Immacolata Concezione della Vergine Maria

08 Dicembre 2023

Ecco, concepirai un figlio e lo darai alla luce.(Messa vespertina e del Mattino)

 

MESSA VESPERTINA – LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1, 26-38)

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».
E l’angelo si allontanò da lei.

PRIMA LETTURADal libro della Gènesi (3,9-15.20)

[Dopo che l’uomo ebbe mangiato del frutto dell’albero,] il Signore Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
Allora il Signore Dio disse al serpente:
«Poiché hai fatto questo,
maledetto tu fra tutto il bestiame
e fra tutti gli animali selvatici!
Sul tuo ventre camminerai
e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita.
Io porrò inimicizia fra te e la donna,
fra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa
e tu le insidierai il calcagno».
L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.

Salmo 98 (99) .
R. Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie. R..

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. R

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele. R.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! strong>R.

SECONDA LETTURA Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (Ef 1,3-6.11-12) .

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.

In lui siamo stati fatti anche eredi,
predestinati – secondo il progetto di colui
che tutto opera secondo la sua volontà –
a essere lode della sua gloria,
noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

“La grazia delle tue parole conquista il popolo”.
Dalle «Lettere» di sant’Ambrogio, vescovo

Hai ricevuto il sacerdozio e, stando a poppa della Chiesa, tu guidi la nave sui flutti. Tieni saldo il timone della fede in modo che le violente tempeste di questo mondo non possano turbare il suo corso. Il mare è davvero grande, sconfinato; ma non aver paura, perché «E’ lui che l’ha fondata sui mari, e sui fiumi l’ha stabilita» (Sal 23, 2).
Perciò non senza motivo, fra le tante correnti del mondo, la Chiesa resta immobile, costruita sulla pietra apostolica, e rimane sul suo fondamento incrollabile contro l’infuriare del mare in tempesta. E’ battuta dalle onde ma non è scossa e, sebbene di frequente gli elementi di questo mondo infrangendosi echeggino con grande fragore, essa ha tuttavia un porto sicurissimo di salvezza dove accogliere chi è affaticato. Se tuttavia essa è sbattuta dai flutti sul mare, pure sui fiumi corre, su quei fiumi soprattutto di cui è detto: I fiumi hanno innalzato la loro voce (cfr. Sal 92, 3). Vi sono infatti fiumi che sgorgano dal cuore di colui che è stato dissetato da Cristo e ha ricevuto lo Spirito di Dio. Questi fiumi, quando ridondano di grazia spirituale, alzano la loro voce.
Vi è poi un fiume che si riversa sui suoi santi come un torrente. Chiunque abbia ricevuto dalla pienezza di questo fiume, come l’evangelista Giovanni, come Pietro e Paolo, alza la sua voce; e come gli apostoli hanno diffuso la voce della predicazione evangelica con festoso annunzio fino ai confini della terra, così anche questo fiume incomincia ad annunziare il Signore. Ricevilo dunque da Cristo, perché anche la tua voce si faccia sentire.
Raccogli l’acqua di Cristo, quell’acqua che loda il Signore. Raccogli da più luoghi l’acqua che lasciano cadere le nubi dei profeti. Chi raccoglie acqua dalle montagne e la convoglia verso di sé, o attinge alle sorgenti, lui pure, come le nubi, la riversa su altri. Riempine dunque il fondo della tua anima, perché il tuo terreno sia innaffiato e irrigato da proprie sorgenti. Si riempie chi legge molto e penetra il senso di ciò che legge; e chi si è riempito può irrigare altri. La Scrittura dice: «Se le nubi sono piene di acqua, la rovesciano sopra la terra» (Qo 11, 3).
I tuoi sermoni siano fluenti, puri, cristallini, si che il tuo insegnamento morale suoni dolce alle orecchie della gente e la grazia delle tue parole conquisti gli ascoltatori perché ti seguano docilmente dove tu li conduci. Il tuo dire sia pieno di sapienza. Anche Salomone afferma: Le labbra del sapiente sono le armi della Sapienza, e altrove: Le tue labbra siano ben aderenti all’idea: vale a dire, l’esposizione dei tuoi discorsi sia lucida, splenda chiaro il senso senza bisogno di spiegazioni aggiunte; il tuo discorso si sappia sostenere e difendere da se stesso e non esca da te parola vana o priva di senso.

Trascrizione dell’Omelia.

Un giorno Paolo, san Paolo, nei suoi viaggi apostolici, giunse anche ad Atene. E ad Atene, dopo aver camminato lungo le vie della città, si diresse in un luogo, l’Areopago, dove gli ateniesi, i sapienti, i filosofi, amavano andare per parlare, per domandarsi, per investigare sulle origini delle cose, del mondo e perché no, anche sulle divinità probabilmente, era un popolo sapiente, un popolo che si era abituato a chiedersi dunque a crescere in relazione alle cose che comprendeva. E a questa gente Paolo cominciò a parlare prendendo spunto da un altare che aveva visto dedicato ad un dio ignoto, anzi aveva cominciato così, un po’ astutamente: “Ho visto che voi siete molto pii, tant’è che oltre ad avere molti templi avete aperto anche una possibilità ad un dio ignoto”. Beh sarebbe una cosa grande questa, che uno abbia nella propria coscienza un posto aperto, un luogo aperto per la comprensione di qualcosa che ancora non è chiaro, non si è incontrato. E Paolo dice: “Beh, siccome è così, io vi faccio una proposta, vi racconto una storia” e comincia a parlare della creazione così come noi l’abbiamo recepita nella Sacra Scrittura, nel Libro della Genesi, insomma arriva al culmine dicendo che Dio, questo Dio, ci ha dotati di uno spirito che ci permette di investigare come facevano loro, dunque di capire, di comprendere, di accogliere anche. E poi fa riferimento al Figlio di Dio e qua gli si devono essere drizzate le orecchie, perché loro una certa immagine di dei, semi dei, figli di dei, insomma ce l’avevano, anche molto bassa direi, visto che poi questi figli si comportavano in modo strano. Ma san Paolo ad un certo punto dice loro la cosa più importante della vicenda di quest’Uomo, dice che è morto e Dio lo ha resuscitato. E quando sentirono parlare della resuscitazione dai morti, questa gente cominciò a deriderlo, qualcuno gli ha detto, lo riporta gli Atti degli Apostoli, gli ha detto: “Su questo argomento ti ascolteremo un altro giorno”, come dire: “Non abbiamo tempo da perdere”. La loro sapienza, invece di aprirli come sembrava, le aveva chiuse queste porte.., si erano arricchiti delle cose che pensavano, erano funzionali ai loro pensieri, alle loro cose, ai loro affari, non si erano lasciati .. Perché vi ho detto questo dopo aver ascoltato questo Vangelo? Perché questo annuncio fatto alla Vergine Maria, è un annuncio incomprensibile, anche una persona che avesse non so, una certa intelligenza, una certa cultura, non potrebbe comprendere come è possibile .. è possibile che uno risorga dalla morte? No, tu lo professi ma in cuor tuo non lo credi, perché se lo credessi non ti comporteresti così col tuo prossimo per esempio. Si, ti immagini un aldilà ma se lo immaginano anche gli atei l’aldilà. Dunque se tu non puoi rappresentarti la resurrezione dalla morte, dimmi ti puoi rappresentare un parto verginale? Diresti subito: “No, ma quando mai! Si è una storia sicuramente ..”, Maria non ha certamente quest’approccio scientifico per dire: “No, non è possibile” però poteva dire, come ha provato a dire: “Io non conosco uomo, dunque come si fa questa cosa, questa tal cosa che generalmente tutti noi conosciamo così, così e così?”. E qua l’angelo gli dice qualcosa, come dicevo, veramente incomprensibile: “Lo Spirito Santo scenderà su di te ..”, nessuno al tempo della Vergine Maria sapeva chi fosse lo Spirito Santo! Si la Scrittura ne parlava, ma ne parlava come di un respiro, un respiro di Dio, insomma non aveva una configurazione come noi abbiamo imparato dalla rivelazione del Vangelo nel Nuovo Testamento, dunque non poteva comprenderlo. Ma poi la potenza dell’Altissimo che invece che abitare a Gerusalemme dove è lecito e buono che sia, no, si sposta fino a Nazareth! Capito che vuol dire fino a Nazareth? Fino a te. Dove stai tu? Non stai in un posto periferico rispetto alla santità di Dio? Non ti senti lontano dalla gloria? I tuoi giorni come sono, sono tutti templi dorati della presenza dell’Altissimo? Vorresti .. Addirittura questa potenza ti coprirà con la sua ombra, questo Maria lo sapeva, sapeva che secondo il Libro dei Re, quando Salomone aveva inaugurato il Tempio, aveva fatto questa preghiera di intercessione nell’inaugurazione del Tempio, una nube si era posta sul Santo dei Santi per dire: “Io sono qua, Io sono con voi, quella presenza che vi ha portato per il deserto che attestava la mia realtà divina, adesso abita qua”, dunque Maria questa figura ce l’ha ma non sa come farla entrare nei suoi giorni. L’angelo le dice anche qual è la conseguenza di questa inabitazione di Dio: “Perciò colui che nascerà sarà Santo e sarà chiamato Figlio di Dio”, che tradotto in italiano corrente vuol dire: “Non sarà tuo del tutto, sarà uno con un progetto, una vocazione, un’identità, una missione che tu non puoi immaginare totalmente, lo vedrai”. Come Dio aveva detto a Mosè: “Io sono colui che sono, Io mi mostrerò, ti farò vedere chi sono camminando con te” così sta dicendo l’angelo alla Beata Vergine Maria, sta dicendo: “Lui è il Santo, il Figlio di Dio, tu capirai nel tempo chi è” e poi le offre una chiave, pure noi la potremmo capire, dice: “Nulla è impossibile a Dio” e noi diremmo: “Certo .. a conoscerlo, ad aspettarle queste cose che accadono”, perché per noi impossibile, tante cose sono impossibili. Ma questa chiave Maria la ritiene non perché più intelligente, non perché ha detto: “Mi fido”, perché ha una fede .. no, la ritiene perché lei non ritiene nulla impossibile, perché non sospetta, la sua immacolata concezione dice che lei manca di sospetto, non di peccato solamente, di sospetto, guarda le cose e le crede per quelle che sono, accosta la parola di Dio e la riceve così com’è, così com’è al punto che questa parola così grande, nella sua piccola vita, la feconda e le permette di concepire la Parola Incarnata. È interessante che dopo tutto questo Maria non dice: “Ah si, forse ho capito, dimmi un po’ meglio così qua e là, forse dopo che succederà?”, Maria dice semplicemente: “Ecco la serva del Signore”. Ma si, ma non eravamo usciti dal deserto liberati dalle mani del faraone per servire il Signore? Ma non abbiamo camminato per quarant’anni per offrire il nostro servizio al Tempio di Gerusalemme al Signore? Ma non ci siamo accostati pian piano al mistero della gloria fino all’incarnazione del Verbo, per servire il Signore? E quando è venuto non ci ha chiesto ancora di servire amando il prossimo come noi stessi? E tutta la nostra vita non si spiega a partire dal servizio che dobbiamo al prossimo? E così Maria compie questa missione. E quando compie questa missione incontra anche la pienezza della sua identità, d’ora in poi non sarà più la piccola giovane di Sion, di Nazareth se volete, ma la Madre di Dio. Un Concilio lo stabilirà, preoccupandosi di far capire a tutta la chiesa nascente che Gesù non era a volte uomo a volte Dio, un po’ uomo un po’ Dio, come gli uomini pensavano, perché tutti capissero dona questo appellativo a Maria chiamandola Madre di Dio, la Theotokos. E nella sua apertura al mistero di Dio, tutti noi siamo entrati, d’ora in poi tutte le volte che pensiamo all’Ave Maria come oggi abbiamo ascoltato, diciamo: “E’ vero, nulla è impossibile a Dio, vale la pena aspettare, vale la pena attendere, vale la pena vivere e anche morire sapendo che nulla è impossibile a Dio” perché ci ama e ci ha amati per primo. Sia lodato Gesù Cristo.

Messa del giorno

Trascrizione dell’Omelia.

Per entrare nel cuore di questa solennità che ci è tanto cara e adesso vedremo anche perché ci è cara, non solo perché celebra la gloria dell’immacolata concezione di Maria, ma perché prospetta davanti ai nostri occhi qualcosa che ci riguarda individualmente e per la vita eterna. Sarebbe come dire, una sorta di promessa rimodellata a modo dell’uomo, perché l’uomo la possa intravedere, non dico capire, ma intravedere, innamorarsi di questa promessa e attendere che si compia, che poi, detto in una parola sola, questo è proprio l’oggetto della nostra fede, che noi possiamo camminare e crescere fino a intravedere la nostra sorte eterna. La Prima Lettura ci aveva detto un po’ come si potevano capire le cose, con una narrazione un po’ fiabesca apparentemente, del discorso della Genesi, nel Libro della Genesi di questi due progenitori, come nasce il problema, che sarà per tutta l’umanità, una propensione all’errore, una propensione al peccato e cioè il sospetto: sospetto verso Dio, sospetto verso l’altro, sospetto verso la storia, sospetto verso il futuro. E proprio per questo Dio risponde con una promessa al futuro, come dire: “Io ormai ho registrato questa tua nudità, questa tua vergogna, bene Io ti dico che adesso semino un seme di speranza che germoglierà in un certo momento, germoglierà nella stirpe umana quando finalmente questa stirpe potrà schiacciare questo pensiero serpeggiante che sempre la mette in difficoltà e a disagio rispetto a tutte le cose”. Quell’epoca non aveva la capacità di immaginarsi la stirpe come un universale, come un’idea così astratta, allora l’autore della Genesi gli dà una figura, la figura di una donna. Una donna, la prima immagine della promessa ha il volto di una donna e ritornerà questo volto nella pienezza del tempo con la Beata Vergine Maria che concepisce il Figlio, lo vedremo, e poi alla fine con la donna vestita di sole che finalmente aprirà la promessa che era contenuta nell’Arca dell’Alleanza. Bene, la Seconda Lettura invece Paolo, in questa Lettera agli Efesini, racchiude in pochi passaggi il progetto di Dio sull’uomo, in forma di preghiera, di benedizione, comincia proprio dicendo: “Benedetto Dio Padre del Signore nostro Gesù Cristo che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale” e dice qual è l’oggetto di questa benedizione, questo stai attento, stai attento perché è per te, qua c’è scritto per quale motivo ci sei, per quale motivo vivi e dove stai andando, parlo a te cristiano che hai seminato al centro della tua vita la promessa del Battesimo e dice che Dio ci ha scelti in lui in Cristo prima della creazione del mondo, hai capito? Hai capito da quando ha origine la tua chiamata all’esistenza? Da prima della creazione del mondo. Misteriosamente in Cristo c’è una promessa, della nostra nascita, della nostra venuta al mondo, della nostra vita e anche del nostro ritorno a Dio. E perché ci ha scelti? Per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci ad essere suoi figli adottivi. Ora attenzione, noi abbiamo un’idea di santità e di immacolatezza che è pagana, uno è santo quando è puro, allora se uno è santo quando è puro, trovatemene uno che è santo perché è puro! Allora che sarebbe la nostra fede, la celebrazione di una santità altissima, bellissima, perfetta, che però non ci appartiene ora e non ci apparterrà mai? Ma tu puoi veramente oggi celebrare questo paradosso? Ed invece no, dice che questa cosa avverrà nella carità, avverrà cioè attraverso la presenza della carità, capisci? Traduci dell’Amore e vedremo chi è, Predestinandoci ad essere figli adottivi, sai che vuol dire figli adottivi? Vuol dire che noi non stiamo più davanti a Dio stando sotto, cercandolo non sapendo dov’è, non immaginandoci nulla, addirittura avendo paura di lui. No, se un figlio ha paura del padre o è malato lui o è malato il padre, lo capisci no? Dalla tua esperienza queste cose le sai. No, invece dice per essere santi e immacolati di fronte a Lui come i figli stanno di fronte al padre. Bene, detto questo che è la premessa per capire questo mistero, finalmente l’annuncio dell’angelo. Allora, avete capito no? La promessa della santità e dell’immacolatezza poteva essere altissima, lontanissima, assolutamente impraticabile e forse tu così te la sei immaginata, e forse tu così vivi la tua vita di fede, andandoti a confessare tutto quello che manca a questa idea di perfezione che ti sei fatto, mentre Dio volendo parlarti, non ti mette davanti un’idea di perfezione, ma viene a cercarti, dove? Nella tua vita. E qual è la tua vita? La casa di Nazareth. E chi c’è nella casa di Nazareth? La tua anima che spera. E come spera? Come tutti i giorni. A quest’anima, ormai resa simile a quella della Vergine Maria Immacolata, Dio chiede di non avere sospetti, Dio ti parla dicendoti: “Per favore non sospettare, per favore non dire che è impossibile, per favore non dire più che è difficile. Guarda, Io la mia grandezza la porto fino alla tua capacità di intenderla, di desiderarla, addirittura di vederla” e dirà Giovanni nella sua Lettera addirittura di toccarla, il Verbo della Vita, toccarla. Dunque la piccola casa di Nazareth, la realtà della Vergine Maria, che finora è una persona qualsiasi, ha una sola prerogativa che è quella di non sospettare di Dio, perché è stata messa a parte di questo peccato originale che l’avrebbe spinta verso il dubbio. E a lei le parole dell’angelo, dell’arcangelo Gabriele, come dire il messaggio più vicino a Dio, arriva fino a faccia a faccia con la realtà della nostra umanità. E che cosa dice Dio a questa nostra umanità? “Ah, dovresti essere così, guarda invece come sei! Io ti avevo fatto per ..invece tu sei diventato ..” no, dice alla nostra umanità, Lei è la nostra umanità: “Rallegrati, rallegrati umanità perché sei riempita di grazia” cioè Dio ti ha riempito di favore, il favore è suo, però raggiunge te. Allora ti dilata subito il cuore, tant’è che Maria rimane turbata, come rimarresti turbato tu se una volta nella vita credessi che Dio una parola che vuole dire, la voglia dire proprio a te. E l’angelo le dice, lo dice anche a te: “Non temere, non avere paura, perché hai trovato grazia presso Dio, ecco concepirai un Figlio”, ora attenzione, lasciamo un attimo Maria nella casa di Nazareth e vediamo se il Vangelo oggi, da questo pulpito, possa dire a te: “Concepirai il Signore, Concepirai il Signore!”, tu dici: “Ma io non posso concepire il Signore”, diresti: “Io non conosco uomo”, “.. io non conosco Dio” dovresti dire, “come faccio a concepire il Signore?”. Eppure il senso della predicazione, dell’annuncio, da questo luogo qua (l’ambone) è l’arcangelo Gabriele, dice sempre alla chiesa: “Ave piena di grazia, meno male che siete venuti! Vieni a riempirti di questa promessa, perché sei destinato a concepire Cristo dentro questa storia” che cosa di Cristo? Tutto quello che gli appartiene, la sua umanità capace di redimere, la sua umanità santa, la presenza della natura divina promessa a tutti gli uomini di buona volontà, la sua passione, morte e resurrezione, cioè quella logica che ti permette di entrare nella malattia, nel male, nelle difficoltà della storia ed uscirne sempre vittorioso. Ci credi? L’uomo dice: “No, mi sento nudo, mi nascondo ho paura, meglio di no, incrocia le dita, fa gli scongiuri”, il cristiano invece potrebbe dire: “Io non so come è possibile questo”, bene te lo dico io come è possibile: “Lo Spirito del Signore ti coprirà con la sua ombra”, queste erano parole che facevano riferimento alla presenza di Dio nel Tempio di Gerusalemme ed ora vuol dire d’ora in poi non più nel Tempio di Gerusalemme, in un luogo lontanissimo da te, ma in una chiesa che esiste dove vai tu, ti coprirà con la sua ombra, rimarrà con te ovunque andrai, ovunque! Nelle tue relazioni, nelle tue difficoltà nelle tue feste, nelle tue speranze, in ogni momento, onorala questa gloria che dimora presso di te. Tu dirai, lo che stai pensando: “Come sono belle queste parole, ma la mia vita .. ma i giorni!”, ma come fai a pensare questo? Sei venuto qua per nutrirti del corpo di Cristo, il corpo di Cristo abita nella santità e quando ti raggiunge realizza questa santità, dove vorresti metterti? Ancora nasconderti dietro un dito e dire: “Io non sono degno di questa gloria?”, ma questa gloria si è declinata fino alla tua vita, è diventata fatta a posta per te, come puoi dubitare? Allora, dopo che ha detto questo, la Madonna chiaramente non può capire niente di questo discorso che ha fatto l’angelo, l’angelo le dà un segno semplice, le dice: “Vediamo un po’, hai presente tua cugina Elisabetta? È al sesto mese, eppure era sterile ed anziana, niente è impossibile a Dio”, allora Maria dice: “Ecco sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua parola”, “Ecco sono uscita dall’Egitto, sono entrata nel deserto, vado verso la Terra Promessa, per servire il Signore, ecco tutta la mia vita è a sua disposizione”, questa è la parola magica, questa è la parola che apre le porte del cuore e permette allo Spirito Santo l’amore, quello che nella carità ci avrebbe messi davanti a Dio, permette allo Spirito Santo di costruire questa relazione, che è una relazione con Dio, che è una relazione con la vita eterna, che è un’apertura alla speranza senza fine, insomma è un’esperienza dell’amore di Dio, non dell’amore umano, dell’amore di Dio. Allora stavolta, visto che l’angelo te l’ha detto, che la chiesa te lo ripete, che Maria garantisce per te che questo è vero, non dubitare più, non dire più: “Come faccio, come è possibile? Ho tanti problemi, ho tanti guai, ho fatto cose di cui mi vergogno” e tutte le cose che dici sempre quando il Vangelo di Dio viene a te, stavolta dì: “Va bene, va bene! A questa età, pure con questi peccati, anche con questi sospetti io lo dirò, per amor tuo Signore io lo dirò: “Eccomi l’anima mia è la tua serva, fa di me proprio come hai pensato”, gli angeli aspettano che tu dica questo: “Si”, come hanno aspettato che lo dicesse la Vergine Maria. Sia oggi per te un’occasione, sia oggi per te l’occasione per eccellenza e Dio ti amerà fino alla fine. Sia lodato Gesù Cristo.

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