Omelie dei tempi forti
- Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa (Domenica di Pentecoste)
- Egli doveva risuscitare dai morti (Risurrezione del Signore)
- Perchè cercate tra i morti colui che è vivo? (Veglia pasquale nella Notte Santa)
- La passione del Signore (Domenica delle Palme)
- Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. (Epifania del Signore)
- Un giorno santo è spuntato per noi (Natale del Signore)
- Rallegrati, piena di grazia (Immacolata Concezione)
L’azione dello Spirito e la parola di Dio nella liturgia
“Lo Spirito Santo prepara ad accogliere Cristo”
Nell’economia sacramentale lo Spirito Santo dà compimento alle figure dell’Antica Alleanza. Poiché la Chiesa di Cristo era « mirabilmente preparata nella storia del popolo d’Israele e nell’Antica Alleanza », la liturgia della Chiesa conserva come parte integrante e insostituibile, facendoli propri, alcuni elementi del culto dell’Antica Alleanza:
— in modo particolare la lettura dell’Antico Testamento;
— la preghiera dei salmi;
— e, soprattutto, il memoriale degli eventi salvifici e delle realtà prefigurative che hanno trovato il loro compimento nel mistero di Cristo (la Promessa e l’Alleanza, l’Esodo e la Pasqua, il Regno e il Tempio, l’Esilio e il Ritorno).
Proprio su questa armonia dei due Testamenti si articola la catechesi pasquale del Signore e in seguito quella degli Apostoli e dei Padri della Chiesa. Tale catechesi svela ciò che rimaneva nascosto sotto la lettera dell’Antico Testamento: il mistero di Cristo. Essa è chiamata « tipologica » in quanto rivela la novità di Cristo a partire dalle « figure» (τὸποι) che lo annunziavano nei fatti, nelle parole e nei simboli della prima Alleanza. Attraverso questa rilettura nello Spirito di verità a partire da Cristo, le figure vengono svelate. Così, il diluvio e l’arca di Noè prefiguravano la salvezza per mezzo del Battesimo, come pure la nube e la traversata del Mar Rosso; l’acqua dalla roccia era figura dei doni spirituali di Cristo; la manna nel deserto prefigurava l’Eucaristia, « il vero pane dal cielo » (Gv 6,32).
Per questo la Chiesa, specialmente nei tempi di Avvento, di Quaresima e soprattutto nella notte di Pasqua, rilegge e rivive tutti questi grandi eventi della storia della salvezza nell’« oggi » della sua liturgia. Ma questo esige pure che la catechesi aiuti i fedeli ad aprirsi a tale intelligenza « spirituale » dell’Economia della salvezza, come la liturgia della Chiesa la manifesta e ce la fa vivere.
[…]
“La Parola di Dio.”
Lo Spirito Santo ricorda in primo luogo all’assemblea liturgica il senso dell’evento della salvezza vivificando la Parola di Dio che viene annunziata per essere accolta e vissuta: « Massima è l’importanza della Sacra Scrittura nel celebrare la liturgia. Da essa infatti vengono tratte le letture da spiegare nell’omelia e i salmi da cantare; del suo afflato e del suo spirito sono permeate le preci, le orazioni e gli inni liturgici, e da essa prendono significato le azioni e i segni ». È lo Spirito Santo che dona ai lettori e agli uditori, secondo le disposizioni dei loro cuori, l’intelligenza spirituale della Parola di Dio. Attraverso le parole, le azioni e i simboli che costituiscono la trama di una celebrazione, egli mette i fedeli e i ministri in relazione viva con Cristo, Parola e Immagine del Padre, affinché possano trasfondere nella loro vita il significato di ciò che ascoltano, contemplano e compiono nella celebrazione.
« In virtù della parola salvatrice la fede […] si alimenta nel cuore dei credenti, e con la fede ha inizio e cresce la comunità dei credenti ».
L’annunzio della Parola di Dio non si limita ad un insegnamento: essa sollecita la risposta della fede, come adesione e impegno, in vista dell’Alleanza tra Dio e il suo popolo. È ancora lo Spirito Santo che elargisce la grazia della fede, la fortifica e la fa crescere nella comunità. L’assemblea liturgica è prima di tutto comunione nella fede.
[tratto dal Catechismo della Chiesa Cattolica, parte seconda “La celebrazione del mistero cristiano”, 1093-1095, 1100-1102]