Messa di ringraziamento di fine anno.

21 giugno 2018
21 Giugno 2018

Voi dunque pregate così.

LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 6,7-15).

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

PRIMA LETTURA – Dal libro del Siràcide (Sir 48,1-14)

Sorse Elìa profeta, come un fuoco;
la sua parola bruciava come fiaccola.
Egli fece venire su di loro la carestia
e con zelo li ridusse a pochi.
Per la parola del Signore chiuse il cielo
e così fece scendere per tre volte il fuoco.
Come ti rendesti glorioso, Elìa, con i tuoi prodigi!
E chi può vantarsi di esserti uguale?
Tu hai fatto sorgere un defunto dalla morte
e dagl’inferi, per la parola dell’Altissimo;
tu hai fatto precipitare re nella perdizione
e uomini gloriosi dal loro letto
e hai annientato il loro potere.
Tu sul Sinai hai ascoltato parole di rimprovero,
sull’Oreb sentenze di condanna.
Hai unto re per la vendetta
e profeti come tuoi successori.
Tu sei stato assunto in un turbine di fuoco,
su un carro di cavalli di fuoco;
tu sei stato designato a rimproverare i tempi futuri,
per placare l’ira prima che divampi,
per ricondurre il cuore del padre verso il figlio
e ristabilire le tribù di Giacobbe.
Beati coloro che ti hanno visto
e si sono addormentati nell’amore,
perché è certo che anche noi vivremo
ma dopo la morte la nostra fama non perdurerà.
Appena Elìa fu avvolto dal turbine,
Elisèo fu ripieno del suo spirito;
nei suoi giorni non tremò davanti a nessun principe
e nessuno riuscì a dominarlo.
Nulla fu troppo grande per lui,
e nel sepolcro il suo corpo profetizzò.
Nella sua vita compì prodigi,
e dopo la morte meravigliose furono le sue opere.

Salmo responsoriale Salmo 96.
R.Gioite, giusti, nel Signore..

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono. R.

Un fuoco cammina davanti a lui
e brucia tutt’intorno i suoi nemici.
Le sue folgori rischiarano il mondo:
vede e trema la terra. R.

I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria. R.

Si vergognino tutti gli adoratori di statue
e chi si vanta del nulla degli idoli.
A lui si prostrino tutti gli dèi! R.

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

Il Padre Nostro
San Giovanni Maria Vianney (1786-1859), sacerdote, curato d’Ars

“Padre nostro che sei nei cieli”: che bello, figli miei, avere un Padre in cielo! – “Venga il tuo regno”. Se faccio regnare il buon Dio nel mio cuore, mi farà regnare con Lui nella sua Gloria. – “Sia fatta la tua volontà”. Non c’è niente di tanto dolce che fare la Volontà di Dio e niente di così perfetto. Per far bene le cose, bisogna farle come Dio le vuole, in piena conformità ai suoi Disegni. – “Dacci oggi il nostro pane”. Abbiamo due parti in noi, l’anima e il corpo. Chiediamo a Dio di nutrire il nostro povero corpo e ci risponde facendo produrre alla terra tutto ciò che è necessario alla nostra esistenza. Ma gli chiediamo [anche] di nutrire l’anima, che è la parte più bella di noi stessi; e la terra è troppo piccola per fornire all’anima di cui saziarla: ella ha fame di Dio, non c’è che Dio che possa riempirla. Perciò Il Buon Dio non ha creduto far troppo restando sulla terra e prendendo un Corpo, affinché questo Corpo diventasse cibo per le nostre anime. Quando il sacerdote presenta l’ostia e ve la mostra, la vostra anima può dire: Ecco il mio Cibo! Oh figli miei, quale immensa felicità! La capiremo solo in cielo!

Trascrizione dell’Omelia

Leggere questo Vangelo alla “Scuola di Preghiera” tutta riunita, è chiaro che subito ti viene in mente che questo è il nostro linguaggio, questo è il nostro tesoro, questo è il tesoro nascosto in un campo che un giorno abbiamo trovato, l’abbiamo guardato, ci è piaciuto, l’abbiamo persino capito, anzi possiamo dirlo, ci ha proprio “colpito” e allora abbiamo detto: “Compriamo questo campo”, compriamo tutto quello che ci viene dato in questa occasione della scuola, in modo che tutto quello che sta scritto qua nella preghiera del “Padrenostro” un giorno possa veramente realizzarsi, che io possa veramente fare un cammino di purificazione del cuore e finalmente possa guardare la volontà di Dio come è in cielo, come ad una realtà possibile, che si può incarnare, che la posso vivere, che mi darà la vita eterna. E sapete, il mondo sta aspettando questo, che diciamo non solo di credere a queste cose, ma che mostriamo anche che queste cose sono praticabili, che sono possibili. Io però stasera volevo affrontare con voi una tematica che è contenuta nella Prima Lettura, tratta dal Libro del Siracide, non è un libro storico è un libro sapienziale, molti di voi già lo sanno, è un libro che dunque in sintesi celebra quei fatti della storia di Israele che sono accaduti etc. . E questo fatto che celebra stasera il Libro del Siracide è l’epopea, la storia, di Elia il profeta e a tal proposito usa naturalmente degli epiteti poetici dalle immagini sapienziali, dice: “Elia sorse come un profeta simile al fuoco, la sua parola bruciava come fiaccola, egli fece venire la carestia e con zelo li ridusse a pochi, per comando del Signore chiuse il cielo e fece scendere così tre volte il fuoco” .. e poi: “sentisti sul Sinai i rimproveri, sull’Oreb sentenze di condanna, ungesti re per la vendetta”, questa parola del Libro del Siracide ci mostra la forza della parola profetica, qua non è tanto il profeta Elia al centro di questa parola, ma l’opera del profeta Elia, quello che il profeta fa per riportare, dice alla fine di questo brano: “per ricondurre il cuore dei padri verso i figli e ristabilire le tribù di Giacobbe”, una domanda, a chi ha fatto il “Padrenostro”, che cosa vuol dire ristabilire le tribù di Giacobbe? Tornare in Israele, lasciare le primizie del primo raccolto, che cosa procura al pio israelita? La stessa cosa di chi, facendo il cammino di purificazione del cuore e passando per la porta della volontà di Dio, si trova ad onorare e glorificare il suo Regno, a santificare il suo Nome per sapersi a casa. Allora deduciamo che la parola profetica è quella, non solo che dice come andranno le cose nel mondo, ma è quella che ha la capacità di riportarci a casa, di ricongiungere il cuore dei figli alla fede dei padri, di ricongiungere, di rimettere insieme la ricerca che noi stiamo conducendo alla tradizione dei padri, cioè a quella parola che i profeti hanno detto ai nostri padri e che si è incarnata, che noi abbiamo amato, seguito, per la quale viviamo e nella quale tutti speriamo. Albergare in noi questa parola significa riavere un’identità, un’identità di figli e questo amici lo sapete, è l’intento, lo scopo, l’obiettivo, lo sapete, di tutta la “Scuola di Preghiera”, avere un’identità chiara e attraverso questa identità relazionarci in modo corretto con il mondo, con la storia e con gli uomini, perché si ricostituisca la relazione Trinitaria come una relazione tra figli di Dio, fratelli tra loro. Diceva oggi questo Vangelo di Matteo a proposito del Padrenostro, dopo aver detto tutti gli articoli, per dire in che cosa consiste veramente l’attualità della preghiera, dice: “Se voi perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi”, per dire, lo sapete tutti, che dove c’è la riconciliazione là Dio agisce, che là dove c’è la relazione custodita, santificata, guarita, dalle scorie del peccato dell’uomo, là anche la relazione Trinitaria si manifesta, si manifesta con la grazia, si manifesta col perdono, si manifesta con l’ascolto e l’esaudimento delle tue preghiere, si manifesta riaccendendoti la speranza di vedere Dio, di vedere il suo volto e di specchiarti in lui. Questa è l’identità di cui noi parliamo sempre fin dal primo anno, che noi stiamo cercando e stiamo celebrando. Ed io questa stasera vorrei celebrare con voi, un cammino alla ricerca della nostra identità, già cominciato, già un po’ condiviso, che ci ha fatto compagni in questa ricerca, che ci ha visto contemplare tante cose insieme, un cammino che oggi grazie a Dio si conclude perché è arrivato il tempo, io sono stanco, pure voi siete stanchi e possiamo riprendere con il diciottesimo anno alla fine dell’estate, quando a Settembre ricominceremo. Ma sapete qual è la cosa più bella di questi diciassette anni? Che invece di svilirsi sono cambiati, sono migliorati, sono migliorate le catechesi, è migliorata l’attenzione, è migliorata la ricerca, sono migliorate le nostre relazioni, questo è un miracolo, è un vino nuovo versato alla fine, un vino nuovo e migliore, in otri nuove, è veramente un tempo da celebrare questo. In genere nelle nostre realtà succede il contrario, nel tempo un po’ si perdono, il nostro è migliorato. Io poi devo ringraziare il Signore perché questa Scuola di Preghiera mi ha obbligato a rimanere nella ricerca delle cose che lo riguardano, rimanere sempre legato alle cose che contano, io non so, se non l’avessi fatto questa scuola, oggi dove sarei, cosa farei e cosa penserei, però se tanto ardore serve per portare avanti la scuola, tu leva l’obiettivo e che ci fai con questo ardore? I peccati, solo quelli! Grazie a Dio invece che ci ha dato la possibilità, a me e a voi, di scoprire insieme cose nuove. Sia Lodato Gesù Cristo.

La preghiera di Gesù // Musica Sacra
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