Santissima Trinità

Anno liturgico B
27 Maggio 2018

Battezzate tutti i popoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 28,16-20).

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

PRIMA LETTURA – Dal libro del Deuteronòmio (Dt 4,32-34.39-40)

Mosè parlò al popolo dicendo:
«Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l’uomo sulla terra e da un’estremità all’altra dei cieli, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l’hai udita tu, e che rimanesse vivo?
O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un’altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore, vostro Dio, in Egitto, sotto i tuoi occhi?
Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n’è altro.
Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti do, perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te e perché tu resti a lungo nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà per sempre».

Salmo responsoriale Salmo 32.
R.Beato il popolo scelto dal Signore..

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra. creature.R.

Dalla parola del Signore furono fatti i cieli,
dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.
Perché egli parlò e tutto fu creato,
comandò e tutto fu compiuto.R.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame. R.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo. R.

SECONDA LETTURA Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 8,14-17).

Fratelli, tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».
Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

Tre Persone che sono un solo Dio perché il Padre è amore, il Figlio è amore, lo Spirito è amore. Dio è tutto e solo amore…
dalle parole di Benedetto XVI all’Angelus del 7 giugno 2009

Tre Persone che sono un solo Dio perché il Padre è amore, il Figlio è amore, lo Spirito è amore. Dio è tutto e solo amore, amore purissimo, infinito ed eterno. Non vive in una splendida solitudine, ma è piuttosto fonte inesauribile di vita che incessantemente si dona e si comunica. ….
In tutto ciò che esiste è in un certo senso impresso il “nome” della Santissima Trinità, perché tutto l’essere, fino alle ultime particelle, è essere in relazione, e così traspare il Dio-relazione, traspare ultimamente l’Amore creatore. Tutto proviene dall’amore, tende all’amore, e si muove spinto dall’amore, naturalmente con gradi diversi di consapevolezza e di libertà. “O Signore, Signore nostro, / quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!” (Sal 8,2) – esclama il salmista. Parlando del “nome” la Bibbia indica Dio stesso, la sua identità più vera; identità che risplende su tutto il creato, dove ogni essere, per il fatto stesso di esserci e per il “tessuto” di cui è fatto, fa riferimento ad un Principio trascendente, alla Vita eterna ed infinita che si dona, in una parola: all’Amore. “In lui – disse san Paolo nell’Areòpago di Atene – viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17,28). La prova più forte che siamo fatti ad immagine della Trinità è questa: solo l’amore ci rende felici, perché viviamo in relazione, e viviamo per amare e per essere amati. Usando un’analogia suggerita dalla biologia, diremmo che l’essere umano porta nel proprio “genoma” la traccia profonda della Trinità, di Dio-Amore.

 

Trascrizione dell’Omelia

Diceva Mosè in questa Prima Lettura che abbiamo ascoltato dal Libro del Deuteronomio, rivolgendosi al popolo: “Interroga pure i tempi antichi che furono prima di te, dal giorno in cui Dio creò l’uomo sulla terra e da un’estremità all’altra dei cieli, vi fu mai una cosa grande come questa? E si udì mai una cosa simile a questa?”, allora Mosè dice al popolo: “Avete inteso che cosa ha fatto Dio per noi? Fino adesso chi ha ragionato sulle cose di Dio si è preoccupato di capire se Dio fosse nella natura o sopra la natura, se fosse nelle cose o al di là delle cose, che casualità ci fosse tra la realtà creata, tutta quella che noi vediamo e conosciamo e il Dio che la mette in atto, ma soprattutto cosa c’entriamo noi con Dio”, tutti se lo sono chiesto, c’è una sapienza che precede quella ebraico cristiana, che è la sapienza greca, la sapienza anche egizia, tutti hanno investigato queste realtà, ma chi ha potuto raccontare che cosa questo Dio ha fatto? Noi conosciamo un Dio creatore, ce lo immaginiamo, lo postuliamo ne postuliamo l’esistenza anche senza averlo conosciuto, i tuoi amici che non vengono in chiesa e non credono, in qualcuno che ha creato le cose forse ci credono, la scienza in molti modi tenta di investigare le cose attraverso quello che vede, la perfezione di chi le ha messe in atto e chiede rispetto per questa ricerca, chiedi a chiunque si accosti alle cose della creazione, della natura se volete, di avere rispetto, di non toccarle con le mani, tuttavia chi scova queste leggi così importanti, poi alla fine affida alla natura le mani dell’uomo perché l’uomo ne arraffi sempre ciò che gli occorre, ciò che gli serve per i propri bisogni e per i propri interessi. Voi sapete che questa distribuzione delle cose del mondo non è equa, non rispetta nessuna legge, non c’è nessuna legge che guidi gli uomini a capire ciò che è buono e a seguirlo se non la fede in un Dio che ha rispetto dell’uomo. Anzi, proprio per affermare stoltamente la propria libertà, l’uomo quando è interrogato su grosse questioni che riguardano la vita persino, come la legge sull’aborto, torna ad affermare la propria supposta libertà di fare come gli pare, anche se a farne le spese è l’uomo, perché l’embrione è un uomo, sarà un uomo, se lo uccidi, uccidi un uomo. Dunque, chi ha mai potuto conoscere Colui che ha il pensiero del mondo, che ha in Sé il progetto, che ha messo in atto le cose e che le porta verso un compimento? Eppure a noi è stata data la possibilità di conoscere qualcosa di ciò che appartiene solo a Dio, solo a questo sconosciuto, non chiamiamolo neanche Dio, solo a questo sconosciuto e come è stato possibile per noi scovarne le profondità? Beh, dice la Lettera agli Ebrei: “Molte volte ed in molti modi costui ha parlato ai nostri padri per mezzo dei profeti”, segno che c’è una letteratura sapienziale che ha educato l’uomo a porsi domande, che lo ha messo nelle condizioni di cercare delle risposte, che ha costruito una cultura dell’attesa di Dio; questo non ci sarebbe bastato, poi finalmente Dio entra nella storia e tutto ciò che è il suo pensiero, che è il suo progetto che lo riguarda e riguarda evidentemente l’uomo, finalmente si manifesta, si lascia conoscere, come? Si lascia conoscere attraverso filosofie sopraffine, ontologie intrattabili? No, si lascia conoscere attraverso una logica relazionale, ciò che viene da Dio, anzi, chi viene da Dio quando incontra l’uomo lo incontra in modo relazionale, non convoca un gruppo di persone e dice: “Vediamo un po’, chi sa questa cosa? Chi sa quest’altra? Chi fa così? Chi fa colà?”, no, si mischia tra la gente, si lascia toccare da un’emorroissa, si lascia lavare i piedi con le lacrime da una prostituta, si lascia incontrare da Zaccheo, va casa di Matteo Levi, crea relazioni là dove l’uomo avrebbe solo pronunciato giudizi di morte e di esclusione. Allora là ci siamo chiesti: “Ma come, c’è una Legge che mette fuori tutti quelli che fanno il male, com’è che tu usi un’altra Legge? O meglio, nella stessa Legge hai seminato un germe di bontà, di luminosità, di amore, capace di creare relazioni invece di escludere? Ma questo supera il nostro modo di pensare, supera ogni cosa che ci riguardi. Ma sta a vedere allora che quello che tu fai, attraverso il tuo Figlio, è quello che tu vuoi, è quello che realizzerai? Ma allora se è così, facci capire come ci giungeremo, come arriveremo ad essere un corpo solo? Come saremo un’anima sola? Come ricostruiremo la relazione che per noi è così difficile a causa dei nostri peccati?”. E allora, leggero come una colomba scenderebbe fino a noi il pensiero di Dio, quello che ha la capacità di accompagnarci fino alla verità tutta intera, quello che prende dagli insegnamenti del Figlio e ce lo fa conoscere, sperimentare come vero, Colui che conosce i disegni del Padre e li riversa in un modo comprensibile alla nostra povera consapevolezza di ignoranti, di incapaci e di peccatori perché no, chi è Costui se non lo Spirito di Dio, quello che conosce le profondità del Padre e le comunica a noi? E lo può fare perché, perché un Figlio fatto come noi, uomo come noi, ha declinato nella lingua umana il pensiero ineffabile di Dio. Dunque noi siamo veramente meravigliati, dice san Paolo che non possiamo negarla questa cosa perché lo Spirito attesta al nostro spirito che non siamo più servi, siamo veramente liberi, liberi quando rispettiamo, liberi quando amiamo, liberi quando favoriamo la vita, non siamo liberi quando favoriamo i fatti nostri, quella non è libertà. Questo Spirito sempre dice al nostro spirito dell’uomo: “Elevati, sei nato libero, sei fatto per la libertà, conosci le cose di Dio”, e come fa a donarcelo questo? Donandoci Dio stesso, dice san Paolo in questo brano che abbiamo letto della Lettera ai Romani: “Non abbiamo ricevuto uno spirito di servi per ricadere nella paura, abbiamo ricevuto un spirito figli”, quale figlio a casa propria ha paura? Di chi? Se ha paura c’è qualcosa di patologico, di anormale in casa sua, ogni figlio ha la libertà di aprire il frigorifero quando vuole, di servirsi delle cose di casa quando vuole e a noi e alla nostra realtà di figli, Dio che cosa dà? Qualche grazia, qualche piacere? Qualche cosa che ci fa comodo? No, dà Se Stesso, la natura divina, la natura divina del Verbo, per questo tu ti avvicini alla Santa Comunione col desiderio di ricevere la vita divina di Dio, quella quando entra in te trasforma i tuoi pensieri, infetta il tuo cuore di santità, cambia tutte le cose che hai dentro, anche la propensione al peccato, la cambia in desiderio di relazione, di amore e di riconciliazione. Noi eravamo solo animali, siamo diventati relazionali ed in questa relazione abbiamo conosciuto, praticato, celebrato, la relazione che si celebra fin dall’eternità tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Possa lo Spirito di Dio convincerti oggi e domani e ogni giorno della tua vita, soprattutto nei giorni che sei nelle tue cose, al lavoro, a vivere i tuoi giorni, possa convincerti lo Spirito Santo che la libertà è da Dio, che la libertà genera libertà e la genera nell’amore, nel rispetto e nella comprensione. Sia lodato Gesù Cristo.

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