Passione del Signore

Venerdì Santo
07 Aprile 2023

Adorazione della Croce.

 

MESSA DEL GIORNO – LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 18,1- 19,42)

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni

– Catturarono Gesù e lo legarono
In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cèdron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano», perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?».

– Lo condussero prima da Anna
Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo».

Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.

Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote.

– Non sei anche tu uno dei suoi discepoli? Non lo sono!
Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.

– Il mio regno non è di questo mondo
Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest’uomo?». Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato». Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire.

Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?».

E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante.

– Salve, re dei Giudei!
Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.

Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!».

Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».

All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande».

– Via! Via! Crocifiggilo!
Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare». Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parascève della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.

– Lo crocifissero e con lui altri due
Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».

– Si sono divisi tra loro le mie vesti
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così.

– Ecco tuo figlio! Ecco tua madre!
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.

(Qui si genuflette e di fa una breve pausa)

– E subito ne uscì sangue e acqua
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».

– Presero il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli insieme ad aromi
Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di áloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parascève dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.

Parola del Signore

Parola del Signore
PRIMA LETTURADal libro del profeta Isaìa(Is 52,13- 53,12)

Ecco, il mio servo avrà successo,
sarà onorato, esaltato e innalzato grandemente.
Come molti si stupirono di lui
– tanto era sfigurato per essere d’uomo il suo aspetto
e diversa la sua forma da quella dei figli dell’uomo –,
così si meraviglieranno di lui molte nazioni;
i re davanti a lui si chiuderanno la bocca,
poiché vedranno un fatto mai a essi raccontato
e comprenderanno ciò che mai avevano udito.
Chi avrebbe creduto al nostro annuncio?
A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?
È cresciuto come un virgulto davanti a lui
e come una radice in terra arida.
Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi,
non splendore per poterci piacere.
Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia;
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori;
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per le nostre colpe,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l’iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca.
Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo;
chi si affligge per la sua posterità?
Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi,
per la colpa del mio popolo fu percosso a morte.
Gli si diede sepoltura con gli empi,
con il ricco fu il suo tumulo,
sebbene non avesse commesso violenza
né vi fosse inganno nella sua bocca.
Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
e si sazierà della sua conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà molti,
egli si addosserà le loro iniquità.
Perciò io gli darò in premio le moltitudini,
dei potenti egli farà bottino,
perché ha spogliato se stesso fino alla morte
ed è stato annoverato fra gli empi,
mentre egli portava il peccato di molti
e intercedeva per i colpevoli.

Salmo 30.
Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito. R..

In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso;
difendimi per la tua giustizia.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.R

Sono il rifiuto dei miei nemici
e persino dei miei vicini,
il terrore dei miei conoscenti;
chi mi vede per strada mi sfugge.
Sono come un morto, lontano dal cuore;
sono come un coccio da gettare. R.

Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
i miei giorni sono nelle tue mani».
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori.R.

Sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto,
salvami per la tua misericordia.
Siate forti, rendete saldo il vostro cuore,
voi tutti che sperate nel Signore.R.

SECONDA LETTURA Dalla lettera agli Ebrei (Eb 4,14-16; 5,7-9).

Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato.
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno.
[Cristo, infatti,] nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

“La forza del sangue di Cristo”.
Dalle «Catechesi» di san Giovanni Crisostomo, vescovo

Vuoi conoscere la forza del sangue di Cristo? Richiamiamone la figura, scorrendo le pagine dell’Antico Testamento.
«Immolate, dice Mosè, un agnello di un anno e col suo sangue segnate le porte» (cfr. Es 12, 1-14). Cosa dici, Mosè? Quando mai il sangue di un agnello ha salvato l’uomo ragionevole? Certamente, sembra rispondere, non perché è sangue, ma perché è immagine del sangue del Signore. Molto più di allora il nemico passerà senza nuocere se vedrà sui battenti non il sangue dell’antico simbolo, ma quello della nuova realtà, vivo e splendente sulle labbra dei fedeli, sulla porta del tempio di Cristo.
Se vuoi comprendere ancor più profondamente la forza di questo sangue, considera da dove cominciò a scorrere e da quale sorgente scaturì. Fu versato sulla croce e sgorgò dal costato del Signore. A Gesù morto e ancora appeso alla croce, racconta il vangelo, s’avvicinò un soldato che gli aprì con un colpo di lancia il costato: ne uscì acqua e sangue. L’una simbolo del Battesimo, l’altro dell’Eucaristia. Il soldato aprì il costato: dischiuse il tempio sacro, dove ho scoperto un tesoro e dove ho la gioia di trovare splendide ricchezze. La stessa cosa accadde per l’Agnello: i Giudei sgozzarono la vittima ed io godo la salvezza, frutto di quel sacrificio.
E uscì dal fianco sangue ed acqua (cfr. Gv 19, 34). Carissimo, non passare troppo facilmente sopra a questo mistero. Ho ancora un altro significato mistico da spiegarti. Ho detto che quell’acqua e quel sangue sono simbolo del battesimo e dell’Eucaristia. Ora la Chiesa è nata da questi due sacramenti, da questo bagno di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito santo per mezzo del Battesimo e dell’Eucaristia. E i simboli del Battesimo e dell’Eucaristia sono usciti dal costato. Quindi è dal suo costato che Cristo ha formato la Chiesa, come dal costato di Adamo fu formata Eva.
Per questo Mosè, parlando del primo uomo, usa l’espressione: «ossa delle mie ossa, carne della mia carne» (Gn 2, 23), per indicarci il costato del Signore. Similmente come Dio formò la donna dal fianco di Adamo, così Cristo ci ha donato l’acqua e il sangue dal suo costato per formare la Chiesa. E come il fianco di Adamo fu toccato da Dio durante il sonno, così Cristo ci ha dato il sangue e l’acqua durante il sonno della sua morte.
Vedete in che modo Cristo unì a sé la sua Sposa, vedete con quale cibo ci nutre. Per il suo sangue nasciamo, con il suo sangue alimentiamo la nostra vita. Come la donna nutre il figlio col proprio latte, così il Cristo nutre costantemente col suo sangue coloro che ha rigenerato.

Trascrizione dell’Omelia.

Ci siamo inchinati alla memoria della morte di Gesù in croce, ci siamo prostrati anzi, pensando di rendere onore a questo patibolo che fu causa della morte di Gesù e salvezza per noi. E di fronte a questo spettacolo, sapete se voi guardaste gli affreschi medioevali del tempo della costruzione della Basilica di San Francesco ad Assisi, trovereste, per esempio, una crocefissione del Lorenzetti, molto bella per quello che è rimasto, in parte è stata deturpata, si vede la parte più alta e poco della folla che vi sta sotto, una folla fatta di soldati, di gente qualsiasi, quasi senza interesse per le cose che stanno accadendo. Alcuni angeli invece sono raffigurati nell’atto di stracciarsi le vesti e di prendere in coppe e conservare, il sangue che esce dalle piaghe delle mani di Gesù crocifisso, come dire che per gli uomini, per la nostra umanità, è inadeguato provare sentimenti davanti alla croce di Cristo. Io lo so che in passato diverse volte abbiamo sentito, era un modo di esprimere non so, forse la devozione, mi repelle anche pensarlo, di esprimere il dolore davanti alla croce di Gesù e non so quale sentimento, là non morì un uomo, là morì un Uomo-Dio e dimmi un po’, tu ce l’hai un sentimento adeguato alla morte di un Uomo-Dio? Forse alla morte di un uomo, ma anche là, di fronte alla morte dell’uomo, hai sentimenti controversi. Davanti a quell’Uomo-Dio, nell’affresco del Lorenzetti, sembra che solo gli angeli che conoscono la grandezza di questo mistero, riescono a piangere, a scandalizzarsi e a conservare questo sangue prezioso. Allora tu dirai: “Ma allora io con quali sentimenti andrò?”, ebbene non andarci con i sentimenti, vacci con la sapienza, con la sapienza della Scrittura, quella parola che persino gli Ebrei non hanno osato conoscere fino in fondo e tra i capitoli 52 e 53 del profeta Isaia, siccome molti di voi la parola di Dio la frequentano, a quelli io dico andate a cercare questi brani che abbiamo ascoltato e letto oggi, dove Isaia nel “Quarto canto del servo sofferente” dice: “Questo mio servo avrà successo, sarà innalzato, esaltato grandemente, anche se molti si stupirono tanto era sfigurato per essere d’uomo il suo aspetto e diversa la sua forma da quella dei figli dell’uomo”, hai un esempio concreto che, permettimi l’espressione, ti sbatte in faccia. Se vuoi conoscere il Cristo, aspettati un uomo sfigurato, se vuoi incontrare Cristo, vai in contro all’uomo sfigurato e guarda che l’uomo sfigurato non è quello che è cascato dalla gru e si è fatto male e ha sbattuto il naso, l’uomo sfigurato è uno che subisce il giudizio e la critica degli altri, che è oppresso dalla calunnia, che è messo da parte dall’orgoglio di quelli che si pensano chissà chi. Dice che i re davanti a lui si chiuderanno la bocca, perché vedranno un fatto mai ad esso raccontato, comprenderanno ciò che mai avevano visto, ma chi avrebbe creduto a questo annunzio? Chi avrebbe potuto provare tanta meraviglia di fronte a questo fatto? Lui che è cresciuto come un virgulto e come una radice in terra arida ora, sulla croce, non ha apparenza né bellezza, la chiesa copre il Gesù Crocifisso, non perché tu te ne dimentichi, ma perché tu in questo giorno possa riformulare delle valutazioni adatte al Gesù Crocifisso, tu non devi vedere più un uomo solo crocifisso, perché Lui non fu mai solo un uomo, devi vedere l’Amore Crocifisso. C’è un’immagine di san Francesco che piange pensando all’amore che non è amato, ora, sapete, noi facciamo presto a fare canticelli amorosi per dimostrare la nostra devozione ma l’attenzione all’amore non amato, è l’attenzione all’amore schiacciato di cui il crocifisso è esempio. “Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia”, hai capito? Tu davanti al Crocifisso non ti copri la faccia, a meno che non hai appena fatto qualche grosso peccato e ti vergogni di stare davanti a Lui, sentimento del tutto inadeguato all’amore di Dio, ti copri la faccia semmai là dove vedi qualcuno che è reietto, che è considerato come un peccatore, come uno da scansare, “Disprezzato non ne avevamo alcuna stima” dice Isaia: “Eppure costui si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori, noi che lo giudicavamo castigato”, ma tu sapessi quante volte, nella storia che vive e cammina intorno a noi, accade questo e noi non ce ne accorgiamo, passiamo senza neanche salutare, per dire. “Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità, il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui”, ti ricordi? Aveva detto: “Padre, allontana questo calice dell’ira, del giudizio, perché questi non sono pronti, questo calice aspetta a versarlo, ascolta la mia preghiera”, “e fu esaudito per la sua pietà”, dice la Lettera agli Ebrei, quel calice lo bevve Lui, lo bevve nell’aceto che gli fu offerto in croce, l’amarezza di quella condanna la prese Lui per noi, ma allontanò il giudizio dalla nostra povera esistenza. “Con oppressione ed ingiusta sentenza fu tolto di mezzo, chi si affligge per la sua sorte? Fu eliminato dalla terra dei viventi, gli si diede sepoltura con gli empi, sebbene non avesse commesso violenza né vi fosse inganno sulla sua bocca” e qua, adesso, si apre un capitolo che è per te, ascolta bene e se hai uno spirito di orazione al centro del tuo cuore, dì con sicurezza a Dio in questo momento: “Amen Signore, fa che accada a me, fa che pure io possa entrare in questa sofferenza per amore” quando Isaia dice: “Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori, quando offrirà se stesso in espiazione vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore”, sai, come Gesù rimproverò una volta gli Ebrei che facevano lunghi tragitti per cercare due o tre proseliti, pure noi ci siamo messi a fare balletti intorno a non so cosa, per cercare vocazioni che riempissero le nostre realtà, per poi lasciarle andare quando non trovavano la possibilità di vivere, in quelle realtà, la vita evangelica. “Se vuoi avere una discendenza” ti direbbe Isaia, “offri te stesso in espiazione”, se vi preoccupate che questa chiesa è in declino: “Offri te stesso in espiazione”, se pensi che l’annuncio della salvezza debba arenarsi dentro questo mondo indifferente a tutto e abbandonata l’adorazione di se stesso: “Offri te stesso in espiazione”! Guarda che noi siamo stati rivestiti di Cristo nel Battesimo, mica per farci crescere la barba e i capelli lunghi e andare in giro per la strada vestiti come Gesù, noi siamo stati rivestiti di Cristo perché, dice Paolo, appaia con chiarezza davanti agli altri la nostra morte, il nostro morire, perché rifulga la resurrezione del Cristo che ci ha salvati. Dunque tu volentieri lascia che questa sofferenza si abbatta su di te, è piaciuta a Dio .. Se ne andava Davide, il re, quando Assalonne gli stava rubando il regno, a testa china e coperta se ne andava sull’Erta degli Ulivi e lo maltrattavano e dicevano male di lui e quando qualcuno pensò di mettersi in mezzo e dire: “Lascia che io uccida questo cane morto”, come aveva fatto Pietro con la spada quella notte, Davide dice: “Se questi maledice, Dio gli ha permesso di maledire”, ce l’hai questo spirito tu? Ce l’hai lo spirito che ti suggerisce che se stai soffrendo forse è perché Dio permette che soffri? Oppure tu hai un’altra giustizia con la quale attaccarti e condannare chi ti ha fatto del male per uscire fuori come, da questa condizione? Vittorioso sull’errore di un altro? Non saresti salvifico, il tuo esempio non sarebbe neanche cristiano. A Costui che è stato prostrato nel dolore dice Dio: “Io gli darò in premio le moltitudini, dei potenti egli farà bottino, perché ha consegnato se stesso alla morte ed è stato annoverato tra gli empi mentre egli portava il peccato di molti ed intercedeva per i peccatori”, ora attento, perché c’è un demonio che tutte le volte che tu ascolti questa parola ti dice: “Ma questo riguardava Gesù che era Dio! Ieri l’hai pianto come uomo, oggi te ne allontani perché è Dio”, eppure Lui è Dio e Uomo, prima, ora e per sempre, dunque quando la parola dice questo di Gesù, tu ritieni che possa essere una parola per te, se a Lui Dio dà in premio le moltitudini, le moltitudini le darà in premio anche a te e i beni dati a Lui, per mezzo di Lui, saranno riversati anche nella tua vita, una misura pigiata, scossa e traboccante. Io ti dico che se hai questa speranza e se sul tuo volto si leggono i tratti di questa speranza, questa generazione si convertirà, ma se tu sei un tristone, ma se tu sei un cantore della morte, ma se sei sempre arrabbiato e lacerato in te stesso, gli altri ti vedranno e penseranno: “Qual è la speranza che costui porta nella resurrezione del Cristo che dice di servire?” e si allontanerà e di questo, lascia che te lo dica, ti sarà chiesto conto, sta attento. Ora, noi ci disporremo a fare l’adorazione della Croce, non adorare la croce di un altro, adora la tua, ricordatela, non faremo il bacio alla croce ancora per prudenza, perché siamo ancora .. faremo un inchino, ci metteremo in fila e faremo un inchino e poi andremo via, agile, ma mentre guardi il Cristo Crocifisso davanti al quale ti prostri o ti inchini, ricordati che sulla tua vita è disegnato una forma di croce che pesa tutte le volte che le cose non vanno e ti fanno sentire il dolore, di questa croce vantati, di questo dolore non lamentarti e vedrai i cieli aperti. Sia lodato Gesù Cristo.

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