Domenica di Pentecoste

Anno Liturgico B
19 Maggio 2024

Lo Spirito di verità vi guiderà a tutta la verità.(Messa del mattino e della sera).

 

MESSA DEL GIORNO – LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Giovanni/strong> (Gv 15,26-27;16,12-15)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Parola del Signore.

PRIMA LETTURADagli Atti degli Apostoli (At 2,1-11)

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

Parola di Dio.

Salmo 103 (104) .
Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra. R..

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature. R

Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra. R.

Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore. R.

SECONDA LETTURA .Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati (Gal 5,16-25)

Fratelli, camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.
Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è Legge.
Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

“La missione dello Spirito Santo”.
Dal trattato «Contro le eresie» di sant’Ireneo, vescovo.

Il Signore, concedendo ai discepoli il potere di far nascere gli uomini in Dio, diceva loro: «Andate, ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28, 19).
È questo lo Spirito che, per mezzo dei profeti, il Signore promise di effondere negli ultimi tempi sui suoi servi e sulle sue serve, perché ricevessero il dono della profezia. Perciò esso discese anche sul Figlio di Dio, divenuto figlio dell’uomo, abituandosi con lui a dimorare nel genere umano, a riposare tra gli uomini e ad abitare nelle creature di Dio, operando in essi la volontà del Padre e rinnovandoli dall’uomo vecchio alla novità di Cristo.
Luca narra che questo Spirito, dopo l’Ascen sione del Signore, venne sui discepoli nella Pentecoste con la volontà e il potere di introdurre tutte le nazioni alla vita e alla rivelazione del Nuovo Testamento. Sarebbero così diventate un mirabile coro per intonare l’inno di lode a Dio in perfetto accordo, perché lo Spirito Santo avrebbe annullato le distanze, eliminato le stonature e trasformato il consesso dei popoli in una primizia da offrire a Dio.
Perciò il Signore promise di mandare lui stesso il Paràclito per renderci graditi a Dio. Infatti come la farina non si amalgama in un’unica massa pastosa, né diventa un unico pane senza l’acqua, così neppure noi, moltitudine disunita, potevamo diventare un’unica Chiesa in Cristo Gesù senza l’«Acqua» che scende dal cielo. E come la terra arida se non riceve l’acqua non può dare frutti, così anche noi, semplice e nudo legno secco, non avremmo mai portato frutto di vita senza la «Pioggia» mandata liberamente dall’alto.
Il lavacro battesimale con l’azione dello Spirito Santo ci ha unificati tutti nell’anima e nel corpo in quell’unità che preserva dalla morte.
Lo Spirito di Dio discese sopra il Signore come Spirito di sapienza e di intelligenza, Spirito di consiglio e di fortezza, Spirito di scienza e di pietà, Spirito del timore di Dio (cfr. Is 11, 2).
Il Signore poi a sua volta diede questo Spirito alla Chiesa, mandando dal cielo il Paràclito su tutta la terra, da dove, come disse egli stesso, il diavolo fu cacciato come folgore cadente (cfr. Lc 10, 18). Perciò è necessaria a noi la rugiada di Dio, perché non abbiamo a bruciare e a diventare infruttuosi e, là dove troviamo l’accusatore, possiamo avere anche l’avvocato.
Il Signore affida allo Spirito Santo quell’uomo incappato nei ladri, cioè noi. Sente pietà di noi e ci fascia le ferite, e dà i due denari con l’immagine del re. Così imprimendo nel nostro spirito, per opera dello Spirito Santo, l’immagine e l’iscrizione del Padre e del Figlio, fa fruttificare in noi i talenti affidatici perché li restituiamo poi moltiplicati al Signore.

Trascrizione dell’Omelia.

Era una festa giudaica quella di Pentecoste, la Festa delle Settimane, sette settimane dopo il dono della Torah nel Monte Sinai a Mosè e a tutta l’assemblea. Dunque dopo sette settimane che questa gente camminava nel deserto, fa questa celebrazione in memoria di quello che Dio aveva fatto, cioè gli aveva donato la Legge. Che cos’era la Legge? La Legge, diversamente da quello che pensiamo noi, era un insegnamento che Dio aveva deciso di dare a questo popolo che altrimenti avrebbe seguito solo gli istinti naturali, ma mica gli istinti bassi come descrive la parola che abbiamo ascoltato nella Seconda Lettura, no, parlo anche del normale istinto di volersi ergere al di sopra di qualche cosa per esempio, guardate i rapporti che abbiamo gli uni con gli altri, guardate i rapporti che ha il mondo, anche quello è un istinto naturale, vincere per vincere, sottomettere, soggiogare, tutti lo fanno, mica solo una parte, tutte le parti lo fanno e noi davanti a questo ci sentiamo inermi, inadeguati, incapaci anche solo di sostenere questa immagine di odio che è celebrata in modo così eclatante proprio in questa epoca in cui invece noi avremmo potuto vantarci delle cose che abbiamo scoperto, dell’intelligenza che abbiamo, insomma di tutta la sapienza che nel tempo abbiamo acquisito, invece no, celebriamo l’odio, non solo, lo attuiamo l’odio. Questa è la situazione dell’uomo, era la stessa circostanza più o meno che visse quella gente, non ancora un popolo di Israele, ma quella gente che si mise a costruire quella torre che andava fino al cielo, ora quello è un modo di raccontare che la Bibbia usa per dire che l’uomo porta dentro di sé un desiderio di trascendersi da solo, cioè di superarsi rispetto a quello che scopre, alla piccolezza che scopre dentro di sé, che siamo inadeguati, lo diciamo tutti: “Nel mio piccolo .. etc., etc. ”, mica è vero che siamo inadeguati, mica è vero che facciamo le cose nel “nostro piccolo”, se no che stiamo a fare qua? Dobbiamo assistere ad un aspetto dell’incarnazione del Verbo che trascende tutti i nostri sentimenti, vuoi ancora dire che sei inadeguato? Se eri peccatore glielo hai detto all’inizio a Dio: “Abbi pietà di me, Kyrie eleison”, “Christe eleison” e poi solennemente allo Spirito Santo che non è lontano, non sta da un’altra parte e viene ad un certo punto ma lo porti dentro ed è in relazione tra te e gli altri in questa Eucarestia, anche a Lui hai chiesto: “Kyrie eleison, vieni a ungermi Signore, Spirito di Dio, vieni ad inabitarmi”. Bene, dunque quella gente che si era creduta di dover salire fino al cielo con le proprie forze, come ne era uscita? Divisa, con lingue diverse, non si capivano più, non si capivano più gli uni con gli altri. E da quella divisione è nato nel cuore dell’uomo l’incapacità di entrare in relazione, ora chi poteva guarire questa cosa? Chi poteva sopperire a questa difficoltà insita nel cuore dell’uomo che sempre le cose bianco e nero, alto e basso, come spesso diciamo della nostra vita? Solo Uno che di questa relazione è il Signore, il Signore della relazione, Egli Stesso, la relazione mirabile tra il Padre e il Figlio, una relazione così grande, così invincibile che è addirittura personale, per ricordarci che questo amore discende, non è il nostro amore o la nostra intelligenza che arriva da qualche parte, l’amore discende e tu lo sai, perché quando tu fai esperienza dell’amore di Dio, magari dopo che hai pregato tanto, che l’hai invocato e ti accorgi che anche il tuo vicino fa questa esperienza, senza che te ne accorgi voi avete una relazione e questa relazione, pure se vi dite solo: “Buongiorno”e “Buonasera”, ha il potere si sanare le ferite profonde dell’anima, dunque già qualcosa per avvicinarci alla Pentecoste. Gli Ebrei la festeggiavano come un tempo della prima Festa delle primizie, del raccolto, etc., ma si ricordavano anche di questo discendere dell’insegnamento, della Legge, della Torah, l’insegnamento di Dio, una prima scuola che Dio fa del suo cuore, dei suoi pensieri, a questi uomini per farne un popolo. Ma nella pienezza del tempo, quando l’arcangelo Gabriele va dalla Vergine Maria, dice: “Tu concepirai e partorirai per opera dello Spirito Santo e il Figlio che nascerà si chiamerà Yeshua, Dio salva”, sarà l’Emmanuele di cui parla Isaia, cioè sarà uno che rimarrà con noi, Emmanuele questo vuol dire, non che viene una volta e poi se ne va, che rimane con noi, anche per questo noi celebriamo l’Eucarestia. Rispondendo ad una promessa antica, alla promessa fatta da Dio in Ezechiele, in Geremia al capitolo 31 quando Dio dice: “Va bene, non vi preoccupate, verrà un momento in cui questa Legge che vi sembra tanto pesante e complicata, io la metterò da parte, non ve la metterò più davanti per giudicarvi, ve la metterò dentro il cuore per giudicare”, capisci? La Legge di Dio non più sopra di te, questo lo dico per tutti quelli che pensano che la fede sia imposizione di qualche cosa, la fede è la libertà che noi restituiamo allo Spirito, pensa un po’, di potere cominciare a parlare. Diceva san Paolo nella Lettera ai Romani, bellissima, al capitolo 8, dice che lo Spirito si sforza con gemiti inesprimibili di farsi capire! Guarda che tu te ne sei accorto di questo, c’è stata almeno una preghiera nella tua vita in cui tu ti sei accorto degli sforzi dello spirito di lasciarsi incontrare, di lasciarsi intendere, poi magari hai detto: “Non capisco, non so, dovrei fare quella cosa ma non sono capace, non la faccio, etc.,”, ma lo Spirito non ha smesso di suggerire al tuo spirito ciò che Dio ha pensato per te, cioè il bene. Dimmi non desideri ancora la vita eterna tu? Penso di si, no? Non desideri capire che la morte non è l’ultima parola sulla vita? Penso di si. Bene, se tu desideri questo è perché questo è un desiderio dello Spirito. I desideri della carne costruiscono torri di Babele e basta, i desideri dello Spirito costruiscono strutture di riconciliazione, di pace, di incontro, di perdono, altro. Siccome Dio lo aveva promesso attraverso i profeti, dopo la resurrezione del Cristo finalmente questo si attua, è meravigliosa questa immagine del Cristo che davanti ai suoi discepoli sale fino al cielo, nell’Ascensione e gli dice pure: “Non vi preoccupate, non vi preoccupate io starò con voi sempre ma in un modo diverso”, se ne va e poi successivamente in quel giorno in cui gli Ebrei celebravano la Pentecoste, in quel giorno lo Spirito di Dio scende come quella volta con Mosè nella Torah, solo che non fa più paura a nessuno perché tutti lo riconoscono, avevano sentito parlare Gesù, avevano ascoltato i suoi insegnamenti, gli avevano visto fare cose meravigliose, non sapevano come avrebbero potute farle loro, nessuno ancora ha fatto un miracolo nel nome di Gesù, avevano paura, erano nascosti, chiusi dentro il cenacolo. Finalmente le lingue di fuoco, immaginatela come ti pare, ma la presenza dello Spirito comincia a parlare dalla loro interiorità e li mette nelle condizioni di credere tutto quello che avevano visto, di sperare tutto quello che il Signore gli aveva messo davanti agli occhi. Si stupirono, rimasero allibiti di questa cosa, soprattutto del fatto che uscendo fuori da quella stanza in cui si erano chiusi, finalmente parlavano le lingue di tutti gli uomini. Guarda che anche tu che ricevi lo Spirito, hai ricevuto lo Spirito nel Battesimo e lo hai vivificato anche oggi ascoltando la Parola e nutrendoti del corpo di Cristo, puoi uscire da qua e accorgerti che puoi parlare le lingue, non dei cinesi o non so chi, non questo ma le lingue degli uomini che non sanno come esprimere il proprio dolore, la propria sofferenza, puoi interpretare, puoi discernere. Te lo dico sai perché? Perché magari la smetti di dire alla gente i proverbi popolari e: “Si dovrebbe fare così.. ma è tropo difficile” e tutte le altre cose che non lasciano passare il fiume fecondo e abbondante della fiducia in Dio. Rimarresti pure tu allibito come quelli, immaginate Pietro che esce da quel luogo, si mette a parlare e tutti capiscono, vede un uomo che giace vicino ad una delle porte del Tempio, che non può camminare, non può alzarsi gli dice: “Guarda io non ho né argento né oro, quello che ho te lo do”, a noi fa più comodo dare 50 centesimi alla zingara lì: “Non ho né argento né oro ma quello che ho te lodo ed è molto di più, in nome di Gesù Nazareno alzati e cammina”, sai cosa ha sperimentato Pietro? La presenza di Cristo in se stesso, in lui. E tu ti vuoi accorgere se Cristo vive in te o no? Bene fallo, vivi secondo questa grazia. Ancora l’ultima cosa, se quella Pentecoste fu per tutti loro l’invio, il mandato, di andare ad evangelizzare la terra, se ci sono qua uomini e donne, di qualsiasi età non ha importanza, che desiderano essere evangelizzatori, approfittino oggi a chiedere questo Spirito, perché Lui dà il potere dell’evangelizzazione e sai come farà? Quando incontrerai il tuo prossimo lo Spirito riaccenderà in lui uno spirito dell’uomo che giace sotto le preoccupazioni, come il tuo, quello si accorgerà e senza capire altro ti seguirà, si lascerà amare, si lascerà conoscere, finalmente si lascerà togliere dalle spalle questo peso che porta nella sua esistenza. Non è questo che vuoi anche tu? Fallo ed il Signore per questo ti ricompenserà. Sia lodato Gesù Cristo.

Messa della sera

Trascrizione dell’Omelia.

La Pentecoste era una festività ebraica ricordava un fatto importante, senza questa notizia ci è difficile entrare nel significato della nostra Pentecoste. Il significato presso gli ebrei era la celebrazione di un fatto accaduto quando questo popolo, secondo la tradizione, era uscito dall’Egitto, dopo cinquanta giorni Mosè ottiene da Dio, sul monte Sinai la Legge, la Torah. Ora questa Legge non era un codice penale come ci immaginiamo noi, questa Legge era il pensiero di Dio, come dire un itinerario, una metodologia per affrontare la vita, per volgere lo sguardo verso di lui, per ottenere il bene, per camminare secondo il cuore di Dio. Dunque è un insegnamento, non è una legge che .. però questo insegnamento era stato dato ad alcuni per formare un popolo, era stato dato in mezzo a manifestazioni sul monte Sinai che nessuno poté vedere se non Mosè, era impossibile avvicinarsi, tanto per dire che la Legge rispetto all’uomo era lontana, donata all’uomo per la sua salvezza, ma molto lontana dal suo modo di essere, di pensare, etc. . Poi la storia e nella storia in molte occasioni Dio ha raccontato come sarebbe stato il suo progetto e come avrebbe portato a compimento questo dono di Sé che aveva fatto attraverso la Legge. Soprattutto due profeti dicono molto chiaramente qual è il suo disegno, sono Ezechiele e anche Geremia al capitolo 31. Ezechiele dice che: “Verrà il momento in cui io prenderò il cuore, il vostro cuore di pietra e vi darò un cuore di carne”, il cuore di pietra sono le tavole della Legge, i Dieci Comandamenti, il cuore di carne è una Legge scritta nel cuore dell’uomo. Tu capisci la differenza? Un conto è che tu abbia davanti a te qualcosa da mettere in atto, da mettere in pratica, lo scopri sempre come diverso da te, lontano da te o troppo alto, troppo lontano, troppo difficile, hai voglia a convincerti, Dio, che questa parola già è fatta per te. Allora nell’occasione del compimento del suo progetto, Dio promette che questa Legge non ce l’avrai più davanti agli occhi, ce l’avrai dentro, è un’altra cosa no? Avercela dentro vuol dire poter penetrare nella propria interiorità e trovare una fontana, una fonte che, direbbe Gesù, zampilla per la vita eterna, cioè non solo il pensiero di Dio come ce lo voglia far conoscere, ma addirittura un modo di essere di Dio come noi lo possiamo accogliere. Tu forse non ci pensi, ma quanta distanza c’è tra te e Dio? Basta dire tutte le cose che tu fai e che opponi alla relazione con Dio, devi andare a Messa ma hai da fare, stavi in estate in vacanza e non hai potuto .. chissà dove vai in vacanza! Tante cose noi opponiamo alla relazione con Dio, perché pensiamo che la storia sia un’occasione di difficoltà, di ostacolo, anche la nostra carne, per carità con tutte le sue cose, è un ostacolo alla Legge di Dio. E invece no, quelli tra voi che un giorno accolsero l’invito di mettersi a pregare interiormente e con tutto il cuore e con tutta la mente e con tutte le forze hanno cercato Dio, quelli hanno scoperto che questa Legge parla e parla dal cuore, non parla da fuori, è una Legge che non ti accusa, che non ti mette in difficoltà o in imbarazzo, è una Legge che ti ricorda sempre qual è la tua natura cristiano, quella di figlio, figlio capisci? Il figlio è uno che quando va a casa non deve chiedere al padre se può aprire il frigorifero, il figlio è uno che va a casa sua, a casa di suo padre e fa quello che pensa di fare, nessuno gli dice niente, tu sei così nella chiesa? Tu hai questa dimestichezza con Dio? Ce l’hai questa confidenza? Che c’hai paura per caso? Perché se hai paura non sei figlio, sei servo, sei schiavo. E qualche volta viene il dubbio che noi siamo un po’ schiavi di questo Dio, tant’è che la gente quando ci guarda dice: “Ma questi sono oppressi dalle cose di Dio, è meglio vivere ..” no? E tu non sai dare neanche ragione della speranza che è in te, cioè che cosa stai aspettando. Dunque, dentro questo panorama, finalmente Dio compie. Come fa a compiere questa sua promessa? Prima ti fa conoscere qual è il volto di questa Legge e ti dice: “Guarda, avvicinati, mi guardi? Mi vedi, sono il Figlio di Dio, io sono uno che pur essendo di natura divina, non mi sono tenuto per me queste cose, sono venuto a dirtele, a dirtele con la tua lingua, il tuo linguaggio, i tuoi modi, io sono come te guarda, mi puoi fare entrare, sto alla porta e busso, se tu mi apri io entrerò e cenerò con te; non solo, siccome io conosco l’abisso delle tue cose, delle tue paure della tua vita, io scelgo di morire per te, per farti capire che l’amore non è un sentimento che va e viene, ma è un atto di volontà che implica tutto quello che possiedo, tutto quello che è mio, purché tu ti salvi, purché tu non ti senta più solo, giudicato, abbandonato, in difficoltà, etc. ”. E poi quando questi discepoli hanno più o meno, più o meno compreso quello che Gesù voleva dirgli, dice: “Bene, io adesso me ne vado, perché se io me ne vado ritornerò da voi per stare con voi per sempre, dentro di voi, quindi bisogna che io, compiuto questa missione, me ne torni al Padre”, appena torna al Padre nell’Ascensione, finalmente manda lo Spirito. Lo Spirito amico mio, che non è un piccione, lo Spirito che è la presenza di Cristo dentro la storia, non andarlo a cercare in chissà quale posto, in chissà quale manifestazione, cercalo piuttosto nelle relazioni, cercalo nella capacità di entrare nella preghiera autentica, cercalo nel perdono richiesto o donato a qualcuno, insomma cercalo in quei luoghi dove lui ama farsi conoscere. Tu dirai: “Non è così facile”, no facile non è niente, facile lo dicono i ragazzini, ma è semplice, questo si. E chi ti dirà come si fa e quando si fa, in che occasione? Quale appuntamento avrai tu per fare tutte queste cose che ho detto? Questo lo deciderà lo Spirito, cercalo, amalo, invocalo, mettiti in relazione con lui, visto che già ce l’hai perché sei battezzato, e guarda se non ti porta lui alla verità tutta intera, quella che ha la capacità di fugare le tue paure, di riconciliare le tue relazioni e di guarire anche le tue ferite profonde. Cinquanta giorni dopo il nostro passaggio del mare, dopo l’uscita dal nostro Egitto nella Pasqua, cinquanta giorni dopo una Legge è venuta come fiamme di fuoco come quella volta, ma fiamme che non ci hanno bruciato, che non ci hanno allontanato, che non ci hanno imbarazzato, fiamme che hanno acceso in noi l’amore per Dio e per il prossimo. Vivi così e vedrai il volto del Signore. Sia lodato Gesù Cristo.

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