Santissimo Corpo e Sangue di Cristo.

Anno Liturgico C
22 Giugno 2025

Tutti mangiarono a sazietà.

 

MESSA DEL GIORNO – LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

PRIMA LETTURADal libro della Gènesi (Gn 14,18-20)

In quei giorni, Melchìsedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole:
«Sia benedetto Abram dal Dio altissimo,
creatore del cielo e della terra,
e benedetto sia il Dio altissimo,
che ti ha messo in mano i tuoi nemici».
E [Abramo] diede a lui la decima di tutto.

Parola di Dio.

Dal Salmo 109 (110) .
Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore. R..

Oracolo del Signore al mio signore:
«Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi». R

Lo scettro del tuo potere
stende il Signore da Sion:
domina in mezzo ai tuoi nemici! R.

A te il principato
nel giorno della tua potenza
tra santi splendori;
dal seno dell’aurora,
come rugiada, io ti ho generato. R.

Il Signore ha giurato e non si pente:
«Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchìsedek». R.

SECONDA LETTURA Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (1Cor 11,23-26)

Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me».
Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me».
Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

“O prezioso e meraviglioso convito!”.
Dalle «Opere» di san Tommaso d’Aquino, dottore della Chiesa

L’Unigenito Figlio di Dio, volendoci partecipi della sua divinità, assunse la nostra natura e si fece uomo per far di noi da uomini dèi.
Tutto quello che assunse, lo valorizzò per la nostra salvezza. Offrì infatti a Dio Padre il suo corpo come vittima sull’altare della croce per la nostra riconciliazione. Sparse il suo sangue facendolo valere come prezzo e come lavacro, perché, redenti dalla umiliante schiavitù, fossimo purificati da tutti i peccati.
Perché rimanesse in noi, infine, un costante ricordo di così grande beneficio, lasciò ai suoi fedeli il suo corpo in cibo e il suo sangue come bevanda, sotto le specie del pane e del vino.
O inapprezzabile e meraviglioso convito, che dà ai commensali salvezza e gioia senza fine! Che cosa mai vi può essere di più prezioso? Non ci vengono imbandite le carni dei vitelli e dei capri, come nella legge antica, ma ci viene dato in cibo Cristo, vero Dio. Che cosa di più sublime di questo sacramento?
Nessun sacramento in realtà è più salutare di questo: per sua virtù vengono cancellati i peccati, crescono le buone disposizioni, e la mente viene arricchita di tutti i carismi spirituali. Nella Chiesa l’Eucaristia viene offerta per i vivi e per i morti, perché giovi a tutti, essendo stata istituita per la salvezza di tutti.
Nessuno infine può esprimere la soavità di questo sacramento. Per mezzo di esso si gusta la dolcezza spirituale nella sua stessa fonte e si fa memoria di quella altissima carità, che Cristo ha dimostrato nella sua passione.
Egli istituì l’Eucaristia nell’ultima cena, quando, celebrata la Pasqua con i suoi discepoli, stava per passare dal mondo al Padre.
L’Eucaristia è il memoriale della passione, il compimento delle figure dell’Antica Alleanza, la più grande di tutte le meraviglie operate dal Cristo, il mirabile documento del suo amore immenso per gli uomini.

Trascrizione dell’Omelia.

Il primo atto di fede che ci e’ chiesto in questa giornata del Corpus Domini, e’ quello di non ritenere questo racconto la descrizione di un miracolo, perché non e’ un miracolo quello di cui si sta parlando. Dici: “Ma come? Vengono moltiplicati i pani e i pesci”, qua viene moltiplicato molto di più, una promessa che Dio ha fatto al suo popolo ora si sta realizzando e penso che se ci avviciniamo anche noi con questa curiosità penso che capiremo anche di che si sta parlando. Luca, interessante, dentro il racconto di una cosa accaduta, mette insieme molti motivi che vanno semplicemente scovati, guardati con attenzione. Innanzitutto la presenza di Cristo cosa produce? Dice questo brano che guarisce quanti hanno bisogno di cure, dunque si mostra come il Messia, come la risposta di Dio ad un’attesa che ormai era lunga di millenni. “Il giorno cominciava a declinare”, ti ricorda qualcosa questa espressione? “Signore resta con noi, il giorno già volge al declino”, era quel giorno in cui i discepoli di Emmaus se ne stavano tornando tristi a casa perché avevano visto quello che era accaduto al Signore Gesù Cristo e si erano sentiti sperduti. Dunque quando questo giorno comincia a declinare, sembra Luca raccontare di nuovo quella che era la situazione di quella comunità che aveva aderito a Cristo e che non poteva più in qualche modo vederlo. Allora si avvicinano e gli danno un consiglio a Gesù: “Congeda la folla, perché il giorno sta finendo e questi non hanno da mangiare”, qua Gesù prende spunto da questa situazione per ricordare loro qual era la promessa che Dio aveva fatto. E qual era? Beh, tu lo sai che questo popolo che aveva lasciato l’Egitto grazie alla potente mano di Dio, aveva attraversato il Mar Rosso e poi si era incamminato nel deserto trovandosi senza mangiare e lamentandosi con Dio, aveva ricevuto il dono della manna. La manna ha la prerogativa di scendere dal cielo e di nutrire ogni giorno secondo la misura consentita, solo un giorno si raddoppierà, per il Sabato perché non lavorino e possano nutrirsi gratuitamente, perché imparino che il nutrimento e’ gratuito e viene da Dio, dunque e’ un insegnamento, questa manna li seguirà fino a che non entreranno a Gerico e cominceranno a mangiare i prodotti della Terra Promessa. Questa manna somiglia a qualcosa di cui ci parla Isaia: “Come la pioggia e la neve che scendono dal cielo”, come la manna: “e non ritornano in cielo finché non hanno fatto quello che dovevano fare, cioè far germogliare la terra”, questa Legge che veniva da Dio, questa parola che viene da Dio entra nella coscienza, nel cuore degli uomini, gli insegna qual e’ il pensiero di Dio e li accompagna perché loro questo insegnamento lo possano non solo comprendere con la mente, come diciamo e facciamo noi, ma lo possano anche agire, anche mettere in pratica, una parola che diventa vita nelle loro mani, che diventa speranza, che diventa condivisione, che diventa carità e questo era l’inizio di questo progetto. Poi Dio, nel momento che questo popolo sta in difficoltà, sta entrando nell’esilio, manderà un profezia attraverso Ezechiele e anche attraverso Geremia e dirà: “Bene, vi siete nutriti di questa legge, di questa manna che viene dal cielo, di questa parola che vi fa comprendere che cosa io voglia per l’umanità e come possa accompagnare gli uomini a praticarla? Bene verrà un girono, verrà un girono che non dovrete più leggerla, non dovrete più impararla a memoria, non dovrete più studiarvi di metterla in pratica in modo pedissequo fin nei minimi particolari, verrà un giorno in cui questa Legge parlerà da dentro di voi” e se lo vuoi capire amico mio, la profezia e’ proprio questo, la possibilità che il pensiero di Dio, attraversando al tua vita, nutrendo la tua speranza, sostenendo la tua fede, diventi una carità per tutti, cioè un insegnamento di vita per il mondo intero. Chi e’ chiamato a fare questo? Quel popolo e te che questa profezia la stai vedendo con i tuoi occhi. Tant’e’ che in quel momento in cui tutti quanti hanno fame e si sta facendo tardi così come dicono gli apostoli come per dire: “Ma questa profezia si avvererà o non si avvererà? Quanto dobbiamo aspettare?”, allora Gesù dice: “Ma voi che avete da mangiare?” e quelli ingenuamente dicono: “Cinque pani e due pesci”, ma guarda un po’, cinque pani come i cinque Libri della Torah, non era quella la Legge di Dio? Non nutriva forse quel popolo? Cinque pani sono pochi o sono tanti? Quella Torah e’ poco o e’ tanto? Glielo farà scoprire il Signore. E poi due pesci, la Bibbia ebraica sapete, e’ formata così da cinque rotoli della Torah e due grandi raccolte, quella dei Profeti e degli Scritti, questi due pesci non sono due pesciolini, sono simbolo di una profezia che scaturisce dalla Legge, che nasce dentro la Legge, che e’ intrisa dello Spirito di Dio, perché possa diventare sapienza mangiabile per tutti. Così che tu oggi vieni a Messa, non hai letto manco una parola della Torah, non conosci manco un precetto forse, ah già i dieci comandamenti quelli li conosci …no, non conosci neanche un precetto però quando vieni qua questa parola ti parla dentro. Tu dici: “Come mi parla dentro?” certo, perché che cos’e’ che ti spinge alla carità e alla misericordia? Il bon ton? La legge dello stato? L’educazione? Ciò che ti spinge, che ti accompagna al perdono e alla misericordia, e’ un pane di cui ti sei nutrito. E questo pane dove lo prendi? Qui nella parola, come la manna e sull’altare nel Corpo di Cristo. Noi per questo diciamo che siamo ministri della verità, non perché abbiamo ragione su tutto ma perché noi la verità la diamo volentieri, perché tutti ne mangino, perché tutti comprendano, perché tutti vivano di questo amore che Dio realizza. Allora visto che questi avevano questi cinque pani, abbiamo detto che cosa sono e questi due pesi, Gesù dice: “Bene, dategli da mangiare voi.. voi dategli da mangiare, cioè portate a compimento la promessa che Dio ha fatto con Ezechiele e Geremia, fate vedere a loro, a questa gente affamata che e’ arrivato il momento in cui finalmente la parola parla da dentro di voi, come una fontana, come una fonte che zampilla di vita eterna, fate in modo che questa parola che avete imparato e praticato, diventi un pane per tutti” e nessuno possa tornarsene a casa triste come quei discepoli di Emmaus di cui dicevamo prima. Allora cominciano a distribuirla, con grande meraviglia si accorgono che tutti si nutrono, voi dite: “Ma c’e’ stato un miracolo”, si c’e’ stato pure un miracolo non lo so, quello che e’ importante e’ che la profezia si sta avverando, la gente si può nutrire e guarda un po’, quanto pane avanza? Dodici ceste, sai cosa vuol dire? Vuol dire che la promessa si sta rieditando, dodici erano le tribù di Israele dalle quali era nato tutto questo, dodici sono gli apostoli che evangelizzeranno la storia. Dunque questo pane, tramite loro, diventerà commestibile per tutti. Io lo so che stai pensando: “Ma perché tutta questa storia quando noi volevamo adorare il Santissimo Sacramento?”, adoralo il Santissimo Sacramento! sai dove? Nella misericordia, nel perdono, senza mormorare, senza andare contro nessuno. Il Sacramento amico mio, tanto sta nell’ostensorio quando tu lo adori, tanto sta nel cuore del tuo prossimo che ha bisogno, necessità, di essere incontrato, compreso, perdonato, portato per mano, deve avere la speranza che tu puoi passargli, dicendogli: “Guarda, quella Legge ormai e’ dentro di noi, pure tu puoi capire le cose di Dio anche tu puoi metterle in pratica” e non fare più il menagramo che dici agli altri: “Eh, ma e’ difficile, sai non si capisce, noi ci accontentiamo di queste poche preghiere”, non ti accontentare più, tu sei una fonte che zampilla per la vita eterna, fai fluire da te o con le parole o con gli atteggiamenti, tutto quello che Dio ha messo nelle tue mani. E sai che cosa ha messo nelle tue mani Dio? Ha messo il suo Figlio, ha messo il suo Figlio! Fai bene a fare tutte le devozioni: “lo prendo in ginocchio, non toccarlo con le mani”, tutte sciocchezze! Ha messo nelle mani il suo Figlio, quando lo mise nelle mani di quella gente, in quel tempo lo uccisero, tu non lo uccidere, fallo vivere in te, fa che gli altri se ne accorgano, sii tu un luogo dove questa gloria si manifesta, allora sarai tu l’ostensorio luminoso e bellissimo che porta l’oro della gloria di Dio nella tua debole, fragile natura umana, perché proprio così Dio si e’ fatto conoscere, nella fragilità della natura umana del Figlio, perché risplendesse la sua natura divina e tutti potessero toccarla, conoscerla e praticarla. Sono contento poi oggi di dire queste cose, di dirle insieme a voi perché guarda un po’, dopo ventiquattro anni dopo la morte di Bruno Cornacchiola noi oggi lo celebriamo, questo ricordo, questa memoria, dentro questa cornice così luminosa. Per molti e’ stato un maestro, voi lo chiamate il padre fondatore, lo e’ stato, per molti e’ stato un esempio, di che cosa? Del paradosso, dell’odio, del risentimento, della vendetta nei confronti della chiesa, diventato nelle mani dello Spirito Santo occasione di conversione, di perdono, di incontro, di redenzione, per gente anche semplice, gente qualsiasi come siamo tutti noi, vantatevi di questo, vantatevi del fatto che nella fragilità della natura umana e anche nelle strettezze del cuore umano, possa sgorgare e sorgere una vera devozione, di questo siate pure fanatici, però non create mai divisioni, non mormorate mai tra di voi, la chiesa non ha bisogno di questo. Sia lodato Gesù Cristo.

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