I° Domenica di Quaresima

Anno Liturgico A Messa del mattino e della sera.
05 Marzo 2017

Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto ed è tentato. (Messa del mattino e vespertina)

Messa della mattina

LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 4,1-11)

In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

PRIMA LETTURA – Dal libro della Gènesi (Gen 2,7-9; 3,1-7)

Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.
Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male.
Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: “Non dovete mangiare di alcun albero del giardino”?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male».
Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.

Dal Salmo 50
R. Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro. R.

Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto. R.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito. R.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode. R.

SECONDA LETTURA – Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 5,12-19)

Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato.
Fino alla Legge infatti c’era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.
Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti. E nel caso del dono non è come nel caso di quel solo che ha peccato: il giudizio infatti viene da uno solo, ed è per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute, ed è per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

Cristo ci ha preceduti nella prova e nella vittoria.
Esposizione sul Salmo 60 (3)
Sant’Agostino, vescovo

Nessuno può riconoscersi finché non è tentato; allo stesso modo che nessuno potrà essere incoronato se non dopo la vittoria, vittoria che non ci sarebbe se non ci fossero la lotta contro un nemico e le tentazioni. È, pertanto, nell’angoscia quest’uomo che grida dai confini della terra; è nell’angoscia ma non è abbandonato. Poiché il Signore ha voluto darci in antecedenza un’idea della sorte che attende il suo corpo [mistico] che siamo noi, nelle vicende di quel suo corpo col quale egli morì, risorse ed ascese al cielo: in modo che le membra possano avere speranza di giungere là dove il capo le ha precedute. Egli ci ha insegnato a riconoscerci in lui, quando volle essere tentato da satana. Leggevamo ora nel Vangelo che il Signore Gesù Cristo fu tentato dal diavolo nel deserto. Cristo fu certamente tentato dal diavolo, ma in Cristo eri tentato tu. Tua infatti era la carne che Cristo aveva presa perché tu avessi da lui la salvezza. Egli aveva preso per sé la morte, che era tua, per donare a te la vita; da te egli aveva preso su di sé le umiliazioni perché tu avessi da lui la gloria. Così, egli prese da te e fece sua la tentazione, affinché per suo dono tu ne riportassi vittoria. Se in lui noi siamo tentati, in lui noi vinciamo il diavolo. Ti preoccupi perché Cristo sia stato tentato, e non consideri che egli ha vinto? In lui fosti tu ad essere tentato, in lui tu riporti vittoria. Riconoscilo! Egli avrebbe potuto tener lontano da sé il diavolo; ma, se non si fosse lasciato tentare, non ti avrebbe insegnato a vincere quando tu sei tentato.

Trascrizione dell’Omelia.

Alla fine della preghiera di colletta noi abbiamo detto: “Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo” e questa dossologia, questa preghiera che investe tutte e Tre le persone divine, noi la troviamo nel brano precedente a quello che abbiamo letto oggi nel Vangelo. La troviamo cioè quando questo giovane che aveva passato trent’anni in casa con i suoi genitori, percependo dentro di sé una forza grande che lo convinceva costantemente sulla propria natura, sulla propria relazione con Dio in modo nuovo, in modo diverso, mentre imparava come tutti gli uomini le parole di Dio attraverso lo studio della Torah, si accorgeva in cuor suo che più stava su queste parole, più si relazionava con Dio, con il Padre, aveva in sé uno Spirito che lo metteva nelle condizioni di non dubitare, di non sospettare di nessuna parola, entrava in relazione con il Padre così come lo aveva conosciuto fin dall’inizio del mondo. Ma se ne accorgeva da uomo, se ne accorgeva come uno di noi, se ne accorgeva sentendo dentro di sé qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso, niente più, niente miracoli, niente apparizioni, niente cose soprannaturali, solo un amore crescente sempre più grande, sempre più forte. E questo amore che già aveva cominciato a germogliare in lui e che lo convinceva della relazione incredibile con il Padre, proprio questo amore, dopo il Battesimo, dopo che la Trinità si è vista nella sua realtà, quando il Padre dice di compiacersi in costui che è stato obbediente, entrando nelle acque del Battesimo, questo stesso amore che è l’amore del Padre e che lo aveva accompagnato nell’ascolto e nella comprensione della parola che leggeva nella Torah, questo stesso amore lo prende e lo porta con sé nel deserto, è l’Amore di Dio, è lo Spirito Santo … come dice Matteo: “In quel tempo Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo”, l’uomo nuovo chiamato finalmente a guarire la nostra disobbedienza con la sua consegna al Padre, entra per noi di nuovo nel deserto, come Israele, come all’inizio di questa storia d’amore tra Dio e il suo popolo. C’entra da solo, c’entra veramente come un uomo nuovo, come uno che non sospetta dell’amore di Dio, non dubita di Lui e dunque può finalmente lottare con il diabolos cioè con quello che si mette in mezzo tra noi e Dio, con la pietra d’inciampo che sempre sta davanti ai nostri occhi e ci impedisce di credere, che [ti fa credere che] Dio veramente è un ragionevole, è uno che razionalizza tutto è uno che ha la capacità di dirci: “Credi in Dio? Allora digli che ti dimostri come lui è vero. Hai fame? Fatti dare da mangiare. Sei un uomo? Fatti rispettare dal Dio che ti ha creato. Se non ti rispetta, se non mostra di amarti, se non ti toglie la malattia che porti, se non guarisce tutti i bambini del mondo, non è Dio”. L’uomo generalmente di fronte a queste cose cade, cade perché non Lo conosce, cade perché quando l’uomo legge la Torah, quando l’uomo legge le Parole di Dio, dubita anche mentre le legge, dubita e non le legge per niente. È la mia storia, è la tua storia, non è così? Non ti sei allontanato dalla parola di Dio dicendo: “E’ troppo difficile, come vorrei capirla, è troppo complicata, userò la mia ragionevolezza”? E dove sei andato con la tua ragionevolezza? Ti sei incagliato, ti sei arenato dentro le logiche del mondo che non hanno la capacità di dare ai tuoi passi, alle tue gambe, lo slancio per camminare, per portarti a raggiungere quegli obiettivi che sono per la tua salvezza. Ma quest’uomo entra nel deserto con la chiarezza di aver compreso finalmente, dopo il Battesimo, di essere in una relazione speciale con Dio. Egli ormai si sa Figlio di Dio e d’ora in poi non dubiterà più, allora gioca questa prima partita con il demonio, che anche lui è chiamato in qualche modo ad entrare in questo progetto e quando gioca questa partita il demonio gli mette davanti le cose che metterebbe davanti ad ogni uomo: “Hai fame? Mangia. Hai fame ora? Mangia ora! Senti questo languore adesso dell’esistenza? Prenditi l’esistenza, rubala, non importa chi hai davanti, se hai bisogno di mangiare, o se hai bisogno di amore, o se hai bisogno di considerazione, o di potere o di denaro, prendi ora.” È la logica dell’uomo: tutto e subito, prima possibile, prima lo prendo prima sto a posto. Per scoprire di avere ancora fame, per scoprire di essere ancora debole e di dover riarraffare ancora le cose, è l’esperienza di tutti gli uomini: che una volta che hanno rubato devono rubare ancora, che una volta che hanno mangiato devono mangiare ancora di più, se hanno fumato, di più, se hanno bevuto, di più, qualsiasi cosa sempre di più. Ma Lui, solo con la consapevolezza di essere il Figlio di Dio e null’altro, entra in questo deserto e a queste tentazioni risponde, come risponde? Risponde con quella Parola che non ha temuto, di cui non ha avuto paura che non fosse vera, di cui non ha mai sospettato, ma soprattutto con quella Parola che egli conosce, perché la conosce, perché quando l’ha letta e si è sentito raggiungere da quella Parola e finalmente mentre la leggeva diceva a sé stesso: “Adesso ho capito chi sono perché questa Parola parla di me, parla in me, perché Dio parla in me e mi mette in relazione con il mondo come un salvatore, come Egli ha salvato Israele facendolo passare per il mare io salverò Israele facendolo passare sul mare dei peccati e della morte”. Dunque risponde con questa parola, mette a tacere il tentatore, lui è libero come era libero Adamo ma sceglie di usare questa libertà per rispetto a Dio, non la usa per se stesso. Adamo aveva detto: “Va beh, ma che male c’è? E’ vero Eva? Prendiamo, mangiamo e facciamo quello che ci pare, tanto siamo liberi.” Lui dice: “Poiché sono libero io onorerò questa libertà poiché tu mi hai fatto in relazione con te, io godrò di questa relazione, io sono venuto per fare l’obbedienza a te”. E dunque risponde con queste parole, il demonio si allontana e finalmente angeli lo servivano e finalmente la parola che viene da Dio ormai ha trovato aperta la porta della comprensione dell’uomo, torna ad abitare in mezzo agli uomini, quella Parola di Dio, gli angeli che vengono dal Cielo, come nella scala di Giacobbe, in quel sogno meraviglioso su cui le parole di Dio scendevano e le preghiere dell’uomo salivano a Lui, questa Parola scende nella coscienza degli uomini, finalmente e li aiuta ad interpretare la storia a rialzarsi dal peccato e dalla morte e a rimettersi in cammino per costruire l’uomo nuovo. allora siamo entrati anche noi con costui, con questo giovane, come dicevamo all’inizio, chiedendo anche noi in questo deserto: “Signore non ti chiediamo di toglierci il male, non ti chiediamo di toglierci i nostri vizi e i nostri peccati, ti chiediamo di farci entrare in questa Quaresima con un cuore puro, con un cuore rinnovato, con un cuore che non sospetta più del tuo amore, con un cuore che non si oppone più ragionevolmente alla tua volontà perché noi sappiamo che la tua volontà è buona. Allora mentre entriamo in questo tempo donaci una parola vera, metti sulla nostra bocca la parola autentica, quella che ha la capacità di salvarci davanti al leone, davanti al nemico che vuole rifarsi sulla nostra libertà, donaci la possibilità cioè di avere una parola che sia buona per noi mentre la capiamo e buona contro il nemico quando constata questa autenticità e si allontana e ci lascia in pace”. Allora hai capito che cos’è la Quaresima per noi quest’anno? È questo: la possibilità di leggere in profondità questa relazione con Dio e di fidarci. Quando i monaci andavano nel deserto con nel cuore e nella mente la memoria delle parole che avevano studiato, letto, conosciuto e praticato tutte le tentazioni che gli venivano incontro le risolvevano così. Possa fare così anche tu, possa tornare ad avere fiducia in una parola che anche se non la capisci, almeno imparala, almeno conoscila, almeno falla abitare dentro la tua consapevolezza, quella parlerà da sé, è lo Spirito che porta Gesù nel deserto, è lo Spirito che ti ricorda le parole di Gesù perché tu possa combattere contro tutte le tentazioni della storia in cui vivi. Questa volta credi a questa Parola, te l’avevo detto mercoledì mettendoti la cenere: “Non sei niente, non vali niente, sei polvere, a questo ritornerai”, almeno da polvere fidati di una Parola, l’unica che ha l’autorevolezza di dire: “Io sono la Parola di vita eterna”, non ti allontanare più, la salvezza la farà Dio, non la farai tu, i peccati te li toglierà Lui, non te li toglierai tu, il tuo cuore lo guarirà Lui, non lo guarirai tu, né le cose che hai pensato fin ora che erano buone per star bene, per stare in pace. E lo Spirito di Dio che ci ha chiamato a ricevere questo dono gratuito, ci apra, dilati il cuore a questa consapevolezza e vi accenda d’amore perché la Pasqua sia per noi quest’anno un ingresso autentico nella Trinità santissima. Sia lodato Gesù Cristo.

Messa Vespertina

 

Trascrizione dell’Omelia

“In quel tempo Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto”, in quale tempo? Il capitolo del Vangelo di Matteo precedente al quarto, che è quello che abbiamo letto questa sera, ci dice qual era questo tempo, è il tempo in cui questo giovane che abitava in una cittadina della Galilea chiamata Nazareth, e che fino a trent’anni aveva vissuta la vita nascosta come la chiamiamo noi, la vita come tutti gli uomini, insieme ai suoi genitori, si reca finalmente al Giordano, per lasciarsi battezzare da Giovanni. E c’è qualcosa che accade quel giorno, quando lui esce dall’acqua, una voce dal cielo dice: “Questi è il mio Figlio prediletto, ascoltatelo!” e lo Spirito come una colomba scende su di lui. Bellissima questa icona, ormai il Verbo, che per trent’anni dall’incarnazione, si sta chiedendo, ve lo immaginate? “Come mai, quando io prego qualcosa di strano accade in me? Come mai le parole dei Salmi quando entrano nella mia vita, aprono degli scenari incredibilmente vasti? Io vedo più di quello che i miei occhi mi permettono di vedere e tutte le volte che dico: “Padre mio”, mi accorgo che si squarciano i cieli e anche là io penetro una realtà che è più grande, più importante di quella che i miei compagni della sinagoga vedono, sperano e credono”. Se lo chiede per trent’anni, più cresce in questa consapevolezza e più capisce che qualche cosa in lui è distinto dalla vita degli uomini che lo circondano e nel Battesimo comprende che questa distinzione, questa diversità è legata alla sua natura, una natura divina dentro una natura umana. Lo capisce proprio nel giorno del Battesimo, esce fuori da queste acque finalmente con la consapevolezza di essere il Figlio di Dio, Dio Padre quasi, come dice un teologo russo, quasi si spoglia di Sé, quasi si svuota di Sé, permette al Verbo che è con lui da sempre, eterno come lui, di allontanarsi, di entrare nella storia degli uomini, di immergersi nella carne, di lasciarsi rivestire dal dolore, dalla sofferenza tipica della carne, la fame, la sete, la nudità, tutto quello che è caratteristico della nostra natura. Ma non solo lascia il Verbo quasi andar via da Sé, invia lui, in questo momento di grande consapevolezza, invia lui il suo stesso Spirito, la relazione del Verbo con il Padre adesso è tutta con il Figlio, tutta nella storia, lo conduce, lo segue, lo illumina, gli mostra le vie che deve seguire ed anche con quale morte onorerà il progetto del Padre. E noi ci troviamo qui, quando finalmente, dopo il Battesimo, questo Spirito conduce Gesù nel deserto, è la parola di stasera, lo conduce nel deserto, questa percezione che Gesù ha avuto durante la sua vita che lo faceva sentire speciale, quasi diverso, adesso che è una consapevolezza, Gesù sente la necessità di seguirla in un luogo dove Israele ha conosciuto Dio, di seguirla in un tempo in cui il suo popolo ha compreso qual era la sua identità veramente e la propria missione davanti a Dio, come tutto Israele così anche Gesù entra in questo deserto. Nel deserto dove i santi padri della chiesa orientale entreranno a combattere contro la tentazione, contro la seduzione, contro la logica della carne, quella che dici te: “Hai fame? Mangia. Hai fame ora? Mangia subito! Vedi una cosa che ti piace? Prendila, arraffala, è per te”, come ad Adamo ed Eva che abbiamo ascoltato nella Prima Lettura. Ma perché negarsi la possibilità di entrare nella conoscenza del bene e del male ora, qui, adesso? È il pensiero di tutti, è il pensiero di ognuno, ognuno che dica: “Ma perché devo spettare quel giorno? Ma perché devo aspettare quell’occasione? Io oggi desidero, oggi voglio, siccome sono libero oggi mi prendo … e oggi muoio insieme a ciò che ho preso! Uccido ciò che ho arraffato e muoio insieme alla mia preda”. È l’esperienza di Adamo e di ogni uomo disobbediente come noi. Quest’Uomo nuovo no, va a combattere e guardate che cosa dice il Vangelo, il tentatore, il diabolos, colui che si mette tra l’uomo e Dio, si mette in mezzo come una pietra di inciampo a dire:  “Piano, aspetta, ascolta me, ascolta la ragionevolezza, ascolta la ragionevolezza della tua carne, della tua realtà, della tua natura umana, allora dice il diavolo a Gesù quando sente la fame, dice: “Se tu sei il Figlio di Dio, se è vero quello che hai compreso al Battesimo, se hai capito veramente di essere di una natura divina, vediamo, rispetto alla fame e alla sete, come ti metti? Perché guarda che sta scritto, proprio nella Legge che tu dici di onorare e di cui essere obbediente, sta scritto: “Dì che queste pietre diventino pane”, e Gesù: “Ma sta scritto pure che non di solo pane vive l’uomo”, guarisce questa tentazione di prendere subito ciò che necessita, la guarisce citando la Torah quando dice: “Non di solo pane vive l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Il suo popolo d’altronde, nel deserto di quello aveva vissuto in quel tempo, di una manna che scende dal cielo, di una gratuità che viene da Dio. E poi ancora: “Se tu sei il Figlio di Dio, gettati giù, sta scritto infatti …” guardate come la ragionevolezza del perfetto conoscitore della Scrittura e tuttavia incapace di conosce l’amore di  Dio, il diavolo, quello che è qui in questione, guardate come giunge agli orecchi di Gesù: “Se tu sei il Figlio di Dio, allora gettati giù, sta scritto infatti che Dio darà ordine ai suoi angeli per raccoglierti”, è vero, sta scritto, è un salmo che dice così e Gesù lo sa, lo ha pregato questo salmo e quando lo pregava, lo dicevamo prima, ha visto di più di quello che vediamo noi, ha visto la provvidenza di Dio della quale lui non sospetta affatto, di cui si fida totalmente e proprio perché si fida dice: “sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”. Guardate il diavolo non replica mai a questo, lui si dice ragionevole ma quando Gesù oppone una replica, il diavolo non dice più niente, segno che il ragionevole non vuole ragionare. Ma perché il peccato con te non è così? Non ti porta ragionevolmente a fare di testa tua e poi ti lascia solo con il male che hai compiuto? Non ti dice che puoi fare tutto perché tanto non c’è nessun male e poi ti accusa perché sei uno sciocco perché l’hai compiuto? È una ragionevolezza sospetta. E poi ancora: “Tutte queste cose io ti darò se gettandoti ai miei piedi mi adorerai”, qua si gioca una partita veramente importante … è vero, le cose sono nelle sue mani, lo sappiamo anche noi che le cose sono nelle sue mani, guarda, cosa dici tu? “Eh, ma noi possiamo anche pregare, possiamo anche impegnarci, ma questo mondo va secondo le sue regole, secondo le sue leggi, questo mondo si perde, questo mondo è cattivo, ed io cosa faccio? Posso combattere io contro questo mondo? E farò un po’ metà e metà, cercherò dei compromessi, cercherò di fare non proprio del male, ma chissà se riuscirò mai a fare del bene? Oggi ascolto una parola, ma so che domani, nel primo giorno della mia settimana di lavoro, farò altre cose, oggi so che Dio mi ama, domani dubiterò, oggi son disposto a perdonare, domani giudicherò”. Dunque il mondo è suo, veramente, tutto suo, è tutto di colui che ragiona in questo modo e che oppone all’Uomo Dio questa crudezza della logica del mondo, a questa tentazione Gesù dice: “Sta scritto: “ Il Signore Dio tuo adorerai, a lui solo renderai culto”, allora guarda bene, tu che sei entrato in questo tempo forse accompagnato dallo stesso Spirito di Dio, come Gesù, perché ti è stato dato nel Battesimo e confermato, tu che entri in questo tempo per cercare le vie di Dio, guarda che cosa c’è veramente nel tuo cuore, qual è il tuo culto? È un culto alle logiche del mondo, ingannevoli, apparentemente autentiche che però ti portano via o è un culto nuovo o scopri che finalmente anche tu sei un figlio di Dio, che c’è qualcosa in te che è più grande della ragionevolezza del mondo e che stavolta vale la pena seguirlo? Per cosa ti vuoi decidere? Vuoi cominciare oggi a deciderti in questa direzione? Perché lo Spirito è con te, lo Spirito ti metterà nelle condizioni di sperimentare la veridicità di tutto questo e di ratificare ogni scelta che farai nel nome di Dio ed in obbedienza a lui. Questo è il tempo in cui non ti è chiesto di fare i fioretti ma di effondere il tuo cuore, questo è il tempo in cui non ti è chiesto di fare delle cosucce devozionali, ma è il tempo in cui ti è chiesto di innamorarti del Figlio di Dio, di vedere in lui la sua natura divina risplendere dentro la sua natura umana e riconoscervi anche il tuo desiderio, il tuo anelito ad essere come lui, la vita eterna, fratello mio, è nascosta dentro questo scrigno, la vita  Dio è celata dentro questo paradosso della natura divina nascosta nella natura umana, perché la tua natura umana che contiene in sé un desiderio di Dio, possa trasformarsi in lui a causa della presenza del Cristo dentro di te, come tra poco lo assumerai. Allora non dubitare più, non fissare più lo sguardo sui tuoi peccati, lascia perdere tutte le occasioni in cui sei caduto in basso a causa delle tue difficoltà, adesso, in questo tempo, fissa lo sguardo su Gesù che è autore e perfezionatore della fede, guarda a lui, cammina sulle acque della morte, non venir meno, non aver paura, egli ti tiene per mano, il suo Spirito buono ti guiderà in terra piana ora e per sempre. Amen

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