XXIX Domenica Tempo Ordinario

Anno liturgico C
20 Ottobre 2019

Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui. (Messa del mattino e della sera)

LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 18,1-8)

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

PRIMA LETTURA -Dal libro dell’Èsodo (Es 17,8-13)

In quei giorni, Amalèk venne a combattere contro Israele a Refidìm.
Mosè disse a Giosuè: «Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalèk. Domani io starò ritto sulla cima del colle, con in mano il bastone di Dio». Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalèk, mentre Mosè, Aronne e Cur salirono sulla cima del colle.
Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk. Poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole.
Giosuè sconfisse Amalèk e il suo popolo, passandoli poi a fil di spada.

Salmo responsoriale Salmo 120.
Il mio aiuto viene dal Signore. R..

Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l’aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore:
egli ha fatto cielo e terra. R

Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
Non si addormenterà, non prenderà sonno
il custode d’Israele. R.

Il Signore è il tuo custode,
il Signore è la tua ombra
e sta alla tua destra.
Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte. R.

Il Signore ti custodirà da ogni male:
egli custodirà la tua vita.
Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri,
da ora e per sempre. R.

SECONDA LETTURA Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo (2Tm 3,14-4,2).

Figlio mio, tu rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente. Conosci coloro da cui lo hai appreso e conosci le sacre Scritture fin dall’infanzia: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù.
Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento.

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

“Le aspirazioni del cuore, anima della preghiera”
Dalla «Lettera a Proba» di sant’Agostino, vescovo

Quando preghiamo non dobbiamo mai perderci in tante considerazioni, cercando di sapere che cosa dobbiamo chiedere e temendo di non riuscire a pregare come si conviene. Perché non diciamo piuttosto col salmista: «Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per gustare la dolcezza del Signore e ammirare il suo santuario»? (Sal 26,4). Ivi infatti non c’è successione di giorni come se ogni giorno dovesse arrivare e poi passare. L’inizio dell’uno non segna la fine dell’altro, perché vi si trovano presenti tutti contemporaneamente. La vita alla quale quei giorni appartengono, non conosce tramonto.
Per conseguire questa vita beata, la stessa vera Vita in persona ci ha insegnato a pregare, non con molte parole, come se fossimo tanto più facilmente esauditi, quanto più siamo prolissi. Nella preghiera infatti ci rivolgiamo a colui che, come dice il Signore medesimo, già sa quello che ci è necessario, prima ancora che glielo chiediamo (Cfr Mt 6,7-8).
Potrebbe sembrare strano che Dio ci comandi di fargli delle richieste quando egli conosce, prima ancora che glielo domandiamo, quello che ci è necessario. Dobbiamo però riflettere che a lui non importa tanto la manifestazione del nostro desiderio, cosa che egli conosce molto bene, ma piuttosto che questo desiderio si ravvivi in noi mediante la domanda perché possiamo ottenere ciò che egli è già disposto a concederci. Questo dono, infatti, è assai grande, mentre noi siamo tanto piccoli e limitati per accoglierlo. Perciò ci vien detto: «Aprite anche voi il vostro cuore! Non lasciatevi legare al giogo estraneo degli infedeli» (2Cor 6,13-14).
Il dono è davvero grande, tanto che né occhio mai vide, perché non è colore; né orecchio mai udì, perché non è suono; né mai è entrato in cuore d’uomo (Cfr 1Cor 2,9), perché è là che il cuore dell’uomo deve entrare. Lo riceveremo con tanta maggiore capacità, quanto più salda sarà la nostra fede, più ferma la nostra speranza, più ardente il nostro desiderio.
Noi dunque preghiamo sempre in questa stessa fede, speranza e carità, con desiderio ininterrotto.
Ma in certe ore ed in determinate circostanze, ci rivolgiamo a Dio anche con le parole, perché, mediante questi segni, possiamo stimolare noi stessi ed insieme renderci conto di quanto abbiamo progredito nelle sante aspirazioni, spronandoci con maggiore ardore ad intensificarle. Quanto più vivo, infatti, sarà il desiderio, tanto più ricco sarà l’effetto. E perciò, che altro vogliono dire le parole dell’Apostolo: «Pregate incessantemente» (1Ts 5,17) se non questo: Desiderate, senza stancarvi, da colui che solo può concederla quella vita beata, che niente varrebbe se non fosse eterna?

Trascrizione dell’Omelia

Allora, vorrei insieme a voi entrare nel cuore di questa parola e scovare un tesoro prezioso che penso ci può aiutare a riformulare il nostro pensiero e i nostri giudizi anche sulla preghiera che è un problema un po’ per tutti noi no? Sentiamo il desiderio di pregare ma poi abbiamo tante difficoltà a farlo. Però, prima di illustrare questo aspetto che mi sembra importante vedere insieme, vorrei guardare un po’ alle difficoltà oggettive che ci sono in noi, in tutti noi. Per esempio, dice il Vangelo: “In quel tempo Gesù disse ai discepoli una parabola sulla necessità ..”, non sul desiderio, “sulla necessità di pregare sempre senza stancarsi”. Primo, guarda un po’, fai un po’ un esame di coscienza e dì, secondo te, non lo devi dire a me, dillo a te stesso, quando lo dici a te stesso non puoi mentire perché se è vero sei contento, se non è vero è un problema, dì la verità, ma tu sei convinto che si possa pregare senza stancarsi? Perché l’esperienza che facciamo noi della preghiera è noia, pesantezza, si per carità le diciamo le preghiere però certe volte .. “tutte le preghiere, sempre le preghiere, c’è anche bisogno di altro no?”, qualcuno quando insegno la preghiera continua, quella senza intermissione, mi dice: “Ma padre non è possibile, io faccio anche un lavoro, faccio anche delle cose, ma insomma posso stare sempre a pregare?”, dunque mi sembra che sulla preghiera incessante, anche se abbiamo sentito molte cose, non credo che siamo tutti così convinti che si possa fare. Poi, verso la fine di questo brano del Vangelo, dice Gesù, due domande: “Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui?”, secondo problema, tu che esperienza hai della preghiera? Che hai pregato e Dio ti ha ascoltato? Tu dirai: “Si, serto, Dio ascolta sempre”. Hai pregato, Dio ti ha ascoltato e poi ti ha esaudito? “Si e no, qualche volta più no che si”, dunque resta un problema aperto, resta una domanda, proprio come in questo brano del Vangelo: “e Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui giorno e notte?”. Due cose devi dire,primo, io non grido a Dio giorno e notte, secondo: “ma non lo so, forse ..” e qua viene il demonio a suggerirti: “Allora forse dovrei pregare giorno e notte per essere esaudito” e subito il demonio dice la seconda cosa: “Ma tu non puoi pregare giorno e notte! Hai pure tante cose da fare” e quindi il problema è eliminato, sto solo parlando delle circostanze in cui ci troviamo. “Li farà a lungo aspettare?” e poi ancora l’ultima domanda: “Ma il figlio dell’Uomo quando verrà troverà la fede sulla terra?”, che dici: “il Figlio dell’Uomo quando verrà” a che si riferisce? Quando ritornerà? Se fosse questo, dimmi tu cristiano, hai l’idea dell’attesa di un Figlio di Dio che torna? Vivi come se Uno deve tornare? Se torna uno che ha fatto del bene, che ti ha fatto solo del bene, quando tornerà cosa ti farà? “Del bene”. E tu lo vedi così come uno che quando torna ti farà del bene? Poi, questa fede che deve trovare il Figlio dell’Uomo, che cos’è? E’ il “Credo” che diciamo di corsa tutte le domeniche? Questa è la fede? O è la prassi della fede, cioè la carità, o è la dimensione della fede, cioè la speranza, che ne dici? Beh, come vedi, il problema si fa complesso, avevamo ascoltato questo Vangelo un po’ distrattamente, avevamo visto questo vedova, questo giudice. Ve lo ricordate no? Il giudice, dice Gesù, è uno che “non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno” ma un giudice può essere questo? tu dici: “Beh, magari nella magistratura può darsi”, nessuno si offenda, ma il giudice di cui sta parlando Gesù non è un magistrato, il giudice di cui sta parlando Gesù è uno che è legato alla Torah, fa giustizia secondo la Torah, conosce la Legge di Dio, il principio della Legge di Dio, principio della sapienza è il timore del Signore (Sir 1,12), come fa un giudice a non avere timore di Dio? è un paradosso no, lo capite? Gesù prende un esempio paradossale, dice: “C’è un uomo chiamato a fare la giustizia” la giustizia di Dio, non quella civile “ma non ha timore di Dio”, come fai a proporre qualcosa a qualcuno se tu neanche ci credi, chiaro? Dall’altra parte un altro paradosso, una vedova importuna, una vedova nel tempo di Gesù non contava niente e poi semmai la vedova era contemplata nella Torah, la Torah dice che bisogna aiutare le vedove e gli orfani, come fa questo giudice a non saperlo? Eppure, paradosso, è un giudice che chiude le orecchie a questa donna che urla davanti a lui. Non so che cosa hai capito fino adesso, dico nel passato, riguardo al giudice e alla vedova. Adesso facciamo un salto insieme per entrare nel cuore di questa parola. Facciamo conto che il giudice non è il giudice, ma sei tu. Facciamo conto che tu, che hai ricevuto nel Battesimo le promesse di Dio, che vieni costantemente aiutato a conoscere la sapienza di Dio e ti è data una grazia anche per metterle in pratica, tu pur sapendo tutte queste cose, come le sa il giudice, poi però non le fai, come fa questo giudice. Cioè rispetto alla grazia di Dio sei un po’ disonesto perché questa grazia te ne è stata data tanta, manco te ne sei accorto magari, stai sempre a parlare delle tue croci, dei tuoi dolori, dei reumatismi che hai, delle cose che non vanno, forse non te ne sei accorto. E la vedova importuna allora, chi sarà? Se abbiamo rovesciato la prospettiva, se il giudice iniquo sei tu, che sai la Legge di Dio ma non la metti in pratica, non ti fidi di Lui, allora chi sarà questa vedova? Mettiamo che questa vedova sia lo Spirito di Dio, lo Spirito di Dio, capisci? che bussa continuamente alle porte della tua vita, della tua anima, che chiede che tu l’ascolti, che tu una volta gli apra il cuore, che tu una volta capisca quello che ti dice e tu invece continui a dire: “Beh ma io non ho tempo, ho da fare, ma non so, e poi queste cose così grandi”. Mettiamo che sia così, allora guarda un po’ che cosa dice questa parabola: “Il giudice disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, siccome questa vedova è così molesta, le farò giustizia” mettiti in queste condizioni e dì: “Sono stato iniquo, non mi sono fidato di nessuno, non mi sono fidato di Dio soprattutto, ho sempre pensato che le cose che vengono da lui e che lo riguardano non siano proprio vere, vere, ho pensato di fare il minimo, però dentro di me ho sentito uno Spirito che continuamente, continuamente, incessantemente, gridava per essere ascoltato” e quante volte ha gridato? “Nella notte quando mi ha svegliato, in quella circostanza nella quale mi sono trovato in difficoltà, nella relazione con gli altri con i quali sono sempre in difficoltà, questo Spirito sempre bussava come la vedova importuna”, anzi, diremmo di più, che lo Spirito di Dio, siccome il Verbo si è incarnato, si è messo sotto i piedi degli uomini per suggerire loro di ascoltare la voce del Signore. Allora chi è che prega? tu? No, è lo Spirito che prega in te e a te è chiesto, per ora, solo di ascoltarlo. Se tu lo ascoltassi, dice il Salmo (Sal 80): “Se tu mi ascoltassi, se tu camminassi per le mie vie allora si che io ti metterei al riparo e combatterei per te”, se tu lasciasi entrare questa logica, se purificassi il tuo cuore, le tue orecchie, per sentire quello che lo Spirito dice al tuo spirito, allora probabilmente nascerebbe quella preghiera che ritieni tanto difficile che è la preghiera incessante. E ti dico per esperienza personale, per esperienza di uomini e donne che questa preghiera incessante l’hanno cominciata e la praticano, ti dico che questo dialogo continuo con lo Spirito di Dio, che abita nel tuo cuore in forza del Battesimo, ha il potere di farti vedere cose che finora non hai mai visto e finora ne hai solo sentito parlare. E allora, popolo di Dio, rialzati, rimettiti in piedi, rimettiti a cercare le vie di Dio, non avere paura, non diventerai un prete, un frate, una suora, tranquillo, rimarrai nelle tue cose, tranquillo, nessuno ti chiederà niente, nessuno invaderà la tua libertà e la tua privacy, ma tu cerca Dio semmai arrivi a trovarlo andando pure a tentoni, benché Egli non sia lontano da ciascuno di noi (At 17,27). Io ti prometto, che quando il Figlio dell’Uomo verrà, cioè quando lo Spirito verrà a visitarti, se tu presterai orecchio alla sua voce, Egli ti porterà alla verità tutta intera (Gv 16,13). Sai perché te lo posso promettere? Perché l’ha promesso Gesù e siccome l’ha promesso Gesù, questo accadrà ed io credo che quello che ha promesso Gesù accada, fallo pure tu. Sia lodato Gesù Cristo.

Messa Vespertina

 

Trascrizione dell’Omelia

Su questa parabola, su questo racconto, o meglio, su questa pericope evangelica, bisogna entrare con qualche strumento, altrimenti anche la sua ovvia interpretazione rischia di non farci entrare nel cuore dell’insegnamento di Gesù. Per farlo però, per entrare insieme in questo significato, vorrei mettere un po’ in evidenza alcuni aspetti, che penso ci riguardino un po’ tutti, sulla preghiera. Prima di tutto: “Gesù disse una parabola ai suoi discepoli sulla necessità di pregare sempre senza stancarsi”, primo, tu credi che si possa pregare sempre incessantemente, cioè senza pause? E se lo credi, o se ne hai fatto esperienza, puoi dire che questo accade senza che ti stanchi? Noi abbiamo un’esperienza della preghiera pesante, qualche volta noiosa, ci piacerebbe l’idea di pregare sempre però non ci mettiamo poi di fatto, io insegno questa preghiera da tanti anni e sempre mi sento dire: “No ma io la posso fare in macchina”, “la posso fare in ascensore” non lo so dove la vuoi fare, se è incessante è incessante, no? Poi, due personaggi paradossali direi, un giudice iniquo, ma se è un giudice come fa ad essere iniquo? Tu dici: “Beh, ce ne stanno tanti di magistrati iniqui”, ma io non parlo di quelli, il giudice secondo la Scrittura, secondo il Vangelo, non è il magistrato che fa la legge civile, penale, un giudice è uno che conosce la Torah e si preoccupa di giudicare le cause secondo la Torah. Ora la Torah viene da Dio, è la Legge, non è le leggi dello stato, viene da Dio, ora come fa un giudice ad applicare le leggi di Dio e non avere timore di Dio? Come si regola? Quand’è che queste leggi diventano normative se colui che ne è garante non è nel timore di quest’uomo? Beh, capisci bene che questa figura è un po’ troppo paradossale per essere presa in prestito per raccontare che cos’è la preghiera. Dall’altra parte c’è la vedova importuna, ma la vedova non può essere importuna, la vedova ha diritto secondo la Legge di essere ascoltata, lei e l’orfano, perché? Perché non ha niente, ma se non è ascoltata non può diventare importuna perché non ha alcun diritto per rivendicare niente presso nessuno. Poi ancora, andando avanti nel racconto, Gesù domanda a tutti, lo domanda a noi anche: “Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui?”, che dite farà giustizia? “Certo, lo dice Gesù!” e quali sono gli eletti? Chi sono questi eletti verso i quali Gesù promette dicendo che forse Dio, è una domanda retorica, non farà giustizia agli eletti che gridano giorno e notte? Dimmi in cuor tuo, fai un discernimento, chi hai stabilito che sono questi eletti? Madre Teresa, Padre Pio, San Francesco, poi? E tu dove stai? Sei un eletto o non sei un eletto? Te la dico meglio, hai scelto per Dio o non hai scelto per Dio? Perché gli eletti sono questi. E poi l’ultima domanda: “Il Figlio dell’Uomo quando verrà troverà la fede sulla terra?”, “Ehhh”, tutti così, “chi lo sa, con questi tempi che corrono quando ritorna trova la fede sulla terra”, ma dimmi ma tu lo stai aspettando che torna? Se tu non lo stai aspettando che torni, come puoi pensare che troverà la fede sulla terra, capite? E quando tornerà? Eh, questo è un bel problema. Vediamo un po’, il Verbo incarnato che è disceso dal cielo per salvarti, quando tornerà come tornerà? “Arrabbiato contro i cattivi”. Beh, capisci bene no, che con quelle quattro categorie che abbiamo noi in questa sapienza non entriamo, allora io stasera vorrei provare con voi, così, un’esperienza, un tentativo, proviamo ad invertire questi fattori, vediamo se possiamo capire meglio. Abbiamo detto che il giudice iniquo non si dà, perché non può essere iniquo, tu chi avresti detto che è il giudice iniquo? Siccome è quello pregato da una che prega, il giudice sarebbe Dio .. ma Gesù non fa un esempio tra Dio suo Padre ed il giudice iniquo! Facciamo che il giudice iniquo sei tu, facciamo che il giudice iniquo siamo noi, cioè saremo quelli che la Legge di Dio pare che la conoscano, almeno veniamo in chiesa, “credo in un solo Dio Padre ..”, credo tutto, faccio tutto, “Gloria a Dio nell’alto ..”, tutto quanto. Siamo noi, conosciamo la Legge di Dio, siamo cristiani, cattolici, battezzati, cresimati, etc., però pur avendo la Legge di Dio non l’applichiamo, perché non abbiamo timor di Dio, cioè non agiamo con sapienza, dice il Siracide: “Principio della sapienza è il timore del Signore” (Sir 1,12), ora se tu non hai sapienza nelle tue cose, dimmelo tu se lo hai, io intendo dire per sapienza se quando accadono i fatti tu che criteri usi? Usi i criteri tuoi, quelli della vicina di casa, dell’amico tuo, o usi quelli che desumi dalla parola di Dio e dai suoi insegnamenti? Pure questa è una domanda retorica. Allora tu sei uno che conosce queste cose ma non ti regoli secondo sapienza, dunque non hai il timore di Dio. Si, il timore di Dio lo hai scambiato per la paura che Dio quando ritorna ti trovi così con la paura, un due tre stella mentre tu ti stai a fare gli affari tuoi, ma quello non è timore di Dio, quella è paura, è una paura che non tiene conto dell’amore, l’amore perfetto, dice la Scrittura, scaccia quella paura. Allora facciamo che sei tu, tu sei il giudice iniquo e chi è questa vedova importuna che sta sempre là a gridare? Facciamo che sia la tua anima, anzi, facciamo che sia lo Spirito Santo la vedova importuna, tu dici: “Eh, addirittura!” perché no? Perché il Verbo di Dio, che è Dio Egli Stesso, può assumere le condizioni di un servo e lasciarsi maltrattare e uccidere in croce e lo Spirito Santo non può comportarsi forse come una vedova importuna che grida da una vita dentro la tua vita aspettando che tu l’ascolti e tu non l’ascolti? Se la preghiera, di cui lo Spirito Santo si incarica, perché Egli la relazione tra il Padre e il Figlio, Maestro di ogni relazione, Maestro interiore, autore della vera preghiera, quella autentica, quella che ha il potere di salire fino a Dio, sta là a bussare al centro del tuo cuore e dire: “Prega, prega, chiama il Signore, mettiti in relazione con lui, cercalo, disponi le tue cose perché Egli abiti nella tua vita, nella tua esistenza”. Dice Gesù nella parabola che quel giudice la ascolta, ascolta quella vedova, “almeno per la sua insistenza”, allora almeno ascoltalo per la sua insistenza! Lo Spirito Santo continuamente parla al tuo spirito, perché tu presti l’orecchio, perché tu possa gradualmente avanzare in una conoscenza sempre ulteriore, parti da zero, parti dall’idea che la preghiera Dio non la ascolta, se la ascolta non si sa se l’esaudisce, se l’esaudisce non sai qual è e come farla, parti sempre da una difficoltà, prova a fare un passaggio, io ti prometto che se tu fai questo passaggio Dio si chinerà verso di te e ti porterà ad una richiesta sempre più precisa, sempre più perfetta, sempre più personale, cioè sempre più simile al suo Figlio: perché l’oggetto della preghiera è il Figlio di Dio, non è la guarigione dell’alluce o non so cosa. Allora se hai capito questo, hai capito anche che cosa dice Gesù alla fine, dice: “Ma, quando poi il Figlio viene”, sai, tu invochi lo Spirito e chi viene? Il Figlio. Tu chiami lo Spirito Santo, chi riproduce lo Spirito Santo in te? Una colomba? Un piccione? No, riproduce il volto di Cristo, è lui che viene a te se chiami lo Spirito! Allora quando questo Cristo verrà, dimmi, troverà la fede al centro della tua terra, della tua identità o starai ancora a fare un’altra cosa? Hai capito cos’è la preghiera incessante? La preghiera incessante è la possibilità di lasciare lo Spirito parlare al centro della tua esistenza, finché non abbia organizzato gradualmente una preghiera autentica, una relazione vera, così come Egli Stesso la vive tra il Padre e il figlio nella Trinità Santissima. E se tu siederai su questa Pietra come Mosè, se tu ti lascerai appoggiare nella tua stanchezza su questo fondamento della fede, allora la chiesa e gli angeli terranno le tue mani alzate perché Amalek, il grande nemico di Israele e di tutta l’umanità, sia sconfitto, Amalek e le sue molte insidie, il demonio e le sue tentazioni, quelle che continuamente ti raggiungono, bussano alla porta del tuo cuore e tu ascolti più quelle che la voce dello Spirito che è dentro di te. Bene, hai davanti agli occhi un panorama forse più chiaro, più credibile e una proposta che va fino al centro del tuo essere, stavolta ascoltala, stavolta non aspettare, presta l’orecchio alla voce del Signore e spera in lui perché veramente Egli ti toglierà da questa angoscia per portarti fin nel centro del suo Regno. Sia lodato Gesù Cristo.

La preghiera di Gesù // Musica Sacra
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