Otto giorni dopo venne Gesù.(Messa del Mattino e Sera)
LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,19-31)
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
PRIMA LETTURADagli Atti degli Apostoli (At 5,12-16)
Molti segni e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; nessuno degli altri osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava.
Sempre più, però, venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne, tanto che portavano gli ammalati persino nelle piazze, ponendoli su lettucci e barelle, perché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra coprisse qualcuno di loro.
Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti impuri, e tutti venivano guariti.
Salmo 117.
Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre. R..
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre»..R
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo! R.
Ti preghiamo, Signore: Dona la salvezza!
Ti preghiamo, Signore: Dona la vittoria!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Il Signore è Dio, egli ci illumina.R.
SECONDA LETTURA Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo (Ap 1,9-11.12-13.17-19).
Io, Giovanni, vostro fratello e compagno nella tribolazione, nel regno e nella perseveranza in Gesù, mi trovavo nell’isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza di Gesù.
Fui preso dallo Spirito nel giorno del Signore e udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: «Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese».
Mi voltai per vedere la voce che parlava con me, e appena voltato vidi sette candelabri d’oro e, in mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d’uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d’oro.
Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la sua destra, disse: «Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente. Ero morto, ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi. Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle presenti e quelle che devono accadere in seguito».
LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare
“Nuova creatura in Cristo”.
Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo
Rivolgo la mia parola a voi, bambini appena nati, fanciulli in Cristo, nuova prole della Chiesa, grazia del Padre, fecondità della Madre, pio germoglio, sciame novello, fiore del nostro onore e frutto della nostra fatica, mio gaudio e mia corona, a voi tutti che siete qui saldi nel Signore.
Mi rivolgo a voi con le parole stesse dell’apostolo: «Rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri» (Rm 13, 14), perché vi rivestiate, anche nella vita, di colui del quale vi siete rivestiti per mezzo del sacramento. «Poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è più Giudeo, né Greco; non c’è più schiavo, né libero; non c’è più uomo, né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3, 27-28).
In questo sta proprio la forza del sacramento. È infatti il sacramento della nuova vita, che comincia in questo tempo con la remissione di tutti i peccati, e avrà il suo compimento nella risurrezione dei morti. Infatti siete stati sepolti insieme con Cristo nella morte per mezzo del battesimo, perché, come Cristo è risuscitato dai morti, così anche voi possiate camminare in una vita nuova (cfr. Rm 6, 4).
Ora poi camminate nella fede, per tutto il tempo in cui, dimorando in questo corpo mortale, siete come pellegrini lontani dal Signore. Vostra via sicura si è fatto colui al quale tendete, cioè lo stesso Cristo Gesù, che per voi si è degnato di farsi uomo.
Per coloro che lo temono ha riserbato tesori di felicità, che effonderà copiosamente su quanti sperano in lui, allorché riceveranno nella realtà ciò che hanno ricevuto ora nella speranza.
Oggi ricorre l’ottavo giorno della vostra nascita, oggi trova in voi la sua completezza il segno della fede, quel segno che presso gli antichi patriarchi si verificava nella circoncisione, otto giorni dopo la nascita al mondo. Perciò anche il Signore ha impresso il suo sigillo al suo giorno, che è il terzo dopo la passione. Esso però, nel ciclo settimanale, è l’ottavo dopo il settimo cioè dopo il sabato, e il primo della settimana. Cristo, facendo passare il proprio corpo dalla mortalità all’immortalità, ha contrassegnato il suo giorno con il distintivo della risurrezione.
Voi partecipate del medesimo mistero non ancora nella piena realtà, ma nella sicura speranza, perché avete un pegno sicuro, lo Spirito Santo. «Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria» (Col 3, 1-4).
Trascrizione dell’Omelia.
Gli studiosi della Scrittura chiamano questo testo, il capitolo 20 del Vangelo di Giovanni, che potrebbe essere l’ultimo perché termina dicendo: “Beh vi abbiamo detto tutto no?”, avete ascoltato: “Questi segni sono stati scritti anche se ce ne stavano tanti altri, perché questi sono quelli che servono per la fede, non c’è bisogno di scrivere tante cose” e finiva qua il Vangelo di Giovanni, in realtà poi lo troveremo ancora al capitolo 21 e ci piacerà ascoltarlo, ma perché è il termine del Vangelo di Giovanni in qualche modo? Perché qua Gesù dice una cosa interessante, dice: “Dopo aver detto: “Pace a voi” soffiò su di loro e disse: “Ricevete lo Spirito Santo””, è la Pentecoste, è la Pentecoste secondo Giovanni, non è quella che racconta Luca negli Atti degli Apostoli ma è la Pentecoste di Giovanni perché Gesù dà il suo Spirito. Perché? Attenzione perché questo ci aiuta a capire che cosa è successo quella Domenica con Tommaso e gli altri e che cosa succede a noi ogni Domenica, ogni giorno, a noi che siamo battezzati e che abbiamo ricevuto lo Spirito del Signore. Beh, prima della sua morte Gesù, prima di fare la sua grande preghiera al Padre di intercessione per i discepoli e per il mondo, fa una promessa, dice: “Io me ne vado, voi non potete venire, ma Io vi manderò uno Spirito e quando lo Spirito verrà convincerà il mondo quanto alla giustizia, al giudizio e al peccato”, cioè consegnerà, attenzione, a te! consegnerà a te il criterio di discernimento della storia, ti aprirà gli occhi, vedrai la storia come la vede Dio, questo è il dono dello Spirito, non pensare che il dono dello Spirito sia qualcosa che va e viene secondo le tue disposizioni, è una facoltà che ti è stata data nel Battesimo, bontà tua se lo usi, peggio per te se lo lasci da una parte, peggio per te perché stai male tu.. Dunque questo dono dello Spirito ti abilita a fare un giudizio sulla storia, come lo farebbe Dio, come lo ha fatto Cristo, ti permette questo Spirito di entrare anche nell’abiezione, anche nella solitudine, anche nella sofferenza, non con qualche consolazione transitoria, con qualche pacca sulle spalle, ma come una presenza, che fa vivere, attenzione, Cristo in te. Così diresti con san Paolo: “Eh già, non sono più io che vivo, non è più la mia carne, non è più il mio nome, non è più la mia storia, è Cristo che vive in me”, beninteso, non dentro di me in qualche tasca della mia anima o del mio cuore, ma vive in me, cioè vive attraverso di me, come un giorno è vissuto nella carne, essendosi incarnato in mezzo a noi e avendo preso la sua dimora in mezzo a noi, così nel dono dello Spirito Egli continua a vivere in noi, non in mezzo a noi, in noi! Sai che vuol dire questo? Vuol dire che c’è in te una promessa di vita eterna, o meglio se lo vuoi capire, una promessa presenza di Dio, una divinizzazione che tu forse non vedi. Chi lo vede? Chi è capace di entrare all’interno, non nell’introspezione, ma chi ha la capacità di passare dalla conoscenza delle cose che si vedono, alla consapevolezza delle cose che si hanno. Altro è vedere qualcosa che ti piace, altro è averla, possederla! Altro è desiderare un obiettivo, altro è sapere di averlo già. Cari miei, se non avete capito che cosa vuol dire, guardate i santi, loro possedevano, possedevano! San Paolo lo dice: “Ora io ho lo Spirito di Cristo”, cioè possiedo Cristo, possedere, non abbiate paura, proprio nel senso forte, ce l’ho, è mio, se Cristo è mio io non sono più mio, io sono di Cristo, dunque vivo in Lui e Lui vive in me, anzi, dirà ancora san Paolo: “La mia speranza è nascosta con Cristo in Dio”. Capito questo, entriamo in questo episodio, Gesù ha detto: “Vi mando il mio Spirito, vi ricordate? Ve l’avevo detto che ve l’avrei dato?” ora qua, in questo capitolo di Giovanni dice: “Ecco, ve lo do, andate! Per capire che oramai questo Spirito è con voi, perdonate quelli che vi chiedono di essere perdonati e gli saranno rimessi i peccati, se non ve lo chiedono, se non li potete perdonare, resteranno non perdonati, ma avete in mano un potere che è solo di Dio”, ricordate? Quando Gesù diceva: “Ti sono rimessi i peccati” tutti i Giudei si scandalizzavano, perché solo Dio perdona i peccati, se Gesù dice: “Quelli a cui rimetterete i peccati saranno perdonati” sai che sta dicendo? “Siete dei! Siete come Dio, avete nelle mani un potere immenso!”. Capisci cos’è la fede amico mio? Che cos’è la chiesa? Non è la religione, la fede è la presenza dello Spirito e se è presente lo Spirito è presente Cristo. Bene, allora ce lo racconta questo episodio, in maniera ancora più chiara perché dice: “Quando Gesù fa questo, c’erano tutti tranne uno Tommaso”, povero Tommaso, ti è toccato di stare da una parte, di essere recuperato come quelli che stanno in panchina quando si gioca a pallone, recuperato la Domenica dopo. E dunque quando arriva Tommaso dice: “Si dunque avete visto ma io se non vedo e non tocco, non credo” e tutti ne abbiamo fatto il Vangelo dei razionalisti, povero Tommaso non era un razionalista, Tommaso che aveva chiesto al Signore: “Ma dove vai veramente Signore che noi non possiamo venire?” glielo aveva detto quella sera dell’Ultima Cena. Tommaso esprime qua una difficoltà che è di loro, sua sicuramente e pure la tua, e pure la tua che sempre desideri vedere qualcosa per credere! Dimmi un po’, ma le cose che hai visto finora nella tua vita, ti hanno aiutato sempre a credere? Quante volte ti sei sbagliato solo vedendo? Puoi dire di aver conosciuto qualcuno solo perché lo hai visto? Puoi dire che qualcuno ti conosce solo perché ti ha visto ..magari al momento sbagliato? Puoi giudicare qualcuno perché hai visto solamente? No, la conoscenza che è fatta solo di vedere, lo sai, non serve molto, vediamo tante cose non sappiamo più quali sono vere, viviamo un dramma, non sappiamo chi ha ragione e chi no, lo diciamo noi, ma la storia ce lo dirà alla fine, uno di questi giorni, di questo tempo. Allora Gesù dice: “Vieni, vieni, Tommaso metti il dito” non sappiamo se Tommaso abbia messo veramente il dito, anche se Caravaggio e gli altri lo hanno disegnato, perché subito quando lo vede dice: “Mio Signore e mio Dio” cioè cosa fa Tommaso? Si ricorda che lo avrebbe rivisto nello Spirito, che lui ha questo Spirito e dunque lo può riconoscere. Ti ricordi che Gesù dopo la Resurrezione nessuno lo aveva riconosciuto? Tommaso si, in questo momento lo riconosce perché si ricorda delle parole che Gesù gli aveva detto, perché si ricorda della vita che aveva passato con Lui. Allora se vuoi vedere il Signore, ricordati delle cose che Lui ha fatto nel corso della tua esistenza, come è entrato nella tua vita tutte le occasioni in cui tu avevi bisogno di sapere se eri amato o no da Dio, se eri perdonato o no in quella circostanza, se Dio veramente era tutto per te o se tu eri un po’ qua e un po’ là. E allora dice: “Mio Signore e mio Dio” è meraviglioso! Hai visto quel brano di Apocalisse che abbiamo letto? Ad un certo punto parla di Uno con la fascia d’oro, bellissimo, luminosissimo, l’hai capito, è Lui, è Gesù, non è Gesù dei quadri quelli che ti piacciono tanto, dell’iconografia cristiana quella più popolare, no, è Uno così bello perché somiglia a te, perché quando lo incontri vi vedi specchiata tutta la tua vita, perché vedi in Lui specchiata tutta la tua storia, tutte le tue difficoltà e i tuoi dolori sposati da Lui, totalmente invasi da Lui. Sai perché? Perché hai lo Spirito di Cristo e chi ha lo Spirito di Cristo è sempre consapevole di incontrare l’Uguale a sé. Amici questa è la nostra sorte, questa è la promessa che Dio ci ha fatto dal Battesimo, non saremo dei mezzi credenti un po’ qui un po’ là ci accontentiamo di mezzo metro quadro di paradiso, siamo uomini, figli di Dio, destinati a specchiarci nella sua misericordia, destinati a specchiarci nel suo amore per poterlo riconoscere, dire: “Si, è vero, tu sei nostro Padre, non sei un altro da pregare da lontano, tu stavi dentro di noi, tu ci hai invaso totalmente, ti sei preso tutto della nostra vita e ci è piaciuto che ti sei preso tutto, ti sei preso la nostra vita e ti sei preso anche la nostra morte”. Approfitto oggi, concludendo questa omelia, per ricordare un uomo che si sedeva sempre da quella parte insieme a sua moglie e che questa settimana è morto, professore di ematologia in un ospedale importante di Roma, persona umilissima, di grande intelligenza, di grande tatto, spero che ora veda Colui nel quale ha creduto, come lo ha visto Tommaso, lo possa vedere in cielo insieme a tutti i suoi cari. Sia lodato Gesù Cristo.
Messa della sera
Trascrizione dell’Omelia.
Sebbene l’iconografia classica, pensate al Caravaggio e anche altri, ci mostra sempre Tommaso che infila il dito nel costato del Signore, il Vangelo in realtà non lo dice. Che Vangelo è questo? Sarebbe l’ultimo capitolo del Vangelo di Giovanni, sennonché un’aggiunta, un po’ tardiva, il capitolo 21 che peraltro è bellissimo, lo ha allungato un po’ ma finirebbe qua. È quel Vangelo che si chiamerebbe la Pentecoste secondo Giovanni, perché, lo avete ascoltato, Gesù apparso a porte chiuse nel cenacolo dove tutti erano riuniti, dice: “Andate, Io vi mando come il Padre ha mandato me anch’Io mando voi, ricevete lo Spirito Santo, a coloro a cui perdonerete i peccati saranno perdonati”, ricevete lo Spirito Santo, questa è la chiave che ci può far entrare in questo episodio che purtroppo risente di molte immagini stereotipe su questo povero Tommaso che sembra essere più testardo degli altri. Che cosa è accaduto? Beh, Gesù in questo Vangelo di Giovanni nel capitolo 16 aveva detto: “Io adesso me ne vado” e quelli si erano rattristati: “Però manderò il mio Spirito e quello quando verrà convincerà il mondo quanto alla giustizia, al giudizio e al peccato”, è il capitolo 16, il capitolo delle ultime parole che Gesù dice prima di fare la grande preghiera sacerdotale nel capitolo 17, sta per andare a morire. E loro comprendono e non comprendono, però portano con sé la memoria di quelle parole, così vibranti, così grandi, così importanti per loro. Aveva detto loro che un Spirito sarebbe venuto, voi forse non ve lo immaginate, ma questa gente non sapeva cosa fosse lo Spirito Santo, perché nell’Antico Testamento si parla dello Spirito come di un vento, una presenza, vi ricordate Nicodemo no? che dice: “Dobbiamo rinascere, ma che vuol dire rinascere?” era sempre nel Vangelo di Giovanni, Gesù gli aveva detto: “Bisogna rinascere nello Spirito” lasciandolo perplesso, non sapeva proprio cosa volesse dire. E sai cosa voleva dire Gesù? Voleva dire: “Bisogna che voi smettiate di vivere secondo la carne e viviate secondo lo Spirito” sai cosa vuol dire? Te lo dico io, non lo sai! Perché pensi che vivere secondo lo Spirito significhi comportarsi in un certo modo, pregare sempre, “..perché sa lo Spirito se vede che tu non sei proprio conforme alle sue .. poi se ne va”, non se ne va proprio, rimane sempre con te, qualunque cosa tu faccia, anche se sei nel peccato, quello Spirito che ti è stato dato nel Battesimo rimane sempre con te. E a che cosa ti abiliterebbe lo Spirito Santo? Ti abiliterebbe ad essere, tu stesso, figlio di Dio, lo dice san Paolo al capitolo 8 della Lettera ai Romani: “Noi non abbiamo ricevuto lo spirito di servi, abbiamo ricevuto lo spirito di figli perciò diciamo “Abba Padre”, cioè abbiamo così tanta confidenza con Dio da chiamarlo Padre, lo chiamiamo Padre e siamo figli, perché Lui nel suo Spirito abita in noi. Sai che cosa vuol dire che abita in noi? Se prendi il Covid sei infetto no? Bene, se prendi lo Spirito Santo e lo hai preso, sei infetto della santità di Dio, sei ormai infetto di Dio. E se l’infezione di un virus ti porta alla morte, l’infezione, chiamiamola così, dello Spirito di Dio ti dona la vita, innesta la vita divina già ora in questi giorni semplici della tua esistenza, lega per sempre la realtà di Dio alla tua piccola realtà quotidiana, qualunque cosa tu faccia. Ma i discepoli queste cose non le avevano capite bene, bisognerà aspettare veramente la Pentecoste, ci dicono gli altri evangelisti, tuttavia la settimana dopo, visto che Tommaso aveva detto: “Io se non vedo ..” la settimana dopo Gesù lo guarda con misericordia, la giornata che stiamo celebrando oggi, lo guarda con misericordia e dice: “Tommaso vieni qua, metti il dito, guarda bene” e permette a Tommaso di fare un salto di qualità, spero che stasera lo permetta anche a te, la possibilità dà a Tommaso di passare da una fede che si assicurerebbe nella visione delle cose, alla fede vera, quella interiore. Attenzione, guarda bene, non hai visto tante cose nella tua vita tu? Le persone che hai visto tante volte, puoi dire di conoscerle? Quante volte hai detto: “Eh, mi sembrava che eravamo proprio amici e invece no!”, eppure quante volte lo hai visto? Dunque la vista delle cose, per quanto oggettiva, per quanto irrinunciabile, non ti dice la verità delle cose, te ne mostra solo una parte. E così probabilmente era per questa gente, tant’è che Gesù dopo la resurrezione, vi ricordate?, nessuno lo aveva riconosciuto. Che cosa fa Gesù con Tommaso, gli dice: “Guarda, metti pure se ti serve, il dito per capire che sono Io, guarda ma non essere più incredulo ma piuttosto credente, perché sono beati quelli che credono senza aver visto, cioè quelli che non credono alle cose che vedono ma credono alle cose che ricordano, capito Tommaso? Ti ricordi chi sono Io? Ti ricordi quella sera all’Ultima Cena quando tu avevi detto: “Non sappiamo dove vai, come possiamo conoscere la via?”, Io ti avevo detto: “Io sono la via, la verità e la vita”, ti ricordi Tommaso tutte le cose che hai visto fare dalle mie mani, le cose che Io ho detto? Guarda Tommaso, non è un rimprovero, tu te le ricordi sai perché? Perché ti abitano dentro, le cose che ho detto e che ho fatto tu ce le hai dentro, perché il mio Spirito è dentro di te, dunque non sei più uno che deve relazionarsi con una visione (questo lo dico a tanti che magari ..), sei uno che porta la relazione con Dio dentro di sé”, e non sto parlando del cuoricino, tutte quelle cose devote lì, sto parlando della consapevolezza di essere figli e la consapevolezza di essere figli cambia il tuo modo di essere, cambia il tuo modo di fare, cambia il tuo modo di relazionarti, tant’è che se prima giudicavi quello che vedevi, adesso patisci insieme le cose che conosci e le persone che ti fanno del male, se sei secondo Gesù Cristo, non le disprezzi più, non le allontani più, non le giudichi più, a fortiori, se le giudichi ancora mi sa che Cristo non lo hai conosciuto, te lo dico proprio così, spassionatamente. Dunque abbiamo lo Spirito di Cristo, san Paolo dirà: “Allora, siccome ho lo Spirito di Cristo, non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me” se hai lo Spirito Cristo vive in te, questo vuol dire che non ti appartieni più, che le tue cellule sono le cellule di Cristo, che i tuoi pensieri sono i pensieri di Cristo, che le tue azioni sono le azioni di Cristo. Tu dici: “Ma io non me ne sono accorto” e questo è il guaio, non te ne sei accorto! Ebbene oggi la chiesa fa questo annuncio per te, perché tu possa accorgerti del dono che ti è stato fatto, perché nessuno te lo toglierà, nessuno! Né la morte, né la tribolazione, né il pericolo, né la spada, come dice Paolo, nulla ci può separare dall’amore di Dio in Cristo Gesù, cioè dal suo Spirito. Accorgiti allora di questa presenza, d’altronde caro mio, tra poco ti nutrirai del corpo di Cristo, se tu non fossi di Dio, se tu non avessi Cristo in te non ti potresti accostare alla Comunione, i non battezzati non possono, ricordati allora che se ti nutri di Cristo, tu sei Cristo. Diceva l’Apocalisse, il veggente vede questi candelabri ed in mezzo Uno come un Figlio di Uomo, cinto d’oro, bellissimo, splendente, tu hai subito un’immagine americana di Gesù, in realtà costui sta vedendo la bellezza della propria divinizzazione, nel volto del Cristo che gli va incontro alla fine del tempo. E questa è la tua sorte cristiano, vattene a casa contento, vattene a casa felice, sappi che la Resurrezione non è una memoria da festeggiare una volta l’anno, la Resurrezione ti segue, la Resurrezione, permettimi il termine, ti perseguita, la Resurrezione ti inabita, la Resurrezione è la tua vita e sarà la tua vita eterna. Sia lodato Gesù Cristo.