Veglia Pasquale nella Notte Santa

Anno Liturgico C
17 Aprile 2022

Perché cercate tra i morti colui che è vivo?

 

LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 24,1-12)
Il primo giorno della settimana, al mattino presto [le donne] si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.
Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”».
Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli.
Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.

PRIMA LETTURADal libro dell’Esodo (Es 12,1-8.11-14)

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

“L’agnello immolato ci strappò dalla morte”.
Dall’«Omelia sulla Pasqua» di Melitone di Sardi, vescovo

Molte cose sono state predette dai profeti riguardanti il mistero della Pasqua, che è Cristo, «al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen» (Gal 1, 5 ecc.). Egli scese dai cieli sulla terra per l’umanità sofferente; si rivestì della nostra umanità nel grembo della Vergine e nacque come uomo. Prese su di sé le sofferenze dell’uomo sofferente attraverso il corpo soggetto alla sofferenza, e distrusse le passioni della carne. Con lo Spirito immortale distrusse la morte omicida.
Egli infatti fu condotto e ucciso dai suoi carnefici come un agnello, ci liberò dal modo di vivere del mondo come dall’Egitto, e ci salvò dalla schiavitù del demonio come dalla mano del Faraone. Contrassegnò le nostre anime con il proprio Spirito e le membra del nostro corpo con il suo sangue.
Egli è colui che coprì di confusione la morte e gettò nel pianto il diavolo, come Mosè il faraone. Egli è colui che percosse l’iniquità e l’ingiustizia, come Mosè condannò alla sterilità l’Egitto.
Egli è colui che ci trasse dalla schiavitù alla libertà, dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita, dalla tirannia al regno eterno. Ha fatto di noi un sacerdozio nuovo e un popolo eletto per sempre. Egli è la Pasqua della nostra salvezza.
Egli è colui che prese su di sé le sofferenze di tutti. Egli è colui che fu ucciso in Abele, e in Isacco fu legato ai piedi. Andò pellegrinando in Giacobbe, e in Giuseppe fu venduto. Fu esposto sulle acque in Mosè, e nell’agnello fu sgozzato.
Fu perseguitato in Davide e nei profeti fu disonorato.
Egli è colui che si incarnò nel seno della Vergine, fu appeso alla croce, fu sepolto nella terra e, risorgendo dai morti, salì alle altezze dei cieli. Egli è l’agnello che non apre bocca, egli è l’agnello ucciso, egli è nato da Maria, agnello senza macchia. Egli fu preso dal gregge, condotto all’uccisione, immolato verso sera, sepolto nella notte. Sulla croce non gli fu spezzato osso e sotto terra non fu soggetto alla decomposizione.
Egli risuscitò dai morti e fece risorgere l’umanità dal profondo del sepolcro.

Trascrizione dell’Omelia.

Quando qualcuno perde una persona cara o vede allontanarsi la luce dei propri occhi, prova un dolore incontenibile, inconsolabile, ma quando il Verbo di Dio lasciò la sede del cuore del Padre, Dio non si turbò in cuor suo e lasciò che il suo amore pulsasse dentro le contraddizioni degli uomini, in silenzio, nel crescere delle cose naturali, nello svilupparsi della creazione, nel percorrere in ogni essere da Lui chiamato all’esistenza, le vie misteriose della crescita, del cambiamento, della perfezione. Questo grande languore nel cuore di Dio, si andava compiendo con amore nello sviluppo della storia e nella crescita degli uomini. E se quel Verbo aveva animato tutta la creazione, nella pienezza del tempo quello stesso Verbo aveva fatto rivivere la speranza di Dio Padre nelle rare speranze degli uomini. Aveva parlato in mezzo a loro, aveva sopportato le loro angherie, le loro critiche, le loro polemiche, aveva guardato con tenerezza i semplici amanti delle cose del cielo, nascosti tra i poveri, tra gli ammalati, tra gli afflitti, tra i lontani. Poi finalmente si era consegnato. Chi si era consegnato? Il Figlio? Certo, ma Dio Stesso con Lui si era lasciato invadere dalla stoltezza degli uomini. E se all’inizio della creazione questo distacco dello Spirito di Dio, non ha creato in Lui un dolore, nella pienezza della rivelazione, al momento in cui il Figlio dona Se Stesso per la vita degli uomini, Dio non more con Lui, ma continua a pulsare nel suo cuore fino alla fine, fino a quando la natura umana, assopita come nel sonno, non sembri sottostare alle leggi angosciose della morte e l’ultimo respiro della vita del Signore, rimanga nascosto dentro questa evidente morte. E poi alla fine una esplosione luminosa di gioia, di riconciliazione, di amore, di compimento, ha riscattato la vita e ha restituito alle membra del Figlio di Dio, ciò che il peccato dell’uomo gli aveva apportato: la sofferenza, il buio e la notte tremenda della desolazione. Noi non sappiamo, come diceva anche l’Exsultet, in che momento di quella notte questo accade, sappiamo solo che c’è stato un tempo in cui la vita ha prevalso, ha sconfitto le logiche infime della morte e ci ha restituito la speranza, la luce, l’amore, quel calore che arde nel cuore di ciascuno di noi e che auspica di rimanere per sempre un calore invincibile. Noi non sappiamo rappresentarci la Resurrezione di Cristo, però sappiamo che anche se i nostri occhi non vedono bene quello che accade intorno a noi, le anime di chi ci ha preceduto, la speranza delle generazioni che sono state prima di noi, ancora sono testimoni di questo amore che mai si è consumato, che mai è venuto meno. E noi allora questa Notte questo cantiamo al mondo, davanti alla superbia di chi pensa di regolare le proprie cose a dispetto delle speranze degli altri, davanti a chi critica, giudica, polemizza e si fa guerra minacciando più e più l’umile vita di questo mondo, noi cantiamo la Resurrezione di Cristo dalla morte, noi sappiamo che la sua Resurrezione è testimone dell’amore di Dio imperituro e invincibile, anche davanti a questa gente, anche davanti a questi superbi, anche davanti a questi sedicenti potenti di questo mondo, ovunque si trovino, se da una parte o dall’altra o ancora pronti, altri ancora, per incalzare con violenza e con aggressione davanti alla povertà degli uomini. Siamo sconfitti forse? Siamo forse intimoriti da tutto questo? Come sembrò un sonno la morte di Gesù Cristo e cedette il passo alla luce della Resurrezione, anche il nostro sonno sembra tacere davanti agli accadimenti della storia di questo tempo, finché finalmente si ergerà il nostro vendicatore, rovescerà le sorti di questa logica perversa e non solo ci restituirà la speranza, ma farà brillare anche tutta quella tensione che ha vibrato in tutti i secoli nel cuore degli uomini e delle donne, che hanno cercato Dio semmai siano arrivati a trovarlo andando come a tentoni, per scoprire che Egli veramente non era lontano da ciascuno di loro. Che dice allora a noi questa Notte e questa Resurrezione? Dice che possiamo continuare a sperare, perciò non lasciatevi irretire dalle logiche del mondo che non domani forse, ma dopodomani e la settimana successiva e in quelle che verranno, cercheranno di imporsi dicendo: “Guarda che la vita ha le sue leggi, guarda che la fede deve mettersi da parte, guarda che la speranza non ha posto in questo mondo”, tu non ascoltare più questa catechesi demoniaca che avvelena la storia. Ricordati che se in silenzio ha pulsato l’amore di Dio nel cuore degli uomini, in questo silenzio della chiesa in questo momento, Dio continua a mantenere fedeltà alle sue promesse, finché Dio e la sua gloria non sia tutto in tutti. Sia lodato Gesù Cristo.

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