La vostra liberazione è vicina.(Messa mattino e sera)
LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,25-28.34-36)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
PRIMA LETTURADal libro del profeta Geremia (Ger 33,14-16)
Ecco, verranno giorni – oràcolo del Signore – nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d’Israele e alla casa di Giuda.
In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra.
In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia.
Salmo 24.
A te, Signore, innalzo l’anima mia, in te confido. R..
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza..R
Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via. R.
Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà
per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.
Il Signore si confida con chi lo teme:
gli fa conoscere la sua alleanza.R.
SECONDA LETTURA Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési (1Ts 3,12-4,2).
Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi.
Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio – e così già vi comportate –, possiate progredire ancora di più. Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù.
LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare
“Le due venute di Cristo”.
Dalle «Catechesi» di san Cirillo di Gerusalemme, vescovo
Noi annunziamo che Cristo verrà. Infatti non è unica la sua venuta, ma ve n’è una seconda, la quale sarà molto più gloriosa della precedente. La prima, infatti, ebbe il sigillo della sofferenza, l’altra porterà una corona di divina regalità. Si può affermare che quasi sempre nel nostro Signore Gesù Cristo ogni evento è duplice. Duplice è la generazione, una da Dio Padre, prima del tempo, e l’altra, la nascita umana, da una vergine nella pienezza dei tempi.
Due sono anche le sue discese nella storia. Una prima volta è venuto in modo oscuro e silenzioso, come la pioggia sul vello. Una seconda volta verrà nel futuro in splendore e chiarezza davanti agli occhi di tutti.
Nella sua prima venuta fu avvolto in fasce e posto in una stalla, nella seconda si vestirà di luce come di un manto. Nella prima accettò la croce senza rifiutare il disonore, nell’altra avanzerà scortato dalle schiere degli angeli e sarà pieno di gloria.
Perciò non limitiamoci a meditare solo la prima venuta, ma viviamo in attesa della seconda. E poiché nella prima abbiamo acclamato: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore» (Mt 21, 9), la stessa lode proclameremo nella seconda. Così andando incontro al Signore insieme agli angeli e adorandolo canteremo: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore» (Mt 21, 9).
Il Salvatore verrà non per essere di nuovo giudicato, ma per farsi giudice di coloro che lo condannarono. Egli, che tacque quando subiva la condanna, ricorderà il loro operato a quei malvagi, che gli fecero subire il tormento della croce, e dirà a ciascuno di essi: «Tu hai agito così, io non ho aperto bocca» (cfr. Sal 38, 10).
Trascrizione dell’Omelia.
Quando Israele tornò da Babilonia, dopo averci passato settanta anni, deportato a causa dei suoi peccati, ha ricostruito un Tempio, quello che Nabucodonosor aveva distrutto e questo Tempio seguirà la storia di questo popolo fino al ’70 dopo Cristo, quindi dopo che queste cose di cui sta parlando Luca sono state predicate. Dunque chi guardava quello che stava accadendo in quel tempo a Gerusalemme, chi ascoltava queste parole, si ricordava quello che aveva visto e provava grande paura. Perché? Perché tutto quello che era l’identità di Israele, tutto quello che era la sua speranza era venuta meno. A noi queste categorie sono un po’ lontane, non riusciamo a capirle, perché quando noi pensiamo ai tempi che finiscono, all’Apocalisse come la chiamiamo noi, ritenendola una grande tribolazione, qualcosa di terribile che ci fa paura, ci impedisce, questo modo di vedere le cose, qual è il volto di Colui che ci viene incontro, pensiamo che Colui che ci viene incontro verrà come un giudice a farci del male. Ma il Figlio di Dio, quando mai ha parlato contro la nostra vita o ci ha spaventati circa le cose che voleva regalarci? Egli è venuto in punta di piedi e anche quando entrerà in Gerusalemme per proclamare la sua missione alla fine della sua predicazione, entrerà montando un puledro d’asina, dunque anche in una maniera umile. Ma anche questa parola che Dio ha pronunciato nella pienezza del tempo è una parola umile, una parola piccola, noi adoreremo alla fine di questo tempo di Avvento, il Figlio di Dio nella sua versione più innocente, come un bambino, come un neonato. Ascoltiamo le sue parole, forse queste stamattina ci hanno spaventato, perché dice: “Quando cominceranno ad accadere queste cose alzatevi, levate il capo”, parla di segni del sole, della luna, delle stelle e sulla terra, ma io direi che questa parola oggi potrebbe dire alla tua vita: “Hai guardato quali segni la parola di Dio in questo anno ha prodotto al centro ella tua esistenza? Ti sei accorto se Dio veramente è entrato nella tua vita e se l’ha trasformata? Che cos’è che nel tuo cuore si sta cominciando a risvegliare nell’attesa di ricominciare un anno di ascolto, di accoglienza e di conversione? Quali sono le tue disposizioni oggi? Perché il Signore verrà ..”, io faccio fatica a dirle queste cose, sapete perché? Perché sto davanti ad un popolo, perché sempre stiamo in queste condizioni, ad un popolo che non pensa che il Signore tornerà. Noi viviamo in un momento in cui ormai il cristianesimo sembra appannaggio di un po’ di gente così, che ancora è attaccata a vecchi miti. Guardate i vostri amici, parlate con le persone che conoscete, parlategli della speranza della venuta del Salvatore, non vi comprenderanno, vi derideranno e voi farete del tutto per assimilarvi alle loro poche speranze, al loro modo di essere. Per questo la predicazione è difficile, è ancora più difficile di quando annunciamo la penitenza, la conversione, per esempio nel tempo di Quaresima. Preparare questo mondo ad attendere una logica così semplificata, che ha tuttavia ha il potere di cambiare la storia, questo mondo non lo vuole sentire, noi ci siamo disabituati a sentirlo. Leggevo l’altro giorno uno studio così, che purtroppo anche questi cattolici fanno a tavolino, fanno a tavolino senza conoscere bene quali sono le condizioni del popolo al quale noi stiamo cercando di portare una parola profetica, per cui, secondo questa idea, anche il black Friday in qualche modo è un modo per cambiare le feste .. noi non abbiamo cambiato le nostre feste, noi la nostra speranza non l’abbiamo svenduta, quando celebriamo l’Eucarestia qualcosa si accende nella nostra speranza e sappiamo di essere raggiunti dalla presenza del Figlio di Dio e dal suo Spirito inabitati e da Dio chiamati ad entrare nella speranza. E’ vero, viviamo in un mondo pieno di contraddizioni, le portiamo dentro le contraddizioni, vorremmo credere, vorremmo fidarci e non lo facciamo, anche la nostra fede l’abbiamo resa qualcosa di così, di mediocre, che ci mette anche un po’ in difficoltà col modo di pensare della gente. Eppure noi siamo stati già infettati dall’amore di Dio, siamo stati già conquistati dalla presenza del suo Figlio, noi di lui ci siamo nutriti, con lui siamo morti nell’acqua del Battesimo e con lui rinasciamo. Questa speranza un giorno si trasformerà in una realtà strabiliante, visibile, incontrabile, quella stessa certezza che questa generazione sta cercando spasmodicamente. Pensate, anche davanti ad un evento così travolgente, come quello del virus, stiamo là a decidere se sarà vero, non sarà vero, chi l’ha fatto, chi non l’ha fatto, nel frattempo, l’avete visto in questi giorni, un’altra variante, un’altra variante .. Pensa un po’ se ci fossero invece delle varianti nel senso nella forza della parola di Dio che hai ascoltato tutti gli anni e se la variante di questa parola di Dio potesse oggi finalmente coniugarsi con quello che tu porti interiormente e trasformarlo davvero. Lo so che è difficile parlare di infezione della santità, ma noi veramente siamo stati raggiunti dalla santità di Dio. Allora ridisponiamoci, nel silenzio di questo tempo di Avvento, ridisponiamoci, per adesso non alziamo il capo, per adesso guardiamo dentro la nostra interiorità come questa parola parla, come questo tempo ci prepara e come possiamo avere dallo Spirito il discernimento per capire ciò che è buono e come seguirlo. Gradualmente ci avvicineremo di giorno in giorno, in queste quattro settimane e poi ci avvicineremo insieme alla promessa che diventa carne, al Figlio di Dio che finalmente ci raggiunge e ci accorgeremo che il Figlio di Dio, quando ci raggiunge, non solo non ci giudica, semmai ci permette di vedere la vita in una prospettiva che non abbiamo mai immaginato, Egli aumenta la nostra speranza, non diminuisce le nostre forze, le nostre risorse. Prepariamoci ad accoglierlo nella carità ed Egli sboccerà al centro del nostro essere. Sia lodato Gesù Cristo.
Messa della sera
Trascrizione dell’Omelia.
È vero che tutta questa descrizione che fa Gesù in questo Vangelo di Luca, rimanda ad eventi veramente terribili, sono un po’ descritti, ma diciamo che chi ascoltava queste parole si ricordava bene quello che era successo a Gerusalemme più o meno al tempo della redazione di questo Vangelo e cioè come si stesse sconvolgendo tutta la realtà del popolo ebraico in quella terra, soprattutto nella realtà del Tempio che viene completamente distrutto dai Romani e da lì la diaspora, guerra, sangue, distruzione, insomma cose terribili, forse simili, analoghe, a quelle che Gesù sta dicendo. Erano fatti che riguardavano l’interpretazione di quelle cose che erano accadute, sono parole che tuttavia, noi lo sappiamo, interpreteranno anche gli “ultimi tempi”, i “tempi della fine”, ci siamo già negli ultimi tempi, dalla Pentecoste, però ci sarà anche un momento in cui questi ultimi tempi volgeranno verso la fine e prima della fine, qualcosa di questo genere accadrà. Come, quando accadrà, veramente non lo sappiamo, una cosa però la sappiamo, che abbiamo sperimentato nella nostra esistenza, nel rapporto con Dio, soprattutto nella vita sacramentale, ci siamo accorti che se non stiamo bene attenti e i nostri cuori non si appesantiscono in dissipazioni, ubriachezze e ed affanni della vita, quel giorno potrebbe veramente venirci incontro a nostro detrimento. Ma quel giorno finale? Ma io direi anche il giorno di oggi, il giorno di oggi ci trova impreparati. Quando le cose si mettono male, si mettono peggio, ci accorgiamo di quanto siamo impreparati. Voi dite: “Qual è il problema? Che se siamo impreparati allora questo giorno ci travolgerà?”, no, il problema è più grande, perché noi siamo chiamati ad una vocazione profetica, siamo chiamati ad indicare qual è il senso di questo tempo che sta andando da qualche parte, che siamo chiamati ad interpretare i fatti che accadono, non solo per noi per salvarci, ma anche per questa generazione, perché resusciti nel cuore di questa gente una speranza vera. Sapete che cosa fa la speranza? La speranza non incrocia le dita nell’attesa che accada qualche cosa, la speranza, per lo meno quella cristiana, non quella tanto per dire, la speranza cristiana è qualcosa che accompagna gli eventi, li precede, li anticipa con l’interpretazione profetica, li vede arrivare e li sostiene con coraggio e poi li scioglie con l’amore, con la carità, questo è il linguaggio della nostra fede. Tu puoi avere tutta la devozione che vuoi, fare tutte le novene che vuoi, ma se non hai nutrito questo sentimento nei confronti della storia, perché Dio nella storia parla con fatti e con parole, se non hai trovato la chiave di lettura di questo scorrere delle cose, allora veramente ogni momento ti verrà incontro come un laccio e non c’è bisogno di grandi eventi, basta che tu inciampi in qualche contraddizione che porti dentro, che tu ti trovi a non poter risolvere qualche cosa che ti sta accadendo, a volte ti sembra di scrutare l’orizzonte e di vedere molte cose, persino lo scioglimento dei drammi che vivi, affidi a Dio questa possibilità sapendo che Egli certamente porterà le cose verso un fine buono. Poi ti accorgi di stare dentro una contraddizione continua, la senti dentro di te, la trovi intorno a te, a volte anche nei ragionamenti che ascolti, e non capisci più, non sai più cosa sperare. Io comincio l’Avvento così, forse lo cominciate anche voi così, d’altronde il mondo lo sta cominciando così, pensavamo di essere fuori un po’ da tante paure, invece ci siamo ricascati dentro, vero, non vero, è così, non è così, non importa, siamo in strettezza. Anche io percepisco nella mia vita questa strettezza, non c’entra niente il virus, guardo alla storia, guardo agli eventi che ci riguardano, che mi riguardano in questo tempo, chiedo al Signore che faccia germogliare al centro di questa attesa una visione nuova, mentre mi accorgo che una grande confusione intorno a noi, ci impedisce persino di sperare, è una sfida questa, non è il solito discorso consolatore all’inizio dell’Avvento perché ci prepariamo a fare il presepe o non so, le pecorelle nella notte di Natale, è una sfida, questa volta è veramente una sfida, o tutto sarà lavato veramente nel sangue dell’Agnello e noi ne usciremo vincitori, oppure anche la nostra generazione finirà mediocre, come tante che ci hanno preceduto. Io vorrei che non accadesse, vorrei che non accadesse a me, vorrei che non accadesse a voi, vorrei che non accadesse qui, in questo tempo. E stavolta, visto che questa carta bisogna giocarsela, io la gioco nelle mani della Vergine Maria, perché lei sa, lei che il Sabato Santo, l’unica, sapeva che il Cristo sarebbe risorto il giorno dopo, quella notte, mentre tutto il mondo stava nelle tenebre della paura, lei sa che in questo Sabato Santo della storia, le cose si risolveranno, prenderanno un avvio. Io chiedo a lei di tenere stretta questa promessa anche per noi e di accompagnarci a vederla realizzarsi. Lo so che molte di queste parole che ho detto voi non le avete neanche comprese e non state ad immaginarvi niente, è una filigrana in questo tempo, una filigrana tutta da interpretare, io so che ci passa Dio, spero presto che lo capiate presto anche voi. Sia lodato Gesù Cristo.