Veglia nella Notte Santa

Anno liturgico B
31 Marzo 2018

Gesù Nazareno, il crocifisso, è risorto.

LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 16,1-7).

Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salòme comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole.
Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?». Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande.
Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”».

PRIMA LETTURA – Dal libro della Gènesi (Gen 1,1 – 2,2)

In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e Dio separò la luce dalle tenebre. Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno primo.
Dio disse: «Sia un firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». Dio fece il firmamento e separò le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che sono sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.
Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un unico luogo e appaia l’asciutto». E così avvenne. Dio chiamò l’asciutto terra, mentre chiamò la massa delle acque mare. Dio vide che era cosa buona. Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che fanno sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la propria specie». E così avvenne. E la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie, e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno.
Dio disse: «Ci siano fonti di luce nel firmamento del cielo, per separare il giorno dalla notte; siano segni per le feste, per i giorni e per gli anni e siano fonti di luce nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E così avvenne. E Dio fece le due fonti di luce grandi: la fonte di luce maggiore per governare il giorno e la fonte di luce minore per governare la notte, e le stelle. Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra e per governare il giorno e la notte e per separare la luce dalle tenebre. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: quarto giorno.
Dio disse: «Le acque brùlichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo». Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brùlicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona. Dio li benedisse: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltìplichino sulla terra». E fu sera e fu mattina: quinto giorno.
Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici, secondo la loro specie». E così avvenne. Dio fece gli animali selvatici, secondo la loro specie, il bestiame, secondo la propria specie, e tutti i rettili del suolo, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona.
Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
E Dio creò l’uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò:
maschio e femmina li creò.
Dio li benedisse e Dio disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra e soggiogatela,
dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente che striscia sulla terra».
Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutti gli animali selvatici, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.
Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Dio, nel settimo giorno, portò a compimento il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto.

Salmo responsoriale Salmo 103.
R.Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra..

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto. R.

Egli fondò la terra sulle sue basi:
non potrà mai vacillare.
Tu l’hai coperta con l’oceano come una veste;
al di sopra dei monti stavano le acque. R.

Tu mandi nelle valli acque sorgive
perché scorrano tra i monti.
In alto abitano gli uccelli del cielo
e cantano tra le fronde. R.

Dalle tue dimore tu irrighi i monti,
e con il frutto delle tue opere si sazia la terra.
Tu fai crescere l’erba per il bestiame
e le piante che l’uomo coltiva
per trarre cibo dalla terra.R.

Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
Benedici il Signore, anima mia. R.

SECONDA LETTURA Dal libro della Gènesi (Gen 22,1-18).

In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò».
Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo. Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l’asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi». Abramo prese la legna dell’olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutti e due insieme.
Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnello per l’olocausto?». Abramo rispose: «Dio stesso si provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutti e due insieme. Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna, legò suo figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio.
Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito».
Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio.
Abramo chiamò quel luogo «Il Signore vede»; perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore si fa vedere».
L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».

Salmo responsoriale Salmo 15.
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.R.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.R.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.R.

TERZA LETTURA Dal libro della Gènesi (Es 14,15- 15,1).

In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò».
Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo. Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l’asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi». Abramo prese la legna dell’olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutti e due insieme.
Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnello per l’olocausto?». Abramo rispose: «Dio stesso si provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutti e due insieme. Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna, legò suo figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio.
Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito».
Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio.
Abramo chiamò quel luogo «Il Signore vede»; perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore si fa vedere».
L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».

Salmo responsoriale (Es 15,1-7a.17-18).
R.Cantiamo al Signore: stupenda è la sua vittoria!.

«Voglio cantare al Signore,
perché ha mirabilmente trionfato:
cavallo e cavaliere
ha gettato nel mare.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
È il mio Dio: lo voglio lodare,
il Dio di mio padre: lo voglio esaltareR!

Il Signore è un guerriero,
Signore è il suo nome.
I carri del faraone e il suo esercito
li ha scagliati nel mare;
i suoi combattenti scelti
furono sommersi nel Mar RossoR.

Gli abissi li ricoprirono,
sprofondarono come pietra.
La tua destra, Signore,
è gloriosa per la potenza,
la tua destra, Signore,
annienta il nemicoR.

Tu lo fai entrare e lo pianti
sul monte della tua eredità,
luogo che per tua dimora,
Signore, hai preparato,
santuario che le tue mani,
Signore, hanno fondato.
Il Signore regni
in eterno e per sempreR!».

QUARTA LETTURA Dal libro del profeta Isaìa (Is 54,5-14).

Tuo sposo è il tuo creatore,
Signore degli eserciti è il suo nome;
tuo redentore è il Santo d’Israele,
è chiamato Dio di tutta la terra.
Come una donna abbandonata
e con l’animo afflitto, ti ha richiamata il Signore.
Viene forse ripudiata la donna sposata in gioventù?
– dice il tuo Dio.
Per un breve istante ti ho abbandonata,
ma ti raccoglierò con immenso amore.
In un impeto di collera
ti ho nascosto per un poco il mio volto;
ma con affetto perenne
ho avuto pietà di te,
dice il tuo redentore, il Signore.
Ora è per me come ai giorni di Noè,
quando giurai che non avrei più riversato
le acque di Noè sulla terra;
così ora giuro di non più adirarmi con te
e di non più minacciarti.
Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero,
non si allontanerebbe da te il mio affetto,
né vacillerebbe la mia alleanza di pace,
dice il Signore che ti usa misericordia.
Afflitta, percossa dal turbine, sconsolata,
ecco io pongo sullo stibio le tue pietre
e sugli zaffìri pongo le tue fondamenta.
Farò di rubini la tua merlatura,
le tue porte saranno di berilli,
tutta la tua cinta sarà di pietre preziose.
Tutti i tuoi figli saranno discepoli del Signore,
grande sarà la prosperità dei tuoi figli;
sarai fondata sulla giustizia.
Tieniti lontana dall’oppressione, perché non dovrai temere,
dallo spavento, perché non ti si accosterà.

Salmo responsoriale Salmo 29.
R.Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato..

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossaR.

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioiaR.

Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza;
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempreR.

QUINTA LETTURA Dal libro del profeta Isaìa (Is 55,1-11).

Così dice il Signore:
«O voi tutti assetati, venite all’acqua,
voi che non avete denaro, venite;
comprate e mangiate; venite, comprate
senza denaro, senza pagare, vino e latte.
Perché spendete denaro per ciò che non è pane,
il vostro guadagno per ciò che non sazia?
Su, ascoltatemi e mangerete cose buone
e gusterete cibi succulenti.
Porgete l’orecchio e venite a me,
ascoltate e vivrete.
Io stabilirò per voi un’alleanza eterna,
i favori assicurati a Davide.
Ecco, l’ho costituito testimone fra i popoli,
principe e sovrano sulle nazioni.
Ecco, tu chiamerai gente che non conoscevi;
accorreranno a te nazioni che non ti conoscevano
a causa del Signore, tuo Dio,
del Santo d’Israele, che ti onora.
Cercate il Signore, mentre si fa trovare,
invocàtelo, mentre è vicino.
L’empio abbandoni la sua via
e l’uomo iniquo i suoi pensieri;
ritorni al Signore che avrà misericordia di lui
e al nostro Dio che largamente perdona.
Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore.
Quanto il cielo sovrasta la terra,
tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.
Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a chi semina
e il pane a chi mangia,
così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».

Salmo responsoriale (Is 12,2-6).
R.Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza..

Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezzaR.

Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublimeR.

Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te è il Santo d’IsraeleR.

SESTA LETTURA Dal libro del profeta Baruc (Bar 3,9-15.32 – 4,4).

Ascolta, Israele, i comandamenti della vita,
porgi l’orecchio per conoscere la prudenza.
Perché, Israele? Perché ti trovi in terra nemica
e sei diventato vecchio in terra straniera?
Perché ti sei contaminato con i morti
e sei nel numero di quelli che scendono negli inferi?
Tu hai abbandonato la fonte della sapienza!
Se tu avessi camminato nella via di Dio,
avresti abitato per sempre nella pace.
Impara dov’è la prudenza,
dov’è la forza, dov’è l’intelligenza,
per comprendere anche dov’è la longevità e la vita,
dov’è la luce degli occhi e la pace.
Ma chi ha scoperto la sua dimora,
chi è penetrato nei suoi tesori?
Ma colui che sa tutto, la conosce
e l’ha scrutata con la sua intelligenza,
colui che ha formato la terra per sempre
e l’ha riempita di quadrupedi,
colui che manda la luce ed essa corre,
l’ha chiamata, ed essa gli ha obbedito con tremore.
Le stelle hanno brillato nei loro posti di guardia
e hanno gioito;
egli le ha chiamate ed hanno risposto: «Eccoci!»,
e hanno brillato di gioia per colui che le ha create.
Egli è il nostro Dio,
e nessun altro può essere confrontato con lui.
Egli ha scoperto ogni via della sapienza
e l’ha data a Giacobbe, suo servo,
a Israele, suo amato.
Per questo è apparsa sulla terra
e ha vissuto fra gli uomini.
Essa è il libro dei decreti di Dio
e la legge che sussiste in eterno;
tutti coloro che si attengono ad essa avranno la vita,
quanti l’abbandonano moriranno.
Ritorna, Giacobbe, e accoglila,
cammina allo splendore della sua luce.
Non dare a un altro la tua gloria
né i tuoi privilegi a una nazione straniera.
Beati siamo noi, o Israele,
perché ciò che piace a Dio è da noi conosciuto.

Salmo responsoriale Salmo 18.
R.Signore, tu hai parole di vita eterna.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il sempliceR.

I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhiR.

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giustiR.

Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillanteR.

SETTIMA LETTURA Dal libro del profeta Ezechièle (Ez 36,16-17a.18-28).

Mi fu rivolta questa parola del Signore:
«Figlio dell’uomo, la casa d’Israele, quando abitava la sua terra, la rese impura con la sua condotta e le sue azioni. Perciò ho riversato su di loro la mia ira per il sangue che avevano sparso nel paese e per gli idoli con i quali l’avevano contaminato. Li ho dispersi fra le nazioni e sono stati dispersi in altri territori: li ho giudicati secondo la loro condotta e le loro azioni.
Giunsero fra le nazioni dove erano stati spinti e profanarono il mio nome santo, perché di loro si diceva: “Costoro sono il popolo del Signore e tuttavia sono stati scacciati dal suo paese”. Ma io ho avuto riguardo del mio nome santo, che la casa d’Israele aveva profanato fra le nazioni presso le quali era giunta.
Perciò annuncia alla casa d’Israele: “Così dice il Signore Dio: Io agisco non per riguardo a voi, casa d’Israele, ma per amore del mio nome santo, che voi avete profanato fra le nazioni presso le quali siete giunti. Santificherò il mio nome grande, profanato fra le nazioni, profanato da voi in mezzo a loro. Allora le nazioni sapranno che io sono il Signore – oracolo del Signore Dio –, quando mostrerò la mia santità in voi davanti ai loro occhi.
Vi prenderò dalle nazioni, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.
Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme. Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio”».

Salmo responsoriale Salmo 41.
R.Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio. .

L’anima mia ha sete di Dio,
del Dio vivente:
quando verrò e vedrò
il volto di Dio?R

Avanzavo tra la folla,
la precedevo fino alla casa di Dio,
fra canti di gioia e di lode
di una moltitudine in festaR.

Manda la tua luce e la tua verità:
siano esse a guidarmi,
mi conducano alla tua santa montagna,
alla tua dimora.R.

Verrò all’altare di Dio,
a Dio, mia gioiosa esultanza.
A te canterò sulla cetra,
Dio, Dio mio.R.

EPISTOLA Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 6,3-11).

Fratelli, non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?
Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione.
Lo sappiamo: l’uomo vecchio che è in noi è stato crocifisso con lui, affinché fosse reso inefficace questo corpo di peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. Infatti chi è morto, è liberato dal peccato.
Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Infatti egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.

Salmo responsoriale Salmo 117.
R.Alleluia, alleluia, alleluia .

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».trong>R

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del SignoreR.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhiR.

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

Ecco, io faccio nuove tutte le cose
San Cromazio di Aquileia, vescovo, Discorso 17,

Il mondo intero, che celebra la veglia pasquale durante tutta questa notte, testimonia la grandezza e la solennità di questa notte. Ed è cosa giusta: in questa notte la morte è stata vinta, la Vita è viva, Cristo è risuscitato dai morti. Già Mosè aveva detto al popolo, a proposito di questa Vita: “Vedrete la vostra vita sospesa al legno di giorno e di notte”. Che si tratti di Cristo Signore, lui stesso lo mostra nel Vangelo, quando dice: “Io sono la via, la verità e la vita”. Dice di essere la via, perché conduce al Padre; la verità, perché condanna la menzogna; e la vita, perché comanda alla morte: “Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?”. Poiché la morte, che era stata sempre vittoriosa, è stata vinta dalla morte del suo vincitore. La Vita ha accettato di morire per mettere in fuga la morte. Come al sorgere del giorno le tenebre scompaiono, così la morte è stata annientata quando è sorta la Vita eterna…
Ecco allora il tempo di Pasqua. Già Mosè ne ha parlato al popolo dicendo: “Questo mese sarà per voi il primo mese dell’anno” Il primo mese dell’anno non è quindi gennaio, dove tutto è morto, ma il tempo di Pasqua, dove tutto torna in vita. Poiché è adesso che l’erba dei prati, in certo modo, risorge dalla morte, adesso spuntano i fiori sugli alberi, e le viti germogliano, adesso l’aria stessa sembra felice dell’inizio di un nuovo anno. Questo tempo di Pasqua è dunque il primo mese, il tempo nuovo, ed in questo giorno anche il genere umano è rinnovato. Poiché oggi, nel mondo intero, innumerevoli popoli risuscitano attraverso l’acqua del battesimo ad una vita nuova. Noi, che crediamo che il tempo di Pasqua è veramente l’anno nuovo, dobbiamo dunque celebrare questo giorno santo con felicità, esultanza, e gioia spirituale, per poter dire in tutta verità il ritornello del salmo: “Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo in esso”.

Trascrizione dell’Omelia

Tutti gli anni che celebriamo la Pasqua, cerchiamo di avere un sentimento, un’immagine, di Colui che è risorto da morti, attribuendo la resurrezione dei morti a Lui come uno altro da noi. La guardiamo da lontano, ci avviciniamo appena nella liturgia ma siamo continuamente distratti, le cose che riguardano Lui e le cose che riguardano noi, le troviamo sempre infinitamente lontane, Egli è risorto e noi diciamo: “Lo sappiamo” ma la nostra resurrezione l’abbiamo rimandata al giorno in cui Dio forse ci ridesterà dalla morte, questa resurrezione paradossalmente ancora non abita, non respira al centro della nostra vita. Eppure nella profezia di Ezechiele, quella che noi abbiamo ascoltato stasera verso la fine delle Letture dell’Antico Testamento, riportava una promessa da parte di Dio, molto grande, quella promessa secondo la quale la Legge non sarebbe stata più davanti a noi scritta sulle tavole di pietra, cioè non sarebbe stata più la verità posta davanti ai nostri occhi e quindi lontana da noi, prossima a noi ma non dentro di noi, un’altra Legge, una Legge altra; così come la resurrezione del Figlio di Dio ci sembra una resurrezione altra, di qualcun altro. Ma nella promessa fatta attraverso il profeta Ezechiele Dio aveva detto: “Bene, ci sarà un tempo in cui Io cambierò queste grandezze e questa Legge la porrò al centro del vostro cuore, la scriverò sul cuore di carne”, allora abbiamo detto: “Beh, ci sarà un giorno in cui saremo certamente illuminati da Dio così tanto che potremo anche ragionare secondo Dio, chissà, comportarci secondo Dio, forse tutte le cose che riguardano Lui non ci sembreranno più così lontane” ed un po’ è questa l’immagine che abbiamo della nostra morte, dell’al di là, della resurrezione, del mondo che verrà, tute grandezze sulle quali veramente possiamo dire poco. Ma alla luce dell’incarnazione del Verbo, noi abbiamo compreso che questa legge scritta sul nostro cuore, non è una comprensione altra, una comprensione più luminosa sulle cose di Dio, abbiamo compreso che la nostra carne sarebbe diventata una legge di giustizia per noi. Capisci? La nostra carne una legge di giustizia per noi! Questo è un paradosso, tu non fai questa esperienza della carne, tu della carne fai un’esperienza diversa pesante, noiosa, dura, difficile, come dici, di sofferenza, schiacciata, di dolore, di privazione, non la raggiungi immediatamente, eppure c’è un’operazione che Dio desidera fare per cui la tua carne ad un certo punto, smetta di essere la tua tomba e comincia a diventare la tua vita eterna. Come avrebbe potuto fare? Quale parola avrebbe dovuto dire per convincere il tuo cuore, la tua vita, che questo orizzonte nel quale noi ci muoviamo e dentro il quale operiamo, non è l’unico orizzonte? E che la sua Legge non è più sopra questo orizzonte, al di là di questo orizzonte come noi chiamiamo la morte “al di là”? Poteva fare una cosa sola, poteva prendere la tua carne, la mia carne, e lasciare che questa carne cominciasse a parlare, perché vedi, tu parli del tuo spirito ma non lo raggiungi mai però sai che la tua carne ha dei desideri, tu percepisci, al centro della tua carne, della tua vita, un desiderio che supera quello della maternità, della paternità, dell’amicizia, dell’amore umano, un desiderio che è capace di vedere dove non si vede nulla, di sperare dove non c’è nulla, di vivere nonostante le difficoltà della vita. La tua carne, prima ancora del tuo spirito, ti testimonia che tu non sei fatto per la morte. La tua carne prima dei tuoi pensieri, prima dei tuoi sentimenti, ti dice che tutto quello che apparteneva a Dio, che Dio mirabilmente ha creato, lo abbiamo ascoltato nel Libro della Genesi, e poi man mano ha costruito, salvato, redento, arricchito, impreziosito della sua presenza, non è più distante da te, è tuo, è tuo! Tant’è che dopo l’eclatante fatto della resurrezione, quando tutti noi probabilmente ci aspetteremmo di pensare e di vivere Cristo dentro qualche esperienza meravigliosa, eclatante, altisonante, l’angelo dice alle donne: “Dite ai discepoli che vadano in Galilea, perché là lo vedranno”, capisci? Come aveva detto al Tabor: “Nessuna tenda qua, nessuna contemplazione qua che non si possa declinare dentro la storia”, la carne “Caro cardo salutis” dice un Padre della Chiesa, la carne perno della salvezza. Allora chi è il Risorto? È uno che ha smesso di essere un uomo di carne? Forse che Cristo risorto, dopo la sua resurrezione, ha cominciato a fare cose che erano fuori dell’umano? Ma non ha mangiato forse il pesce quando appare ai suoi apostoli nel cenacolo a porte chiuse? Non ha detto forse a Tommaso di toccare le sue piaghe? Non c’era una fisicità che si salva oltre la morte? Non è questo che ha spezzato il pane ai discepoli di Emmaus? Allora guardati dentro, non guardare più da altre parti, guarda la tua carne, guarda la tua carne la tomba su cui ancora grava una pietra pesantissima e benedicila. E sai perché? Benedici la tua carne, ama la tua carne, perché il Salvatore del mondo l’ha redenta! Devi solo accorgertene, devi solo aderire. E se per caso, come sicuramente è per me e per te, quella carne ti è stata occasione di peccato, diceva l’Exultet questa è la Notte in cui questo peccato è deterso per sempre, questo è il Battesimo in cui quella carne di peccato è morta ed una carne per la vita eterna ti viene data! Interrogala, conoscila, apprezzala e ringrazia Dio che quando ha voluto parlarti non ha scelto un linguaggio difficile, duro, lontano, ma ha declinato tutta la sua volontà, tutto il suo amore dentro la tua stessa lingua, i tuoi stessi sentimenti, la tua stessa capacità di accoglierlo. Sia lodato Gesù Cristo.

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