Messa di ringraziamento di fine anno.

Anno Liturgico Pari
16 Giugno 2022

Messa di fine anno.

 

LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 6,1-6.16-18)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

PRIMA LETTURADal secondo libro dei Re (2Re 2,1.6-14)

In quei giorni, quando il Signore stava per far salire al cielo in un turbine Elìa, questi partì da Gàlgala con Elisèo. [Giunti a Gerico,] Elìa disse ad Elisèo: «Rimani qui, perché il Signore mi manda al Giordano». Egli rispose: «Per la vita del Signore e per la tua stessa vita, non ti lascerò». E procedettero insieme.
Cinquanta uomini, tra i figli dei profeti, li seguirono e si fermarono di fronte, a distanza; loro due si fermarono al Giordano. Elìa prese il suo mantello, l’arrotolò e percosse le acque, che si divisero di qua e di là; loro due passarono sull’asciutto. Appena furono passati, Elìa disse a Elisèo: «Domanda che cosa io debba fare per te, prima che sia portato via da te». Elisèo rispose: «Due terzi del tuo spirito siano in me». Egli soggiunse: «Tu pretendi una cosa difficile! Sia per te così, se mi vedrai quando sarò portato via da te; altrimenti non avverrà».
Mentre continuavano a camminare conversando, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra loro due. Elìa salì nel turbine verso il cielo. Elisèo guardava e gridava: «Padre mio, padre mio, carro d’Israele e suoi destrieri!». E non lo vide più. Allora afferrò le proprie vesti e le lacerò in due pezzi. Quindi raccolse il mantello, che era caduto a Elìa, e tornò indietro, fermandosi sulla riva del Giordano. Prese il mantello, che era caduto a Elìa, e percosse le acque, dicendo: «Dov’è il Signore, Dio di Elìa?». Quando anch’egli ebbe percosso le acque, queste si divisero di qua e di là, ed Elisèo le attraversò.

Salmo 30.
O Rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore. R..

Quanto è grande la tua bontà, Signore!
La riservi per coloro che ti temono,
la dispensi, davanti ai figli dell’uomo,
a chi in te si rifugia. .R

Tu li nascondi al riparo del tuo volto,
lontano dagli intrighi degli uomini;
li metti al sicuro nella tua tenda,
lontano dai litigi delle lingue.R.

Amate il Signore, voi tutti suoi fedeli;
il Signore protegge chi ha fiducia in lui
e ripaga in abbondanza chi opera con superbia.R.

SECONDA LETTURA .

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

“Venga il tuo regno. Sia fatta la tua volontà”.
Dal trattato «Sul Padre nostro» di san Cipriano, vescovo e martire

«Venga il tuo regno». Domandiamo che venga a noi il regno di Dio, così come chiediamo che sia santificato in noi il suo nome. Ma ci può essere un tempo in cui Dio non regna? O quando presso di lui può cominciare ciò che sempre fu e mai cessò di esistere? Non è questo che noi chiediamo, ma piuttosto che venga il nostro regno, quello che Dio ci ha promesso, e che ci è stato acquistato dal sangue e dalla passione di Cristo, perché noi, che prima siamo stati schiavi del mondo, possiamo in seguito regnare sotto la signoria di Cristo. Così egli stesso promette, dicendo: «Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo» (Mt 25,34).
In verità, fratelli carissimi, lo stesso Cristo può essere il regno di Dio di cui ogni giorno chiediamola venuta, di cui desideriamo vedere, al più presto, l’arrivo per noi. Egli infatti è la risurrezione, poiché in lui risorgiamo. Per questo egli può essere inteso come il regno di Dio, giacché in lui regneremo. Giustamente dunque chiediamo il regno di Dio, cioè il regno celeste, poiché vi è anche un regno terrestre. Ma chi ha ormai rinunziato al mondo del male, è superiore tanto ai suoi onori quanto al suo regno.
Proseguendo nella preghiera diciamo: «Sia fatta la tua volontà in cielo e in terra», non tanto perché faccia Dio ciò che vuole, ma perché possiamo fare noi ciò che Dio vuole. Infatti chi è capace di impedire a Dio di fare ciò che vuole? Siamo noi invece che non facciamo ciò che Dio vuole, perché contro di noi si alza il diavolo ad impedirci di orientare il nostro cuore e le nostre azioni secondo il volere divino. Per questo preghiamo e chiediamo che si faccia in noi la volontà di Dio. E perché questa si faccia in noi abbiamo bisogno della volontà di Dio, cioè della sua potenza e protezione, poiché nessuno è forte per le proprie forze, ma lo diviene per la benevolenza e la misericordia di Dio. Infine anche il Signore, mostrando che anche in lui c’era la debolezza propria dell’uomo, disse: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice!» (Mt 26,39). E offrendo l’esempio ai suoi discepoli perché non facessero la volontà loro, ma quella di Dio, aggiunse: «Però non come voglio io, ma come vuoi tu».
La volontà di Dio dunque è quella che Cristo ha eseguito e ha insegnato. È umiltà nella conversazione, fermezza nella fede, discrezione nelle parole, nelle azioni giustizia, nelle opere misericordia, nei costumi severità. Volontà di Dio è non fare dei torti e tollerare il torto subito, mantenere la pace con i fratelli, amare Dio con tutto il cuore, amarlo in quanto è Padre, temerlo in quanto è Dio, nulla assolutamente anteporre a Cristo, poiché neppure lui ha preferito qualcosa a noi. Volontà di Dio è stare inseparabilmente uniti al suo amore, rimanere accanto alla sua croce con coraggio e forza, dargli ferma testimonianza quando è in discussione il suo nome e il suo onore, mostrare sicurezza della buona causa, quando ci battiamo per lui, accettare con lieto animo la morte quando essa verrà per portarci al premio.
Questo significa voler essere coeredi di Cristo, questo è fare il comando di Dio, questo è adempiere la volontà del Padre.

Trascrizione dell’Omelia.

È interessante che questa parola stasera parli anche della preghiera, visto che è la nostra occupazione, il nostro desiderio, il nostro interesse. Riascoltando, mentre leggevo questa parola, vi ho rivisto un po’ dei tratti che mi sonno cari, un po’ per l’esperienza personale con la preghiera, silenziosa, nascosta, mai ostentata, quella che è più legata al mio temperamento magari, ma anche mentre ascoltavo queste espressioni guardavo un po’ a come abbiamo condotto in questi anni, questo è il ventunesimo anno che si conclude oggi, come abbiamo condotto in tutti questi anni, il nostro approccio con la preghiera, con la Sacra Scrittura, insomma con le cose della fede. E forse voi non ci pensate, non ci fate caso ma io lo vedo, lo vedo perché lo voglio anche, perché era proprio quello che desideravo, la Scuola di Preghiera è fatta da persone singole e diverse, noi non abbiamo nessun atteggiamento di emulazione, non parliamo tutti lo stesso linguaggio, la stessa intonazione della voce, lo stesso timbro, la Scuola di Preghiera è libera. Ed è libera perché la finalità non è quella di mostrare a qualcuno, da qualche parte, quello che facciamo, anzi a dire il vero manco lo sanno quello che facciamo, ma la finalità è quella di costruire, di edificare, un atteggiamento libero nella fede così che non ci siano mai ostentazioni. Così questa parola stasera la prendo così, anche a consolazione di tutto il lavoro e anche dell’intuizione della Scuola di Preghiera. Perché questo è vero per noi? Perché abbiamo assunto una modalità che ci sembra migliore di quella degli altri? No, io non ho assunto nessuna modalità, quella anzi si sta facendo ancora, ma perché noi, questo lo sapete tutti qua ormai, noi alla Scuola di Preghiera sappiamo che l’oggetto dell’annuncio della fede non è solo la proclamazione della resurrezione di Gesù Cristo, che gli altri peraltro non sempre comprendono, non sempre sono disposti ad accogliere, non sempre pensano di poter capire, l’oggetto dell’evangelizzazione, qua dove noi ci siamo incontrati fino ad adesso, abbiamo parlato, siamo cresciuti nell’esperienza della fede, l’oggetto è la possibilità di aiutare gli altri, di aiutare il prossimo, ad accorgersi che nel segreto della propria vita, della propria anima, c’è già lo Spirito di Dio. Sapete, ogni Vangelo che viene letto nelle celebrazioni eucaristiche, è una stanza, una stanza nella quale Dio intende incontrarci, dire alcune cose, fare luce su alcuni aspetti, insomma il Signore Gesù Cristo nella stanza della parola evangelica che noi leggiamo ogni volta a Messa, desidera aprire un settore nuovo della nostra anima perché noi capiamo, ma sulla porta di questa stanza c’è sempre una chiave di interpretazione e la chiave stasera stava proprio nel versetto dell’Alleluia, sempre sta lì, che diceva: “Se uno mi ama osserverà la mia parola, dice il Signore e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui”, allora quand’è che un uomo sa di amare il Signore e di essere amato? Quando ostenta qualche cosa della sua partecipazione alla chiesa, non so, a qualche movimento? No, quando si accorge che il Signore è già venuto ad abitare in lui e che nella nostra interiorità Egli sta già parlando. Tutti lo sapete questo, lo Spirito di Dio parla al nostro spirito e ci fa conoscere le profondità di Dio e anche le nostre profondità, questo noi condividiamo. E se guardate bene, a parte questo, noi non abbiamo altre cose in comune, possiamo andare a Messa dove ci pare, non abbiamo nessun obbligo, nessun recinto, nessuna regola da osservare, niente che ci vincoli a comportarci in un modo diverso. Allora possiamo ben dire, di questo me ne faccio un vanto scusate, possiamo ben dire che non c’è alcuna ostentazione e la ricompensa allora, non sarà più il numero delle persone, il successo, la ricompensa piuttosto sta nell’edificazione della libertà! La libertà è una garanzia. Sapete, c’è stato un momento, dopo un po’ di anni che era cominciata la scuola e qualcuno che forse pensava di collaborare con me, aveva pensato di fare degli esami per vedere se tutti quanti stavano camminando, come stavano camminando, se facevano queste cose o quelle cose, là mi impuntai e dissi: “Questo mai!”. Sapete qual è la regola, la regola è che tu mutui da qua criteri e strumenti per incontrare una parola che si incarni, dove? Qua? No, nella storia, da qualche parte della tua vita, oggi, domani, tra un mese, tra un anno, tra dieci anni, senza nessun vincolo. E questo è il nostro linguaggio, questa è la scelta, è la libertà di questo matrimonio che io ho desiderato celebrare con la Scuola di Preghiera come se fosse mia moglie, perché mi aiutasse di volta in volta a cambiare e a capire. Voi lo sapete, siete sposati quasi tutti, un matrimonio ti costringe, ti obbliga, in qualche modo ti obbliga. A far che? A fare il servo, lo schiavo? Qualche volta purtroppo pure a quello, ma ti obbliga a crescere, a cambiare, a riformulare strategie, a ripensare. E un matrimonio che abbia la capacità di ristrutturarsi, è un matrimonio che funziona, io volevo una moglie che mi aiutasse a ristrutturarmi sempre e questa l’ho trovata, è questa scuola, potrei anche dire: “Siete voi”, ma se dicessi siete voi, direi solo un pezzetto, perché in realtà voi siete rappresentanti di un fiume gente che in ventuno anni è passata, ci siamo visti, abbiamo ascoltato insieme, abbiamo camminato, oggi so che a questo fiume di persone, con le quali abbiamo condiviso questo tratto del cammino della nostra esistenza, si sono aggiunti anche altri che non ci sono e che stanno da qualche altra parte e che l’hanno vista su internet, perché sapete, il Covid che ci ha privato di tante cose, ci ha dato la possibilità invece di parlare pure a quelli che stanno lontani da qua, insomma dietro alla luna da qualche parte e siamo arrivati un po’ dappertutto, tant’è che stasera qualcuno aveva chiesto: “Ma perché non la fate in streaming la Messa?” ed io ho detto: “No”, sapete perché? Perché se no venivate in tre. Chiaro no? Tutti a guardarsela a casa. No, penso che anche questo strumento, anche in un momento così difficile, questo strumento ci ha aiutato anche a parlare meglio e anche in tante altre circostanze che non avremmo pensato. Camminiamo ancora insieme, quest’anno voi lo sapete, se non lo sapete lo avrete capito almeno un po’, non è stato per niente facile, un anno in cui si sono ristrutturate tante cose, sono cambiate tante prospettive, ci siamo trovati insomma in tante situazioni un po’ difficili, ma noi guardiamo al tempo che viene con fiducia, perché una cosa abbiamo compreso, non abbiamo più bisogno di uno spazio, ormai questo spazio era quello che avevamo pensato fin dall’inizio: è la relazione! E la relazione non ha luogo, la relazione accade tutte le volte e ovunque il cristiano ha la capacità, di confrontarsi, di incontrarsi, di lodare Dio, di conoscere la sua grandezza, la sua bellezza e di imparare anche a perdonarsi, a sostenersi, questo veramente non ha alcun luogo, io oggi lo posso dire veramente a cuore libero, aperto, comunque vadano le cose lo sa Dio, non lo so neanche io. E comunque colgo l’occasione per ringraziarvi , perché se queste cose si possono sperimentare è perché c’è sempre un auditorio, sapete, ve l’ho detto tante volte, lasciate che ve lo dica anche stasera, io non mi sono mai preparato né omelie, né catechesi, qualche volta qual cosetta per non essere troppo presuntuoso, la forza della mia predicazione sta in due elementi: uno è la grazia di Dio, non ho detto che io lo meriti, però Lui siccome è grazia, gratuita, la dà lo stesso; il secondo elemento importante sapete qual è? Voi! Perché se io preparo una cosa da solo a casa, capisco tanto così, mentre vengo alla grotta capisco un po’ di più, quando ho la gente davanti e mentre parlo, vedo ancora e ancora di più, questo vale qui, vale alle catechesi, è l’uditorio, è il popolo di Dio che sollecita ancora di più la grazia di Dio a operare e sicuramente anche la mia poca intelligenza, a funzionare, perché tutte le cose che noi qui condividiamo, siano sempre vive, coinvolgenti, autentiche e soprattutto salvifiche, questa è la forza dei nostri incontri e dunque grazie, grazie dell’ascolto, grazie di tutto, grazie che ci siete, grazie che mi avete sostenuto quest’anno, che avete fatto finta di non vedere tutte le difficoltà, siamo andati avanti alla grande, veramente alla grande! Sia lodato Gesù Cristo.

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