Santissima Trinità

Anno Liturgico C
12 Giugno 2022

Lo Spirito prenderà del mio e ve lo annuncerà.

 

LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 16,12-15)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

PRIMA LETTURADal libro dei Proverbi (Pr 8,22-31)

Così parla la Sapienza di Dio:
«Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività,
prima di ogni sua opera, all’origine.
Dall’eternità sono stata formata,
fin dal principio, dagli inizi della terra.
Quando non esistevano gli abissi, io fui generata,
quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua;
prima che fossero fissate le basi dei monti,
prima delle colline, io fui generata,
quando ancora non aveva fatto la terra e i campi
né le prime zolle del mondo.
Quando egli fissava i cieli, io ero là;
quando tracciava un cerchio sull’abisso,
quando condensava le nubi in alto,
quando fissava le sorgenti dell’abisso,
quando stabiliva al mare i suoi limiti,
così che le acque non ne oltrepassassero i confini,
quando disponeva le fondamenta della terra,
io ero con lui come artefice
ed ero la sua delizia ogni giorno:
giocavo davanti a lui in ogni istante,
giocavo sul globo terrestre,
ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo».

Salmo 6.
O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! R..

Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi? .R

Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi.R.

Tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari. R.

SECONDA LETTURA Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 5,1-5).

Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio.
E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza.
La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

“Luce, splendore e grazia della Trinità”.
Dalle «Lettere» di sant’Atanasio, vescovo

Non sarebbe cosa inutile ricercare l’antica tradizione, la dottrina e la fede della Chiesa cattolica, quella s’intende che il Signore ci ha insegnato, che gli apostoli hanno predicato, che i padri hanno conservato. Su di essa infatti si fonda la Chiesa, dalla quale, se qualcuno si sarà allontanato, per nessuna ragione potrà essere cristiano, né venir chiamato tale.
La nostra fede è questa: la Trinità santa e perfetta è quella che è distinta nel Padre e nel Figlio e nello Spirito Santo, e non ha nulla di estraneo o di aggiunto dal di fuori, né risulta costituita del Creatore e di realtà create, ma è tutta potenza creatrice e forza operativa. Una è la sua natura, identica a se stessa. Uno è il principio attivo e una l’operazione. Infatti il Padre compie ogni cosa per mezzo del Verbo nello Spirito Santo e, in questo modo, è mantenuta intatta l’unità della santa Trinità. Perciò nella Chiesa viene annunziato un solo Dio, che è al di sopra di ogni cosa, agisce per tutto ed è in tutte le cose (cfr. Ef 4, 6). È al di sopra di ogni cosa ovviamente come Padre, come principio e origine. Agisce per tutto, certo per mezzo del Verbo. Infine opera in tutte le cose nello Spirito Santo.
L’apostolo Paolo, allorché scrive ai Corinzi sulle realtà spirituali, riconduce tutte le cose ad un solo Dio Padre come al principio, in questo modo: «Vi sono diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti» (1 Cor 12, 4-6).
Quelle cose infatti che lo Spirito distribuisce ai singoli, sono date dal Padre per mezzo del Verbo. In verità tutte le cose che sono del Padre sono pure del Figlio. Onde quelle cose che sono concesse dal Figlio nello Spirito sono veri doni del Padre. Parimenti quando lo Spirito è in noi, è anche in noi il Verbo dal quale lo riceviamo, e nel Verbo vi è anche il Padre, e così si realizza quanto è detto: «Verremo io e il Padre e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14, 23). Dove infatti vi è la luce, là vi è anche lo splendore; e dove vi è lo splendore, ivi c’è parimenti la sua efficacia e la sua splendida grazia.
Questa stessa cosa insegna Paolo nella seconda lettera ai Corinzi, con queste parole: «La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi» (2 Cor 13, 13). Infatti la grazia è il dono che viene dato nella Trinità, è concesso dal Padre per mezzo del Figlio nello Spirito Santo. Come dal Padre per mezzo del Figlio viene data la grazia, così in noi non può avvenire la partecipazione del dono se non nello Spirito Santo. E allora, resi partecipi di esso, noi abbiamo l’amore del Padre, la grazia del Figlio e la comunione dello stesso Spirito.

Trascrizione dell’Omelia.

Credo che la chiave per entrare in questa solennità della Trinità stia proprio in questa espressione che Gesù usa nel Vangelo di Giovanni, quando dice ai suoi discepoli, riuniti con lui per questo ultimo incontro prima della sua passione, quindi prima che tutte le cose si comincino a realizzare, quando Gesù dice: “Molte cose ho ancora da dirvi ma per il momento non siete capaci di portarne il peso” e queste cose che aveva da dirci, le affida al dono dello Spirito Santo che accadrà subito dopo la passione, la morte e la resurrezione, cinquanta giorni dopo, come un dono di una nuova legge, un nuovo modo di pensare e di relazionarsi con Dio, di conoscere Dio. E noi, che pure abbiamo fatto questo itinerario in questo tempo, perché? Perché ci siamo preparati durante la Quaresima a purificare il cuore, a togliere pensieri che non ci aiutano e a guardare che cosa la parola di Dio ci avrebbe aiutato a considerare, pure noi forse questo esodo l’abbiamo fatto dal mondo dei pensieri cattivi, poi entrati nella Settimana Santa, nel mistero della Passione, abbiamo visto con Gesù accanto, che cosa implica la sua morte per la nostra vita e quale sia la caratura dell’amore di Dio in Cristo. Con Lui ci siamo inginocchiati al Getsemani e lo abbiamo ascoltato dire al Padre: “Padre, è troppo presto per loro, allontana questo calice, allontana questo giudizio, non è ancora il tempo, ascolta me, ascolta me per loro” e sappiamo di essere stati esauditi, perché noi quel tempo che Gesù ha chiesto, lo abbiamo avuto e lo stiamo vivendo e lo stiamo vivendo consapevolmente come cristiano figli di Dio pieni dello Spirito, capaci di interpretare e di intendere, non solo le cose santissime, ma anche le cose che accadono intorno a noi e di questo noi siamo investiti come profeti, non siamo solo spettatori di cose che ci piacciono, siamo chiamati a decodificare ogni fatto, ogni realtà, qualsiasi cosa accade, perché tutti gli uomini si salvino. Poi finalmente anche noi, stupiti dalla resurrezione di Cristo, siamo entrati nel tempo in cui abbiamo visto come la Chiesa, fin dai quei tempi, si è comportata, come gli Apostoli negli Atti, che abbiamo letto in tutto il tempo Pasquale, fino a Domenica scorsa che era la Pentecoste, abbiamo visto come la Chiesa è nata in tutte le sue vicende, intorno a questo dono dello Spirito. Poi anche noi, siamo stati risvegliati, perché lo Spirito lo avevamo avuto tutti in quel giorno nel Battesimo, avevamo dato anche la nostra conferma un giorno, per dire a Dio: “Si, siamo consapevoli, noi accettiamo quello che ci è stato ottenuto tramite il Battesimo quando non capivamo niente”, con la Confermazione noi abbiamo detto a Dio: “Siamo d’accordo, desideriamo essere la tua mano, i tuoi occhi, la tua bocca, in mezzo a questo mondo di tenebra”. E allora, avendo contemplato tutte queste cose ed essendo risvegliati noi stessi dallo Spirito di Dio, oggi sappiamo, da queste Letture, che lo Spirito di Dio, che conosce le profondità di Dio, ormai è venuto a parlare al nostro spirito, perché anche noi possiamo conoscere le profondità di Dio, come conosciamo gradualmente anche la profondità della nostra identità e della nostra vocazione. Io lo so bene cosa pensate, è attraente tutto questo, so anche che molte cose si frappongono tra questa vocazione alla mistica, alla visione beatifica di Dio, molte cose che si frappongono fanno parte della vita di tutti i giorni che ci ostacolano, che ci mettono in difficoltà, che sembrano offuscare sempre il nostro sguardo, che comunque ci creano un problema molto grande rispetto a questa rivelazione. Allora oggi c’è un antidoto meraviglioso che splende in mezzo al cielo della nostra contemplazione e lo possiamo attraversare con le parole del Salmo 8 che abbiamo pregato questa mattina tra la Prima e la Seconda Lettura. E qual è questa contemplazione? È la contemplazione del segreto della creazione, che non sta scritto in una molecola, una serie di molecole che si sono incontrate fra loro, come se questo incontro tra molecole dicesse la verità. No, abbiamo visto qual è la volontà che ha mosso tutto questo ad essere e questa volontà è meravigliosa, ci verrà in aiuto, lo capirete. Dice il salmista, guardando verso il cielo: “O Signore nostro Dio, quanto è grande il tuo amore su tutta la terra, io considero che c’è un amore che precede tutto l’essere, penso che questo sia molto grande: è il tuo nome. Quando io guardo i cieli, che sono opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, io dico: “Che cosa è l’uomo perché te ne curi? Guardami, io sono questo, questo, questo e questo … non sono mai quello che tu vorresti che io sia. Ma è così? Ma come non sono mai quello che tu vorresti che io sia? Tu ti sei compiaciuto di portare fino a me il tuo Figlio, dunque io sono già qualcosa che tu desideri, già possiedo qualcosa del tuo volto e quando il tuo Figlio è venuto a mostrarmelo, mostrandomi i tratti della sua presenza, io mi sono riconosciuto, Lui parlava come me, Lui parlava a me con le lingue degli uomini, Lui per me è morto, Lui con me è rimasto. Dunque io lo so che c’è una via per entrare nella contemplazione di questo mistero ed ha il mio volto, ha i miei tratti. Veramente l’hai fatto poco meno che Dio, lo hai coronato di gloria e di onore, dice il Salmo, gli hai dato potere su tutte le cose, su tutte le opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi, dunque tu mi hai insegnato che c’è una modalità per tornare a te, che è comprensiva della speranza di tutta la storia, non solo di quelli che non ho conosciuto e che non conosco e sono lontani, ma anche della creazione”, amici la creazione non è abbandonata all’anidride carbonica o a non so a quale altra cosa oppure alle guerre di questi superbi che stanno cercando di ridisegnare il mondo con i tratti della cattiveria umana ovunque si trovino, non da una parte o dall’altra, o quelli meglio di quelli o quelli peggio di quegli altri, ovunque si trovino hanno la presunzione di ridisegnare la storia senza lo Spirito di Dio. È vero, molte cose ci mettono in difficoltà rispetto a questa contemplazione, ma c’è un segreto, che noi abbiamo visto nella Trinità e che abbiamo visto anche pregando questo Salmo, che invece è comprensibile: “Come sei tu Dio? Sei un altro? Sei uno che sta da un’altra parte che non si conoscerà mai? Così noi ti abbiamo conosciuto? No, tu sei un Dio in relazione, tu ci hai messo in relazione con te quando ci hai fatto vedere il tuo Figlio. Non solo, ma quando Lui se n’è andato ci hai lascito il tuo Spirito e dunque questo Spirito è rimasto con noi, noi siamo ancora in relazione con te e quando siamo in relazione con te, ci vediamo come siamo veramente e vediamo l’altro come è veramente, perché vediamo nell’altro i tratti del volto del tuo stesso Figlio”. Lo so che il ricordo delle cose che sono andate male ti amareggiano, io le vedo le vostre facce che si abbassano, che si piegano addolorate da chissà quale ferita, ma la nostra speranza vive in noi e la nostra speranza ormai è una caparra di vita eterna, nulla della nostra vita è destinato a perire, perché ormai è acquistato dalla presenza dello Spirito. Se fai qualche fatica a capire questo, hai un modo per guarire, guarisci la relazione! Guarisci la relazione con le cose che ti riguardano, con tutta la tua vita che hai passato, facendo pure qualche peccato, guarisci la tua relazione con il tuo prossimo che ancora detesti, sai perché lo detesti? Perché non ha fatto quello che volevi tu, perché non si è comportato come volevi tu, ma in un modo diverso, questo te lo ha reso inaccettabile, riconciliati con il tuo prossimo, senza fare grandi liturgie a destra e a sinistra, inchinandoti .. lascia perdere, riconciliati profondamente, cominciando a fare quello che ha fatto Gesù con te anche quando non ti conosceva, cioè morendo per te, pregando per te, implorando da Dio uno Spirito conciliatore. E questo è il segreto cari miei, come vedete è una verità tanto lontana apparentemente, tanto difficile apparentemente, incomprensibile, eppure declinata dentro la tua vita, per questo è detto: “Dov’è carità e amore là c’è Dio”, per questo Gesù ci ha raccomandato di amarci gli uni, gli altri, non di fare sorrisi e canzoni davanti a tutti per essere più gentili, no, perché noi potessimo scorgere, sempre, anche nelle situazioni più difficili, l’Amore di Dio in Cristo Gesù che altro non è che la presenza dello Spirito in noi. Sia lodato Gesù Cristo.

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