I Domenica di Quaresima

Anno Liturgico A
01 Marzo 2020

Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto ed è tentato.(Messa del mattino e della sera)

LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 4,1-11)

In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

PRIMA LETTURA – Dal libro della Genesi (Gen 2,7-9; 3,1-7)

Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.
Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male.
Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: “Non dovete mangiare di alcun albero del giardino”?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male».
Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.

Salmo responsoriale Salmo 50.
Perdonaci, Signore: abbiamo peccato. R..

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro. R

Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto. R.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito. R.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode. R.

SECONDA LETTURA Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Romani(Rm 5,12-19).

Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato.
Fino alla Legge infatti c’era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.
Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti. E nel caso del dono non è come nel caso di quel solo che ha peccato: il giudizio infatti viene da uno solo, ed è per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute, ed è per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

“In Cristo siamo stati tentati e in lui abbiamo vinto il diavolo”
Dal «Commento sui salmi» di Sant’Agostino, vescovo

«Ascolta, o Dio, il mio grido, sii attento alla mia preghiera» (Sal 60, 1). Chi è colui che parla? Sembrerebbe una persona sola. Ma osserva bene se si tratta davvero di una persona sola. Dice infatti «Dai confini della terra io t’invoco, mentre il mio cuore è angosciato» (Sal 60, 2).
Dunque non si tratta già di un solo individuo: ma, in tanto sembra uno, in quanto uno solo è Cristo, di cui noi tutti siamo membra. Una persona sola, infatti, come potrebbe gridare dai confini della terra? Dai confini della terra non grida se non quella eredità, di cui fu detto al Figlio stesso: «Chiedi a me, ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra» (Sal 2, 8).
Dunque, è questo possesso di Cristo, quest’eredità di Cristo, questo corpo di Cristo, quest’unica Chiesa di Cristo, quest’unità, che noi tutti formiamo e siamo, che grida dai confini della terra.
E che cosa grida? Quanto ho detto sopra: «Ascolta, o Dio, il mio grido, sii attento alla mia preghiera; dai confini della terra io t’invoco». Cioè, quanto ho gridato a te, l’ho gridato dai confini della terra: ossia da ogni luogo.
Ma, perché ho gridato questo? Perché il mio cuore è in angoscia. Mostra di trovarsi fra tutte le genti, su tutta la terra non in grande gloria, ma in mezzo a grandi prove.
Infatti la nostra vita in questo pellegrinaggio non può essere esente da prove e il nostro progresso si compie attraverso la tentazione. Nessuno può conoscere se stesso, se non è tentato, né può essere coronato senza aver vinto, né può vincere senza combattere; ma il combattimento suppone un nemico, una prova.
Pertanto si trova in angoscia colui che grida dai confini della terra, ma tuttavia non viene abbandonato. Poiché il Signore volle prefigurare noi, che siamo il suo corpo mistico, nelle vicende del suo corpo reale, nel quale egli morì, risuscitò e salì al cielo. In tal modo anche le membra possono sperare di giungere là dove il Capo le ha precedute.
Dunque egli ci ha come trasfigurati in se, quando volle essere tentato da Satana. Leggevamo ora nel vangelo che il Signore Gesù era tentato dal diavolo nel deserto. Precisamente Cristo fu tentato dal diavolo, ma in Cristo eri tentato anche tu. Perché Cristo prese da te la sua carne, ma da se la tua salvezza, da te la morte, da se la tua vita, da te l’umiliazione, da sé la tua gloria, dunque prese da te la sua tentazione, da sé la tua vittoria.
Se siamo stati tentati in lui, sarà proprio in lui che vinceremo il diavolo. Tu fermi la tua attenzione al fatto che Cristo fu tentato; perché non consideri che egli ha anche vinto? Fosti tu ad essere tentato in lui, ma riconosci anche che in lui tu sei vincitore. Egli avrebbe potuto tener lontano da se il diavolo; ma, se non si fosse lasciato tentare, non ti avrebbe insegnato a vincere, quando sei tentato.

Trascrizione dell’Omelia

“Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca del Signore”, è forse scritto che l’uomo può vivere solo di ciò che esce dalla bocca del Signore? No, è scritto che non di solo pane vive l’uomo ma anche di ogni parola che esce dalla bocca del Signore, questa è una buona chiave per capire quale è la parola di oggi e cosa illumina nella nostra vita di fede e come ci può mettere nelle condizioni di cominciare questa Quaresima con il piede giusto. Avete ascoltato nella Prima Lettura il peccato di Adamo, guardate un po’ che cosa è successo, Dio chiama le cose all’esistenza con una parola, ma quando fa l’uomo lo prende dalla terra, lo prende dalla terra e vi soffia il suo respiro, per dire che l’uomo ha in sé una natura umana che viene dalla materia, certamente, ma questa natura umana che viene dalla materia non viene da lontano, non è qualcosa che è destinato a perire, in questa materia Egli, Dio, vi ha posto qualcosa di Sé, solo Dio sa come possano rimanere insieme il suo respiro e la materia, come possano stare insieme la sua volontà e la volontà dell’uomo, però lui crea l’uomo così. E l’uomo, in relazione in se stesso, anche con quella parte di sé che può guardarlo e può essere guardata, la donna, in questa relazione contempla ciò che è in Dio, non una divinità nascosta, astrusa e lontana, ma una identità in relazione, se non fosse in relazione non lo avrebbe chiamato, non l’avrebbe creato, non gli avrebbe affidato l’armonia del giardino terrestre. Voi lo sapete che questa è una storia, è un modo di raccontare, non le origini, è un modo di raccontare il rapporto con Dio che è più importante delle origini, per le origini ci sono altri campi, altri strumenti e altre logiche, questo non è il libro della creazione del mondo, questo è il Libro dell’esperienza dell’uomo con Dio. Ora quest’uomo in relazione è incontrato da un pensiero serpeggiante che si mette in mezzo. Si mette in mezzo, in mezzo tra cosa? Tu dirai, tra l’uomo e la donna, io direi tra l’uomo di carne e la sua consapevolezza di essere fatto ad immagine e somiglianza di Dio. Questo pensiero si avvicina all’uomo, in questo caso alla donna, ad Eva ad una parte dell’uomo e le dice: “E’ vero che non potete mangiare di nessun albero del giardino?”, non è vero, come abbiamo detto prima, non è vero che è stato detto che l’uomo vive solo delle parole di Dio, l’uomo vive anche di pane. Vivere del pane e vivere della parola è in contrapposizione secondo te? Certo che no, anche Gesù in questo momento, dopo quaranta giorni, ha fame. Mangiare le cose non è in contrapposizione con la natura divina del Verbo. Allora guarda bene, così come il Verbo porta in Sé la natura umana e la natura divina non in modo alterno, una volta questa, una volta quella, ma in perfetta armonia così che Egli sa bene quando è l’ora di mangiare ed Egli sa bene di che cosa nutrirsi veramente, così è per l’uomo creato secondo Dio, cioè per Adamo. Anche lui sa che l’albero della vita e l’albero della conoscenza del bene e del male, gli appartengono entrambi, sono un dono per lui. La conoscenza del bene e del male non appartiene solo a Dio? E la vita non appartiene solo a Dio? Se Dio si abbassa per generare davanti all’uomo due luoghi dove poterlo incontrare, vuol dire che l’uomo è capace di questo, sia la conoscenza del bene e del male, sia la vita, gli appartengono per dono di Dio. Allora, secondo voi, dove si frappone il maligno? Tra l’uomo e la donna? E si, tra l’uomo e la donna certamente, ma lo fa tra la possibilità dell’uomo di intuire la conoscenza del bene e del male e tra la sua possibilità di intuire la vita divina. L’uomo che ascolta il demonio ha smesso di pensare che la vita divina gli può essere donata da Dio gratuitamente. Lo so che state pensando, che questa immagine è difficile, io ti dico che è più difficile rimanere legato alla tua ignoranza e non guardare oltre quello che invece ti è posto davanti. Il Verbo non viene a te nella carne e non conserva in Sé la natura divina? Guarda che se tu non impari a contemplare questo equilibrio, se tu non impari ad intuire, a vedere questa relazione, non saprai mai che cosa di te si salva, non conoscerai mai che cosa della tua vita è destinata al cielo e cosa no. Vivrai diviso, vivrai sempre diviso, cioè vivrai in quella legge, in quella logica, che il demonio ha voluto perché tu sia sempre vulnerabile, scoprendoti portato per le cose di Dio ed incapace di realizzarle; scoprendoti dipendente dalle cose della terra ed incapace di liberartene, tu sarai sempre in difetto con te stesso e continuerai a dire a tutto il mondo che la vita è fatta di alti e bassi, che Dio è difficile, la sua Legge impossibile e che le cose del mondo, anche se sono belle, alla fine sono una buggeratura. È questa la sapienza cristiana? È questo che il Verbo ci ha insegnato? Ora noi non sappiamo in questo momento, in questo ragionamento, come stanno veramente le cose, una cosa però la sappiamo, che noi partiamo da qua, partiamo dalla divisione, partiamo dalla difficoltà, partiamo dalla solitudine; ma dove guardiamo? Guardiamo laggiù, guardiamo verso la resurrezione del Figlio di Dio, guardiamo la Pasqua, guardiamo verso la liberazione e sappiamo che quella liberazione ci è promessa. Allora guarda, la liberazione promessa è quello che era scritto nell’albero della vita, intuire che quella è per noi è quello che era scritto nell’albero della conoscenza del bene e del male, bene questa Quaresima ti serve per ripercorrere questo itinerario finché tu non veda ciò che ti è promesso, finché tu non creda ciò che vedrai un giorno e sperimenterai per sempre. Gesù non ha problemi davanti a questo, da uomo libero, veramente libero risponde al demonio che vuole dividere in lui, che vuole separare la sua coscienza divina, la sua natura divina dalla sua natura umana, Gesù non ha paura di dire che non deve tentare il Signore, Egli sa di essere il Figlio di Dio e pure il demonio lo sa, solo che lui sa che essere Figlio di Dio lo porterà fino alla passione e alla morte, il demonio invece ha rifiutato questa possibilità fin dalle origini, quando guardando al progetto di Dio non ha desiderato servire, in obbedienza all’Onnipotente, questa logica di abbassamento. Dio da parte sua invece si è abbassato e come si è abbassato, donando qualcosa che era importante per Sé, che era tutto di Sé, come la vita e la conoscenza, ma soprattutto donando la sua stessa natura, portando il Figlio nella natura umana e permettendo che morisse. Questa parola servirebbe a dirti che tu non sei più solo, anche se le angosce ti arrivassero fino al collo, anche se la vita dovesse diventare cruda per te, Egli è entrato dentro questa esistenza ed in questo dolore e si è incaricato di portarla, senza esitazione, fino alla resurrezione della carne. Accetta la possibilità che questo disegno di salvezza sia ancora un po’ sconosciuto per te, chi ti permetterà di vedere questo, nella forma che ti è più congeniale, con il linguaggio che capisci meglio, magari meglio di quello che sto usando io adesso, chi ti permetterà questo sarà lo Spirito di Dio, lui il garante di questa relazione eterna e trinitaria, lui il garante della relazione che il demonio ha rotto, ha separato, dentro la tua vita. Cerca lo Spirito e incontrerai il Signore, cammina sulle vie della parola ed incontrerai il Verbo incarnato, attendi che tutto questo si compia e potrai chiamare Dio: “Padre mio”. Sia lodato Gesù Cristo.

Messa della sera

 

Trascrizione dell’Omelia

Dopo quaranta giorni nel deserto, Gesù che ormai nel battesimo è consapevole di essere Figlio di Dio, avendo digiunato si accorge di avere fame. E’ normale o no che Gesù abbia fame? Direi che è normale, se non lo fosse l’evangelista non lo avrebbe riportato. Ha fame come avresti fame tu, non è una condizione disdicevole per lui avere fame. Ma allora perché, essendo il Figlio di Dio e dunque avendo il potere di tutte le cose così come il Padre glielo ha conferito, perché Gesù non fa quello che gli dice il demonio: “Se sei il Figlio di Dio di che questi sassi diventino pane” e risponde piuttosto: “Non di solo pane vivrà l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”? Guarda caso questa espressione stava scritta sulla porta di questo Vangelo, perché noi, nel versetto che abbiamo ascoltato prima di leggerlo, quando abbiamo cantato “Lode a te o Cristo”, proprio questo recitava: “Non di solo pane vive l’uomo ..”. Ora attenzione cristiano, tu sei convinto che non di solo pane vive l’uomo? Si. E che vive anche della parola che esce dalla bocca del Signore? Pure, hai detto: “Lode a te o Cristo”. Ma quando hai fame, con cosa ti regoli? Quando succede qualcosa nella tua vita che non sai spiegarti, dove vai a chiedere, alle parole del Signore, alla sua logica, alla sua sapienza o piuttosto ti fidi di quello che ti sembra utile in quel momento? E non hai forse distinto tu , dividendoli, il momento in cui ti puoi nutrire dal momento in cui devi invece pregare? E qualche volta non dici di non aver tempo per la preghiera, quando invece ti accorgi di aver tempo per mangiare? Beh è un bel problema, ma dove è nato questo problema? È nato all’inizio, è nato nel momento in cui Dio, avendo creato l’uomo, pienezza della creazione e avendolo dotato di una relazionalità, perché gli ha fatto anche la donna, sono una realtà sola, distinta perché in relazione, distinta ed una sola come una sola è la sostanza e distinte le Persone divine, non c’è commistione tra le Persone divine, non c’è commistione tra l’uomo e la donna; non c’è separazione tra le Persone divine, non c’è separazione tra l’uomo e la donna. Questa è la logica e Dio davanti a questa creatura compie una kenosi, un abbassamento, prima ancora che il Verbo diventasse carne, abbassandosi alla nostra natura, Dio pone davanti all’uomo due doni, l’albero della conoscenza del bene e del male da una parte e l’albero della vita. Non è forse la conoscenza del bene e del male una prerogativa di Dio che l’uomo deve scoprire? Non è forse la vita una prerogativa del Dio Eterno che l’uomo è chiamato ad abitare? Dunque Dio queste sue prerogative le ha messe davanti all’uomo, nonostante l’uomo fosse diverso da lui. Ora guarda dove il demonio si è infilato, perché noi pensiamo che il demonio ci fa fare le cose cattive così diventiamo cattivi, non gli interessa che noi diventiamo cattivi, qualche volta sostiene anche persone che sembrano buone, l’opera del demonio è un’altra, vuole che l’uomo sia diviso, non distinto ma diviso, in continua separazione, che scopra sempre nella sua interiorità da una parte il desiderio del bene e dall’altra l’incapacità di realizzarlo, lo dice Paolo (Rm 7,19). Ed in questa separazione tra le grandezze, il demonio inserisce una logica, una logica perversa, come dire: “Se tu non puoi essere le due cose insieme, tu sei inferiore a Dio e Dio lo sa, allora prenditi adesso quello che ti metterebbe nelle condizioni di essere come lui” e così ha fatto la storia e così fa la storia, tu guarda, guarda quando succede qualche cosa tra amici, tra parenti, tra moglie e marito, guarda se tutte le ragioni non sono riconducibili alla possibilità di non avere più una sinossi sulla storia, cioè un modo di vedere comune ma diviso, separato: “Io vedo così, lei vede così” e se lo sbattono in testa in continuazione, l’uno con l’altra. Dunque è nata così la storia, è nata con questa adesione, questo è un racconto, lo sapete, è un racconto sapienziale quello del Genesi, non racconta la creazione, racconta il dramma dell’uomo, come è nato, come forse è nato, sicuramente deve essere nato così, tant’è che l’uomo dopo aver fatto entrare questo sospetto, a mettere da parte le cose di Dio dalle cose, secondo lui, solo dell’umanità, l’uomo si è trovato nudo, si è trovato nudo e Dio quando lo cercherà gli chiederà: “Ma non lo sapevi che eri nudo anche prima? Che cosa è successo ora, come mai questa nudità ti mette in crisi?”, perché questa nudità non è quella di non sapersi rivestito o di temere il freddo o le intemperie, questa nudità è l’impossibilità di raggiungere la propria identità e dunque di vedere la propria dignità. Sai, un uomo nudo è un uomo che sembra indegno o almeno si vergogna, un uomo nudo è un uomo che non ha identità perché non lo riconosci da niente, è un uomo che per coprirsi sceglierà delle foglie e come sapete tutti quanti, d’autunno cascano, lasciandolo nel mondo e nelle difficoltà della storia, senza la possibilità di rifarsi. Allora adesso ritorniamo in questo Vangelo, torniamoci con questa consapevolezza, cosa fa il demonio con il Signore? Perché lo tenta? Perché cerca di penetrare della distinzione della natura divina e la natura umana. Tu dici: “Ma, non la capisco questa cosa”, te la spiego io, perché quando arriveremo al Getsemani, tu dirai che Gesù non ha voluto più morire e che ha chiesto al Padre di non voler più morire e di cambiare il suo progetto, questo non è possibile! per questo Egli è venuto nel mondo e non vuole essere separato da questa decisione del Padre, dunque sei tu che lo dividi, lo dividi in natura divina e natura umana. Ma forse, ma quante volte ti è capitato di dire: “Ma io vorrei ma non riesco perché umanamente .. e poi spiritualmente” ma perché le cose stanno così? E in Gesù stanno così? Egli è talvolta divino e talvolta umano? È così? No cari miei, Egli è l’Uomo-Dio ma solo lo Spirito di Dio, che è la perfetta relazione tra il Padre ed il Figlio, che non separa il Padre dal Figlio, semplicemente li distingue, distinguendosi a sua volta, solo lui può convincerti che anche nell’Uomo-Dio non c’è separazione. E se tu sapessi questo, andresti davanti alla storia con più coraggio, perché se anche la storia e il peccato ed il maligno e le cose che non vanno, potessero toglierti un attimo di pace, sicuramente non ti toglierebbero la vocazione a tornare ad essere come Dio, proprio quella cosa di cui tu invece ora ancora dubiti. Si dubiti di diventare come Dio, non è così? Non ti sai chiamato ad esser come Dio eppure questo è il progetto di Dio, Dio non ti vuole migliore, buono, brava persona, quello se lo fai buon per te, Dio ti vuole come lui, ti ha fatto per essere come lui e farà del tutto perché tu possa raggiungere e accogliere questa grazia. Se tu dicessi: “No io sono uomo, allora non posso essere come lui” addirittura ritieni questo un’umiltà davanti a Dio, allora avresti aderito a questa logica del demonio che ti dice: “Mangia ora quello che trai dalle pietre e accontentati, poi Dio quello che fa, fa” mettendo una separazione tra ciò che appartiene a Dio e ciò che è promesso a te. Le cose non stanno così, non preoccuparti cristiano, abbiamo appena cominciato il cammino quaresimale, l’obiettivo è quello di stare con Gesù al Getsemani dicendo al Padre: “Padre, abbi pazienza con gli uomini, abbi pazienza con mia moglie, con mio marito, abbi pazienza con il mio nemico, non giudicarli, questo calice del giudizio tienilo da parte, io morirò per lui, io morirò per lei, io morirò perché il tuo amore trionfi nella chiesa e nel mondo” questa è la logica di Gesù Cristo. Esci fuori da quelle divisioni: “No, ma umanamente Gesù ha sofferto, divinamente ..” non è stato mai così, non è così nel Figlio di Dio e anche per te non è così; allora camminiamo insieme e piano piano in questi giorni, in queste domeniche, rifletteremo su questo mistero, chiederemo a Dio la luce per capirlo e per penetrarlo sempre di più, finché questo mistero non si apra e noi entriamo in una speranza che è già per noi esperienza della carità di Cristo. Anche se questo ti sembrasse difficile ora, non lo dire, dì piuttosto al Signore: “Quello che non ho compreso, fallo diventare un cibo buono per me, perché io lo so Padre che le tue parole hanno la capacità di nutrirmi, non solo il pane che cerco spasmodicamente tutti i giorni”. Sia lodato Gesù Cristo.

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