Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto.(Messa del mattino e della sera.)
MESSA DEL GIORNO – LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,23-29)
In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».
PRIMA LETTURADagli Atti degli Apostoli (At 15,1-2.22-29)
In quei giorni, alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli: «Se non vi fate circoncidere secondo l’usanza di Mosè, non potete essere salvati».
Poiché Paolo e Bàrnaba dissentivano e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione.
Agli apostoli e agli anziani, con tutta la Chiesa, parve bene allora di scegliere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Bàrnaba: Giuda, chiamato Barsabba, e Sila, uomini di grande autorità tra i fratelli. E inviarono tramite loro questo scritto: «Gli apostoli e gli anziani, vostri fratelli, ai fratelli di Antiòchia, di Siria e di Cilìcia, che provengono dai pagani, salute! Abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi. Ci è parso bene perciò, tutti d’accordo, di scegliere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, uomini che hanno rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo dunque mandato Giuda e Sila, che vi riferiranno anch’essi, a voce, queste stesse cose. È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenersi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime. Farete cosa buona a stare lontani da queste cose. State bene!».
Parola di Dio.
Dal Salmo 66 (67) .
Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti. R..
Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti. R
Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra. R.
Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra. R.
SECONDA LETTURA Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo (Ap 21,10-14.22-23)
L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scende dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino.
È cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele. A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e a occidente tre porte.
Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello.
In essa non vidi alcun tempio:
il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello
sono il suo tempio.
La città non ha bisogno della luce del sole,
né della luce della luna:
la gloria di Dio la illumina
e la sua lampada è l’Agnello.
LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare
Dio ci ha riconciliati per mezzo di Cristo
e ci ha affidato il ministero della riconciliazione”.
Dal «Commento sulla seconda lettera ai Corinzi» di san Cirillo di Alessandria, vescovo.
Chi ha il pegno dello Spirito e possiede la speranza della risurrezione, tiene come già presente ciò che aspetta e quindi può dire con ragione di non conoscere alcuno secondo la carne, di sentirsi, cioè, fin d’ora partecipe della condizione del Cristo glorioso. Ciò vale per tutti noi che siamo spirituali ed estranei alla corruzione della carne. Infatti, brillando a noi l’Unigenito, siamo trasformati nel Verbo stesso che tutto vivifica. Quando regnava il peccato eravamo tutti vincolati dalle catene della morte. Ora che è subentrata al peccato la giustizia di Cristo, ci siamo liberati dall’antico stato di decadenza.
Quando diciamo che nessuno è più nella carne intendiamo riferirci a quella condizione connaturale alla creatura umana che comprende, fra l’altro, la particolare caducità propria dei corpi. Vi fa cenno san Paolo quando dice: «Infatti anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora non lo conosciamo più così» (2 Cor 5, 16). In altre parole: «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14), e per la vita di noi tutti accettò la morte del corpo. La nostra fede prima ce lo fa conoscere morto, poi però non più morto, ma vivo; vivo con il corpo risuscitato al terzo giorno; vivo presso il Padre ormai in una condizione superiore a quella connaturale ai corpi che vivono sulla terra. Morto infatti una volta sola non muore più, la morte non ha più alcun potere su di lui. Per quanto riguarda la sua morte egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio (cfr. Rm 6, 8-9).
Pertanto se si trova in questo stato colui che si fece per noi antesignano di vita, è assolutamente necessario che anche noi, calcando le sue orme, ci riteniamo vivi della sua stessa vita, superiore alla vita naturale della persona umana.
Perciò molto giustamente san Paolo scrive: «Se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le vecchie cose sono passate, ecco ne sono nate di nuove!» (2 Cor 5, 17). Fummo infatti giustificati in Cristo per mezzo della fede, e la forza della maledizione è venuta meno. Poiché egli è risuscitato per noi, dopo essersi messo sotto i piedi la potenza della morte, noi conosciamo il vero Dio nella sua stessa natura, e a lui rendiamo culto in spirito e verità, con la mediazione del Figlio, il quale dona al mondo, da parte del Padre, le benedizioni celesti. Perciò molto a proposito san Paolo scrive: «Tutto questo viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo» (2 Cor 5, 18). In realtà il mistero dell’incarnazione e il conseguente rinnovamento non avvengono al di fuori della volontà del Padre. Senza dubbio per mezzo di Cristo abbiamo acquistato l’accesso al Padre, dal momento che nessuno viene al Padre, come egli stesso dice, se non per mezzo di lui. Perciò «tutto questo viene da Dio, che ci ha riconciliati mediante Cristo, ed ha affidato a noi il ministero della riconciliazione» (2 Cor 5, 18).
Trascrizione dell’Omelia.
Siccome questa parola che abbiamo ascoltato gira intorno all’amore, al concetto dell’amore, bisogna che la traduciamo un po’ perché noi dell’amore, lo abbiamo detto tante volte, abbiamo un’idea un po’ inadeguata, perché per noi l’amore e’ un sentimento e come tutti i sentimenti si accende, si spegne, c’e’, non c’e’, comincia e poi finisce e quando finisce l’amore … il resto lo potreste raccontare voi quello che succede in famiglia quando finisce l’amore di qualcuno. Va tradotta, per esempio, innanzi tutto, inizia dicendo: “In quel tempo Gesù disse a i suoi discepoli”, in quale tempo? Giuda se ne era andato, erano rimasti solo loro quella sera in quella probabilmente ultima cena, anche se Giovanni non ne parla così, si sta accomiatando da questa compagnia che si era scelto, con la quale aveva attraversato la Palestina, la Samaria, tutta dalla Galilea alla Giudea, poi alla fine se li era portati fino al Tempio di Gerusalemme dove aveva cominciato ad insegnare e proprio là dove le autorità lo avevano in qualche modo messo in difficoltà per condannarlo e poi ucciderlo. Dunque e’ il nucleo delle persone che lo hanno conosciuto di più, sono i dodici tranne uno che appunto se ne era appena andato. E dice in quella sera: “Se uno mi ama osserverà la mia parola ed il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui”, ora osservare la parola o un comandamento, non e’ comprensibile con le logiche dell’amore secondo la nostra mentalità, per questo va tradotta. Dunque: “Se uno mi ama”, non va tradotta: “Se uno ha un sentimento carico nei miei confronti”, “se uno mi ama” vuol dire: “Se uno ha aperto il cuore a tutte le cose che io gli ho insegnato”, perché questa parola non e’ un comandamento, e’ un insegnamento. Ora, tu sai che i comandamenti se ti vanno bene o non ti vanno bene li devi … una legge che ne so, quella del codice della strada, ti piace o non ti piace la devi fare la legge, se un cartello dice: “Qua non si entra”, non si entra, e’ inutile che fai cose. Qua invece, questo comandamento di amare, questo non ti impone qualche cosa ma ti insegna a fare qualche cosa. Ora tu dirai: “Se me lo insegna vuol dire che io non lo so” e qua invece e’ proprio il contrario, Gesù ti dice il senso di un comandamento perché sa che tu hai la capacità di intuirlo, perché questo amore e’ già presso di te, perché tu a immagine e somiglianza di Dio sei stato fatto, c’e’ in te una capacità dell’amore di Dio, una capacità che purtroppo, a causa delle vicende della vita, si deteriora, si rovina, va in difficoltà ma c’e’ in te questo amore. Tutte le volte che te ne accorgi hai voglia di andare avanti, tutte le volte che percepisci la presenza di questo amore, ti viene voglia di combattere, di sperare, etc., . Ma c’e’ una cosa che dice qua interessante, dice: “Se uno osserverà la mia parola io e il Padre mio verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”, qua bisogna che ci capiamo amici, ma se lo dice Gesù la sera prima di morire, sarà vero o non sarà vero? E lo diceva a loro o anche a quelli che per la loro parola e la loro predicazione avrebbero creduto? Beh, lo sappiamo, certamente questo, d’altronde noi qua stiamo celebrando e leggendo cose che ha detto a loro perché sono per noi. Questo vuol dire che entrare in questo rapporto con Cristo, permette al Padre e al Figlio di abitare in noi. Ora, io non so che idea hai tu di questa inabitazione del Verbo nella tua vita. Innanzitutto penserai che e’ troppo ingombrante: “viene ad abitare presso di me quando? Sempre? In tutte le cose che faccio durante il giorno? Oddio non ci sarà più posto per me, non ci sarà più posto per le mie cose, ma allora questa in abitazione io la dovrei auspicare o la dovrei regimentare?”, noi generalmente pensiamo di governarla, in realtà questa inabitazione e’ possibile perché Dio riconosce sempre ciò che e’ suo e vede sempre in noi questo luogo che Egli Stesso si e’ preparato per abitarlo. Tu dirai: “Ma io come faccio ad accorgermi che Dio viene ad abitare presso di me, perché Dio sta da un’altra parte”, no, quello e’ il dio pagano che sta da un’altra parte, il Dio nostro non sta da un’altra parte, comincia a cambiare mentalità. Il nostro Dio non sta in cielo, il nostro Dio e’ presso di noi, e’ scritto: “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sono là in mezzo a loro” che vuol dire? Dunque Dio desidera abitare in noi, oltretutto dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme quando ormai e’ finito quel culto, l’Agnello, lo diceva anche l’Apocalisse, viene ad abitare nella nostra realtà, lo diceva anche lo stesso Giovanni di questo Vangelo, all’inizio del Vangelo: “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio, il Verbo era Dio e il Verbo si e’ fatto carne e si e’ attendato in mezzo a noi”, “E noi lo abbiamo toccato” dirà ancora in una Lettera: “Noi quel Verbo della vita non solo lo abbiamo visto, lo abbiamo sentito ma lo abbiamo pure toccato”, cioè era proprio carne della nostra carne. E dice: “La parola che voi ascoltate non e’ mia ma del Padre”, vuol dire che: “Voi quando ascoltate questo insegnamento e’ il Padre stesso che e’ presso di voi”. Ora andiamo al cuore di questa parola perché ormai ci stiamo preparando al momento in cui Gesù nell’Ascensione tornerà al Padre, per noi e’ solo la festa di una Domenica, ma dice Gesù: “Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi ma il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome lui vi insegnerà ogni cosa”, questo e’ il mistero che noi celebriamo ogni Domenica, ogni giorno che siamo nell’Eucarestia, cosa fa Gesù, il Verbo? Viene in mezzo a noi, prende la nostra carne, le nostre pene, le nostre difficoltà, pure le nostre speranze, le fa passare nel crogiolo del dolore dove noi faremmo fatica ad entrarci perché per noi il dolore e’ la morte definitiva e non ci sembra che dopo un grande dolore possiamo continuare a sperare. Siccome lui ci e’ passato, ci ha fatto comprendere che pure noi possiamo passarci in questo dolore, con la speranza di riuscirne, lo dice in questo modo: “Io me ne vado ma tornerò da voi, perciò non vi rattristate quando entrate in questi tunnel oscuri della storia, perché tornerete là dove la speranza ridarà forza e vita alla vostra vita. Ma perché questo accada il Padre vi manderà lo Spirito” … lo Spirito, cioè sai cos’e’ lo Spirito? Spero che tu non creda che sia un piccione! Lo Spirito Santo se tu lo chiami, chi viene? Cristo. Hai visto nell’Eucarestia, no? Noi preghiamo il Padre che mandi il suo Spirito sul pane e sul vino ed il pane e il vino diventano? Cristo. Tu chiedi a Dio che mandi il suo Figlio ad incarnarsi in questo tempo della storia, chi verrà? Cristo, cioè la possibilità che tu veda in te e nel prossimo i tratti di uno che era così lontano da te che non l’avresti mai conosciuto, ma che si e’ fatto uguale a te perché tu imparassi ad amarlo ed e’ sceso fin là dove per te il peccato e’ una maledizione prendendosela sulle spalle anch’Egli nella sua carne, perché tu creda che pure nella maledizione il Figlio di Dio regna, non c’e’ più nessun male che può spaventarci, ti rendi conto di quanto e’ grande questa parola? Ma di più, dice che: “Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto”, ora per noi ricordare e’: “Ah, si mi ricordo … Beh mi ricordo e non mi ricordo”, per noi il ricordo e’ una dimensione così leggera, eppure quando noi celebriamo facciamo il Memoriale della Salvezza, cioè ricordiamo quello che e’ accaduto quella notte, quello che e’ accaduto quel giorno in cui Cristo e’ morto sulla croce, ma quando noi lo ricordiamo, non e’ solo la memoria che ci solletica il cuore o la mente, no, e’ la presenza! Dunque il ricordo di Cristo evoca la presenza, rende la presenza in mezzo a noi, quello non e’: “Sembra Cristo, potrebbe essere …”, quello e’ il Corpo di Cristo, quello e’ il Sangue di Cristo e se questo tu lo assumi, tu diventi il corpo di Cristo e la tua vita diventa il sangue di Cristo cioè la vita di Cristo! Allora lo Spirito Santo che cosa farà quando verrà? Verrà a ricordarti questo, cioè a farti celebrare questa unione, verrà a farti accorgere che Dio e’ già venuto ad abitare dentro di te, guarda che io non sto dicendo qua cose sentimentali: “Gesù dentro di me”, no, lascia perdere quella e’ roba per altri. No, io ti sto dicendo che la presenza di Dio in te trasforma la tua vita, trasforma le tue fibre. Amico mio, ti fa comodo, penso, cominciare a crederci perché quando le tue fibre si disfaranno, quando le metterai, non so dove le metterai, dove le vuoi mettere tu? Chi le mette sotto gli alberi, chi le mette sui mari e sui fiumi della Cina, che ne so io, dove pensi di essere sepolto, quelle fibre che hanno conosciuto la voce dell’Onnipotente, quelle fibre che sono state abitate dalla presenza della Trinità, quelle non si perdono, per questo noi diciamo di credere nella resurrezione della carne. Non portatemi biologi a dirmi che la carne quando e’ morta, e’ morta, quella carne che e’ la nostra storia, le fibre della nostra vita, non certo la tua ciccia, le fibre della nostra esistenza, i nostri ricordi, quello che abbiamo amato, pure quello che abbiamo sofferto, quello che abbiamo sperato, tutto quello che nella nostra vita ha fatto la nostra carne, tutto quello e’ destinato alla resurrezione ed il Figlio di Dio quello e’ venuto a sposare non i nostri propositi che poi non manteniamo, proprio quello! Allora amati e mentre ti ami, per essere sicuro che lo stai facendo bene, vedi se ami anche gli altri, perché se ami anche gli altri, allora tutto quello che Dio ha pensato per te, passerà pure a loro. Così, per questo Gesù dice: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace”, non quella che facciamo noi con tutti gli inchini e le cose: “Non come la da’ il mondo io la do a voi, la pace che io vi do e’ la presenza del mio Spirito in voi” e questo, amici miei, non e’ un venticello, un sentimento, la presenza dello Spirito ti abilita a fare cose che tu non hai mai pensato. Anzi, dirà in un altro brano Gesù, proprio sempre in questo Vangelo di Giovanni: “Io me ne vado, quando verrà lo Spirito vi permetterà di fare cose più grandi di me”, attento! Perché se tu sei venuto qua per sentirti dire questo, cioè che farai cose più grandi di lui, come ha detto lui, te ne puoi andare anche a casa rinnovato e con lo spirito pronto ad agire per le cose che ti riguardano, ma se tu senti questa parola e dici: “Vabbé mo’ addirittura cose più grandi di Gesù, io mi accontento di quel piccolo”, allora con quel “piccolo” vattene a casa lo stesso, ma non sperare però che quel tuo “piccolo” diventi poi il Paradiso. La grandezza dell’Amore Trinitario in noi ci supera di molte misure, scopritelo presto, cercatelo subito, perché Dio si fa trovare da chi lo cerca con cuore sincero. Sia lodato Gesù Cristo.
Messa della sera
Trascrizione dell’Omelia.
Cominciava dicendo: “In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli”, quale tempo? Quella sera, siamo al capitolo 14 del Vangelo di Giovanni, quella sera in cui Gesù si stava accomiatando dai suoi discepoli per prepararsi ad entrare nella grande tribolazione della sua morte in croce e tornare finalmente al Padre. Ma dovendo compiere queste cose, Gesù chiarisce in quella notte, lo farà in tutti quei capitoli che parlano di queste cose, chiarisce qual e’ il motivo non più della sua venuta, ma del fatto che lui debba morire e cosa possa lasciare in eredità a queste persone. Forse se lo stavano chiedendo, era un maestro, aveva avuto autorità, aveva fatto cose meravigliose, possibile che svanisca così, che non si possa godere più della sua presenza, del suo insegnamento? In effetti, il tema di queste parola e’ proprio l’insegnamento, la sapienza, la possibilità di conoscere il motivo di tutto ciò, tu magari oggi puoi anche pensare di farne a meno, ma chi si trovava in quel momento davanti al fatto che Gesù avrebbe dato la sua vita, una cosa incomprensibile, morire per mano dei pagani, quello, il desiderio di saperne il motivo, ce lo avevano nel sangue. Ma forse ce lo hai anche tu questo desiderio di capire, quando poi ti devi confrontare con le cose che accadono, con le guerre che fanno gli altri, con le malattie e tutte le altre questioni che affollano la nostra vita. E guardate che cosa dice Gesù: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola ed il Padre mio lo amerà”, sta dicendo: “Se volete conoscere le cose del Padre mio che io sono venuto a raccontarvi, facciamolo attraverso la relazione profonda”, sai quando tu ami molto una persona e la conosci, la intuisci e più tempo hai passato con lei e più sei capace di decifrare perfino un movimento impercettibile del volto, uno stato d’animo ancora non espresso. Penso alle madri che quando il figlio ritorna a casa: “Che hai fatto?” quando ancora non ha detto qual e’ il motivo della sua tensione. Bene, questa possibilità di intuire il pensiero dell’altro, si chiama amore, non i sentimenti: “Ti amo, ti amo”, lascia perdere, quello e’ un’altra cosa, no, questo e’ l’amore, la capacità di anticipare l’altro nella sua richiesta, la capacità di anticipare l’altro nella sua necessità e di avere già nel cuore quasi la possibilità di interagire a favore di questa necessità. Dunque dice Gesù: “Se e’ questo che voi avete condiviso con me, allora aspettate che il Padre mio vi ami come io vi ho amati”, perché dice: “Noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”, cioè tutto quello che e’ presso il Padre, cioè la conoscenza delle cose e anche il pensiero di quello che accadrà, tutto questo sarà nel cuore di tutti. Mi dispiace perché tu questa speranza non ce l’hai, tu speri che le cose vanno bene, speri che ne so, di non soffrire, forse pure di fare una buona morte, ma la speranza di conoscere le cose di Dio non ce l’hai, anzi ti sembra addirittura una presunzione pensare … ma scusami, ma tu non e’ del Verbo di Dio che ti nutri e il Verbo di Dio non e’ specchio e presenza del pensiero del Padre? E il pensiero del Padre una volta che viene presso di te non si manifesterà? Guarda che dice Gesù: “Io vi ho detto queste cose adesso che mi vedete, perché sono ancora in mezzo a voi, ma il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa”, cioè: “Questa presenza in mezzo a voi e’ servita perché voi conosceste parte di questo grande amore, non lo avete ancora compreso, però verrà a voi uno Spirito e questo Spirito quando verrà rappresenterà al vivo la mia presenza come l’avete vista adesso”. Dimmi, ti ricordi quel caro che hai perduto, che ti ha fatto tanto male non vederlo più? Tutte le volte che hai avuto l’occasione di ricordarlo come se fosse presente, ti sei sentito consolato, ti e’ sembrato quasi quasi di poterlo raggiungere o quanto meno di essere raggiunto, pensa tu alla presenza dello Spirito Santo, che quando comincia a parlare nella tua vita, la prima cosa che ti mostra e’ il volto del Figlio di Dio così che tu non ti spaventi, non e’ un fantasma il Figlio di Dio, e’ un uomo come te, un uomo Dio certamente ma uno che ha portato i tratti del tuo volto te lo puoi immaginare, ti ci puoi relazionare, te lo puoi ricordare. Di più: “Vi insegnerà ogni cosa, vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” e dirà in un altro brano: “Prenderà del mio e ve lo darà e anzi grazie a questo avrete la possibilità di fare cose più grandi di me”, bene sappilo cristiano, questa e’ la fede! Non e’ avere la religiosità o fare delle preghiere, un comportamento, tanto non ci riesci mai, la nostra fede sta nella possibilità di avere quello Spirito di Dio che rende al vivo la presenza di Gesù Cristo e che ci permette di fare cose più grande di lui, l’ha detto lui non lo dico io. E adesso fallo uno scrutinio veloce, fermati un attimo e domandati: “Ma io veramente posso fare cose più grandi di Gesù? Io non sono capace”, bene riconosci pure che non sei capace, sarà lo Spirito a farlo. Ora, e’ decisivo, o pensi che questo Spirito e’ una magia o lo accogli come una Persona della Trinità, uno che ha il potere di ricordarti tutte le cose di cui hai bisogno e di renderle, mentre le ricordi, attuali, come io tra poco, celebrando l’Eucarestia, celebrerò il Memoriale, quel memoriale della salvezza che renderà il pane ed il vino Corpo e Sangue di Cristo. E che cos’e’ che mi permette di farlo? Le doti personali che ho? No, l’invocazione dello Spirito che scende come una colomba su queste specie e le rende Corpo e Sangue del Figlio di Dio. “Abiterà con noi”, come dice Gesù, “prenderà dimora presso di noi”, cambierà i nostri sentimenti, le nostre speranze, ci metterà nelle condizioni di cercare cose mai viste. Comincia a crederci, il resto lo farà lui, ma non ti fermare a dire sempre le stesse cose: “Io nel mio piccolo”, “io non ci riesco”, “io sono debole”, chi e’ debole così tanto da non conoscere la debolezza che il Verbo di Dio ha scelto per morire per noi? Non ti trincerare dietro queste scuse, attendi piuttosto che tutto questo si manifesti. Sia lodato Gesù Cristo.