76° Anniversario della Apparizione della Vergine della Rivelazione.
MESSA DEL GIORNO – LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura
Dal Vangelo secondo Luca (Gv 13,1-15)
Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana], due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.
Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Parola del Signore.
PRIMA LETTURADagli Atti degli Apostoli(At 3,1-10)
In quei giorni, Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera delle tre del pomeriggio.
Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita; lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta Bella, per chiedere l’elemosina a coloro che entravano nel tempio. Costui, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, li pregava per avere un’elemosina.
Allora, fissando lo sguardo su di lui, Pietro insieme a Giovanni disse: «Guarda verso di noi». Ed egli si volse a guardarli, sperando di ricevere da loro qualche cosa. Pietro gli disse: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!». Lo prese per la mano destra e lo sollevò.
Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono e, balzato in piedi, si mise a camminare; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio.
Tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio e riconoscevano che era colui che sedeva a chiedere l’elemosina alla porta Bella del tempio, e furono ricolmi di meraviglia e stupore per quello che gli era accaduto.
Parola di Dio
Salmo 115.
Gioisca il cuore di chi cerca il Signore. R..
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie. R
Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto. R.
Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi.R.
Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.R.
SECONDA LETTURA Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (1Cor 11,23-26).
Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me».
Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me».
Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.
LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare
“L’agnello immolato ci strappò dalla morte”.
Dall’«Omelia sulla Pasqua» di Melitone di Sardi, vescovo
Molte cose sono state predette dai profeti riguardanti il mistero della Pasqua, che è Cristo, «al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen» (Gal 1, 5 ecc.). Egli scese dai cieli sulla terra per l’umanità sofferente; si rivestì della nostra umanità nel grembo della Vergine e nacque come uomo. Prese su di sé le sofferenze dell’uomo sofferente attraverso il corpo soggetto alla sofferenza, e distrusse le passioni della carne. Con lo Spirito immortale distrusse la morte omicida.
Egli infatti fu condotto e ucciso dai suoi carnefici come un agnello, ci liberò dal modo di vivere del mondo come dall’Egitto, e ci salvò dalla schiavitù del demonio come dalla mano del Faraone. Contrassegnò le nostre anime con il proprio Spirito e le membra del nostro corpo con il suo sangue.
Egli è colui che coprì di confusione la morte e gettò nel pianto il diavolo, come Mosè il faraone. Egli è colui che percosse l’iniquità e l’ingiustizia, come Mosè condannò alla sterilità l’Egitto.
Egli è colui che ci trasse dalla schiavitù alla libertà, dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita, dalla tirannia al regno eterno. Ha fatto di noi un sacerdozio nuovo e un popolo eletto per sempre. Egli è la Pasqua della nostra salvezza.
Egli è colui che prese su di sé le sofferenze di tutti. Egli è colui che fu ucciso in Abele, e in Isacco fu legato ai piedi. Andò pellegrinando in Giacobbe, e in Giuseppe fu venduto. Fu esposto sulle acque in Mosè, e nell’agnello fu sgozzato.
Fu perseguitato in Davide e nei profeti fu disonorato.
Egli è colui che si incarnò nel seno della Vergine, fu appeso alla croce, fu sepolto nella terra e, risorgendo dai morti, salì alle altezze dei cieli. Egli è l’agnello che non apre bocca, egli è l’agnello ucciso, egli è nato da Maria, agnello senza macchia. Egli fu preso dal gregge, condotto all’uccisione, immolato verso sera, sepolto nella notte. Sulla croce non gli fu spezzato osso e sotto terra non fu soggetto alla decomposizione.
Egli risuscitò dai morti e fece risorgere l’umanità dal profondo del sepolcro.
Trascrizione dell’Omelia.
Come è forte questa espressione che uno dei due discepoli di Emmaus rivolge al Signore quando Gesù gli dice: “Come mai siete così tristi?”, “Ma come tu sei così forestiero?” e Gesù rivolta questa risposta dicendo: “Forse siete forestieri voi, ma come, ma siete così stolti da non aver tratto dalla conoscenza delle Scritture una chiave buona per capire quello che è successo in questi giorni?” beh parlava della sua passione e della sua morte, questi non sapevano neanche cosa fosse la resurrezione. Ed in questo modo Gesù ci fa vedere quello che è la vocazione della chiesa, mettersi vicini agli uomini che non hanno orientamento, che non capiscono le cose che gli accadono, che si sentono smarriti di cuore, come direbbe Isaia, e finalmente raccontando loro quella sapienza delle Scritture, da Mosè ai profeti dice il Vangelo di Luca, per dire tutta la Scrittura, tutta quella sapienza, con quella sapienza non solo consolare il cuore degli uomini che sono in difficoltà, ma anche illuminare loro la strada, restituirgli un orientamento perché con l’orientamento possano raggiungere gli obiettivi legati alla loro vocazione. Ora, questo mondo è in queste condizioni, vede quello che accade intorno, pensate ad esempio a quello che sta accadendo in questo tempo, la guerra, è una circostanza terribile, dimmi, tu quante valutazioni hai fatto contro quelli che questa guerra l’hanno attuata? E da che parte ti sei messo, ti sei deciso? Ah, già lo sai da che parte stare .. e dimmi, questa guerra nel piano di Dio che senso ha? Questo non lo sai. Allora se viene uno che non conosce il Signore, che non conosce le Scritture, che non conosce la devozione, che non prega e si avvicina a te e ti chiede: “Come si fa ad andare avanti? Qui siamo perduti!”, tu che gli dirai? Ti metterai con lui a lamentarti contro una storia ingrata che non ti fa capire, che non ti fa capire, che non ti fa vedere e che ti mette paura? Noi siamo gli apostoli della paura o siamo gli apostoli della riconciliazione, della consolazione del cuore degli uomini? Se ci lamentiamo pure noi amici, è finita. La chiesa non finisce e non muore per gli scandali, la chiesa finisce e muore per l’inconsistenza dei suoi fedeli, dei suoi figli. Dunque come Gesù si è avvicinato a questi due, così oggi la chiesa ci chiede di avvicinarci anche noi agli uomini che vagano in questa generazione in difficoltà, senza capire quello che sta accadendo, anche nei loro fatti personali, non parlo delle grandi cose come la guerra, ma insomma quello che riguarda la loro vita, avvicinarci a loro non per dirgli dove sta la verità o come si fa, ma per consolarli, per dare ragione, come dice la Scrittura, della speranza che è in noi, se noi siamo uomini della speranza. Questa pagina pasquale ci viene incontro in questo tempo proprio per ricordarci quale fu la prassi di quella chiesa, gli uomini scoprivano la resurrezione nella misericordia, nel perdono dei peccati, nella possibilità di sperare, andavano subito a dirlo ad altri uomini e lo dicevano in modo semplice, come oggi la chiesa orientale anche fa: “Cristo è risorto” e gli altri: “E’ veramente risorto”, siamo testimoni entrambi, noi e voi, di un fatto che non riguarda solo il Figlio di Dio, riguarda la nostra vita, la nostra speranza, la nostra fede, tutto quello che noi abbiamo riposto nelle mai di Dio. A questo proposito, in un momento in queste nozze di Cana in cui sta per mancare il vino, il vino buono, in questo matrimonio della chiesa con gli uomini che sembra quasi, alla vista di alcuni o di molti, andare alla deriva, è proprio la Vergine che chiede al suo Figlio di venire in soccorso alla nostra povertà. In quell’acqua delle giare delle nozze di Cana, sciapa, insipida, che è il pensiero di questo mondo di tenebra, grazie all’intercessione della Vergine, può diventare un acqua che scaturisce per la vita eterna, un vino nuovo per festeggiare il tempo che viene finché il Figlio si manifesti e noi possiamo vedere faccia a faccia a chi abbiamo creduto e in chi abbiamo sperato. C’è un aspetto che desidero ricordare tutti gli anni a proposito di questa concezione della Vergine, qua della Madonna della Rivelazione, sapete la Madonna della Rivelazione non è la Madonna dei soli che girano, delle grandi .. la Madonna della Rivelazione ha in mano la Rivelazione, guardala bene, non ti guarda in faccia, non guarda verso l’alto, guarda un po’ a sinistra e in basso, tiene questo Libro che è chiuso, come il Libro sigillato di cui parla l’Apocalisse, vorrebbe aprirlo per la consolazione della chiesa, vorrebbe restituirlo alla conoscenza di tutti, ma forse noi ancora non siamo entrati in questa gratuità, forse noi non abbiamo ancora conosciuto veramente qual è questo dono. Ebbene questa Rivelazione, in greco rivelazione si dice Apocalipsis, questa Rivelazione è per la nostra salvezza, non per la nostra dannazione, è perché noi conosciamo con che amore ci ha amato il Signore in Gesù Cristo, non perché abbiamo paura del Giudizio Universale, la paura non può restare nel nostro cuore insieme alla fede e alla devozione. Dunque la Vergine della Rivelazione oggi, dopo settantasei anni, ancora dice alla chiesa: “Avvicinatevi con umiltà ed io questo Libro pian piano ve lo aprirò ed il mio Figlio che di questo Libro è l’interprete assoluto nello Spirito, vi porterà alla verità tutta intera finché anche le vostre speranze possano compiersi”. Sia lodato Gesù Cristo.