Il canto della preghiera di Gesù
3 Gennaio – Santissimo nome di Gesù.
(da “I racconti di un pellegrino russo”)
…infine verso sera mi raggiunse un vecchietto, dall’aspetto si sarebbe detto un monaco o un prete.
Alla mia domanda disse di essere uno schimoaco di una pustyn’ a circa dieci verste dalla strada maestra, e mi invitò ad andare con lui nel monastero. – Da noi, – mi diceva – accolgono bene i pellegrini, danno loro da riposare e da mangiare insieme agli ospiti nella foresteria.
Ma io non avevo granché voglia di andarci, e al suo invito risposi cosi: – II mio riposo non dipende da un alloggio, ma da un insegnamento spirituale; non vado in cerca di cibo, ho molto pan biscotto nella borsa. – E che insegnamento vai cercando, quale dubbio ti tormenta? Vieni, vieni da noi, amato fratello; da noi ci sono anziani esperti, capaci di dare nutrimento spirituale e indirizzare sulla via della verità, nella luce della parola di Dio e secondo il discernimento dei santi padri.
Ecco, vedete, padre, è passato circa un anno da quando, durante la liturgia eucaristica, ascoltai dalla lettura dell’Apostolo questo comandamento: “Pregate incessantemente”. Non riuscendo a comprendere queste parole, mi misi a leggere la Bibbia. Vi trovai in molti passi il comandamento di pregare incessantemente, sempre, in ogni tempo, in ogni luogo, non solo in tutte le occupazioni, non solo durante la veglia, ma persino nel sonno: “lo dormo, ma veglia il mio cuore”. Questo mi meravigliò molto, e non riesco a capire come sia possibile metterlo in pratica, né in quale modo si possa ottenere; mi si è risvegliato dentro un forte desiderio e curiosità, e notte e giorno non m’è più uscito di mente. Ed è per questo che ho cominciato ad andare di chiesa in chiesa, per ascoltare prediche sulla preghiera; ma per quante ne abbia ascoltate, nessuna mi ha insegnato come pregare incessantemente. Si parlava sempre e solo della preparazione alla preghiera con le opere della fede, e l’ascesi, e le virtù, cose che un peccatore non avrebbe mai la forza sufficiente per compiere come si deve. Tutto questo non fece che spaventarmi e trascinarmi nella tristezza, senza spiegare come pregare incessantemente, né che cosa significasse una simile preghiera.
Mi sono spesso messo a leggere la Bibbia, verificando su di essa quanto ascoltavo, ma neanche in questo modo ho trovato la conoscenza che desideravo: mi sono reso conto che non si predicava secondo il contenuto della Bibbia, anzi mi sembrava che si dicesse l’esatto contrario. E così fino ad ora sono rimasto nel dubbio e nell’inquietudine. L’anziano monaco si fece il segno della croce e cominciò a parlare: Ringrazia Dio, fratello amatissimo, per averti rivelato nell’intimo quest’invincibile attrazione per la conoscenza dell’incessante preghiera interiore. Riconosci in questo una chiamata di Dio e datti pace, persuadendoti che fino a questo momento si è compiuto per te un tempo di prova, per accordare la tua volontà alla voce di Dio, e ti è stato dato di comprendere che non per la sapienza di questo mondo, né per I’amore di conoscenza esteriore, si raggiunge la luce celeste dell’incessante preghiera interiore, ma al contrario, essa si acquisisce con la povertà di spirito e la pratica operosa nella semplicità e nel segreto. Non c’è perciò da meravigliarsi se tu non hai potuto udire niente sulla sostanza della preghiera, e apprendere la scienza di come si acquisisce tale incessante attività. E a dire il vero, benché non siano in pochi a predicare sulla preghiera, e vi siano su di essa molti insegnamenti di diversi scrittori, tuttavia, in quanto tutti i loro giudizi si fondano per la maggior parte sul raziocinio, sulle rappresentazioni della ragione naturale, e non sull’esperienza della pratica, per tal motivo essi prendono in considerazione più gli attributi della preghiera che la sostanza dell’oggetto stesso, e non comprendono I’intima logica dello spirito. Uno si mette a disquisire splendidamente sulla necessità della preghiera; un altro sulla sua forza e i suoi frutti di grazia; un terzo sui mezzi per la preghiera perfetta, vale a dire che all’orante sono necessari zelo, attenzione, calore del cuore, purezza di pensiero, rappacificazione coi nemici, umiltà, contrizione e così via. Ma che cos’è in verità la preghiera e come s’impara a pregare? A queste, che pure sono le domande prime e più necessarie, è rarissimo che i predicatori contemporanei diano risposte circostanziate, poiché esse sono più difficili a comprendersi di tutti i loro ragionamenti e richiedono una vera e propria conoscenza pratica del mistero, e non semplicemente una scienza di scuola. Cio che però è ancor più triste è che la vana sapienza naturale si è messa a misurare Dio con il metro umano. Molti sull’opera della preghiera giudicano tutto al contrario, pensando che siano gli strumenti di preparazione e lo sforzo ascetico a produrla, e non che sia la preghiera a generare l’ascesi e tutte le virtù, come hai sentito anche tu nelle prediche. Per questo impediscono di dedicarsi alla preghiera, prescrivendo prima di prepararsi con l’esercizio delle virtù e la vittoria sulle passioni, per potersi poi degnamente accostare ad essa. In tal modo i frutti e le conseguenze della preghiera sono considerati a torto mezzi e strumenti per conseguirla, annullandone con ciò stesso la forza. E ciò è assolutamente contrario alla santa Scrittura. L’apostolo Paolo dà, infatti, raccomandazioni sulla preghiera in questi termini: “Ti raccomando, prima di tutto, che si facciano preghiere”. Qui il primo precetto nelle parole dell’Apostolo consiste precisamente nel porre l’opera della preghiera sopra ogni cosa: “Ti raccomando, prima di tutto, che si facciano preghiere”. Sono molte le opere buone, che si richiedono al cristiano, ma l’opera della preghiera deve venire prima di tutte, poiché senza di essa non si può compiere nessun’altra opera buona. Non è possibile senza la preghiera trovare la via verso il Signore, vedere la verità, crocifiggere le passioni e i vizi della carne, né essere illuminati nel cuore dalla luce di Cristo e unirsi a lui, salvati da lui. Tutto questo non può avvenire senza il primato di una preghiera frequente. Dico “frequente”, poiché l’acquisizione della preghiera perfetta come si dovrebbe è al di là della nostra possibilità, come afferma anche il santo apostolo Paolo: “Nemmeno sappiamo come sia conveniente pregare”. Di conseguenza per acquisire la purezza della preghiera, che è la madre di ogni bene spirituale, è possibile soltanto pregare spesso, anzi sempre. Possiedi la madre e ti genererà i figli, dice sant’Isacco il Siro: impara ad acquisire la prima preghiera e facilmente adempirai tutte le virtù. Ma quelli che non conoscono la pratica e l’insegnamento segreto dei santi padri, non ne hanno che un’idea confusa e ne parlano appena.
Conversando in tal modo, senza rendercene conto eravamo giunti fin quasi alla pustyn’. Per non separarmi dal saggio monaco, e anzi ricevere da lui la risposta che più mi stava a cuore, mi affrettai a dirgli: – Vi prego, venerabile padre, spiegatemi che cosa significa I’incessante preghiera interiore, e come è possibile apprenderla; vedo che lo sapete bene e per esperienza!
L’anziano monaco accolse la mia preghiera con affetto e mi invitò da lui: – Vieni ora da me, ti darò un libro dei santi padri, dal quale potrai comprendere la preghiera in modo chiaro e distinto, e impararla con l’aiuto di Dio.
Dopo che fummo entrati nella sua cella, il monaco mi parlò così: – L’incessante preghiera interiore di Gesù è l’invocazione senza interruzione né intermissione del divino nome di Gesù Cristo con le labbra, la mente e il cuore, pensando che egli è sempre presente, e implorando la sua misericordia, in tutte le occupazioni, in ogni luogo, in ogni tempo, persino nel sonno, con queste parole: “Signore Gesù Cristo, abbi pietà, di me! “. E chi si sarà abituato a quest’invocazione spperimenterà una grande consolazione e la capacità di fare questa preghiera sempre, tanto che non potrà più vivere senza preghiera, ed essa stessa risuonerà da sola in lui.
Ora ti è chiaro che cosa sia la preghiera incessante?
– Certo che mi è chiaro, padre mio! Per amor di Dio, insegnatemi a raggiungerla! – esclamai pieno di gioia.
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