Battesimo di Gesù

Anno Liturgico A
08 Gennaio 2023

Appena battezzato, Gesù vide lo Spirito di Dio venire su di lui.(Messa del Mattino e Sera)

 

MESSA DEL GIORNO – LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 3,13-17)

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

PRIMA LETTURADal libro del profeta Isaìa (Is 42,1-4.6-7)

Così dice il Signore:
«Ecco il mio servo che io sostengo,
il mio eletto di cui mi compiaccio.
Ho posto il mio spirito su di lui;
egli porterà il diritto alle nazioni.
Non griderà né alzerà il tono,
non farà udire in piazza la sua voce,
non spezzerà una canna incrinata,
non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta;
proclamerà il diritto con verità.
Non verrà meno e non si abbatterà,
finché non avrà stabilito il diritto sulla terra,
e le isole attendono il suo insegnamento.
Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia
e ti ho preso per mano;
ti ho formato e ti ho stabilito
come alleanza del popolo
e luce delle nazioni,
perché tu apra gli occhi ai ciechi
e faccia uscire dal carcere i prigionieri,
dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre».

Salmo 28.
Il Signore benedirà il suo popolo con la pace. R..

Date al Signore, figli di Dio,
date al Signore gloria e potenza.
Date al Signore la gloria del suo nome,
prostratevi al Signore nel suo atrio santo.R

La voce del Signore è sopra le acque,
il Signore sulle grandi acque.
La voce del Signore è forza,
la voce del Signore è potenza.R.

Tuona il Dio della gloria,
nel suo tempio tutti dicono: «Gloria!».
Il Signore è seduto sull’oceano del cielo,
il Signore siede re per sempre. R.

SECONDA LETTURA Dagli Atti degli Apostoli (At 10,34-38).

In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga.
Questa è la Parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di tutti.
Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui».

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

“Il battesimo di Gesù”.
Dai «Discorsi» di san Gregorio Nazianzeno, vescovo.

Cristo nel Battesimo si fa luce, entriamo anche noi nel suo splendore; Cristo riceve il battesimo, inabissiamoci con lui per poter con lui salire alla gloria. Giovanni dà il battesimo, Gesù si accosta a lui, forse per santificare colui dal quale viene battezzato nell’acqua, ma anche di certo per seppellire totalmente nelle acque il vecchio uomo. Santifica il Giordano prima di santificare noi e lo santifica per noi. E poiché era spirito e carne santifica nello Spirito e nell’acqua.
Il Battista non accetta la richiesta, ma Gesù insiste.
Sono io che devo ricevere da te il battesimo (cfr. Mt 3,14), così dice la lucerna al sole, la voce alla Parola, l’amico allo Sposo, colui che è il più grande tra i nati di donna a colui che è il primogenito di ogni creatura, colui che nel ventre della madre sussultò di gioia a colui che, ancora nascosto nel grembo materno, ricevette la sua adorazione, colui che precorreva e che avrebbe ancora precorso, a colui che era già apparso e sarebbe nuovamente apparso a suo tempo.
«Io devo ricevere il battesimo da te» e, aggiungi pure, «in nome tuo». Sapeva infatti che avrebbe ricevuto il battesimo del martirio o che, come Pietro, sarebbe stato lavato non solo ai piedi.
Gesù sale dalle acque e porta con sé in alto tutto intero il cosmo. Vede scindersi e aprirsi i cieli, quei cieli che Adamo aveva chiuso per sé e per tutta la sua discendenza, quei cieli preclusi e sbarrati come il paradiso lo era per la spada fiammeggiate». E lo Spirito testimonia la divinità del Cristo: si presenta simbolicamente sopra Colui che gli è del tutto uguale. Una voce proviene dalle profondità dei cieli, da quelle stesse profondità dalle quali proveniva Chi in quel momento riceveva la testimonianza.
Lo Spirito appare visibilmente come colomba e, in questo modo, onora anche il corpo divinizzato e quindi Dio. Non va dimenticato che molto tempo prima era stata pure una colomba quella che aveva annunziato la fine del diluvio.
Onoriamo dunque in questo giorno il battesimo di Cristo, e celebriamo come è giusto questa festa.
Purificatevi totalmente e progredite in questa purezza. Dio di nessuna cosa tanto si rallegra, come della conversione e della salvezza dell’uomo. Per l’uomo, infatti, sono state pronunziate tutte le parole divine e per lui sono stati compiuti i misteri della rivelazione.
Tutto è stato fatto perché voi diveniate come altrettanti soli cioè forza vitale per gli altri uomini. Siate luci perfette dinanzi a quella luce immensa. Sarete inondati del suo splendore soprannaturale. Giungerà a voi, limpidissima e diretta, la luce della Trinità, della quale finora non avete ricevuto che un solo raggio, proveniente dal Dio unico, attraverso Cristo Gesù nostro Signore, al quale vadano gloria e potenza nei secoli dei secoli. Amen.

Trascrizione dell’Omelia.

Per contemplare questa icona del battesimo e capire anche cosa dice alla nostra storia, alla nostra vita, bisogna un po’ decodificarla, perché è veramente un’icona, cioè è una composizione di elementi utili a capire e a contemplare il mistero di Cristo. Perché? Ma, innanzitutto, la scelta del Giordano come luogo di questo battesimo, c’era pure la piscina di Siloe, c’era la piscina probatica, ma questo luogo, il Giordano, è il luogo attraverso il quale Israele, dopo quarant’anni che ha vagato nel deserto al tempo di Mosè, è il luogo che ha, diciamo così, descritto l’ingresso, la porta di entrata per questo popolo, nella Terra Promessa, dunque passare questo Giordano voleva dire entrare finalmente in possesso dell’identità del popolo. Quando aveva passato il mare in Egitto, aveva scrollato da sé una falsa identità, quella dello schiavo, il popolo era schiavo in Egitto, quando entra nella Terra Promessa passando il Giordano, invece, assume , si riveste, dell’identità quella autentica, quella di essere un popolo scelto da Dio, eletto da Dio, eletto vuol dire amato e scelto da Dio. Dunque quando Giovanni il Battista va al Giordano per fare questa strana liturgia, sta ricordando a questa gente che finalmente è arrivato il momento di abitare il progetto di Dio, di abitare il progetto che Dio ha per l’umanità, a partire da questo momento così importante. È un popolo che sta aspettando, è un popolo che appartiene alla profezia di Isaia, quella che abbiamo ascoltato anche nella Prima Lettura, il Secondo Canto del Servo Sofferente, è un popolo che sta aspettando che Dio finalmente chiarisca in che modo nuovo interverrà nella storia degli uomini. E allora questi abbandonano, fanno questo atto, diciamo così, penitenziale, che poi noi abbiamo ripreso anche nella liturgia del nostro Battesimo, questa gente abbandona la paura, il timore, di non essere più in grado di piacere a Dio e si affida passando il Giordano, quindi passando nel battesimo, per abitare totalmente la sua vocazione. Ma quando arriva Gesù, il Battista si ferma e sembra quasi non capire quello che accade, almeno così ce lo racconta Matteo, ma forse Matteo trova questo pretesto per dirci un’altra cosa, che il Battista si rende conto per quale motivo lo Spirito lo aveva condotto fin là a fare questa liturgia: perché là doveva accadere qualcosa di importante. Ed in questo dialogo con Gesù che gli dice: “Per adesso fai come.., non ti preoccupare, poi capirai”, in questo dialogo il Battista si abbandona alla volontà di Dio che sta aprendo questo progetto nuovo. E poi finalmente un fatto veramente strano, quando Gesù riceve il battesimo da Giovanni, si apre il cielo e Gesù vede lo Spirito di Dio andare verso di lui. Sai cosa vuol dire tutto questo? Ti ricordi quando era stato chiuso il cielo? Il cielo si era chiuso quando nel racconto del Libro della Genesi, è un racconto didascalico, di insegnamento, non è la cronaca dei fatti, ma in quel racconto della Genesi, quindi alle origini di tutta la creazione, i due progenitori erano stati scacciati via dallo stato di paradiso, perché andassero a riguadagnarsi un poco la fiducia attraverso il lavoro, il sudore della fronte e le doglie del parto, insomma attraverso la pesantezza della natura umana. Quel cielo si era chiuso e da là nessuno aveva più potuto in qualche modo immaginarsi Dio finché Dio non ha poi deciso di farsi conoscere attraverso Abramo, etc., . Dunque nel momento in cui Gesù prende su di Sé questa identità di Figlio di Dio, non che non fosse Figlio di Dio prima ma, non ti scandalizzare, Gesù fino a questo momento non sa esattamente cosa voglia dire essere il Figlio di Dio, sebbene lo abbia annunciato in varie occasione ma ancora non lo sa totalmente. Una cosa sa Gesù e questa la puoi capire, sei andato a quel ritiro, a quella preghiera, a quell’ora di adorazione e quella volta una parola l’hai ascoltata o l’hai letta e hai detto: “Wow, ma questa parola è per me, ma questa parola mi interpreta, ma questa parola mi apre una vita nuova, una realtà nuova, devo sceglierla, devo entrarci!”, hai visto la consonanza tra il tuo desiderio e la parola di Dio che ti veniva incontro e hai detto: “Ma allora se è così, tu mi ami! Se mi fai arrivare una parola, un significato che spiega la mia vita in un momento in cui ho bisogno che tu me lo faccia sapere, allora vuol dire che mi ami”, l’avrai fatta spero questa esperienza. Ora immagina il Figlio di Dio, che pur essendo di natura divina fa finta, diciamo così, di dimenticarsi le cose che ha conosciuto in Dio e viene ad abitare la nostra storia, che è una storia di ignoranza, di pesantezza, dove il cervello lavora ma non sempre .. viene ad abitare la nostra carne e nella nostra carne si ricorda delle cose di Dio quando impara la Torah, quando legge i profeti, quando celebra le feste di Israele, insomma, come te quella volta, anche Lui si sente totalmente e senza nessun sospetto, noi ce ne abbiamo tanti, Lui no, manco uno, perché non ha peccato, dunque tutto quello che legge si specchia nelle parole che legge, si specchia fino a quel giorno nel battesimo in cui finalmente quei cieli si riaprono, perché Egli ha deciso, in quel giorno, di cominciare il suo ministero e di fare la volontà del Padre e allora il Padre riapre i cieli e gli fa conoscere chi è veramente, mandandogli il suo Spirito in forma di colomba .. non è che gli ha mandato un piccione, che vuol dire in forma di colomba? Vuol dire che tutto quello che viene da Dio, è conoscibile nella forma delle cose della creazione, che tutto quello che Dio vuole regalarci, è comprensibile dentro le logiche della nostra storia, guai a chi pensasse che per conoscere Dio bisogna fare chissà quali riti magici! Noi stessi quando vogliamo entrare in relazione con lui, grazie anche a quello che Gesù ci ha insegnato e lasciato, usiamo delle specie di tutti i giorni, il pane ed il vino, tutta la grazia si declina dentro le cose dell’uomo. Dunque quando Gesù vede lo Spirito arrivare come una colomba, finalmente, in quel momento preciso, Egli sa che è Figlio di Dio e che deve compiere questa volontà di Dio fino alla fine e non verrà mai meno fino alla fine, poi in Quaresima avremo modo di parlare e di dire cosa vuol dire fino alla fine. Chi sta fuori e vede questa scena che cosa comprende? Comprende che Gesù d’ora in poi è una porta per entrare in relazione con Dio, Lui ha aperto i cieli, la sua obbedienza la Padre ha permesso che questi si squarciassero e dunque tutti possono entrare a contemplare la volontà di Dio. Per capire che cosa? Quello che ha capito Lui, cioè che Dio dall’alto ci fa sapere che ci ama, che ci ha scelti: “Questo è il mio Figlio l’eletto, cioè quello che Io amo, che ho amato, che ho scelto: ascoltatelo, seguitelo”, lo farà anche sul monte Tabor con Pietro, Giacomo e Giovanni, in varie occasioni questa voce farà capire a tutti che questo è il luogo della salvezza: il luogo della salvezza è Cristo il Figlio di Dio. Quando Stefano, il protomartire, sta dando la vita per la fede in Gesù Cristo, anche là i cieli si apriranno e lui vedrà la carne del Figlio di Dio, di Gesù, vicino al Padre, per dire: “Vedi Stefano, anche la tua carne sarà presso Dio, anche la tua storia entrerà definitivamente nella vita eterna”. Allora tu capisci che, se ti metti da questa parte e anche tu fai penitenza, cioè ritorni verso Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le forze, anche tu attraverso Cristo imparerai a vedere, a contemplare, la bontà di un Dio che non vede l’ora di dirti: “Io ti ho scelto!”. Perciò non nasconderti, non fare come quei progenitori che si erano coperti di foglie, di frasche, perché si vergognavano di essere raggiunti da Dio, non avere più paura, ma che peccato avrai fatto mai? Quanto è grosso? Dice Isaia: “Se fosse anche come scarlatto Io ti purificherei con issopo e diventeresti più bianco della neve”, dietro quale paradosso vuoi nasconderti? Lui ha aperto i cieli e non li chiuderà fino alla fine, quando dilaterà il cuore di Dio perché tutti quanti noi possiamo ricevere quella grazia che abbiamo desiderato, sperato, atteso, tutti i giorni della nostra vita. Allora questa celebrazione, questa festa del battesimo del Signore è posta alla fine del Tempo di Natale e all’inizio del Tempo Ordinario, perché tu sappia come guardare tutte le parole che ascolterai quest’anno, tutti i misteri che celebrerai quest’anno, tutte le cose che riguardano Dio e ti verranno incontro in questo tempo, le vedrai attraverso il cuore squarciato di Cristo e sarà una consolazione per te e lo Spirito Santo ti consolerà davvero. Sia lodato Gesù Cristo.

Messa della sera

 
Trascrizione dell’Omelia.

Chiaro che Gesù non avesse bisogno di alcun battesimo per la remissione dei peccati, credo che sia chiaro a tutti, dunque questa icona del battesimo di Gesù perché la chiesa ce la rimette davanti? Qual è il senso di questo racconto? Beh, vediamo insieme. Avete visto che Giovanni era andato al Giordano, perché proprio al Giordano? Perché il Giordano era l’ultimo limite, dopo la lunga traversata nel deserto di quel popolo che era stato liberato con mano potente dall’Egitto, in sei mesi aveva attraversato tutto lo spazio che lo separava dalla Terra Promessa, la terra di Canaan, poi arrivati a ridosso della Terra, questo popolo si era fermato trentanove anni e mezzo per paura di entrare, per paura cioè di prendere su di sé tutte le prerogative che la dignità e l’identità di questo popolo aveva da Dio. Come dire: “Io mi sento chiamato ad entrare in questa relazione speciale con Dio, ma me ne sento anche incapace e ho paura” e la narrazione del Pentateuco, ci riporta sempre l’immagine che lì c’erano i giganti e questi non erano entrati per paura. Poi finalmente con Giosuè riescono ad entrare e il Giordano si ferma e permette ai sacerdoti con l’Arca di entrare e di prendere possesso della Terra che vuol dire prendere possesso della dignità, dell’identità, perché la Terra, lo sapete, è fatta di tribù che portano il nome. Dunque entrare nella Terra significa assumere l’identità e dunque la relazione con Dio in un modo speciale definitivo e autentico. Dunque è là che va Gesù a dire a questo popolo che è arrivato il momento di assumere l’identità quella vera, quella che aprirà finalmente i cieli, quali cieli? Quelli che si erano chiusi quando i progenitori, secondo il racconto della Genesi, avendo peccato contro Dio, erano stati scacciati dallo stato di paradiso, si era chiuso per loro un modo di relazionarsi con Dio che li aveva creati e se ne erano andati con la promessa, diciamo così, che sarebbero tornati ma col sudore della fronte, con le doglie del parto, quindi con tutti quegli aspetti che dicono la pesantezza della natura umana. E il cielo è rimasto chiuso fino a questo momento, poi il Figlio dell’Uomo che si avvicina verso Giovanni che è pronto, sta mostrando a quella gente che finalmente è arrivato il momento di entrare nella Terra, di entrare nella piena relazione con Dio, ma tutte le volte è uguale .. quello è il momento, a ratificare questo la presenza del Figlio di Dio. Giovanni si stupisce, come dire che è inconsapevole, Matteo ci fa sapere questo, ci fa sapere Matteo che il Battista è inconsapevole di quello che sta per accadere. Sapete che vuol dire questo? Vuol dire che anche il dono di grazia, finché non ha raggiunto la tua vita, non è comprensibile per te, tu ti accosti al sacramento, tu ti accosti al trono della grazia e della misericordia, ma mica sempre sei consapevole di come cambierà la tua vita. E Matteo ce lo fa sapere che Giovanni non sa e dice: “Ma come, tu vieni da me? Semmai verrei io da te” e Gesù dice a lui: “Lascia fare per ora perché conviene che adempiamo ogni giustizia”, come a dire: “Fallo adesso e ne vedrai il risultato”, è la stessa cosa della tua vita sacramentale, tu ti accosti al corpo di Cristo e sai e non sai, vedi e non vedi, vedi il pane non intuisci la presenza, eppure se tu lasci fare e compi questa giustizia, questo sacramento ha il potere di farti accorgere nel tempo, della grazia che ti viene donata. Appena battezzato Gesù esce dall’acqua e succede una cosa strana, quei cieli che si erano chiusi con il peccato di Adamo, si squarciano, si riaprono e Lui, in questo racconto di Matteo, Lui solo per primo, li vede aprirsi e vede una cosa strana, vede lo Spirito di Dio scendere su di Lui come colomba, sai cosa vuol dire questo? Non che era un piccione eh! Vuol dire che questa relazione che ha con il Padre d’ora in poi diventa concreta, autentica. Spieghiamo, fino al battesimo Gesù fa un’esperienza, legge la Torah e tutte le volte che la legge, o i profeti della Scrittura, tutte le volte che li legge sente che lo riguardano in modo esagerato, sente una consonanza con queste parole che lo meraviglia, lo stupisce ma, non meravigliarti tu adesso, Egli non sa ancora, fino a questo momento, perché. E’ come te che qualche volta sei andato, a fare gli esercizi spirituali, che ne so un ritiro, oppure in una preghiera, una adorazione, hai aperto la Scrittura e ti ha detto una parola che tu hai detto: “Mamma mia, era esattamente quello che avevo chiesto! Ma allora, se tu rispondi ad una richiesta interiore che è una parola così chiara, allora tu pensi a me, allora tu hai un progetto per me, allora io posso aderire” e noi questa esperienza la facciamo forse una volta ogni tanto, questo per Gesù di Nazareth, prima del battesimo, è uno stupore continuo, tutto quello che fa secondo la Legge, riempie il suo cuore di grande meraviglia. D’ora in poi Lui ha la comprensione totale della sua missione, perché ha la comprensione totale della sua relazione con Dio, vede lo Spirito arrivare con una forma corporea come una colomba, per dire: “Tutta questa relazione che io intuivo, da oggi in poi diventa fatti, storia, cose autentiche”, tu capisci che vuol dire? Egli sa in quel momento di essere l’Eletto e una voce dal cielo lo fa sentire: “Questo è il mio Figlio l’eletto, l’amato ascoltatelo”. Voi sapete che subito dopo il battesimo lo stesso Spirito prenderà Gesù e lo accompagnerà nel deserto per essere tentato da satana e comincia così il suo ministero pubblico. Dunque è uno spartiacque, è proprio uno spartiacque perché c’è un Giordano, proprio un passaggio, d’ora in poi Gesù che ha visto i cieli aperti e ha rotto questo primo cancello, questo primo chiavistello, che impediva la natura umana di vedere Dio, d’ora in poi con il suo insegnamento, con i prodigi che farà, con tutto quello che dirà in questi tre anni della sua predicazione e poi finalmente lasciandosi spezzare Lui, ultimo chiavistello della grazia, permetterà a tutti gli uomini di vedere i cieli aperti. Abbiamo la testimonianza di Stefano, del primo martire, il momento in cui celebra questa appartenenza a Cristo, vede i cieli aperti ed il Figlio di Dio alla sua destra, per dire che come Gesù aveva visto lo Spirito come una colomba, una realtà corporea, Stefano vede stavolta l’umanità in forma corporea nel Cristo, vicino a Dio. E la relazione è ricominciata e il rapporto tra Dio e l’uomo che si era interrotto per il peccato, si è riaperto: un canale di grazia, da questo giorno scaturisce. E se la chiesa ti mette davanti questo mistero oggi, quando sta per ricominciare il Tempo Ordinario, da domani, è perché tu sappia che questo Tempo Ordinario ti serve per vedere i cieli aperti, che il rapporto con la parola e i sacramenti in tutto questo anno che viene, ti è dato per vedere i cieli aperti e qual è la tua vera natura, la tua vera identità, qual è la tua dignità ed il progetto di Dio su di te. Allora già da stasera comincia dire a Dio: “Amen, e sia così come hai pensato, come hai detto, non vedo altro che questo, ma mi fido, stavolta non mi nasconderò più dietro le foglie, come i miei progenitori che avevano peccato, ma uscirò allo scoperto perché tu mi riconosca, mi veda, mi elegga nel tuo Figlio e mi mostri il tuo amore fino alla fine e anche oltre”. Sia lodato Gesù Cristo.

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