Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe

Anno Liturgico C
27 Dicembre 2015

Gesù è ritrovato dai genitori nel tempio in mezzo ai dottori

Messa della mattina

LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Alleluia, alleluia.
Apri, Signore, il nostro cuore
e accoglieremo le parole del Figlio tuo.
Alleluia.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,41-52)

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

PRIMA LETTURA – Dal primo libro di Samuèle (1Sam 1,20-22.24-28)

Al finir dell’anno Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuèle, «perché – diceva – al Signore l’ho richiesto». Quando poi Elkanà andò con tutta la famiglia a offrire il sacrificio di ogni anno al Signore e a soddisfare il suo voto, Anna non andò, perché disse al marito: «Non verrò, finché il bambino non sia svezzato e io possa condurlo a vedere il volto del Signore; poi resterà là per sempre».
Dopo averlo svezzato, lo portò con sé, con un giovenco di tre anni, un’efa di farina e un otre di vino, e lo introdusse nel tempio del Signore a Silo: era ancora un fanciullo. Immolato il giovenco, presentarono il fanciullo a Eli e lei disse: «Perdona, mio signore. Per la tua vita, mio signore, io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore. Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho richiesto. Anch’io lascio che il Signore lo richieda: per tutti i giorni della sua vita egli è richiesto per il Signore». E si prostrarono là davanti al Signore.

Dal Salmo 83
R. Beato chi abita nella tua casa, Signore.

Quanto sono amabili le tue dimore,
Signore degli eserciti!
L’anima mia anela
e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente. R.

Beato chi abita nella tua casa:
senza fine canta le tue lodi.
Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio
e ha le tue vie nel suo cuore. R.

Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera,
porgi l’orecchio, Dio di Giacobbe.
Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo,
guarda il volto del tuo consacrato. R.

SECONDA LETTURA – Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (1Gv 3,1-2.21-24)

Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito.
Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

“La Santa Famiglia e le nostre famiglie”
San Giovanni Paolo II (1920-2005), papa
Messaggio del 31 dicembre 2000

Nel clima di gioia che è proprio del Natale, celebriamo oggi la Festa della Santa Famiglia. Dal presepe il nostro sguardo si sposta idealmente sull’umile dimora di Nazaret. Gesù, fattosi nostro fratello, ha voluto passare attraverso l’esperienza della famiglia. Si è così inserito nella prima e fondamentale cellula di aggregazione sociale, dando in tal modo un riconoscimento di validità perenne alla più comune fra le istituzioni umane.
Per noi credenti la famiglia, riflesso della comunione trinitaria, ha come modello quella di Nazaret, al cui interno si è svolta la vicenda umana del Redentore e dei suoi genitori. Pensiamo alle difficoltà che Maria e Giuseppe hanno dovuto affrontare in occasione della nascita di Gesù ; e poi nell’esilio in Egitto, per sfuggire alla persecuzione di Erode.
Guardando quest’oggi a quella Casa santa, il pensiero va alle tante famiglie che, in questi nostri tempi, si trovano in situazioni difficili. Alcune sono segnate da estrema povertà, altre sono costrette a cercare in Paesi stranieri quanto purtroppo manca loro in Patria, altre ancora incontrano al proprio interno seri problemi a causa del rapido mutamento culturale e sociale che talora le sconvolge. Tutto questo mostra quanto sia urgente riscoprire il valore della famiglia ed aiutarla in ogni modo ad essere, come Dio l’ha voluta, ambiente vitale dove ogni bimbo che viene al mondo è accolto fin dal suo concepimento con tenerezza e gratitudine ; luogo dove si respira un clima sereno che favorisce in ogni suo membro un armonioso sviluppo umano e spirituale.

Possa la Santa Famiglia, che oggi veneriamo, ottenere questo dono per ogni nucleo familiare, e lo aiuti ad essere una piccola “chiesa domestica”, scuola di virtù umane e religiose.

TRASCRIZIONE dell’OMELIA

Potrebbe essere veramente complesso celebrare la solennità della Sacra Famiglia in un contesto come il nostro in cui la famiglia non ha più niente di sacro, forse non la tua ma quelle che hai intorno si .. e forse anche un po’ la tua. Allora quando la chiesa ti rimette di fronte l’icona della Sacra Famiglia qual è la tentazione? La tentazione è quella di prenderla come un modello e dire: “Questa è la Sacra Famiglia, come somiglia alla mia?”, che diresti tu? Come somiglia alla tua? Non credo che somigli tanto. Allora quando ti sei accorto che la tua famiglia non somiglia a quella, che cosa fai? Che cosa pensi? Che non ce la farai mai, che non sai come si fa e che: “Ormai diciamocelo, orma è difficile vivere la fede dentro questo mondo!” e così sei un ipocrita, perché attesti che lo Spirito non parla in te e non compie i prodigi per cui è stato mandato, non solo sei un ipocrita ma sei anche un falso testimone, perché chi si avvicina a te per chiederti qualche cosa, saprà tutto di tutto tranne come si vive nella famiglia perché non lo sai. E sai perché non lo sai? Perché non sai neanche come vive quella famiglia che tu hai pensato fosse un modello. Come vive la famiglia di Nazareth? Ci hai mai pensato? Che cos’è la famiglia di Nazareth? Lascia perdere il quadretto che stava sopra il letto di tua nonna, che cos’è la famiglia di Nazareth? Che cosa fa? Allora, facciamo un esempio che forse puoi capire bene, io in televisione guardo una gara, guardo una gara alla fine quando premiano il vincitore, c’è un podio, ci sono tre, primo, secondo e terzo posto, guardo quello che sale sul primo posto maschio o femmina che sia e dico: “Beato lui!”, guardo lui e guardo me e dico: “Ma io dove vado?! Lui si, lei si, che hanno forza, sono arrivati primi ma io non sarò mai così!”, si può fare questo? Lo faresti tu? Ma no, non si può ammirare uno che sta al primo posto e confrontarlo con me, perché? Perché sarei disonesto se lo facessi. Quello perché sta al primo posto? Perché si è allenato, perché si è sacrificato, perché ha saputo come si fa a fare quella gara, perché ha raggiunto quell’obiettivo grazie al fatto che vi ha diretto tutta la sua esistenza. Ma io mi posso misurare con lui se io non ho diretto tutta la mia esistenza in quella direzione? Posso mettermi al pari di costui? Se lo facessi ne uscirei frustrato, allora non lo faccio, ma non lo devo fare, nessuno mi ha chiesto questo .. nessuno ti ha chiesto di confrontarti con la Sacra Famiglia. Se vuoi avvicinarti onestamente a questa icona della Sacra Famiglia semmai guarda quello che fa. Per esempio, tanto per rompere qualche immaginetta che hai per la testa legata hai catechismi di cento anni fa che ancora ti ricordi (non si sa perché), quando Gesù faceva gi uccelletti con la terra e poi li faceva volare, chissà a che serve saperlo a noi questo dai vangeli apocrifi che poi non ci hanno aiutato un granché. Guarda invece il Vangelo che cosa ti dice, hai sentito? Si sono persi Gesù, si sono persi Gesù! Sono andati al Tempio per il pellegrinaggio annuale, sono ripartiti, Maria e Giuseppe e si sono persi Gesù! Quanto sono distanti da te? Hanno fatto il loro culto e si sono dimenticati Gesù, tu dici: “Può essere? Giuseppe e Maria?”, Giuseppe e Maria! Che stava facendo Gesù nel Tempio? Parlava con i dottori. Non faceva lo spocchiosetto nel senso che parlava con i dottori dicendo: “Guardate che ci sono io!”, stava facendo qualcosa che è tipico della vita di ogni ebreo, stava facendo una disputa con questi perché così si fa nell’ebraismo, dunque si stava intrattenendo sulla Scrittura. Luca ce lo racconta per dirci che Gesù aveva imparato la Scrittura, che Gesù aveva imparato la Legge del Signore, non è nato con questa dentro! Allora Gesù non era diverso da noi, vero Dio e vero uomo, ma quando accetta di essere anche vero uomo, accetta di imparare le cose dall’inizio come fanno gli uomini, se non l’avesse accettato sarebbe stato un mezzo dio, un mezzo uomo, non so che cosa. Dunque questo è il quadro, se lo perdono, si mettono a cercare tra i parenti e i conoscenti perché siccome, come noi, avevano dato per scontato che Gesù li avesse seguiti, come te che fai la Comunione esci fuori e Gesù sta con te, lo hai dato per scontato, non te ne sei accorto, non ci hai pensato, ti manca una cosa per capirlo, per sapere cosa vuol dire .. poi lo vediamo. Quando lo incontrano Maria subito dice: “Figlio ma perché ci hai fatto così? Noi eravamo angosciati, ti cercavamo, io e tuo padre eravamo angosciati”, riesci a vedere la Madonna e Giuseppe angosciati? Ma tu sei angosciato! E allora guarda che meraviglia che questo Vangelo metta sul volto di Maria e Giuseppe le stesse cose che provi tu, le stesse difficoltà che porti nel cuore tu. Che cosa risponde Gesù? “Perché mi cercavate?”, non come pensiamo noi “E perché mi ceravate?”, no, “Qual è il motivo vero per cui mi ceravate? Voi lo sapete perché sono qui, sono qui perché la volontà del Padre si manifesti”. Dice Luca che dopo queste cose che Gesù ha risposto a Maria dice: “Ma essi non compresero le sue parole”, “Essi”, di nuovo Maria e Giuseppe, non compresero le sue parole! Che stupore, noi pensavamo sempre che avevano capito tutto “Non compresero le parole di Gesù”, proprio come te! Stai vedendo? Quell’icona che avevi messo non so dove però è scesa fino a te e ti sta dicendo: “Di fronte a questo annunzio io sto come te, capisco e non capisco”, tu che cosa fai? Dici: “Io non capisco, vado a Messa perché lo devo fare”, loro che dicono invece? Lo dice Luca in questo brano: “Partì dunque con loro, tornò a Nazareth e stava a loro sottomesso”, il Verbo fatto carne sta sottomesso a due che sono fatti solo di carne, che cosa fa il Verbo con te? Sta sottomesso a te, quando tu lo ricevi qua nella Parola e nel Pane, viene con te a Nazareth, cioè a casa tua e sta sottomesso a quello che tu deciderai, al tempo che gli darai, agli interessi che avrai e alle relazioni che avrai con gli altri, sottomesso, non si imporrà. E che fanno la Madre e il Padre? Dice Luca: “Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore”, cioè Maria ha visto che il Figlio sta sottomesso alla storia allora lei comincia a sforzarsi di ragionare come ragiona lui: “Serbava nel cuore” oppure “Meditava queste parole”, tipici questi due atteggiamenti della Madre di Gesù, dicono la crescita graduale che Maria fa con il Verbo, per questo noi la sappiamo prima discepola, perchè cresce con lui, in che modo? Meditando, serbando nel cuore, non dimenticando. Allora, siccome stiamo facendo questo parallelo, guarda te, come puoi conoscere questo mistero? Se lo comprendi con la testa? No, perché dice che Maria e Giuseppe non lo compresero, non si comprende il mistero, non c’è bisogno che tu lo capisca, ti è chiesto di viverlo. Se voleva Dio che tu lo capissi non faceva morire Gesù in croce ma lo faceva laureare in sacra teologia, tu andavi a scuola imparavi che cosa voleva Dio e stavi a posto! No, l’ha fatto morire per te perché fosse nascosto dentro la tua vita, cosicché un giorno tu ti sapessi nascosto nella sua. Ha messo la sua divinità a tua disposizione perché tu mettessi la tua umanità a sua disposizione, nel tempo, gradualmente, non comprendendo con la testa ma accogliendo nella vita questo annuncio finché .. fino a che cosa dice Luca? “Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini”, sta dicendo Luca che il progetto di Dio che è il suo Verbo, entrato nella storia, cresce nel cuore della vita degli uomini in sapienza e grazia davanti a Dio, perché questo è il suo progetto e davanti agli uomini, perché gli uomini che lo guardano vedono in lui la loro stessa umanità finalmente portata all’altezza dell’amore di Dio. Allora dimmi adesso che questo paragone che prima ritenevi impossibile, quello del confronto del vincitore che sta sul podio che ti sembrava irraggiungibile, guarda adesso se invece non è raggiungibile. Certo che è raggiungibile! Non ti è chiesto oggi di essere uguale alla famiglia di Nazareth, questo te lo chiede il demonio, ti dice: “Tu, qual è la tua famiglia? È uguale a quella di Nazareth? No? Allora vai via, sei scartato, non vali niente”, non è così, non te lo ha chiesto Dio questo! Dio ti ha chiesto: “Prenditi questa parola, guarda queste modalità, sono semplici, le hanno praticate anche Maria e Giuseppe che come vedi si perdono il Figlio, non capiscono quello che dice, non sanno neanche come relazionarsi con lui, come te, prendi questa logica e gradualmente falla crescere. Chi crescerà? Crescerai tu e il Figlio di Dio che è in te, crescerà la tu consapevolezza di essere amato e crescerà l’amore di Dio che si manifesterà in te attraverso questo dono come diceva questa Lettera di San Giovanni che abbiamo letto: “Da questo noi sappiamo che Dio dimora in noi, dallo Spirito che ci ha dato” e come ti accorgi che è in noi questo Spirito? Perché ti aiuterà, ti aiuterà proprio a meditare questo annuncio, a serbare questa parola e a riformulare tutte le tue relazioni dentro la tua famiglia. Vedi, noi abbiamo festeggiato il Natale che è l’incarnazione del Verbo, oggi questa solennità ci direbbe: “Si è incarnato il Verbo di Dio?” tu dirai: “Si, abbiamo celebrato il Natale”, “Bene, dove si incarna questo Verbo di Dio? In chiesa?”, amico, no, per carità si incarnerà anche in chiesa, ma noi non siamo pagani che il culto sta solo dentro i luoghi sacri, se si incarna si incarna nella vita! Ieri ho fatto un esempio che mi è sembrato molto calzante e molto semplice, quello del biglietto dell’autobus, se tu hai un biglietto dell’autobus dentro il portafoglio, valido, giusto? Se non è bucato è valido. Quando te ne accorgi che è valido? Quando prendi l’autobus. Se te lo tieni dentro al portafoglio quello dopo tre, quattro anni scade, aumenta il prezzo e tu con quello non ci fai niente, capisci? Così è questa parola, quand’è che tu ti accorgi che è valida e porta il frutto? Nella vita, quando riprendi l’autobus, quando rientri nella storia e la vivi, ti fidi e la fai vivere in te e la fai vivere nelle relazioni. Guarda, questo mondo ha bisogno di questo, i tuoi figli li hai fatti crescere con le cose migliori da mangiare ma con le cose migliori scartate per sapere, per conoscere, li hai messi al riparo da Dio perché ne avevi paura, questa impressione l’hai affidata ad altri che non conoscevano Dio, generazioni e generazioni di catechisti che non sapevano neanche che cos’è la Santissima Trinità, l’hai affidata ad altri! Mica avresti affidato ad altri la loro nutrizione e le altre cose, no, di quelle te ne sei occupato tu, hai guardato tutte le allergie che potevano avere e ne hai create di nuove ma purtroppo sulle cose di Dio i tuoi figli sono abbastanza allergici, così allergici da essere diventati immuni alla grazia, incapaci di riceverla, non te lo dico per colpevolizzarti ma se questo mondo non si guarda su queste cose noi non ne usciamo, non ne usciamo! Tu pensavi che fosse difficile? Ti ho dimostrato che è semplice, che è alla tua portata. Riparti da qua, se sei madre, se sei nonno, se sei zia, se sei qualche cosa, ricostruisci strutture salvifiche dentro la tua famiglia, ricostruisci sentieri vivibili perché la scuola lo nega ampiamente, è così rispettosa verso tutto che non ha più rispetto verso di te e quello che credi, così lo stato, così tutte le cose pubbliche che sono ormai contrarie all’incarnazione del Verbo, non per i crocifissi e i presepi certamente, chiaro? Riparti da te, medita questa parole, falle germogliare, se ne accorgeranno tutti e l’evangelizzazione ricomincerà a crescere, Cristo in noi ricomincerà a crescere in sapienza e grazia finché il suo corpo sia giunto al suo compimento.

Sia lodato Gesù Cristo.

Messa Vespertina

 

TRASCRIZIONE dell’OMELIA (Messa Vespertina)

Ci è cara questa icona della Sacra Famiglia perché fa parte anche un po’ della nostra memoria affettiva fin dall’infanzia, perché anche per noi forse, adesso sicuramente no, è stata un modello di riferimento e pensavamo che noi avremmo potuto o dovuto formare la nostra famiglia sul modello della famiglia di Nazareth. Qual è il problema? Il problema è che avevamo un’idea della famiglia di Nazareth un po’ romantica, quella un pò che sta sul quadretto sopra il letto di tua nonna, c’era questo presiepietto che si illuminava anche la notte con Gesù, Giuseppe e Maria, una bella famiglia quasi americana … e quando ci siamo liberati di tutti questi orpelli della fede e sul letto abbiamo appeso altre cose, la prima a sparire è stata lei. Ma perché è stata lei? Perché nel frattempo anche sotto la spalliera del letto erano cambiate le cose, sono cambiate le cose, la famiglia non può essere più quella là sopra perché non è più quella là sotto. Allora abbiamo detto: “Non può essere un modello per noi la togliamo” e quale può essere il modello per noi? Non si sa più. Ora la chiesa ce la rimette davanti e che fare? Tornare nostalgicamente all’idea della famiglia così come ce l’eravamo immaginata al catechismo da bambini oppure riformulare questa relazione della Sacra Famiglia a partire da quello che la Scrittura ci racconta di questo mistero grande che è l’incarnazione del Verbo nella storia e dunque nella storia degli uomini e dunque nella storia della relazione degli uomini, questo è importante. Se il Verbo si incarna tu lo devi vedere incarnato dentro le relazioni che vivi, se non lo vedi incarnato là che ti importa di sapere dove si è incarnato? Non ha senso, no? Adesso andiamo a rivedere questo tracciato che è il tracciato di Luca. Luca quando racconta questi fatti li racconta con uno scopo ben preciso che scopriremo anche insieme, è molto semplice scoprirlo basta mettere da parte tutto quell’immaginario che non ha niente a che fare con la parola, vediamo se insieme possiamo capirlo. Innanzi tutto alcuni elementi che dicono il tempo in cui tutte queste cose sono accadute, Gesù ha dodici anni si avviano a Gerusalemme per il pellegrinaggio annuale e probabilmente si apre a dodici anni per Gesù il momento in cui può fare la sua Bar Mitzva cioè il suo ingresso nell’ebraismo, il momento in cui i bambini ebrei si caricano del dolce peso della Legge, allora possono indossare il mantello e i filatteri e cominciare a pregare secondo le prescrizioni della Legge. Per farlo devono incontrare degli anziani, probabilmente nel Tempio o nella sinagoga e con loro parlare di alcuni brani della Scrittura, cantare un inno e poi insieme interrogarsi come è uso presso gli ebrei e questo probabilmente accade quando arrivano a Gerusalemme e vanno nel Tempio. Ma succede un fatto incredibile, quando ripartono da Gerusalemme Giuseppe e Maria per tornarsene al nord del paese, a Nazareth, dove abitavano, si girano un attimo: “Ma l’hai preso tu?”, “No”, “L’hai preso tu?”, “No”, “Chi l’ha preso?”, non si sa, non c’è, si sono persi Gesù e te lo racconta un evangelista … queste cose non si dovrebbero … Giuseppe e Maria si sono persi Gesù! Guarda che Luca quando lo racconta lo sa, che tu che ascolti, sei uno che se lo perde Gesù, sei uno che se lo perde in molte occasioni, in molte circostanze anche della vita familiare, lo lascia da una parte, lo lascia al Tempio, lo lascia qua dentro, lo lascia dentro il recinto del sacro, dentro quello che noi da pagani pensiamo sia il luogo del culto, non lo porta nella storia. Ma che paradosso, tu Verbo di Dio ti incarni nella storia e noi ti lasciamo qua dentro che non è neanche tanto bello, tra l’altro, non ti portiamo fuori, nella storia, noi pensiamo alla Sacra Famiglia, Maria Giuseppe e il Bambino Gesù e poi entriamo nella nostra famiglia che non è sacra e l’abbiamo lasciato in chiesa lui? Come vedi la parola parla di te e la tua vita è specchio di quello che la parola contiene, quindi non aver paura, la tua famiglia non somiglia alla Sacra Famiglia ma somiglia alla Sacra Famiglia non quella che pensavi tu, ma a quella che è. Andiamo avanti. Ad un certo punto dopo aver cercato tra i parenti dove stava, finalmente lo incontrano e Maria dice a Gesù: “Figlio perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre ed io angosciati ti cercavamo”, la Madonna e Giuseppe angosciati? Lo sai tu cos’è l’angoscia? Lo sai? Magari quando hai perso qualcosa che ti era caro, qualcuno che ti era caro? Sai cos’è l’angoscia e come se lo sai. Allora anche qua la parola entra dentro la piega del tuo dolore, della tua sofferenza, entra nella tua preghiera quando ti rivolgi al Signore e dici: “Signore ti ho ritrovato ma ero angosciato finora, perché non sapevo dov’eri, non ti trovavo più, non ti vedevo più” e Gesù: “Perché mi cercavate?” che non vuol dire: “E perché mi cercavate?”, non è così, sta dicendo: “Perché mi cercavate? Sai mamma qual è il motivo di questa ricerca, lo sai? Lo sai che devo fare la volontà del Padre mio?”, secondo te lo sapeva Maria si o no? Non lo sapeva, se lo avesse saputo non gli avrebbe detto questo, chiaro, no? Infatti guardate cosa dice Luca: “Non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio?” dice Luca: “Ma essi non compresero le sue parole”, segno che Maria e Giuseppe stanno proprio come stai tu adesso, Gesù dice qual’è il suo compito nel mondo, fare la volontà del Padre e loro non lo comprendono, se ne tornano a Nazareth e dice Luca: “Maria serba nel suo cuore queste parole”. Bene, torniamo a noi, ci siamo? Forse per la prima volta la Sacra Famiglia non ci ha messo in difficoltà, non ci ha giudicati, non ci ha messi nelle condizioni di dire: “Sarebbe bello ma invece …”, no, la Sacra Famiglia si è avvicinata così tanto al nostro dramma da interpretare perfino la nostra angoscia, non abbiamo trovato il Signore siamo rimasti soli ci siamo angosciati perché abbiamo avuto paura. Abbiamo però cominciato a comprendere che se la parola di Dio viene nella nostra vita, non produrrà oggi ciò per cui è stata mandata, lo produrrà certamente ma al tempo opportuno, quando al posto dell’angoscia noi avremo sostituito che cosa? L’attesa e la speranza che sono la stessa cosa. Allora la parola si incarna, non si incarna ancora nel senso non diventa un fatto già credibile ma entra in qualche modo nella nostra vita, tu mi dirai: “Come ci entra?”, come è entrata in Maria, come è entrata in Maria? Ce lo dice Luca: “La serbava nel suo cuore”, cioè la meditava, la ruminava, come ti pare, ma la portava dentro, dice: “Che cos’avrà voluto dire? “Dovrà fare la volontà del Padre, si, l’ha detto pure l’arcangelo Gabriele, che cosa vorrà dire?” che Maria cresce con Gesù come dice Luca: “Gesù cresceva in sapienza età e grazia davanti a Dio e agli uomini”, così Maria cresce con Gesù in sapienza e grazia davanti a Dio e agli uomini, il prodotto di questo cammino è quello che tu oggi veneri, la Vergine Maria, la Sacra Famigli se vuoi, veneri questo cammino al termine della sua crescita, nel momento in cui avendo capito gradualmente le parole che vengono da Dio è entrata nel mistero Pasquale anche lei insieme al Figlio, passeranno ventuno anni idealmente dopo questi fatti, Maria si è fatto questo catechismo di ventuno anni, va con Gesù a Gerusalemme di nuovo, lo vede flagellare, condannare e morire in croce, lei è là stavolta non si domanda: “Dove sei? Ti cercavamo”, questa volta ha compreso che quella volontà, inaugurata in questo giorno, si compie sulla croce e poi nella resurrezione, noi lo sappiamo che di tutti quelli che stavano a Gerusalemme insieme a Gesù nel periodo del Triduo Pasquale, solo lei lo sapeva come sarebbe andata a finire, solo lei. Perché? Perché con lui aveva camminato, era cresciuta in sapienza e grazia, tutti pensavano che la storia finiva in croce, lei sapeva che l’annuncio della resurrezione si sarebbe prodotto come un fatto vero, autentico e così è accaduto al terzo giorno. Chi ci sarà con gli apostoli nel momento in cui tutto questo sarà chiaro a tutti? Maria nel giorno della Pentecoste. Allora hai capito? La Sacra Famiglia o se vuoi la tua famiglia, è chiamata ad entrare nel Triduo Pasquale, è chiamata ad entrarci dopo una catechesi, cioè una preghiera, una ricerca, che dura tutta l’esistenza, che passa attraverso i momenti di angoscia, quelli che vivi tu oggi, i momenti in cui non capisci perché tua nuora ha lasciato tuo figlio, insomma, per quale motivo le cose sono andate in un modo diverso da quello che tu speravi, oggi se venisse uno a consolarti, a dirti: “Ma no, vedrai andrà tutto bene”, tu diresti: “Ma non venirmelo a dire, ma che mi importa, io oggi soffro, io oggi ho l’angoscia”, la parola ti dice: “Bene, tienitela questa angoscia, nessuno te la leva, però comincia a sperare”, finché questa parola non diventi un fatto, non si incarni davvero nella tua storia e tu possa stare davanti alla croce sapendo che c’è una resurrezione dalla morte. Oggi ne hai ancora paura, domani ne sarai testimone davanti agli uomini e davanti a Dio. Vedi amico, tu hai detto in cuor tuo: “Troppo difficile la parola di Dio” e sei stato un ipocrita, perché l’hai visto non è difficile la parola di Dio, forse ti serve una chiave per entrarci, bene, cercala come Maria e Giuseppe hanno cercato Gesù, cercala questa chiave e quando arriva, comincia ad aprire gli scrigni di queste parole, vedi come vi risieda lo Spirito del Signore, come queste parole dicano della tua storia, associa la tua storia a quella del Signore e con questa unione tu entrerai nel Regno, così come Gesù te lo vuole dare. Noi per questo camminiamo e di fronte alle tenebre del mondo e alle cose che accadono, noi per questo manteniamo la speranza, finché non sia compiuto per noi l’uomo perfetto nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo, lo Spirito di Dio ti porti fino a questa vetta.

Sia lodato Gesù Cristo.

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