Domenica di Pentecoste.

Anno Liturgico C
08 Giugno 2025

Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa.(Messa del mattino e della sera.)

 

MESSA DEL GIORNO – LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,15-16.23b-26)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

PRIMA LETTURADagli Atti degli Apostoli (At 2,1-11)

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

Parola di Dio.

Dal Salmo 103 (104) .
Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra. R..

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature. R

Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra. R.

Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore. R.

SECONDA LETTURA Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 8,8-17)

Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio.
E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

“La missione dello Spirito Santo”.

Dal trattato «Contro le eresie» di sant’Ireneo, vescovo

Il Signore, concedendo ai discepoli il potere di far nascere gli uomini in Dio, diceva loro: «Andate, ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28, 19).
È questo lo Spirito che, per mezzo dei profeti, il Signore promise di effondere negli ultimi tempi sui suoi servi e sulle sue serve, perché ricevessero il dono della profezia. Perciò esso discese anche sul Figlio di Dio, divenuto figlio dell’uomo, abituandosi con lui a dimorare nel genere umano, a riposare tra gli uomini e ad abitare nelle creature di Dio, operando in essi la volontà del Padre e rinnovandoli dall’uomo vecchio alla novità di Cristo.
Luca narra che questo Spirito, dopo l’ascensione del Signore, venne sui discepoli nella Pentecoste con la volontà e il potere di introdurre tutte le nazioni alla vita e alla rivelazione del Nuovo Testamento. Sarebbero così diventate un mirabile coro per intonare l’inno di lode a Dio in perfetto accordo, perché lo Spirito Santo avrebbe annullato le distanze, eliminato le stonature e trasformato il consesso dei popoli in una primizia da offrire a Dio.
Perciò il Signore promise di mandare lui stesso il Paràclito per renderci graditi a Dio. Infatti come la farina non si amalgama in un’unica massa pastosa, né diventa un unico pane senza l’acqua, così neppure noi, moltitudine disunita, potevamo diventare un’unica Chiesa in Cristo Gesù senza l’«Acqua» che scende dal cielo. E come la terra arida se non riceve l’acqua non può dare frutti, così anche noi, semplice e nudo legno secco, non avremmo mai portato frutto di vita senza la «Pioggia» mandata liberamente dall’alto.
Il lavacro battesimale con l’azione dello Spirito Santo ci ha unificati tutti nell’anima e nel corpo in quell’unità che preserva dalla morte.
Lo Spirito di Dio discese sopra il Signore come Spirito di sapienza e di intelligenza, Spirito di consiglio e di fortezza, Spirito di scienza e di pietà, Spirito del timore di Dio (cfr. Is 11, 2).
Il Signore poi a sua volta diede questo Spirito alla Chiesa, mandando dal cielo il Paràclito su tutta la terra, da dove, come disse egli stesso, il diavolo fu cacciato come folgore cadente (cfr. Lc 10, 18). Perciò è necessaria a noi la rugiada di Dio, perché non abbiamo a bruciare e a diventare infruttuosi e, là dove troviamo l’accusatore, possiamo avere anche l’avvocato.
Il Signore affida allo Spirito Santo quell’uomo incappato nei ladri, cioè noi. Sente pietà di noi e ci fascia le ferite, e dà i due denari con l’immagine del re. Così imprimendo nel nostro spirito, per opera dello Spirito Santo, l’immagine e l’iscrizione del Padre e del Figlio, fa fruttificare in noi i talenti affidatici perché li restituiamo poi moltiplicati al Signore.

Trascrizione dell’Omelia.

Quando siamo riuniti in chiesa, nella preghiera, nel culto, nelle nostre celebrazioni, allora pensiamo che tutto quello che fa parte della vita, delle cose del corpo, della storia nostra, della natura umana, sia fuori, anzi qualche volta qualcuno lo dice pure: “Adesso lasciate fuori tutte le preoccupazioni” … lasciatele lì che quelle vi aspettano quando uscite, e’ sempre così. Ma l’incarnazione del Verbo invece vi dice: “Venite, con il corpo, con le difficoltà, con le debolezze, con la malattia, con la vecchiaia, con tutto quello che vi riguarda in questo tempo della vostra vita, perché qua lo Spirito a questi corpi morti ridarà la vita”, lo dice Ezechiele in un celebre brano quando dice che lo Spirito soffia dai quattro venti, soffia su questi morti e in qualche modo ricostruisce tutte le relazioni delle membra del corpo che si sono disfatte, per restituire a questo popolo una vita nuova. Ma Ezechiele in quel brano dice anche che quelle cose, quella Legge che loro avevano imparato, che dovevano imparare, che dovevano mettere in pratica, scritta sulle tavole di pietra, un giorno sarebbe stata tolta e al posto di quella, una nuova Legge, o la stessa Legge, non più davanti a loro scritta sulle tavole di pietra ma dal cuore di ogni uomo avrebbe cominciato a esporsi, a parlare e a mostrare la verità di Dio a tutti quelli che si avvicinano. Questa fu l’esperienza di quei discepoli che nel giorno di Pentecoste, dopo cinquanta giorni di paura, rinchiusi dentro, in qualche modo, insomma si vedevano nel cenacolo e lì intorno, con la paura di affrontare il mondo, finalmente sono investiti da questo compimento della promessa, che non e’ un miracolo amici, non e’ un miracolo, se fosse un miracolo tu non ce lo avresti mai, hai avuto miracoli nella tua vita? Si ti e’ guarita l’ulcera forse, non lo so, ma questo non e’ un miracolo, questo e’ il compimento di una promessa. Ora, chi e’ che può celebrare il compimento di una promessa? Chi sa di averla avuta questa promessa. E tu forse non lo sai che una promessa l’hai avuta nel giorno del Battesimo quando lo Spirito ha deciso di abitare presso di te, informare i tuoi pensieri, aiutarti a fare delle scelte autentiche, delle valutazioni autentiche, per questo ti e’ stato dato, non perché tu abbia delle esperienze straordinarie, perché la tua carne, perché la tua vita, perché le cose della tua natura umana, fossero illuminate di nuovo da una presenza legata al piano di Dio che ti ha pensato, che ti ha conosciuto quando non c’eri, ti ha predestinato ad essere conforme all’immagine del suo Figlio, ti ha giustificato per ridarti, ascolta bene cristiano, per ridarti la gloria, la gloria! Guardati bene, quando vai a casa guardati allo specchio e di’ all’immagine che vedi: “Tu sei destinato alla gloria, cioè a tornare ad essere come Dio”, l’ho visto sai? L’ho visto il pensiero che e’ venuto a visitarti in questo momento e ti ha detto: “Adesso … come Dio, io come Dio? Mia cognata come Dio? Non e’ possibile”, eppure questa e’ la vostra sorte, se non fosse questa, se la divinizzazione non fosse l’oggetto della tua speranza, allora dimmi, come faresti a nutrirti del Corpo di Cristo? Il corpo di Cristo ti infetta di santità e tu ne sarai forse immune? Avrai forse una scusa per non … allora un altro pensiero arriva e ti dice: “Si, va bene, e’ così, però e’ così difficile mettere in pratica queste cose”, guarda che dice Gesù: “Se mi amate osserverete i miei comandamenti” e tu là già dici: “Ma i tuoi comandamenti sono proprio difficili, “amate i vostri nemici”, “pregate per quelli che vi perseguitano”, “Se mi amate osserverete i miei comandamenti” vuol dire: “Se mi amate vuol dire se mi possedete e io sono vostro ed io che ho fatto? Ho perdonato quelli che mi avevano condannato, ho perdonato fin dalla croce, ho perdonato quelli che non avevano capito, ho perdonato quelli che mi hanno strappato la barba, ho perdonato sempre”, allora tu oserai dire che questo e’ difficile e l’ha potuto fare solo lui perché era il Figlio di Dio? Ma lui ha preso la tua carne, ha preso la tua carne non e’ che queste cose le ha vissute senza sentire il dolore, l’ha scelto il dolore, lo stesso che senti tu, di più perché lui i peccati non li ha fatti mai. Dunque quando dice: “Se mi amate osservate i miei comandamenti”, non dice: “Osservate tutti e dieci i comandamenti”, “Se mi amate” vuol dire: “La parola di Dio che sono io sarà in voi e questa parola in voi produrrà tutto il bene, tutta la grazia per cui e’ stata mandata” e infatti dice: “Io pregherò il Padre per questo motivo ed Egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre”, sai cosa vuol dire questo? No che tu per sempre sentirai un friccicore nel cuore tutte le volte che ti metti a pregare, avere lo Spirito vuol dire avere lucidità sulla storia, comprendere che cosa accade giudicando non secondo il mondo, secondo i giornalisti o secondo le tribune politiche ma giudicarlo come lo Spirito ti suggerisce. E lo Spirito che cosa ti suggerirà cose del cielo altissime che tu non puoi comprendere? Hai visto che esperienza hanno fatto questi? Quella mattina quando sono usciti fuori parlavano e tutti li capivano, ma perché la chiesa non ha parlato a tutto il mondo in tutte le lingue e non l’hanno capito tutti? Tu dici: “Ma c’erano i traduttori”, guarda ti dico, forse non lo sai, spiegare ad un asiatico, a un giapponese, che cos’e’ la Trinità con le nostre categorie filosofiche e’ impossibile, eppure la Trinità ha costruito salvezza, ha prodotto grazia anche in popoli così distanti dai nostri. Ma un’altra cosa, forse l’avrai vissuta pure te, ma se un ministro della chiesa ti ascolta e tu ti sfoghi e racconti la tua vita, tu, tu, tu e tu, tutte diverse, tutte con motivazioni lontanissime, ma ti sei accorto che un ministro della chiesa illuminato dal Signore con lo Spirito Santo può capire quello che dici tu, può capire quello che dici tu, può dare un consiglio a te che stai laggiù, insomma questo non e’ paralare tutte le lingue? E dimmi cristiano, questo ministro della chiesa chi sarebbe solo il prete ordinato che fa le omelie e ti da’ i sacramenti o non sarai anche tu, col sacerdozio comune che hai ricevuto nel Battesimo, capace di ascoltare e di non mormorare, capace di dare consigli senza giudicare, di illuminare la vita del tuo prossimo senza importi con le tue categorie, non e’ chiesto anche a te? E non lo potresti fare? E non lo vorresti fare? Stavolta uccidi quel nemico che ti dice che e’ difficile e digli: “E’ difficile ma tutto e’ possibile a Dio”, “Tutto posso in colui che mi da’ la forza” dice san Paolo e quando dice questo sta dicendo: “In Colui che mi da’ lo Spirito Santo, io mi sono accorto che posso ogni cosa”, anzi dirà: “Per questo evangelizzerò opportunamente e inopportunamente”, qualche volta amici ve lo dico, contro l’evangelizzazione si mettono pure quelli che dovrebbero farla l’evangelizzazione e ti accusano, solo la misericordia può aiutarti a superare questa difficoltà. Interessante Gesù dice: “Io me ne vado, vi do questo Spirito, costui parlerà vi ricorderà le cose che io vi ho detto”, questa e’ l’esperienza dei cristiani, poter ricordare le cose che Gesù ha insegnato grazie alla presenza dello Spirito. Perciò lasciate perdere tutte le manifestazioni eclatanti e piuttosto abitate questo amore di Gesù Cristo, lasciatevi incontrare da questo amore che tutto spera, tutto copre, tutto sostiene perché Dio sia tutto in tutti. Avete ascoltato? Noi non siamo più schiavi di una Legge che non riusciamo a capire, noi siamo figli ed un figlio a casa di suo padre può aprire tutti i frigoriferi che ha davanti, può accedere a tutti i cassetti di casa sua, un figlio a casa di suo padre e’ libero, se tu sei libero nella tua esperienza di fede, sei investito da questo Spirito. Se tu invece cammini ancora oberato da chissà quale consiglio e di chi, oppure in difficoltà rispetto a Dio, oppure con i tuoi sensi di inadeguatezza dinanzi all’Onnipotente, allora non la apprezzi questa figliolanza che ti e’ stata data. Questo Spirito porterà a compimento ogni cosa, questo io lo posso promettere in nome di Dio e in nome della chiesa, così come tra poco, invocando la presenza dello Spirito sul pane e sul vino, quelle specie si trasformeranno e invocando lo Spirito sulle vostre coscienze, pure voi sarete trasformati! Andatevene a casa così, trasformati e se vi sembra che qualcosa dell’uomo vecchio sia rimasto, non abbiate paura, la vostra adesione a Cristo sconfiggerà pure questa presenza del male che vi segue e vi perseguita da tanto tempo. Sia lodato Gesù Cristo.

Messa della sera

Trascrizione dell’Omelia.

Vediamo un po’ che cosa possono aver provato quei discepoli che erano nel cenacolo quel giorno aspettando la Pentecoste, dice: “Era il giorno di Pentecoste”, vuol dire che la Pentecoste non era ancora una festa cristiana, era una festa ebraica e per capirla e per capire anche che c’entra con la nostra festa cristiana, alcune cose vanno dette. Pentecoste, cioè cinquanta giorni dopo la Pasqua, ricordava quello che era successo nell’Esodo, dopo cinquanta giorni che avevano passato il Mare, finalmente Mose’ sul Sinai aveva ricevuto la Torah da Dio, cioè la Legge. Come dire: “Adesso siete usciti fuori, adesso vi faccio sapere che cosa desidero, cosa penso, così voi sapendolo lo possiate mettere in pratica e vivere e seguire le mie leggi e i miei comandamenti”, dove leggi e comandamenti non sono le cose che devi fare e non devi fare, ma sono la sapienza che se la conosci ti aiuta, se non la conosci vai ramingo qua e là. Dunque e’ un gran dono il giorno di Pentecoste, la Torah, la Legge per tutti quanti, hanno una Legge scritta sulla pietra, scritta sui rotoli insomma, hanno una Legge che possono conoscere e mettere in pratica. Poi verrà Ezechiele e dirà, molto tempo dopo questi fatti e dirà: “Verrà un giorno” e’ Dio che parla: “in cui questa legge io la tolgo dalla pietra, vi tolgo il cuore di pietra, tolgo cioè la legge scritta sulle tavole e vi do una legge scritta sui cuori, sulle tavole dei cuori”, che vuol dire? Se sta sulla pietra sta davanti a te, la devi leggere, capire e mettere in pratica, ma se ce l’hai dentro non la devi leggere, non la devi capire ma quella da dentro di te ti illuminerà e ti metterà nelle condizioni di fare scelte, valutazioni, cose buone che sono buone per te e anche per il mondo nel quale ti trovi. Questa e’ la promessa che fa Dio a Israele per mezzo di Ezechiele e che manterrà. Quando la manterrà? Quando finalmente con la venuta del Cristo, san Giovanni lo chiamerà il Logos, cioè la parola di Dio, quando si incarnerà e quando ci lascerà il suo Spirito, appunto a Pentecoste, tutti quanti noi avremo questa Legge nel cuore, questo e’ un aspetto che va considerato. Un altro, ti ricordi che cosa era successo all’inizio della predicazione di Gesù, quando ha incontrato questi discepoli sul lago di Galilea, Pietro con le barche e gli altri insieme con lui? Non avevano preso niente, tirano le reti, ti ricordi quanti pesci tirano in barca? Centocinquantatre grossi pesci. Sai cos’erano i centocinquantatre grossi pesci? Erano i centocinquantatre idiomi che si conoscevano al tempo di Gesù, centocinquantatre popolazioni, ideali diciamo, che c’erano al tempo di Gesù, dunque quando Gesù dice: “Voi sarete pescatori di uomini, di questi uomini, di queste centocinquantatre nazioni, di tutta questa gente che ho deciso di fare entrare nelle promesse”, Gesù’ sta facendo ai discepoli una promessa, gli sta dicendo: “Voi sarete così, voi farete questo”, dunque questo e’ qualcosa che si possono aspettare. Guarda che e’ importante questo, perché poi alla fine di quei tre anni di predicazione, dopo la Passione, Morte e l’evento speciale della Resurrezione e una permanenza insieme a loro un po’ particolare, intima, finalmente Gesù nell’Ascensione tornerà al Padre e lascerà a loro questa testimonianza, cioè compierà quelle promesse che gli aveva fatto, lasciandogli il suo Spirito, questa Legge scritta nel cuore come una fontana che zampilla per la vita eterna, come aveva detto quel giorno alla samaritana: “Eh, se tu conoscessi il dono di Dio” e oggi lo dice a te: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi e’ che ti chiede: “Dammi da bere”, tu stesso gliene chiederesti”, cioè gli chiederesti che queste promesse finalmente si avverino, si verifichino. Allora, qua veniamo al dunque, ma tu ce l’hai queste promesse? Sai quali promesse sono state fatte alla tua vita? Possibile che tu sia rimasto nella fede, nella devozione, nella sequela di Cristo e finora non abbia saputo quali promesse ti sono state fatte, manco se ce l’hai le promesse? Ma al Battesimo forse non ti furono fatte delle promesse? Una promessa di vita eterna, la vita eterna del Figlio di Dio veniva ad abitare presso di te nel dono dello Spirito Santo che al Battesimo hai ricevuto, quel giorno sei morto nell’acqua e sei rinato nello Spirito e se hai potuto fare o dire qualche cosa di buono nella tua vita e’ perché lo Spirito di Dio, diceva Paolo nella Lettera che abbiamo ascoltato, perché lo Spirito di Dio parlava col tuo spirito e ti ha detto parlandoti, che tu non sei schiavo di una Legge da mettere in pratica, che tu non sei obbligato a fare cose che non capisci ma che c’e’ la possibilità di intuire al centro della tua vita questa relazione con lui e questa relazione, amico mio, la scopri nella preghiera ma non e’ una relazione qualsiasi, ha un nome, la relazione e’ lo Spirito Santo. Non e’ un piccione che vola di qua e di là, e’ una relazione tra il Padre e il Figlio che ha deciso di abitare con te fino alla fine. Dunque ce l’hai delle promesse, dovrai vedere quando si verifica, chiederai al Signore nella preghiera: “Signore, mi hai promesso lo Spirito io lo so che c’e’, fammi capire come ascoltarlo, fammi capire che cosa dice, dove mi porta, fammi capire perché, in certi momenti della mia vita, mi porta dentro tunnel insopportabili, dentro situazioni che non ce la faccio più a sostenere, se e’ presente in me fa che parli, se e’ presente in me e parla, fa che io lo ascolti e se posso ascoltarlo fa che io lo possa decifrare, insomma fa che io abbia una relazione profonda con lui, autentica, vera, perché io viva”, diceva san Paolo: “Se tu vivi secondo la carne, cioè mi piace questo, mi serve quello, questo non mi va, poi hai paura di tutto, sappi che questo Spirito questa paura te l’ha tolta, tu sei figlio”, se un figlio ha paura di suo padre non sta messo bene, o e’ matto il padre o e’ problematico il figlio. Noi di questo Padre non abbiamo paura, abbiamo dimestichezza con lui, abbiamo totale familiarità con lui, se tu hai scoperto questo, hai scoperto la presenza dello Spirito in te. Dunque amico mio che cosa sarà la Pentecoste per te? Sarà questo, non la discesa delle fiammelle sulle teste di qualcuno, ma la possibilità di parlare tutti gli idiomi, cioè di annunciare questa presenza dello Spirito in tutte le circostanze, nella gioia, nella difficoltà, nel dolore, senza dire quelle parole inutili che diciamo quando muore qualcuno: “Eh, coraggio la vita continua, condoglianze”, parole inutili che non danno la vita, che non celebrano nulla, lo Spirito invece ti permetterebbe di dire una parola autentica, lo Spirito della sapienza metterebbe sulle tue labbra la verità quando c’e’ bisogno che si dica. Amici, dobbiamo uscire da una chiesa fatta non so di che cosa di devozioncine qua e là ed entrare in una chiesa di profeti, non ti senti degno? Peggio per te, però prega che Dio ti abiliti a questa speranza, perché sta scritto: “Nella speranza saremo salvati”. Beh, mi piacerebbe veramente rimanere altri tre quattro giorni a parlare di queste cose, ma il tempo si e’ fatto breve, però voi cercate Dio se mai arrivate a trovarlo andando come a tentoni, dice Atti degli Apostoli, sebbene lui non e’ lontano da ciascuno di noi, perché in lui noi viviamo, respiriamo, esistiamo, amiamo e speriamo. Sia lodato Gesù’ Cristo.

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