione degli Ebrei, dell’Antico Testamento, che noi ignoriamo, vediamo però se possiamo accostarci validamente a questa profezia, a questa cosa che Gesù sta dicendo nel Vangelo di Marco. Innanzitutto qual era l’antefatto, perché dice: “Dopo quella tribolazione, etc.”, beh, bisogna pensare a quella storia come ad una storia cominciata con l’esilio a Babilonia, quando nel 587 a.C., cioè sei secoli prima della venuta di Gesù, Israele o la gente più’ importante di Gerusalemme, viene deportata a Babilonia e viene distrutto il Tempio, cioè viene accecata la coscienza di questo popolo. Il Tempio non era un luogo dove si andava a pregare come una cappelletta qualsiasi, il Tempio era il luogo in cui si poteva vedere, a occhio nudo, come era fatta la relazione con Dio, attraverso passaggi, sacrifici, cortili, riti, etc., etc., uno poteva vedere davanti agli occhi cosa voleva dire relazionarsi con il Dio Invisibile, con il Dio Altissimo. Dunque distrutto il Tempio, a questa gente manca tutto, manca la Terra, perché stanno a Babilonia, manca ogni riferimento. Ci sarebbero rimasti settant’anni, la tradizione dice: “a scontare i Sabati” cioè a scontare quella tradizione che non avevano voluto osservare, lasciandosi prendere da altre cose. Poi finalmente erano tornati, miracolosamente per mano di Ciro il Grande, ritornano finalmente nella Terra e possono ricostruire tutto. Ma passeranno ancora cinquecento anni per arrivare al Grande Giubileo, bisognerebbe ritornare alle logiche del Levitico per sapere che cos’e’ l’anno di grazia, il Grande Giubileo, una cosa e’ certa, questo Gesù lo ricorda all’inizio della sua predicazione nel Vangelo di Luca, al capitolo IV, citando Isaia 61, dopo aver letto il rotolo, dice: “Oggi questa parola si sta verificando, si sta realizzando, cioè questa parola di restituzione, gli storpi non possono camminare, gli sarà restituita questa possibilità, i ciechi non possono vedere, gli sarà restituita la vista, etc. ”, come a dire che alla fine di questa economia se manchiamo di qualche cosa ci sarà restituita, te l’eri immaginata così? No, hai pensato alla fine come ad Armageddon, non lo so, al giorno degli effetti speciali, invece questo c’e’ nel cuore della Rivelazione, un progetto di restituzione di quello che manca. Bene questo e’ il contesto. Ora Gesù, siccome sa che se ne sta per andare da questo mondo, sta annunciando ai suoi quali sono gli ultimi atti di questo progetto che lui ha inaugurato, dice qualcosa di terribile: “Il sole si oscurerà la luna non darà più’ la sua luce, le stelle cadranno dal cielo” e questa gente capisce: “Il sole si oscurerà”, cioè la Torah non parlerà più, la Torah, la Legge, per gli Ebrei la Torah e’ sacra, non la toccano neanche con le dita, questa parola di Dio non parlerà più. “La luna non darà più la sua luce”, la luna nella Bibbia e’ la parte sapienziale, quella sapienza che permette agli uomini di camminare quando saranno al buio, dunque fa luce di notte cioè quando non hanno altri riferimenti. E poi: “Le stelle cadranno dal cielo”, cioè i Profeti, un’altra sezione importante della Bibbia ebraica, anche della nostra. Anche i profeti chiamati ad orientare gli uomini come le stelle del cielo orientano i naviganti, queste stelle cadranno, cioè queste profezie non saranno più comprensibili, una solitudine oscura si impadronirà di questa gente. Ma in quel momento, quando tutte queste autorità saranno sconvolte, amici avete capito di che stiamo parlando, si? Non stiamo parlando del film americano della fine del mondo, stiamo parlando della situazione in cui viviamo noi, perché la Torah, cioè la Bibbia, e’ oscurata, tu non la conosci, i Libri Sapienziali non li conosci, per questo non sai orientarti quando stai in difficoltà, vai sempre chiedendo a destra e a sinistra ma non sai come fare, per quanto riguarda la profezia pensi che sia appannaggio di qualcun altro ma non il tuo, piuttosto ricorri agli indovini e a quelli dell’oroscopo insomma. Bene proprio quando tutto questo mondo si troverà in questo modo: “Il Figlio dell’Uomo arriverà sulle nubi del cielo” e ci ricorda quello che l’arcangelo Gabriele disse alla Vergine Maria quel giorno, quando lei mostrò di non capire quello che stava dicendo, il suo annuncio, lui dirà: “Lo Spirito Santo ti coprirà come una nube” cioè attesterà la sua presenza come un giorno lo fece nel Tempio quando la nube disse che finalmente Dio era venuto ad abitare in mezzo a loro. E poi dice una cosa interessante, ah, “Manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti”, questo ci riguarda perché i quattro venti sono quei Vangeli che da questi fatti, da questi eventi si sono allontanati per raggiungere tutte le estremità della terra, al momento della salvezza questi Quattro Venti riporteranno tutti i lontani, tutte le parole del Vangelo che hanno raggiunto tutti gli uomini, li riporteranno a casa, capisci cosa vuol dire? Guarda quanta speranza c’e’ in questa parola. E poi con tenerezza Gesù fa un esempio e pure questo noi non lo capiamo lo stesso, dice: “Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie sapete che l’estate e’ vicina”, questa e’ sapienza, sai cosa vuol dire? Sai a cosa serve vedere se il fico ha la corteccia che si muove? E’ il momento in cui si possono fare gli innesti, e’ importante questo per chi e’ coltivatore, tutti gli alberi da frutta quando i rami si possono finalmente muovere, vengono tagliati per fare l’innesto e portare un frutto migliore, questo vuol dire che l’estate e’ vicina, cioè che il momento dei frutti sta per arrivare. Dimmi adesso cristiano, tu maestro del discernimento, a che punto siamo? Facciamo un innesto in questa pianta che e’ pronta perché abbiamo compreso che i frutti devono venire più abbondanti, oppure diciamo a tutti che: “Ormai, ormai, prima era prima, si, adesso ormai, ormai!” che brutto avverbio del demonio e’ “ormai”, quante volte lo usi! “Così anche voi, quando capite che le cose stanno così, sappiate che Egli e’ alle porte, proprio prossimo, il Regno di Dio e’ vicino, prossimo a te”. Prossimo a te vuol dire che ce l’hai dentro, tanto per chiarire, ce l’hai dentro questo Regno, forse e’ arrivato il momento che tu te ne accorga, fatti aiutare pure dalla Scrittura, ma rientra in te stesso, vedi dove e’ innestata questa pianta buona. E poi l’ultima espressione misteriosa, dice: “Quando però tutto questo accadrà, non lo sa nessuno, non lo sanno gli angeli del cielo, non lo sa neanche il Figlio, lo sa il Padre”, beh, nel ’70 d.C., dopo gli eventi della passione, morte e resurrezione, di nuovo il Tempio sarà distrutto e Israele andrà nella diaspora, nella dispersione in mezzo alle genti. Poteva essere già una catastrofe, ma insieme a loro anche la parola del Vangelo ha raggiunto tutte le genti. Quanto a quel giorno, non lo sa nessuno, eppure quel giorno del Giudizio allontanato dalla preghiera di Gesù al Getsemani, quando ha osato chiedere al Padre, Lui solo poteva farlo: “Allontana questo calice del Giudizio”, non della sua morte, del Giudizio, “allontanalo dalla mia morte, Io mi do volentieri per la salvezza di tutti, tu non li giudicare subito, dagli un tempo, dagli ancora un tempo” e sapete che cos’e’ questo tempo amici? E’ la declinazione dell’amore di Dio in Cristo Gesù. L’amore non e’ un friccicore del cuore, l’amore e’ la certezza che noi abbiamo un tempo, un tempo per tornare a pensare a lui, ad amarlo, ad onorarlo e finalmente un giorno abitare per sempre presso di lui. Sia lodato Gesù Cristo.