Anniversario dell’apparizione della Santa Vergine alle Tre Fontane.

12 Aprile 2021

Anniversario dell’apparizione della Santa Vergine alle Tre Fontane.

 

LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 28,1-10)

Dopo il sabato, all`alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l`altra Maria andarono a visitare il sepolcro. Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve. Per lo spavento che ebbero di lui le guardie tremarono tramortite. Ma l`angelo disse alle donne: “Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. E` risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: E` risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l`ho detto”. Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l`annunzio ai suoi discepoli. Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: “Salute a voi”. Ed esse, avvicinatesi, gli cinsero i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: “Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno”.

PRIMA LETTURADal Libro dell’Apocalisse(Ap 21,1-5)

Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c`era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono:
“Ecco la dimora di Dio con gli uomini!
Egli dimorerà tra di loro
ed essi saranno suo popolo
ed egli sarà il “Dio-con-loro “. E tergerà ogni lacrima dai loro occhi ;
non ci sarà più la morte,
né lutto, né lamento, né affanno,
perché le cose di prima sono passate”. E Colui che sedeva sul trono disse: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”; e soggiunse: “Scrivi, perché queste parole sono certe e veraci.

Isaia 61,10.11 62,2-3.
Sei tu, o Maria, la città di Dio in cui abita la gioia.. R..

Io gioisco pienamente nel Signore,
la mia anima esulta nel mio Dio,
perché mi ha rivestito delle vesti di salvezza,
mi ha avvolto con il manto della giustizia,
come uno sposo che si cinge il diadema
e come una sposa che si adorna di gioielli. R.

Poiché come la terra produce la vegetazione
e come un giardino fa germogliare i semi,
così il Signore Dio farà germogliare la giustizia
e la lode davanti a tutti i popoli.R.

Allora i popoli vedranno la tua giustizia,
tutti i re la tua gloria;
ti si chiamerà con un nome nuovo
che la bocca del Signore indicherà. 3 Sarai una magnifica corona nella mano del Signore,
un diadema regale nella palma del tuo Dio. R.

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

Dall’Inno Akathistos.

Ave, per Te la gioia risplende;
Ave, per Te il dolore s’estingue.
Ave, salvezza di Adamo caduto;
Ave, riscatto del pianto di Eva.
Ave, Tu vetta sublime a umano intelletto;
Ave, Tu abisso profondo agli occhi degli Angeli.
Ave, in Te fu elevato il trono del Re;
Ave, Tu porti Colui che il tutto sostiene.
Ave, o stella che il Sole precorri;
Ave, o grembo del Dio che s’incarna.
Ave, per Te si rinnova il creato;
Ave, per Te il Creatore è bambino.
Ave, Sposa non sposata!

Trascrizione dell’Omelia.

“Io Giovanni”, diceva la Prima Lettura dell’Apocalisse, “vidi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi”, questa esperienza che fa il veggente nell’isola di Patmos, questo discepolo amato dal Signore, è una esperienza mistica, una esperienza in cui finalmente il cielo si apre, egli può contemplare il progetto di Dio che aveva cominciato a seguire con ingenuità nella sua fanciullezza, fin dalla Galilea, quando faceva il pescatore e vide un giorno quest’uomo, un uomo come tutti gli altri, che tuttavia parlava in un modo diverso. L’aveva seguito, aveva messo la testa sul suo petto, proprio quel giorno in cui Gesù aveva annunciato che, dovendo morire, qualcuno di loro l’avrebbe tradito, una grande confidenza, ma è lo stesso che sotto la croce riceve questo mandato da Gesù, quello di prendere con sé sua Madre, affidandolo, lui e tutta l’umanità dopo di lui, proprio a sua Madre, a Maria, quella Donna che noi oggi stiamo celebrando, stiamo ricordando in questo particolarissimo episodio che è accaduto qua, nel 1947, quando appunto apparve a Bruno Cornacchiola. Noi siamo molto attratti da questi prodigi che sembrano distrarci dalle cose della storia, che sono più difficili, per portarci da qualche parte con la fantasia, solo con la fantasia però. Qualche volta questi prodigi, nella memoria, nella celebrazione di questi prodigi, anche producono la nostra conversione o ci accompagnano alla conversione, spesso però restano prodigi. Sono venticinque anni che celebro questo ricordo qua ed in questi venticinque anni ho visto questo e quello, qualche prodigio l’ho sentito raccontare, ma ho visto tanti prodigi accadere nel cuore delle persone che hanno aperto la mente, la vita a questo messaggio, cioè al messaggio della rivelazione della Vergine, che non è la rivelazione di Maria, ma è quel Libro che porta nelle mani, il Libro della Rivelazione, cioè dell’Apocalisse, quello che abbiamo letto proprio questa mattina nella Prima Lettura. Che cosa dice questa Apocalisse? Come qualche scrittore da quattro soldi che vuol sempre guardare alle cose che andranno male, che fa i libri col mirino .. no, questa Apocalisse dice che il Signore, ieri, oggi e sempre, è con noi, accompagna la nostra vita, ci attende dal giorno che ha chiesto al Padre di spostare il tempo del Giudizio Universale, donando la sua vita al posto della nostra, perché noi possiamo intendere, comprendere, capire, accogliere, questa grazia, questa grande misericordia che ci ha concesso nel farci chiamare figli di Dio, di permetterci di dire a Dio: “Padre nostro”. Di tutta questa vicenda, così meravigliosa, quella che si celebra nel giorno della Pasqua che oggi anche abbiamo ricordato, che in questo tempo celebriamo fino alla Pentecoste, di tutta questa vicenda meravigliosa abbiamo un segno prodigioso, dirà proprio l’Apocalisse: “Un segno grandioso, una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle”, è la chiesa, è la Vergine, è la Vergine e la chiesa in una cosa sola, in una sola presenza, perché dal giorno della pentecoste Maria non abbandonerà mai più il cammino della chiesa fino alla fine. E questa rivelazione che la Vergine porta in mano, è la garanzia che questo progetto si realizzerà, che già ha cominciato a realizzarsi in tutto il tempo dal giorno della Pentecoste e sta andando verso il suo compimento, noi siamo i privilegiati compagni di questo progetto che si sviluppa, che si apre, che va verso il compimento. E siamo chiamati, in questo tempo, a vedere come questo progetto è comprensibile, come il progetto è intelligibile, soprattutto come ci riguarda, come noi possiamo entrare in questo farsi della volontà di Dio, visto che noi lo diciamo tutte le volte, tutti i giorni: “Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra”, Maria ci direbbe: “Ecco, la volontà di Dio sta qui dentro, io sono titubante nel consegnare questo Libro”, guarda un po’ verso sinistra in basso, tenendolo tra le mani, non perché gelosamente non lo voglia far conoscere a nessuno, ma per ricordare a tutti, come dice l’Apocalisse, che questo è un Libro sigillato e dice un inno proprio del Libro dell’Apocalisse: “Chi è degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli? L’Agnello immolato”, allora la Vergine sta a guardarci per dire: “L’Agnello immolato ha dato la vita e il sangue per la tua salvezza, puoi collaborare a questo progetto della redenzione? Puoi anche tu portare il testimone della fede in mezzo agli uomini? Ce la fai a consegnare alla generazione che viene, la speranza che questo Libro sia finalmente aperto per la comprensione di tutti?”. Sia Giovanni, sia il Libro di Ezechiele, il profeta Ezechiele, ci dicono che questo Libro, questo rotolo sigillato, è dolce al palato ma amaro nelle viscere. E che è dolce al palato e amaro nelle viscere anche Maria lo sa: “Una spada ti trafiggerà l’anima”, disse quel giorno Simeone nel momento della presentazione di Gesù al Tempio. E anche noi sappiamo che questo Libro, pur dolce all’ascolto, pur dolce al palato quando pronunciamo i Salmi del Signore, ci è amaro quando ci confrontiamo con le cose della vita. Allora che dirà oggi la Vergine a noi? Dirà: “Io vi consegno questa rivelazione, io vi consegno questa speranza che il Figlio mio ha originato in mezzo agli uomini, chiamandoli fratelli, rendendoli figli di adozione. Io sono la garante di questa discesa dello Spirito, perché c’ero il giorno della Pentecoste, io oggi inauguro una Pentecoste nuova per tutti voi che vi aprite a questa speranza, con questa fede, perché si realizzi la carità di Cristo”. Questo mistero veramente è grande, veramente ci lascia attoniti, oggi tuttavia una carezza dolce ci incoraggia ad andare avanti anche in mezzo alle difficoltà, ce ne sono tante, tante si apriranno, tante le stiamo già vivendo, non è un messaggio di dolore e di costernazione, ma di grande consolazione. Questo messaggio, con tutta la sua dolcezza, lo rivolgo anche a questi nostri amici e desidero che giunga anche al nostro piccolo amico per il quale io oggi ho deciso di celebrare questa Eucarestia, questo ragazzo che viene operato in questo momento, possa la mano della Vergine raggiungerlo e portarlo alla guarigione certa, lo chiediamo a Dio. Sia lodato Gesù Cristo.

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