VI Domenica T.O.

Anno Liturgico B
11 Febbraio 2024

La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.

 

MESSA DEL GIORNO – LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,40-45)

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

PRIMA LETTURADal libro del Levìtico(Lv 13,1-2.45-469

Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne e disse:
«Se qualcuno ha sulla pelle del corpo un tumore o una pustola o macchia bianca che faccia sospettare una piaga di lebbra, quel tale sarà condotto dal sacerdote Aronne o da qualcuno dei sacerdoti, suoi figli.
Il lebbroso colpito da piaghe porterà vesti strappate e il capo scoperto; velato fino al labbro superiore, andrà gridando: “Impuro! Impuro!”.
Sarà impuro finché durerà in lui il male; è impuro, se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento».

Salmo 31 (32) .
Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall’angoscia. R..

Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno. R

Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità»
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato.R.

Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!
Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia! R.

SECONDA LETTURA . Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi(1Cor 10,31-11,1)

Fratelli, sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio.
Non siate motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare il mio interesse ma quello di molti, perché giungano alla salvezza.
Diventate miei imitatori, come io lo sono di Cristo.

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

“La parola di Dio è sorgente inesauribile di vita”.
Dai «Commenti dal Diatessaron» di sant’Efrem, diacono.

L’Apostolo scrive ai Galati perché capiscano che la grazia li ha sottratti dal dominio della Legge. Quando fu predicato loro il Vangelo, non mancarono alcuni venuti dalla circoncisione i quali, benché cristiani, non capivano ancora il dono del Vangelo, e quindi volevano attenersi alle prescrizioni della Legge che il Signore aveva imposto a chi non serviva alla giustizia, ma al peccato. In altre parole, Dio aveva dato una legge giusta a uomini ingiusti. Essa metteva in evidenza i loro peccati, ma non li cancellava. Noi sappiamo infatti che solo la grazia della fede, operando attraverso la carità, toglie i peccati. Invece i convertiti dal giudaismo pretendevano di porre sotto il peso della Legge i Galati, che si trovavano già nel regime della grazia, e affermavano che ai Galati il Vangelo non sarebbe valso a nulla se non si facevano circoncidere e non si sottoponevano a tutte le prescrizioni formalistiche del rito giudaico.
Per questa convinzione avevano incominciato a nutrire dei sospetti nei confronti dell’apostolo Paolo, che aveva predicato il Vangelo ai Galati e lo incolpavano di non attenersi alla linea di condotta degli altri apostoli che, secondo loro, inducevano i pagani a vivere da Giudei. Anche l’apostolo Pietro aveva ceduto alle pressioni di tali persone ed era stato indotto a comportarsi in maniera da far credere che il vangelo non avrebbe giovato nulla ai pagani se non si fossero sottomessi alle imposizioni della Legge. Ma da questa doppia linea di condotta lo distolse lo stesso apostolo Paolo, come narra in questa lettera. Dello stesso problema si tratta anche nella lettera ai Romani. Tuttavia sembra che ci sia qualche differenza, per il fatto che in questa san Paolo dirime la contesa e compone la lite che era scoppiata tra coloro che provenivano dai Giudei e quelli che provenivano dal paganesimo. Nella lettera ai Galati, invece, si rivolge a coloro che erano già stati turbati dal prestigio dei giudaizzanti che li costringevano all’osservanza della Legge. Essi avevano incominciato a credere a costoro, come se l’apostolo Paolo avesse predicato menzogne, invitandoli a non circoncidersi. Perciò così incomincia: «Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro Vangelo» (Gal 1, 6).
Con questo esordio ha voluto fare un riferimento discreto alla controversia. Così nello stesso saluto, proclamandosi apostolo, «non da parte di uomini, né per mezzo di uomo» (Gal 1, 1), – notare che una tale dichiarazione non si trova in nessun’altra lettera – mostra abbastanza chiaramente che quei banditori di idee false non venivano da Dio ma dagli uomini. Non bisognava trattare lui come inferiore agli altri apostoli per quanto riguardava la testimonianza evangelica. Egli sapeva di essere apostolo non da parte di uomini, né per mezzo di uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre (cfr. Gal 1, 1).

Trascrizione dell’Omelia.

Per entrare in questa parola, è un po’ più impegnativo che semplicemente ritenere un miracolo che Gesù ha fatto, anche perché raccontare ancora di questi miracoli tutte le volte quando noi siamo oppressi da molte cose, ci fa piacere ma non ci consola. Siccome qua invece c’è un insegnamento che ha un sapore di eternità, forse questo è più importante del prodigio che pure si è prodotto. Per capirlo bisogna un po’ guardare di che stiamo parlando, sapete Marco è molto immediato quando fa i suoi racconti della sua esperienza che ha fatto con Gesù, ma tutto quello che dice poi ha un retaggio anche più antico, più grande. Innanzitutto questo lebbroso che avvicina Gesù, anche un po’ coraggiosamente perché i lebbrosi dovevano stare fuori della città, quindi che si sia avvicinato tanto a Gesù mentre Gesù stava parlando del Regno intorno al lago di Galilea, già è una cosa un po’ strana. Ora, se uno lebbroso va dal Signore e sa che questo gli può cambiare la vita, secondo voi che cosa gli chiederà? Di essere guarito, no? Eppure questo lebbroso non gli chiede di essere guarito, dice: “Se vuoi puoi purificarmi”, tu dirai: “Ma è la stessa cosa”, no, gli avrebbe detto: “Guariscimi”, bisogna allora dire che cos’era questa lebbra e che cosa gli chiede veramente quest’uomo, perché ti riguarda sai? Ti riguarda proprio bene. Innanzitutto la lebbra è un male un po’ strano, certamente è un male invalidante, è un male che è pericoloso perché può infettare anche gli altri, ma soprattutto è un male che esclude, tutto il Libro del Levitico ha capitoli interi che parlano della lebbra come di una situazione che esclude dalla comunità. Lo diceva anche la Prima Lettura che abbiamo ascoltato, se uno scopre di avere la lebbra deve dire: “Impuro! Impuro!” e deve stare lontano, vivere lontano dal consesso, cioè deve escludersi non solo dalle relazioni quelle umane con gli altri, ma escludersi dal culto, escludersi dalla comunità degli israeliti, escludersi quasi dal popolo delle promesse, è uno che sta fuori, capisci? Perché tu capisca bene, è come uno che è scomunicato nella nostra chiesa, deve stare fuori, non può avvicinarsi, non può partecipare a tutte quelle realtà sacramentali che danno la grazia, dunque che ci permettono di vivere ora e di sperare la vita eterna, bene un’analogia così per capirci. Una che si era ammalata di lebbra al tempo dell’Esodo e che dunque è emblematica anche questa è la sorella di Mosè e si era ammalata di lebbra, le era comparsa la lebbra perché aveva accusato Mosè ed era stata invidiosa di lui e dei suoi carismi, questa invidia esclude dal popolo, l’invidia esclude sempre dalla comunione, perché l’invidia non ha la capacità, non dà più la capacità di guardare alle cose, alle relazioni, con fiducia, col desiderio di camminare insieme, di diventare un corpo solo, divide. Bene, quindi questo uomo quando vede Gesù non gli dice: “Guariscimi”, gli dice: “Purificami”, che vuol dire: “Rimettimi nelle condizioni di stare con il mio popolo, fammi rientrare a casa, fammi stare con i miei, fammi andare alla sinagoga, fammi andare al Tempio, fammi pregare come fanno tutti, non rendermi più uno escluso, un paria deprecabile” e Gesù, dice qua: “Ne ebbe compassione e tese la mano”, pensate che ci sono alcune varianti, dei manoscritti che parlano di questo episodio che invece di dire: “Ne ebbe compassione”, dice che Gesù si incollerì un po’ con quest’uomo. Va bene, ne ebbe compassione, gli tese la mano, lo tocca, gli dice non: “Sii guarito”, ma: “Sii purificato” che vuol dire: “Puoi tornare a casa, puoi ricominciare la tua vita, puoi ricominciare a lodare il Signore, puoi ricominciare a portare su di te quel carico che farà del popolo che vive con te, un popolo amato, eletto e destinato ad esprimere, a manifestare la gloria di Dio. Tu lo so che hai sentito, hai capito e ti stai ancora domandando: “Che c’entra con me?”, bene, il peccato che commetti, che commettiamo tutti, io prima e tu appresso, non i peccatucci: “Ho mangiato la cioccolata ..” quelle scemenze che non c’entrano niente, no, quei peccati che ci mettono nelle condizioni di stare fuori: la mormorazione, il giudizio, poi per carità pure gli altri peccati quelli che conosci quelli brutti, corposi, succulenti, no, non quelli, ma io parlo di quei peccati che negano la comunione, che la mettono in difficoltà la comunione, che escludono e che poi ti escludono evidentemente. Non li vai a confessare forse? E quando li vai a confessare che cosa chiedi al sacerdote, al ministro che ti sta dando l’assoluzione? Chiedi semplicemente di essere pulito, cioè guarito, o chiedi di essere purificato, cioè riammesso alla comunione dei fedeli, riammesso nella comunione ecclesiale per poter sperare, insieme agli altri e non da parte escluso, insieme agli altri la vita eterna e la grazia da Dio. Beh è questo che chiedi immagino, no? Certamente è questo che chiedi, e allora quando esci dal confessionale, dimmi, perché non vivi la gioia di questa inclusione di nuovo riacquistata e non aiuti gli altri a sperare, perché giudichi ancora? Volevi essere riammesso o volevi semplicemente essere ripulito? Beh la Confessione non ti ripulisce, ti ammette! Anzi sappilo, che per il peccato non basta solamente l’assoluzione, ma bisogna pensare anche alla pena per il peccato, tu lo sai, per questo noi facciamo il Giubileo, per questo facciamo le indulgenze plenarie, etc., perché la pena comunque rimane presso di noi. Tu dici: “Ma allora non sono perdonato del tutto?”, perdonato del tutto, riammesso nella comunità, ma anche chiamato ad emendarti, ma anche chiamato a riparare, cioè a cambiare le logiche che fino adesso ti hanno permesso solo di stare fuori della comunità di chi spera. Per questo motivo Gesù dice a quest’uomo: “Adesso non dire niente a nessuno, fai quello che devi fare per essere riammesso, cioè vai dal sacerdote, non stargli a raccontare niente, vai dal sacerdote fai quello che devi fare, paga quello che devi pagare, con i sacrifici etc., offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto sottomettiti alla Legge e basta, non c’è bisogno che tu ..”, quello invece che fa? Esce, siccome non ha capito niente di questo, e comincia come prima a vivere in modo superficiale. Tu dici: “Ma come? Annuncia a tutti ..”, che cosa annuncia a tutti? Che Gesù l’ha guarito? Ma lui doveva annunciare che Gesù l’aveva purificato, riammesso, non che lo aveva guarito. La guarigione non basta, amici miei, perché dopo una guarigione noi ci riammaliamo e dopo ogni guarigione comunque siamo destinati ad andare verso l’esito della nostra vita che è la morte. Quello invece che ci apre le porte della vita eterna è la conversione del cuore, il cambiamento dei pensieri, il cambiamento del nostro modo di vivere la speranza in Cristo e quello deve vedersi fuori, gli altri se ne devono accorgere, quella è la testimonianza, non che tu vada a dire a tutti: “Io ho fatto .., io ho visto .., io ho sognato Gesù, la Madonna e non so chi altro”. E noi questo mondo così lo riformuleremo, così lo cambieremo, con questa, passatemi, “obbedienza alla Legge”, che è una Legge d’amore, non è una Legge stringente, obbedienza alle cose di Dio che lo Spirito ci mette nelle condizioni di conoscere, di apprezzare e anche di scegliere per la nostra vita. Se noi facessimo diversamente, metteremmo Gesù nelle condizioni in cui l’ha messo quest’uomo, dice che: “Siccome andavano tutti a toccarlo Gesù non poteva entrare più in nessuna città”, invece Gesù vuole entrare in una città, vuole entrare nella città degli uomini in tutte le relazioni e io te lo dico, te lo prometto, purificherà tutte le azioni che ti riguardano quelle volte alla relazione, al perdono, all’inclusione dell’altro, alla misericordia, tutte quelle cose che provenendo da Dio, fanno di te un uomo di speranza, che lo Spirito Santo ti accompagni. Sia lodato Gesù Cristo.

La preghiera di Gesù // Musica Sacra
icon-downloadicon-download
  1. La preghiera di Gesù // Musica Sacra
  2. Isusova Molitva // Musica Sacra
  3. Preghiera di Gesù // Musica Sacra
  4. Agni Parthene // Musica Sacra
  5. Te Deum // Musica Sacra