Maria Santissima Madre di Dio

01 Gennaio 2024

I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino.(Messa del mattino e della sera)

 

MESSA DEL GIORNO – LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,16-21)

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

PRIMA LETTURADal libro dei Numeri(Nm 6, 22-27)

Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo:
“Così benedirete gli Israeliti: direte loro:
Ti benedica il Signore
e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto
e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto
e ti conceda pace”.
Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».

Salmo 66 (67) .
Dio abbia pietà di noi e ci benedica. R..

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti. R

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra. R.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.R.

SECONDA LETTURA . Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati(Gal 4,4-7)

Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli.
E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: «Abbà! Padre!».
Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

“Il Verbo ha assunto da Maria la natura umana”.
Dalle «Lettere» di sant’Atanasio, vescovo

Il Verbo di Dio, come dice l’Apostolo, «della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli» (Eb 2, 16. 17) e prendere un corpo simile al nostro. Per questo Maria ebbe la sua esistenza nel mondo, perché da lei Cristo prendesse questo corpo e lo offrisse, in quanto suo, per noi.
Perciò la Scrittura quando parla della nascita del Cristo dice: «Lo avvolse in fasce» (Lc 2, 7). Per questo fu detto beato il seno da cui prese il latte. Quando la madre diede alla luce il Salvatore, egli fu offerto in sacrificio.
Gabriele aveva dato l’annunzio a Maria con cautela e delicatezza. Però non le disse semplicemente «colui che nascerà in te», perché non si pensasse a un corpo estraneo a lei, ma: «da te» (cfr. Lc 1, 35), perché si sapesse che colui che ella dava al mondo aveva origine proprio da lei.
Il Verbo, assunto in sé ciò che era nostro, lo offrì in sacrificio e lo distrusse con la morte. Poi rivestì noi della sua condizione, secondo quanto dice l’Apostolo: «Bisogna che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e che questo corpo mortale si vesta di immortalità» (cfr. 1 Cor 15, 53).
Tuttavia ciò non è certo un mito, come alcuni vanno dicendo. Lungi da noi un tale pensiero. Il nostro Salvatore fu veramente uomo e da ciò venne la salvezza di tutta l’umanità. In nessuna maniera la nostra salvezza si può dire fittizia. Egli salvò tutto l’uomo, corpo e anima. La salvezza si è realizzata nello stesso Verbo.
Veramente umana era la natura che nacque da Maria, secondo le Scritture, e reale, cioè umano, era il corpo del Signore; vero, perché del tutto identico al nostro; infatti Maria è nostra sorella poiché tutti abbiamo origine in Adamo.
Ciò che leggiamo in Giovanni «il Verbo si fece carne» (Gv 1, 14), ha dunque questo significato, poiché si interpreta come altre parole simili.
Sta scritto infatti in Paolo: «Cristo per noi divenne lui stesso maledizione» (cfr. Gal 3, 13). L’uomo in questa intima unione del Verbo ricevette una ricchezza enorme: dalla condizione di mortalità divenne immortale; mentre era legato alla vita fisica, divenne partecipe dello Spirito; anche se fatto di terra, è entrato nel regno del cielo.
Benché il Verbo abbia preso un corpo mortale da Maria, la Trinità è rimasta in se stessa qual era, senza sorta di aggiunte o sottrazioni. E’ rimasta assoluta perfezione: Trinità e unica divinità. E così nella Chiesa si proclama un solo Dio nel Padre e nel Verbo.

Trascrizione dell’Omelia.

All’inizio della storia della chiesa, quando i cristiani cominciano a riflettere sulla complessità della teologia nascente sulla realtà del Cristo, comincia a sorgere anche qualche problema. Cioè se il Cristo fosse uomo e Dio confusamente, o meglio, se la natura divina e la natura umana avessero un rapporto quasi di commistione, oppure se fossero completamente separate per cui una volta è Dio, una volta è uomo, sapete è un problema nato nei primissimi secoli del cristianesimo ma tanto è anche nella nostra testa, pure per noi il Figlio di Dio, Gesù, certe volte è Dio, certe volte è uomo a seconda di come ci fa comodo. Beh, questo problema ha suscitato la volontà dei padri conciliari, di determinare un modo per vedere, per capire, come queste due nature fossero in relazione. Da cosa partivano? Partivano dall’idea che Dio è un Essere relazionale e che l’uomo, che è fatto a sua immagine e somiglianza, è un essere relazionale. Tu questo lo capisci, no? Tu sei, hai bisogno di relazioni, ma non bisogno, ti è connaturale la relazione, anche se una persona la detesti quando la vedi almeno gli dici buongiorno e questo attesta già una relazione. Ma quando tu parli di te, della tua identità la dici sempre in relazione, anche se dicessi solo il tuo cognome diresti la relazione con la tua famiglia o la tua lingua, il tuo modo di parlare, tradirebbe una provenienza, un’appartenenza, insomma chi capisce che è in relazione, sa che chi l’ha fatto deve essere Uno in relazione. E così la chiesa lo ha pensato e così Paolo lo ha annunciato, così gli evangelisti, come Dio che è Padre, è Figlio e Spirito Santo, così lo abbiamo recepito. Dunque se Dio è in relazione, anche il Figlio di Dio deve vivere in Sé una relazione in qualche modo esemplare per noi, perché non ci sentissimo solo di carne, solo uomini. Facciamo subito degli esempi, se tu fossi solo di carne, solo di materia, che sarebbe della tua vita? Beh ancora un altro po’, tanto, tanto .. poi alla fine .. voi morite? Io non lo so, voi? Ah ecco, vi vedo perplessi stamattina ..cominciare il primo dell’anno con questi pensieri sulla morte dirai no?? va bene, tocca ferro se vuoi.. Bene, se noi fossimo di sola materia, molte cose che riguardano la nostra vita non si capirebbero, non si spiegherebbero, soprattutto la speranza di qualcosa che ecceda rispetto alla nostra vita e questa speranza, declinata in un modo o nell’altro, tu puoi dire pure che sei miscredente, agnostico, quello che vuoi, ma questo desiderio di superarti e di superare la condizione in cui tu vivi in questo momento, ce l’hai. Appare come un desiderio di vita eterna, insomma come qualcosa che ti spinge a pensare oltre, questo il tuo cagnolino a casa non lo pensa, neanche il gatto che gira per la chiesa lo pensa, tu lo pensi! Lo pensi perché sei in relazione con i tuoi pensieri, lo pensi perché sei in relazione con gli altri e anche con quelli che non sono più, anche con quelli che sono morti, tu ti senti in relazione, capisci? Allora capisci che questa relazione in te non ti separa, non ti divide ma coabita con te. Quando guardi al Figlio di Dio non puoi credere che in lui non ci sia questa percezione di essere anche lui in relazione. Ora, te lo immagini se il Figlio di Dio fosse, come qualche volta abbiamo pensato, una volta Dio e una volta uomo? Tu dici: “Perché dici così?”, perché al Getsemani cos’era Dio o uomo? Quando ha detto al Padre: “Allontana da me questo calice” era uomo? Non era Dio? Il Figlio di Dio è sempre Dio e sempre Uomo! Cristiano non te lo dimenticare, non te lo dimenticare! Le sue nature sono distinte ma non sono separate così che Lui una volta ha paura e una volta invece cammina sulle acque. Non è così, se fosse così anche tu saresti scisso, saresti diviso, dovresti mettere le tue speranza, come dicono gli atei, le tue speranze in un cassetto e dire: “Ma queste sono proiezioni e poi la vita, la vita è quello che conta”, no, Lui è sempre Dio e Uomo nello stesso momento, solo che queste nature non sono separate, non sono in contrapposizione, sono in una continuo colloquio come quello degli oranti che nella preghiera hanno scoperto di mantenere un colloquio con Dio costante, un colloquio che ha la personalità dello Spirito Santo, non come preghiere e parole che si perdono, quelle sono umane, no, come una relazione con Dio che permane, che è vera, è autentica, che è vitale, che è personale. Allora, proprio perché questo fosse chiaro a tutti, i padri conciliari decisero di definire una modalità chiara a tutti, per dire che nel Figlio di Dio le due nature coesistono sempre, in relazione, non in opposizione, non in alternanza e per farlo hanno pensato ad un’immagine semplice, il discorso è complesso lo vedi anche tu, è complesso, è un po’ difficile pensare a queste cose, ma perché fosse chiaro a tutti hanno pensato ad un’immagine comprensibile a tutti, quale? La Vergine Maria. Non è la Madre di Gesù, lo sarebbe se Gesù fosse una volta Dio una volta uomo, allora sarebbe divinamente figlio del Padre e umanamente figlio di Maria, è così? No. Maria diventa così la Theotokos, cioè la Madre di Dio, un paradosso incredibile, tutti i materialisti del mondo ci direbbero: “Ma come può essere una donna la Madre di Dio?”, allora perché questo sia più chiaro anche per te e sia per te un invito, l’evangelista Luca ce lo dice in due parole, dice: “Tutti si stupivano delle cose dette loro dai pastori su questo bambino che era nato … Maria da parte sua, custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore”, dove aveva imparato a farlo? Aveva imparato a farlo quando tutti si sarebbero stupiti nell’udire che lei aveva ricevuto dall’arcangelo Gabriele l’annuncio di diventare la Madre del Figlio di Dio, se l’avesse detto si sarebbero stupiti, forse l’avrebbero condannata, forse l’avrebbero lapidata chissà, eppure lei imparò da quel giorno a custodire quello che non capiva, a meditare quello che non le era ancora chiaro. Questo procedimento le ha permesso, nel corso della sua esistenza, di conoscere il progetto di Dio nella carne del Figlio, di seguire la volontà di Dio ed esserle obbediente essendo obbediente alle necessità del suo Figlio. Come tu madre, chiunque sia, sei stata obbediente alle necessità del figlio che hai portato in grembo quando eri incinta e quando l’hai visto nascere l’hai fatto crescere, svezzato, etc., anche là hai visto come si fa a veder crescere l’impossibile, a veder diventare uomo quello che non era niente. Allora che apprendiamo noi da questo? Che se anche noi avessimo un dubbio sulla presenza della divinità in noi, sul fatto che il corpo di Cristo possa in noi abitare e illuminare tutti i nostri pensieri, il nostro cuore, le nostre scelte, se noi avessimo anche questo dubbio, potremmo mantenerlo custodendolo dentro la nostra vita e guardando di volta in volta se nella relazione con l’altro, se nel sostenere una difficoltà, se nell’incontrare un problema che ci mette paura, questa realtà in noi non possa dire qualcosa che ci sostenga, non possa fare un sospiro che ci ridia coraggio, non ci possa mostrare la presenza dello Spirito come una roccia su cui fondare la nostra speranza. La Madre di Dio è anche Madre della Chiesa perché chiunque qua è Madre di Dio, chiunque è chiamato ad esserlo, è una vocazione per tutti, prendi queste parole, conservale presso di te, meditale nella preghiera e sei Madre di Dio. Quando? Quando senza accorgertene, una volta che incontrerai il mondo, non parlerai più come parlava il tuo pensiero carnale, non odierai più come faceva la tua anima oppressa, ma guarderai il mondo con misericordia, guarderai il mondo abbracciandolo, perdonandolo, allora là non solo lo gesterai il Figlio di Dio ma lo partorirai, anche tu sarai come Lei, Madre di Dio, questo ci rende simili a Lei e non altro. Sia lodato Gesù Cristo.

Messa della sera

Trascrizione dell’Omelia.

Sul portale di questo Vangelo, perché noi potessimo comprenderne il senso, il significato, c’è una scritta tratta dalla Lettera agli Ebrei, è il primo versetto della Lettera agli Ebrei, che dice: “Molte volte e in diversi modi Dio ha parlato ai nostri padri per mezzo dei profeti, ma adesso ha parlato a noi per mezzo del Figlio” che dirà in seguito: “Lui che è splendore della sua gloria e impronta della sua sostanza”, dunque l’argomento di cui stiamo trattando, prima ancora di arrivare a comprendere che cos’è la divina maternità della Vergine, l’argomento che stiamo trattando è la persona del Cristo. Nei primi secoli della chiesa una diatriba nasce tra i credenti: “Ma quest’uomo è uomo, è Dio, è uomo e Dio, è un Dio mascherato da uomo però poi torna Dio, insomma chi è? Che rapporto c’è tra la carne di costui e la sua natura divina?”. Ora a noi questo potrebbe anche sembrare un argomento ozioso, oppure troppo difficile, troppo lontano, però ha una grande importanza, per questo un concilio all’inizio della storia della chiesa, ha desiderato sancire il rapporto tra le due nature, vuoi sapere perché? Al Getsemani, hai presente no? La preghiera al Getsemani, Gesù là in quel momento è Dio o uomo? Uomo? E dove è andato Dio? Capisci? Se tu pensi che in quel momento ha prevalso l’umanità del Figlio di Dio a detrimento della divinità, il rapporto tra divinità e umanità non c’è più. E se non c’è più, dimmi, la sua passione, morte e resurrezione, che cosa guadagnerà della tua vita, i tuoi pensieri, i tuoi sentimenti, le tue preghiere, qualche cosa di evanescente oppure il tuo corpo? Non dici tu che credi nella resurrezione della carne? Come fai a credere nella resurrezione della carne se separi la carne dallo Spirito? La natura umana dalla natura divina non sono mai separate. Un concilio fu fatto proprio per chiarire che natura umana del Verbo e natura divina coesistono sempre, non in certi momenti Gesù è uomo ed in altri momenti Gesù è Dio, scordatelo, questo è un pensiero nostro perché noi siamo così, la nostra vita è così, il peccato ci ha separati dentro, ci ha divisi, allora noi che facciamo? Una volta siamo in alto, una volta in basso, una volta facciamo le preghiere, altre volte facciamo i peccati, a volte è così, a volte è colà, ma non è così la natura di Dio. A quelli che vanno da Gesù a dirgli: “Maestro, come dobbiamo comportarci nel caso del divorzio?”, “Che sta scritto nella Legge”, “Mosè ha detto che possiamo dare il libretto di divorzio alla moglie e ripudiarla”, “Per la vostra durezza, cioè per il vostro peccato, Mosè vi ha dato questa legge ma in principio non era così”, in principio Dio creò l’uomo a immagine e somiglianza, come lo creò? Maschio, femmina? Lo creò come un essere in relazione e tu questo lo sai, perché? Perché tu sei in relazione, è inscindibile la relazione dalla tua vita, anche se vivessi come un orso dentro una caverna, sentiresti il bisogno di percepirti, di percepire, di relazionarti, magari parleresti con le nuvole ma parleresti. E se tu sei uno che non può fare a meno della relazione, vuol dire che hai una memoria, un ricordo del Dio che ti ha creato e nel quale la relazione è viva, oggi sai anche perché, tra le Persone divine, non sono confuse, non sono mischiate, non sono in opposizione, sono in una relazione mirabile che tutta la rivelazione del Vangelo ci fa conoscere e anche nelle Lettere. Come si faceva a spiegare questa cosa? Anche tu oggi fai fatica a capirla: “Ma insomma stasera con questo freddo, la natura divina, la natura umana, ma come sono difficili questi concetti”, allora la chiesa ha detto: “Siccome tu non ce la fai a capirlo sempre ma desideri però vedere questa relazione, questo rapporto, per poterti fidare totalmente, per non dover dire a Dio: “E’, oggi sono stato uomo e domani non ce la farò a diventare Dio” e Dio dice: “Ma come? Io ti ho messo dentro il mio Spirito, qualcosa che appartiene a me, il divino c’è già in te, non te ne sei accorto?”, perché tu non entrassi in imbarazzo, la chiesa ha penato a un modo, un modo giusto, equo, adeguato, autentico, non è che se l’è inventato, ha detto: “Bene, perché le due nature appaiano nella loro autenticità come due realtà che si relazionano, non diremo più: “La Madre del Cristo”, ma: “La Madre di Dio, cioè dell’Uomo Dio Gesù Cristo”. Era un’espressione forte dire che una donna come noi era la Madre di Dio, così forte che noi abbiamo detto: “Bene, allora se è la Madre di Dio, facciamo così, facciamola diventare dea pure lei, così almeno stiamo apposto, noi rimaniamo sotto, lei sta sopra con Dio”, no! Lei invece porta la nostra carne come luogo della manifestazione di questa divinità, sai che vuol dire per te? Vuol dire che tu, Pinco Pallino chi sei, con i fatti tuoi, con le tue .. Tu sei il luogo della manifestazione di Dio e se non te ne sei ancora accorto, lascia che lo Spirito te lo spieghi e se ancora non ti è stata data l’occasione perché tu viva come uno che manifesta la gloria di Dio, preparati a farlo, perché Dio ha scelto per te in quale modo tu darai gloria al suo Nome davanti agli altri, per questo sei stato battezzato, per questo, mica per farti fare i regali, le medagliette d’oro dai padrini che i ladri hanno rubato. Allora tu dirai: “Mamma mia, è bella questa cosa ma la Madonna ci è riuscita, io come potrei fare? Come potrei accogliere una parola dell’angelo che mi dice: “Nulla è impossibile a Dio” e crederci? E dire: “Si, veramente, nulla è impossibile”, quale logica potrei usare?”, allora il Vangelo di Luca ti dice, dopo che questi pastori avevano sentito queste cose: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli”, avevano visto il Bambino, raccontavano a tutti quello che non avevano capito, dice Luca: “Maria da parte sua, da una parte, custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore”. Aveva fatto così con l’angelo, non aveva capito niente dell’angelo, ma aveva accolto la parola dell’angelo, aveva creduto che: “Nulla è impossibile a Dio” e ha atteso, era andata da Elisabetta a vedere che tutte le cose stavano come aveva detto l’angelo e poi ha atteso. Quanto ha atteso? Nove mesi ha atteso, un’attesa credibile, quella di ogni parto, di ogni gestazione, e tu quanto vorrai aspettare? La tua vita, dice il Salmo: “Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore” cioè: “Vedremo Dio nella nostra vita”. Dunque una gestazione possibile per te, come viverla? Ascolti le parole, non le capisci, le vedi un po’ così, però le prendi e te le porti con te, tra un po’ ti nutri del corpo di Cristo, del corpo di Cristo, di un pegno che è divino, non entrerebbe nella tua vita se non ci fosse in te una, passami il termine, “mangiatoia divina”, cioè un luogo che Dio si è scelto per porvi la presenza del suo Figlio. Allora tu custodisci questa verità, non la capisci, sta tranquillo, va’ pure fuori, vivi la tua gestazione della parola fuori da questo luogo e aspetta, perché lo Spirito Santo, che ha la regia di tutte le cose, farà incontrare un fatto e questa parola, ti metterà nelle condizioni di vederla con i tuoi occhi, di chiederla a Dio, di auspicarla da Dio come una grazia e allora questo incontro produrrà la salvezza e sarà la salvezza tua e del tuo nemico, e sarà la salvezza dei tuoi e di quelli che vengono contro di te per ucciderti, e sarà la salvezza del mondo, perché su questa logica è fondata la sapienza di Dio. E sii grato al Signore che volendo dire tutte queste cose, non ha usato più né profeti né … ma è venuto a te con il volto di un Uomo, un Uomo Dio beninteso, non te ne dimenticare mai! Sia lodato Gesù Cristo.

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