Ascensione del Signore.

Anno Liturgico B
12 Maggio 2024

Il Signore fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.

 

MESSA DEL GIORNO – LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Marco/strong> (Mc 16,15-20)

Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra».
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».

PRIMA LETTURADagli Atti degli Apostoli (At 1,1-11)

Avvenne che, mentre Pietro stava per entrare [nella casa di Cornelio], questi gli andò incontro e si gettò ai suoi piedi per rendergli omaggio. Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Àlzati: anche io sono un uomo!».
Poi prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga».
Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo discese sopra tutti coloro che ascoltavano la Parola. E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si stupirono che anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo; li sentivano infatti parlare in altre lingue e glorificare Dio.
Allora Pietro disse: «Chi può impedire che siano battezzati nell’acqua questi che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo?». E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Quindi lo pregarono di fermarsi alcuni giorni.
Parola di Dio.

Dal Salmo 46 (47) .
Ascende il Signore tra canti di gioia. R..

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra. R

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni. R.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.R.

SECONDA LETTURA .Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (Ef 4,1-13)

Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.
Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.
A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo è detto: «Asceso in alto, ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini». Ma cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere pienezza di tutte le cose.
Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

“Nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell’uomo che è disceso dal cielo.”.
Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo.

Oggi nostro Signore Gesù Cristo è asceso al cielo. Con lui salga pure il nostro cuore.
Ascoltiamo l’apostolo Paolo che proclama: «Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio. Pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra» (Col 3, 1-2). Come egli è asceso e non si è allontanato da noi, così anche noi già siamo lassù con lui, benché nel nostro corpo non si sia ancora avverato ciò che ci è promesso.
Cristo è ormai esaltato al di sopra dei cieli, ma soffre qui in terra tutte le tribolazioni che noi sopportiamo come sue membra. Di questo diede assicurazione facendo sentire quel grido: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?» (At 9, 4). E così pure: «Io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare» (Mt 25, 35).
Perché allora anche noi non fatichiamo su questa terra, in maniera da riposare già con Cristo in cielo, noi che siamo uniti al nostro Salvatore attraverso la fede, la speranza e la carità? Cristo, infatti, pur trovandosi lassù, resta ancora con noi. E noi, similmente, pur dimorando quaggiù, siamo già con lui. E Cristo può assumere questo comportamento in forza della sua divinità e onnipotenza. A noi, invece, è possibile, non perché siamo esseri divini, ma per l’amore che nutriamo per lui. Egli non abbandonò il cielo, discendendo fino a noi; e nemmeno si è allontanato da noi, quando di nuovo è salito al cielo. Infatti egli stesso dà testimonianza di trovarsi lassù mentre era qui in terra: Nessuno è mai salito al cielo fuorché colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo, che è in cielo (cfr. Gv 3, 13).
Questa affermazione fu pronunciata per sottolineare l’unità tra lui nostro capo e noi suo corpo. Quindi nessuno può compiere un simile atto se non Cristo, perché anche noi siamo lui, per il fatto che egli è il Figlio dell’uomo per noi, e noi siamo figli di Dio per lui.
Così si esprime l’Apostolo parlando di questa realtà: «Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo» (1 Cor 12,12). L’Apostolo non dice: «Così Cristo», ma sottolinea: «Così anche Cristo». Cristo dunque ha molte membra, ma un solo corpo.
Perciò egli è disceso dal cielo per la sua misericordia e non è salito se non lui, mentre noi unicamente per grazia siamo saliti in lui. E così non discese se non Cristo e non è salito se non Cristo. Questo non perché la dignità del capo sia confusa nel corpo, ma perché l’unità del corpo non sia separata dal capo.

Trascrizione dell’Omelia.

Secondo un atteggiamento pagano, come è un po’ la nostra formazione intellettuale, la nostra tradizione, il nostro modo di vedere le cose, con l’Ascensione del Signore noi ci siamo sentiti o ci sentiamo, viviamo così, perché non è che l’Ascensione è avvenuta ieri sera o stamattina presto, ma in questo tempo della chiesa noi viviamo come se noi siamo costretti a stare sulla terra e il Signore se n’è andato da qualche parte. Qual è la domanda che ci poniamo spesso? Se sarà vero che è così riesco a credere alla resurrezione? Riesco a prestare fede a tutto quello che il magistero della chiesa mi offre, insomma a tutto il contesto della fede che dico anche di praticare? Questa lontananza del Signore da noi ci sembra irriducibile, irrimediabile. E quando poi le cose si mettono male e qualcosa non va nella nostra vita diciamo: “Eh, mi sento solo, abbandonato, dov’è il Signore?”, ma come dov’è il Signore? Ma allora tu non comprendesti che fin dalle origini della sua venuta tra noi, dell’incarnazione del Verbo, lui ha scelto di condividere la nostra natura umana, se l’è presa la natura umana e secondo te perché? Perché ha permesso che questa natura umana lo portasse pian paino fino alla condanna a morte, poi alla morte di croce e poi dopo la morte di croce attraverso la resurrezione potesse stare con noi quel tempo? Quando Israele uscì dall’Egitto e camminò nel deserto per quei quarant’anni, visse un esodo, un esilio diciamo, non era nella patria, così come lo ha rivissuto poi a Babilonia, in questo esodo, esilio se vuoi, Dio non se ne era andato, stava con Israele come una colonna di fuoco durante la notte, come una nube durante il giorno. Questa è la tradizione per dire che non se ne è andato, che si mostrava in qualche modo alla loro vita e che stava sempre in compagnia di questo popolo. Ma se il Signore non se ne’è andato da quel popolo durante un tempo così lungo e così difficile, perché se ne sarebbe andato adesso? Perché ci avrebbe lasciati in preda delle cose che riguardano solo la natura umana? Perché la natura umana il Verbo non l’ha assunta, non è quella che ha portato con Sé? Cambiamo prospettiva, perché sapete ci ha detto questa parola negli angeli durante l’Ascensione come ci racconta gli Atti degli Apostoli, dicono a questi uomini: “Ma perché state a guardare il cielo? Egli tornerà come l’avete visto salire al cielo” allora noi abbiamo detto: “Bene allora in questa valle di lacrime, noi stiamo in esilio, dopo questo esilio mostraci il tuo Figlio Gesù” ma nel frattempo alla Madonna diciamo, “Noi non lo vediamo, speriamo che sia così”. Ma che intendevano gli angeli quando hanno detto: “Come lo avete visto salire, così lo vedrete tornare”? Ebbene io ti dico che tu ogni volta che ti avvicini all’Eucarestia, assisti a questa promessa e la vedi con i sensi esterni e sai che è vera con tutto il tuo cuore, quando? Quando con l’epiclesi sul pane e sul vino, il celebrante ti ricorda che così ritorna il Signore, così ritorna tutte le volte.. nella finale di Matteo Gesù dice, ascendendo al cielo: “Io resterò con voi tutti i giorni fino alla fine del tempo”, dunque come lo avete visto andar via, lo vedrete anche tornare tutte le volte che praticherete la carità con gli altri, tutte le volte che celebrerete l’Eucarestia, tutte le volte che vi studierete di accorgervi che Egli veramente non se n’è mai andato. E com’è questa storia che lui c’è e non c’è, deve ritornare e noi aspettiamo, che cos’è questo tempo della chiesa fino alla fine? Gli apostoli glielo avevano chiesto, avete ascoltato: “Quand’è che finirà tutto?”, “Questo non spetta a voi a saperlo, io ho chiesto al Padre di attendere al tempo opportuno perché io ritorni, nel frattempo voi andate a predicare che tutto quello che accadrà, è già promesso”. Amico, tu queste cose le capisci, se tu hai un assegno in mano firmato, quello vai in banca e lo riscuoti, o no? è un pezzo di carta ma ha un valore. E dimmi, se tu assumi questo Pegno della salvezza che è il Corpo di Cristo, tu pensi che questo abbia meno valore di un assegno? Che questo non ha un corrispettivo da qualche parte che possa esserti corrisposto? Io parlo alla maniera umana, senza dire cose eccelse, ma non ti fidi tu del valore delle cose e pensi che il valore di queste cose sia inferiore? Ebbene ti dico io come è andata, è andata così: venendo in mezzo a noi ha preso la nostra natura umana, non l’ha vissuta come pensi tu una volta Dio una volta uomo, adesso sono un Dio adesso sono uomo, l’ha portata con Sé per tutto il tempo fino dopo la resurrezione in cielo, dunque la natura umana adesso non è più aliena al cielo di Dio, non è più aliena! Ora tu dirai: “Ma quale cielo? Dove sta questo cielo?”, allora io ti dirò il cielo ce l’hai dentro, il cielo non vuol dire un posto nello spazio, una volta Gagarin quando è andato sulla luna ha detto: “Sono andato in cielo non ho visto Dio”, te credo, te credo che non l’hai visto Gagarin Dio, dovevi rispondere ad un sistema che negava Dio, e quindi gli hai detto bene, ma se tua vessi pregato Gagarin, se tu avessi seguito la via degli Apostoli, se tu avessi portato frutto nello spirito, ti saresti accorto nella preghiera , nel sacramento, nella carità, cioè in tutti quei luoghi dove Dio desidera mostrarsi, che Dio non stava sulla luna ma era presso di te, dirà Agostino: “Non andate a cercarlo chissà dove, torna in te stesso è là che lo puoi trovare” perché il cielo, amico mio, non è un luogo nello spazio, il cielo è la comunicazione con Dio. E perché lo chiamiamo cielo? Lo chiamiamo cielo perché la nostra natura umana è già presso di lui e la sua natura divina, attenzione, è già presso di noi. “Ma io non me e sono accorto” e che stai a fare? Come non te ne sei accorto? Ma non preghi? Ma non adori? Ma non ti accorgi di come Dio si manifesti nelle relazioni, come guarisca, come ottemperi alle promesse che ti ha fatto? Ma se tu sei un battezzato, non senti, come i discepoli di Emmaus, qualche cosa che dentro di te si muove e ti dice, qualche cosa che prende forma nella tua vita ed è la vita divina del Figlio di Dio? Ora tutto questo tempo che passa da quell’Ascensione al giorno in cui lo rivedremo faccia a faccia e avremo la possibilità di vedere faccia a faccia non un altro, come uno straniero, ma saremo meravigliati di vedere faccia a faccia le nostre facce, le nostre relazioni, i nostri rapporti, quel Dio che noi cerchiamo ha il nostro volto, ha il volto del tuo prossimo insieme a te. Allora tutto questo tempo che intercorre, lo Spirito Santo che ti viene inviato, lo diceva anche questa parola, questo Spirito Santo ti ricorda che in questo esilio non sei solo, che in questo esilio lo devi solo invocare ed Egli verrà certamente perché già c’è e siccome è presente in te ti mostrerà tutto quello che il Signore vuole farti conoscere. Non vivere più da pagano, non vivere più da straniero, non pensare più che tra la tua vita e quella di Dio ci sia una distanza incolmabile, questa è roba da pagani, la presenza di Dio è con te. Tu dirai: “E quando ho peccato?”, ecco il peccato ha la pretesa, il peccato insomma le cose che tu capisci che non sono buone secondo Dio, il peccato ha la pretesa di dirti che questa divinità del Figlio si è un po’ allontanata, allora tu dici: “Ma quando la recupero?”, ma non si è allontanata! la divinità del figlio è sempre con te, è permanente nella tua vita, devi solo accorgertene, servirla, onorarla e quella porterà frutto dove il trenta, dove il sessanta, dove il cento per uno e allora tutti si accorgerebbero. Non badate, dice: “Ma questo mondo ne fa a meno”, questo mondo è stupido! Avrebbe ragione questo mondo, se riuscisse ad evitare la guerra, invece la prepara, la procura e poi dice pure di temerla, questo mondo è falso! Se la ragione di questo mondo avesse una forza, la guerra non ci sarebbe, lo capisci? Non ci sarebbe ed invece c’è! Dunque non lasciarti umiliare dalle logiche perverse di questo mondo, ricordati che tu sei uno che porta lo Spirito in sé, sei un pneumatoforo, sei un portatore dello Spirito e servilo! .. Guarda te lo dico se no tu poi magari dici: “Ma allora che faccio? Vivo come una suora? Dove cammino, devo fare l’infiorata di Genzano dove metto i piedi?”, no, il Figlio di Dio, quando entrò nella carne, fece qualcosa di diverso da quello che fanno tutti gli uomini? No. Forse è stato senza mangiare o senza bere? Per qualche tempo quando ha voluto, per il resto perfino dopo la Resurrezione per far capire loro che era ancora vivo e che era ancora lui, gli ha detto: “Che state mangiando del pesce? Datemelo pure a me” dopo la Resurrezione e allora dimmi uomo, dov’è l’impossibilità della tua carne di ricevere la natura divina del Figlio? Dove sarebbe quest’ostacolo del peccato che impedisce addirittura .. ma che il peccato, secondo te, è così potente, di impedire al Figlio di Dio di rimanere presso di te? Ma non ci pensare proprio, Dio questa decisione l’ha pagata sulla croce, non viene meno, non torna indietro! Lasciati accendere e non avere paura di fare cose particolari, c’è gente che siccome si ritiene molto devota poi alla fine si distacca da tutti e non ci puoi parlare più e giudica tutti perché non sono come lei. No, la devozione è la capacità di assumere l’esistenza come una vita benedetta, la devozione è la capacità di scorgere la presenza del divino ovunque, anche dove la storia lo contraddice, questa storia è il luogo della sua manifestazione ed in questo esilio Egli non ci lascerà mai, non perdere mai questa fiducia. Allora nell’Ascensione noi che cosa contempliamo? Una meraviglia! Contempliamo la nostra carne con lui in cielo, in cielo nella vita eterna e la sua vita eterna con noi qua sulla storia. Non pensare di vivere diversamente da questa speranza, lo dice san Paolo, l’esperienza che facciamo è: “Cristo in noi speranza della gloria”, attesa che questa gloria si manifesti definitivamente. Non avere più paura e quando ti guardi allo specchio, pure se ti vedi tanto brutto, tanto vecchio e tanto peccatore, ricordati che per queste qualità negative il Figlio di Dio ha dato la sua stessa vita. Sia lodato Gesù Cristo.

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