Domenica delle Palme.

Passione del Signore Anno Liturgico C
13 Aprile 2025

Domenica delle Palme.

 

MESSA DEL GIORNO – LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Luca (Lc 22,14-23,56)

Quando venne l’ora, [Gesù] prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». E, ricevuto un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e fatelo passare tra voi, perché io vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non verrà il regno di Dio»…….

PRIMA LETTURADal libro del profeta Isaìa (Is 50,4-7)

Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare
una parola allo sfiduciato.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perché io ascolti come i discepoli.
Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso.

Parola di Dio.

Dal Salmo 21 (22) .
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? R..

Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!». R

Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
Posso contare tutte le mie ossa. R.

Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto. R.

Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all’assemblea.
Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d’Israele. R.

SECONDA LETTURA Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési (Fil 2,6-11)

Cristo Gesù,
pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l’essere come Dio,
ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
e ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!»,
a gloria di Dio Padre.

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

“Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele”.
Dai «Discorsi» di sant’Andrea di Creta, vescovo

Venite, e saliamo insieme sul monte degli Ulivi, e andiamo incontro a Cristo che oggi ritorna da Betània e si avvicina spontaneamente alla venerabile e beata passione, per compiere il mistero della nostra salvezza.
Viene di sua spontanea volontà verso Gerusalemme. E’ disceso dal cielo, per farci salire con sé lassù «al di sopra di ogni principato e autorità, di ogni potenza e dominazione e di ogni altro nome che si possa nominare» (Ef 1, 21). Venne non per conquistare la gloria, non nello sfarzo e nella spettacolarità, «Non contenderà», dice, «né griderà, né si udrà sulle piazze la sua voce» (Mt 12, 19). Sarà mansueto e umile, ed entrerà con un vestito dimesso e in condizione di povertà.
Corriamo anche noi insieme a colui che si affretta verso la passione, e imitiamo coloro che gli andarono incontro. Non però per stendere davanti a lui lungo il suo cammino rami d’olivo o di palme, tappeti o altre cose del genere, ma come per stendere in umile prostrazione e in profonda adorazione dinanzi ai suoi piedi le nostre persone. Accogliamo così il Verbo di Dio che si avanza e riceviamo in noi stessi quel Dio che nessun luogo può contenere. Egli, che è la mansuetudine stessa, gode di venire a noi mansueto. Sale, per così dire, sopra il crepuscolo del nostro orgoglio, o meglio entra nell’ombra della nostra infinita bassezza, si fa nostro intimo, diventa uno di noi per sollevarci e ricondurci a sé.
Egli salì verso oriente sopra i cieli dei cieli (cfr. Sal 67, 34) cioè al culmine della gloria e del suo trionfo divino, come principio e anticipazione della nostra condizione futura. Tuttavia non abbandona il genere umano perché lo ama, perché vuole sublimare con sé la natura umana, innalzandola dalle bassezze della terra verso la gloria. Stendiamo, dunque, umilmente innanzi a Cristo noi stessi, piuttosto che le tuniche o i rami inanimati e le verdi fronde che rallegrano gli occhi solo per poche ore e sono destinate a perdere, con la linfa, anche il loro verde. Stendiamo noi stessi rivestiti della sua grazia, o meglio, di tutto lui stesso poiché quanti siamo stati battezzati in Cristo, ci siamo rivestiti di Cristo (cfr. Gal 3, 27) e prostriamoci ai suoi piedi come tuniche distese.
Per il peccato eravamo prima rossi come scarlatto, poi in virtù del lavacro battesimale della salvezza, siamo arrivati al candore della lana per poter offrire al vincitore della morte non più semplici rami di palma, ma trofei di vittoria. Agitando i rami spirituali dell’anima, anche noi ogni giorno, assieme ai fanciulli, acclamiamo santamente: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele».

Trascrizione dell’Omelia.

La Messa che abbiamo scelto per celebrare questa memoria così importante per tutto questo popolo che venera la Vergine della Rivelazione, questa Messa dal lezionario e dal rituale della Vergine Maria, e’ quella di Maria “Madre della Consolazione”, chissà che idea hai tu della consolazione, noi generalmente usiamo questo termine per il secondo premio, la consolazione e’ qualcosa di così, insomma per accontentarci, la consolazione che invece, in questa Lettura, in questa Eucarestia, ci ricorda, dice la presenza dello Spirito Consolatore nella nostra vita. E anche qua bisogna che tu chiarisca un po’ l’importanza di queste grandezze, perché la presenza dello Spirito in te può sembrarti semplicemente un sentimento privato, intimo, che qualche volta ti aiuta nella preghiera o che scalda semplicemente alcune corde della tua esistenza, ma lo Spirito Consolatore e’ il mandato, l’inviato, e’ quello che noi abbiamo ricevuto dopo la morte e resurrezione del suo Figlio, perché nessuno si sentisse orbato, si sentisse orfano rispetto alla grazia di Dio, così come questi discepoli che avevano conosciuto Gesù ed erano stati con lui, lui gli sta dicendo: “Tra poco io me ne vado e voi mi cercherete e non mi troverete, ma io vi manderò questo Consolatore”, cosa fa il Consolatore? Beh, non fa le consolazioni, il Consolatore ci presenta al vivo il volto del Figlio di Dio. Dice qua Gesù: “Il mondo non mi vedrà più voi invece mi vedrete perché io vivo e voi vivrete”, dunque prerogativa del Consolatore e’ quello di vivere e siccome la tua prerogativa più grande e’ quella di sperimentare dentro l’esistenza il desiderio di vita eterna, bene, questa vita sta già presso di te. E cosa fa la presenza dello Spirito in te? Io te lo dico perché so che te pensi che questo Spirito Santo e’ un premio e viene solo quando te lo meriti, poi dove va quando non te lo meriti non lo sa nessuno. Beh, non e’ così, non e’ così perché dice Gesù: “Il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, Egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto”, dunque non se ne può andare, viene proprio perché tu ti ricordi le cose che Dio ha detto alla tua vita. E come farà? Qual e’ lo scopo di questo insegnamento dello Spirito? Beh, forse non ci hai pensato, ma se chiami lo Spirito e’ il Figlio che viene a te, la presenza dello Spirito ti da’ la possibilità di scorgere i tratti del Figlio di Dio, i tratti del Cristo. Tu dirai: “Ma dove scorgerò questi tratti del Cristo? Quando sto celebrando il Sacramento? Quando sono nel pieno della preghiera? Quando ho un’emozione spirituale profonda? Quando potrò vedere …”, tu che poi magari stai sempre in mezzo a tante immaginette di Gesù e di Gesù dicono anche poco, bene, i tratti del volto di Cristo hai bisogno di vederli là dove non te li aspetti e cioè nella relazione con il tuo prossimo per esempio, là lo devi vedere! Perché se tu ti illudi di vederlo qua, di vederlo non so, in un’immagine, sulla croce e non riesce a scorgerlo nel volto del tuo prossimo, beh, appunto ti illudi, ti illudi! Se pensi di nutrirti del Figlio di Dio, senza renderti conto di che cosa produce nella tua vita, ti illudi. Quando te ne accorgerai? Quando ti sentirai incapace, solo, disperato, in difficoltà, quando dubiterai che la forza dello Spirito Santo possa produrre in te quello che Gesù ha comandato. E vediamo un po’, cosa ha comandato Gesù? Cos’e’ che ti lascerebbe in eredità? Certamente il fatto che diventi figlio adottivo, che hai una dimestichezza con le cose di Dio come ce l’ha un figlio con il padre, ma la presenza dello Spirito in te, ti convince quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio e soprattutto come ha detto Gesù nel capitolo 16 di questo stesso Vangelo di Giovanni, lo Spirito Santo in te ti metterà nelle condizioni, apri bene le orecchie, di fare: “Cose più grandi di me”, dice Gesù, lo credi? E’ l’oggetto della tua speranza? E’ questa la fede che nutri? Ti senti chiamato ad una missione che forse non hai ancora scoperto, ad una vocazione che non hai ancora compreso, ma che ha come scopo di fare cose più grandi che quei discepoli hanno visto fare dal Figlio di Dio? Allora tu subito ti nasconderai in qualche nicchia della tua coscienza e dirai: “Ma io non sono in grado, ma io non sono capace”, beh, sta pur tranquillo, la maggior parte dei profeti che sono stati chiamati a seguire il Signore, ad aprire le porte della conoscenza agli uomini, hanno detto la stessa cosa! Anche loro hanno detto: “Non sono in grado”, “Balbetto”, “Le mie labbra sono impure” dirà Isaia, insomma tutti si sentono a disagio e inadeguati, chi sei tu per sentirti ancora peggio di un profeta, ancora più inadeguato, che Dio non possa fare attraverso di te cose meravigliose? Beh, se pure fosse cosi, se tu avessi anche questa poca speranza e ti sei avvicinato qua oggi per contemplare la presenza della Vergine della Rivelazione, sappi che quella Rivelazione, certamente la parola di Dio, ma della parola di Dio e’ la celebrazione più importante, perché la Rivelazione, tra i Libri della Scrittura, e’ l’ultimo: quello dell’Apocalisse, che in italiano vuol dire Rivelazione. Dunque questo Libro ha in mano per te la Vergine Maria, un giorno lo aprirà. Un giorno lo aprirà quando tutti avranno compreso e desiderato nel proprio cuore, di penetrare questo mistero, avranno atteso che la volontà di Dio e la sua benignità, finalmente sciolgano i nodi della nostra esistenza piena di dolori e di solitudini e ci mostrino qual e’ la via per la quale possiamo incontrare il Signore: quella dell’Agnello, che campeggia nel Libro dell’Apocalisse, lui al centro di un culto nuovo, diverso da quello che celebriamo qua, un culto definitivo, un culto fino alla fine, il culto della fine, cioè quello in cui Cristo sarà tutto in tutti. E le differenze tra noi non ci saranno più e il disprezzo, l’odio e le mormorazioni, tutte quelle cose di cui abbiamo riempito, inzeppato anche la nostra realtà ecclesiale, non ci saranno più. E la speranza sarà già atrio della carità, sarà già manifestazione della fede che ognuno di noi ha, di quella ci e’ chiesto di rendere ragione. Allora, a te che ti sei avvicinato per contemplare questo mistero, chiedi alla Vergine Maria che oggi, invece di fare i prodigi che tutti stanno aspettando, quelli del sole, chiedi alla Vergine Maria che ti apra la porta della conoscenza, perché sai la consolazione, quella che abbiamo detto qua nella Lettura, il Consolatore e’ lo spirito della conoscenza, chiedi allora alla Vergine Maria di non avere sospetti davanti a questa conoscenza, come lei davanti all’arcangelo Gabriele non ha sospettato che tutte quelle cose impossibili che gli ha detto quel giorno, potessero veramente avverarsi. Questo spirito di accoglienza della volontà di Dio ti accompagni, riempia la tua vita e ti porti fino alla contemplazione dell’amore dell’Onnipotente. Sia lodato Gesù Cristo.

La preghiera di Gesù // Musica Sacra
icon-downloadicon-download
  1. La preghiera di Gesù // Musica Sacra
  2. Isusova Molitva // Musica Sacra
  3. Preghiera di Gesù // Musica Sacra
  4. Agni Parthene // Musica Sacra
  5. Te Deum // Musica Sacra