Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro.
LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,17-22)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.
Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».
PRIMA LETTURA – PRIMA LETTURA – Dagli Atti degli Apostoli (At 6,8-12;7,54-60)
In quei giorni, Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo. Allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenei, degli Alessandrini e di quelli della Cilìcia e dell’Asia, si alzarono a discutere con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava. E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo condussero davanti al Sinedrio.
Tutti quelli che sedevano nel Sinedrio, [udendo le sue parole,] erano furibondi in cuor loro e digrignavano i denti contro Stefano. Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio e disse: «Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio».
Allora, gridando a gran voce, si turarono gli orecchi e si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E lapidavano Stefano, che pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: «Signore, non imputare loro questo peccato». Detto questo, morì.
Dal Salmo 30
R. Alle tue mani, Signore, affido il mio spirito.
Sii per me una roccia di rifugio,
un luogo fortificato che mi salva.
Perché mia rupe e mia fortezza tu sei,
per il tuo nome guidami e conducimi. R.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.
Esulterò e gioirò per la tua grazia,
perché hai guardato alla mia miseria. R.
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori:
sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto,
salvami per la tua misericordia. R.
LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare
“Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri”
San Fulgenzio di Ruspe (467-532), vescovo in Africa del Nord
Discorsim 3, per la festa di San Stefano; CCL 91A, 905)
La carità che fece scendere Cristo dal cielo sulla terra, innalzò Stefano dalla terra al cielo. La carità fu prima nel Re, rifulse poi nel soldato…
Dove Stefano, ucciso dalle pietre di Paolo, lo ha preceduto, là Paolo lo ha seguito per le preghiere di Stefano. Quanto è verace quella vita, fratelli, dove Paolo non resta confuso per l’uccisione di Stefano, ma Stefano si rallegra della compagnia di Paolo, perché la carità esulta in entrambi. Sì, la carità di Stefano ha superato la crudeltà dei giudei, la carità di Paolo «ha coperto la moltitudine dei peccati» (1Pt 4,8), per la carità entrambi hanno meritato di possedere insieme il Regno dei cieli.
La carità dunque è la sorgente e l’origine di tutti i beni, ottima difesa, via che conduce al cielo. Colui che cammina nella carità non può errare, né aver timore. Essa guida, protegge, fa arrivare al traguardo. Perciò, fratelli, poiché Cristo ci ha dato la scala della carità per mezzo della quale ogni cristiano può giungere al cielo, conservate vigorosamente integra la carità, dimostratevela a vicenda e crescete continuamente in essa.
Trascrizione dell’Omelia
In questi poveri innocenti ed anche nel racconto della morte, del martirio di Stefano,che abbiamo ascoltato nella Prima Lettura, c’è descritta la fede, quella vera, quella in Gesù Cristo, non la fede tradizionale che pensiamo noi … e qual è l’oggetto di questa fede autentica? La possibilità di vedere le cose come le vede Dio. Ma andiamo per gradi, perché noi non siamo nelle condizioni di vedere le cose come le vede Dio? Perché noi abbiamo deciso, fa parte quasi della nostra natura, di allontanarci dall’obbedienza di Dio, abbiamo detto: “Ma se noi ci affidiamo solamente a Dio, come faremo?” Lo dici anche te no? “Aiutati che Dio ti aiuta”, allora questa idea dell’affidamento totale di noi stessi, ci sembra che sia qualcosa di impraticabile, addirittura pensiamo in cuor nostro, che se dessimo tutta la nostra vita a Dio, non ci rimarrebbe niente per noi stessi, non ci sarebbe più tempo per le nostre cose, fare la volontà di Dio significherebbe dimenticarci che anche noi abbiamo una volontà e questo, lo capisci, non lo vuoi, non lo desideri. Che sia vero o no, noi dentro siamo ingannati, dunque vediamo le cose filtrate da questo modo di pensare, allora quando andiamo incontro ad una persona ci fidiamo, non ci fidiamo, lo decidiamo noi, se qualcuno ci pesta un callo noi gliene pestiamo due, e con questa storia noi manteniamo da una parte un’apparenza della fede che è fatta di culto, qualche preghiera, dei suffragi, dall’altra una logica che è tutta solamente umana. Quando ce ne accorgiamo? Di fronte alle prove della vita. Di fronte alle prove della vita non abbiamo una parola e quando qualcuno ce la dà non la crediamo. Di fronte ai fatti che ci mettono in difficoltà vorremmo cercare qualcosa ma cerchiamo nella razionalità e diciamo: “Come si spiega questa cosa? Si spiega così …” ma alcune non si spiegano e quando non si spiegano che fai? Dove vai? A chi chiedi? Il primo che arriva che ti dice: “Perché muoiono i bambini?”, ti ha tolto tutto e tu non rispondi ma anche se provi a rispondere quello che dici è inadeguato, chi ti ascolta non ti crede e di questi esempi ne potrei fare tanti. Noi siamo quelli che hanno una parola di profezia sulla storia, tu sei un profeta della storia? Il nostro Battesimo ci ha fatto morire con Cristo e con lui risorgere vittorioso, è questa la tua fede vera? Bene, allora noi costantemente facciamo durante la vita l’esperienza di essere incapaci a vedere come Dio vede la storia e dunque ci regoliamo, purtroppo, non secondo le cose di Dio ma secondo le nostre, ma allora che cos’è che ci catapulterebbe nella esperienza di fede autentica? Beh, ci catapulta il martirio, il martirio come testimonianza della regalità di Dio e totale abbandono da parte nostra. E quando accade questo? Accade a uomini diversi in luoghi diversi, ad alcuni uomini accade quando una malattia li accompagna fino alla morte, allora là tanti dei pilastri, dei fondamenti che si credevano autentici e irrinunciabili, non ci sono più, la gente che ti viene a dire le parole del mondo non la vuoi più, allora là stai davanti ad una realtà che ti viene incontro in maniera drammatica, là se la tua anima ha respirato le cose di Dio, una parola giungerà e tu farai un’esperienza, comincerai a vedere quello che vede Dio. Alcuni uomini all’ultimo momento sono visitati da questo, magari che ne so, un incidente, una morte improvvisa, là pure Dio che è misericordioso, pietoso, si ricorda della vita e del Battesimo di quest’uomo e allora gli va incontro e tenta di aprirgli, di squarciargli il cielo se è disponibile ad entrarci. Ma per gli uomini di fede, questa possibilità di vedere i cieli squarciati è un’esperienza che facciamo nella contemplazione, avete sentito che diceva Stefano mentre veniva lapidato? Mentre veniva accusato dai suoi stessi correligionari, da quelli di casa sua potremmo dire, diceva: “Ecco io contemplo i cieli aperti ed il Figlio dell’Uomo che sta alla destra di Dio”, sai perché? Perché quello è il momento in cui ormai non possiamo non rinunciare alla nostra volontà, ormai tutto è perduto ed in quel momento in cui tutto è perduto, noi ci accorgiamo da chi dipendiamo veramente, noi comprendiamo chi veramente ci ha amati, chi ci sta aprendo le sue porte, quello è il momento in cui abbiamo la possibilità di vedere il mondo, la storia, come la vede Dio. Ora tu dirai: “Ma bisogna arrivare a questi momenti estremi per capire questo?”, no, no, chi l’ha detto? Non ci arrivare a questi momenti estremi, fallo già adesso, lavora adesso sulla tua volontà, lavora adesso sulla tua vita di fede. Ma se oggi ancora dici: “Io sono credente, non praticante, faccio quello si, quello no, quello mi regolo per conto mio”, come pensi che la volontà di Dio sarà sovrana nella tua vita? Sempre ci sarà una sacca, sempre ci sarà un deposito, un deterrente di volontà tua che si mette là e dice: “No questo no, quello no e quell’altro no” e sai, siccome il martirio è soprattutto testimonianza, chi ti vede indeciso tra questo e quello dice: “Ma allora questa fede totale in Dio, dove sta? Mica si vede. Questi hanno paura, parlano male gli uni degli altri, creano delle trappole nelle realtà dove vivono terribili, ma chi ci vuole entrare! E questi sono i figli del risorto, della resurrezione? Questi sono gli uomini ripieni dello Spirito Santo”. Il demonio ti ha ingannato perché ti ha detto: “Tu dovresti fare cose ma non ce la fai”, no, non dovevi far niente di tutto questo, dovevi abitare la tua vita e la tua vocazione di uomo fedele sereno, con l’abbandono e rispondere volta per volta a quello che Dio ti ha messo davanti, mai Dio ti metterebbe davanti agli occhi qualcosa che ti supera e che sei incapace ad affrontare. E allora fidati di questa piccola via, come Santa Teresina, fidati di questa proposta, è alla tua portata, là troverai il cielo squarciato e vedrai il Figlio dell’Uomo dove deve stare, cioè alla destra di Dio, vedrai la tua natura umana alla destra di Dio e nulla più ti impedirà di pensare che tutto ciò che appartiene a te sarà un giorno tutto per Dio. Sia lodato Gesù Cristo.