V DOMENICA DI QUARESIMA

Anno Liturgico A
26 Marzo 2023

Io sono la risurrezione e la vita.(Messa del mattino e della sera)

 

MESSA DEL GIORNO – LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 11,1-45)

In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».
All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».
Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.
Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.
Parola del Signore.

PRIMA LETTURADal libro del profeta Ezechièle(Ez 37,12-14)

Così dice il Signore Dio: «Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d’Israele.
Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio.
Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L’ho detto e lo farò». Oracolo del Signore Dio.

Salmo 94.
Il Signore è bontà e misericordia. R..

Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica. R

Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore. R.

Io spero, Signore.
Spera l’anima mia,
attendo la sua parola.
L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora.R.

Più che le sentinelle l’aurora,
Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.
Egli redimerà Israele
da tutte le sue colpe.R.

SECONDA LETTURA Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 8,8-11).

Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio.
Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

“Celebriamo la vicina festa del Signore con autenticità di fede”.
Dalle «Lettere pasquali» di sant’Atanasio, vescovo

Il Verbo, Cristo Signore, datosi a noi interamente ci fa dono della sua visita. Egli promette di restarci ininterrottamente vicino. Per questo dice: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28, 20).
Egli è pastore, sommo sacerdote, via e porta e come tale si rende presente nella celebrazione della solennità. Viene fra noi colui che era atteso, colui del quale san Paolo dice: «Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato» (1 Cor 5, 7). Si verifica anche ciò che dice il salmista: O mia esultanza, liberami da coloro che mi circondano (cfr. Sal 31, 7). Vera esultanza e vera solennità è quella che libera dai mali. Per conseguire questo bene ognuno si comporti santamente e dentro di sé mediti nella pace e nel timore di Dio.
Così facevano anche i santi. Mentre erano in vita si sentivano nella gioia come in una continua festa. Uno di essi, il beato Davide, si alzava di notte non una volta sola ma sette volte e con la preghiera si rendeva propizio Dio. Un altro, il grande Mosè, esultava con inni, cantava lodi per la vittoria riportata sul faraone e su coloro che avevano oppresso gli Ebrei. E altri ancora, con gioia incessante attendevano al culto sacro, come Samuele ed il profeta Elia.
Per questo loro stile di vita essi raggiunsero la libertà e ora fanno festa in cielo. Ripensano con gioia al loro pellegrinaggio terreno, capaci ormai di distinguere ciò che era figura e ciò che è divenuto finalmente realtà.
Per prepararci, come si conviene, alla grande solennità che cosa dobbiamo fare? Chi dobbiamo seguire come guida? Nessun altro certamente, o miei cari, se non colui che voi stessi chiamate, come me, «Nostro Signore Gesù Cristo». Egli per l’appunto dice: «Io sono la via» (Gv 14, 6). Egli è colui che, al dire di san Giovanni, «toglie il peccato del mondo» (Gv 1, 29). Egli purifica le nostre anime, come afferma il profeta Geremia: «Fermatevi nelle strade e guardate, e state attenti a quale sia la via buona, e in essa troverete la rigenerazione delle vostre anime» (cfr. 6, 16).
Un tempo era il sangue dei capri e la cenere di un vitello ad aspergere quanti erano immondi. Serviva però solo a purificare il corpo. Ora invece, per la grazia del Verbo di Dio, ognuno viene purificato in modo completo nello spirito.
Se seguiremo Cristo potremo sentirci già ora negli atri della Gerusalemme celeste e anticipare e pregustare anche la festa eterna. Così fecero gli apostoli, costituiti maestri della grazia per i loro coetanei ed anche per noi. Essi non fecero che seguire il Salvatore: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito» (Mt 19, 27).
Seguiamo anche noi il Signore, cioè imitiamolo, e così avremo trovato il modo di celebrare la festa non soltanto esteriormente, ma nella maniera più fattiva, cioè non solo con le parole, ma anche con le opere.

Trascrizione dell’Omelia.

È un Vangelo noto, meraviglioso, prodigioso, perché sembra che parli della resuscitazione di un uomo morto, dico resuscitazione perché la resurrezione è quella dell’ultimo giorno, quella che non prevede un’altra morte, una resuscitazione è un ritorno alla vita ma temporaneo poi Lazzaro morirà di nuovo anche lui. Prodigioso perché appunto ai nostri occhi e alle nostre orecchie, appare questa immagine molto bella, diremmo consolante, se non che il nostro cuore e la nostra coscienza fanno fatica a crederla: fanno fatica a crederla perché noi non conosciamo, non abbiamo sempre consapevolezza della presenza dello Spirito in noi. Ma per capire, per entrare in questo misterioso racconto che fa Giovanni in questo capitolo 11, vorrei che voi capiste quali erano i sentimenti di quella gente che stava lì intorno, erano venuti da Gerusalemme, erano Giudei, si erano incuriositi, avevano saputo che era successo un certo fatto e cioè che un amico di Gesù si era ammalato e poi era morto, che cosa curiosa, si era ammalato, glielo avevano mandato a dire, Gesù stava in Galilea non era proprio vicino. Dunque se l’amico sta per morire e lui l’ha capito molto bene e non è vicino al posto dove questo sta morendo, tu che faresti? Ti metteresti in viaggio credo, no? Ed invece dice il Vangelo che avendo saputo che Lazzaro stava proprio così male, decise di rimanere là ancora due giorni, ma perché? Ma perché? Diresti tu: “Signore io sto male adesso, io ho difficoltà oggi con la vita, io sono schiacciato da molte cose, ma perché non ci sei, perché non vieni subito, ma perché non rispondi subito alla mia preghiera!”, questo è il nostro modo di parlare con Dio, anzi siamo anche più intelligenti, perché non preghiamo per niente, quando le cose ormai, ma facciamo finta .. Poi ad un certo punto Gesù si decide ad andare, sono passati questi due giorni e finalmente va. Ora, se quando arriva Lazzaro è moto da quattro giorni, se lui fosse partito subito forse l’avrebbe, dopo due soli giorni, l’avrebbe trovato ancora ..morto? Si morto diremmo noi, per gli Ebrei l’uomo dopo due giorni non è ancora completamente morto, è totalmente morto quando manda già cattivo odore, cioè quando è cominciata la decomposizione, per questo Marta dice: “Signore non aprire la tomba, ormai non vale la pena”, non perché le desse fastidio l’odore, “Non vale la pena è già morto, morto!” quando resusciterà Gesù? Prima dei quattro giorni, quando gli sarà ancora possibile lottare con la morte, questa è la mentalità di quel popolo e di quella fede dei Giudei, dunque questo è un po’ il contesto. Poi quando arriva le sorelle gli dicono: “Se fossi stato qui non sarebbe morto”, i Giudei dicono: “Ma insomma, questo si sta commovendo, invece di commuoversi non poteva venire prima lui che ha aperto gli occhi al cieco nato?”, vedete come siamo dentro, no? proprio il vivo della nostra difficoltà di credere. Gesù si commuove, ora attenzione, si commuove per la morte di Lazzaro? Tu diresti: “Certo, era amico suo”, Gesù sa cosa sta per accadere, perché si commuove per la morte di Lazzaro? Primo. Secondo, se muore qualcuno, tu può darsi che quando stai ancora a casa tua, qualcuno che ami insomma, senti il dolore, ma quand’è che ti commuovi e cominci a piangere? Quando arrivi all’obitorio o a casa del morto o alla tomba, quando cioè constati che il tuo amico non c’è più, Gesù no, Gesù si commuove prima, si commuove quando sta ancora con i suoi discepoli, quando ancora sta a casa di Marta e Maria, dunque la commozione di Gesù non è per la morte di Lazzaro. Se Gesù piangesse per la morte di un uomo noi non avremmo speranza, vorrebbe dire che Egli Stesso non crede nella resurrezione, ma Gesù l’ha detto all’inizio di questo Vangelo: “Questa malattia non è per la morte, è per la gloria di Dio” che fa s’era sbagliato? Scusa se ci metto tanto tempo, ma voglio che tu ti addossi tutti questi sentimenti e ti lasci interpretare da questi fatti. Arrivati di fronte alla tomba di Lazzaro fa questa preghiera, una preghiera davanti a tutti, non le ha fatte mai Gesù preghiere davanti a tutti, prega sempre da solo, lontano, sempre sul monte, nel deserto, insomma nessuno sa come parla con il Padre, stavolta però faccia a faccia, guardando verso il cielo, cioè distaccando lo sguardo dall’evidenza della morte e del sepolcro, guarda all’Autore della vita che Egli ben conosce, ne conosce i pensieri, sa cosa farà e guardando verso il cielo dice: “Padre, Io ti prego non per noi, perché Io so che Tu mi ascolti sempre e mi esaudisci, prego per questi, che piangono, che stanno male, che sono curiosi, dubbiosi, forse sospettosi, abituati a ragionare con i peccati, non sanno cosa vuol dire l’amore vero e che cos’è la vita e che cos’è la morte”, allora dopo aver detto questo al Padre: “Io ti prego tu mi ascolti sempre”, guarda la tomba e dice: “Lazzaro vieni fuori” e quel morto esce, il morto esce e finalmente ricomincia a vivere. Dunque noi siamo colpiti dal prodigio della resurrezione di un morto, ma se tu avessi avuto la speranza della profezia che ha anticipato tutti questi fatti e la venuta stessa del Messia, se tu avessi ascoltato Ezechiele che, come oggi, ti dice, per farti entrare in questo mistero: “Ecco”, è Dio, “Io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe”, Dio lo dice a loro e lo dice pure a te ora! Tu non sei battezzato? Non hai lo Spirito di Dio? Come fai a temere la morte? Come fai ad avere paura che la tua carne sia più forte del tuo spirito e morta quella, muoia pure lui, così che tu rimanga nella disperazione?. “Vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra di Israele, riconoscerete allora che Io sono il Signore quando aprirò le vostre tombe e quando vi farò uscire dai sepolcri, farò entrare in voi il mio Spirito e rivivrete”, quelli credevano a queste cose e siccome ci credevano, sanno che cosa sta per accadere, non sanno come ma sanno che se Lui è il Messia, lo farà accadere. Sai che vuol dire questo? Vuol dire che se si compie questa promessa di Dio detta in Ezechiele e se veramente questo risuscita, è finita la storia e comincia il Giudizio Universale, è il momento del Messia e Gesù si commuove perché questa gente non lo ha capito. Io vorrei che comprendeste bene tutto questo, perché tra poco ci avvicineremo, come loro d’altronde, siamo vicini ai fatti della Passione, ci avvicineremo alla grande preghiera di Gesù, quella che pure nessuno ascoltò perché i discepoli dormivano e Gesù era lontano nell’Orto degli Ulivi, quando dice a suo Padre: “Sposta questo calice da me, non la morte, Io per questo sono venuto, che devo dire Padre liberami da quest’ora? Io sono venuto per morire, ma guardali come dormono, guarda, il peccato ha messo dentro di loro la paura, il peccato ha messo dentro di loro il sospetto, non sanno quello che accadrà, abbi compassione di loro”, il Grande Mediatore chiede a suo Padre di avere misericordia e di allontanare questo giudizio finale da questa gente che non è pronta e anche da te, sai, che non sei pronto, alla morte tutti siamo destinati, prima o dopo tutti noi e con i sentimenti alterni che portiamo, ma abbiamo davanti a noi Costui che tiene da una parte la sponda del giudizio di Dio, da quella delle nostre poche speranze e dei nostri peccati, passando per primo in questo varco perché tutta la chiesa lo possa seguire e tra queste due pareti, come quelle in cui passò Israele nel Mar Rosso, tutti quanti noi possiamo giungere alla visione faccia a faccia di quello che Dio ci ha promesso, in Ezechiele prima, in Cristo definitivamente, nello Spirito Santo alla fine dei tempi. Perciò cristiano, se ti sei riconosciuto dentro questi drammi e dentro queste paure, apri volentieri il tuo cuore alla speranza, fissa lo sguardo su Gesù autore e perfezionatore della fede, non lasciarti prendere dalla bufera di questo lago di Galilea che si è increspato, che è la vita, che è la storia, non aver paura di morire, Egli ha aperto i cieli, possa tu contemplare come Stefano, il primo martire, il primo testimone, la carne del Figlio di Dio e così anche la tua con Lui, presso il Signore, in attesa che tutto questo sia manifesto, vero, autentico, consolante, definitivo ed eterno. Sia lodato Gesù Cristo.

Messa della sera

 
Trascrizione dell’Omelia.

A noi questa storia della resuscitazione di Lazzaro ci meraviglia, perché ci sembra un prodigio e ci lascia anche senza tante parole, perché questo prodigio poi non è che ha ottenuto la vita eterna di Lazzaro, Lazzaro poi verrà ucciso poco dopo questi fatti. Dunque noi stessi facciamo l’esperienza di una assenza di Gesù nei momenti in cui ci servirebbe, tant’è che molte delle cose dette qua sono quelle che anche noi sentiamo dentro di noi e intorno a noi: “Eh, se Dio avesse visto non lo avrebbe permesso, eh se ..”, beh c’è una chiave per entrare dentro questa parola, che non è il racconto di un miracolo, della resuscitazione di Lazzaro, questa parola che abbiamo ascoltato è un vademecum, un criterio per leggere e comprendere i fatti che pochi giorni dopo questo evento, sarebbero accaduti e cioè la condanna a morte, la passione e la morte di Gesù. Allora per capire dobbiamo metterci nell’animo di chi queste cose le poteva intendere, di chi aveva un’attesa dentro, perché tu hai solo l’attesa di capire quando muori, se muori, come morirai, piuttosto lontano, non ce l’hai altre logiche da tenere. Allora entriamo in quella sapienza, in quell’attesa messianica col Libro del Profeta Ezechiele che abbiamo ascoltato nella Prima Lettura, è proprio un biglietto da visita, un modo per farti entrare, giusto. È Dio che parla seicento anni prima che queste cose accadano, che accada il fatto di Lazzaro e di Gesù e dice Dio: “Ecco Io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe o popolo mio e vi riconduco alla terra di Israele” cioè: “Vi riconduco dopo la deportazione” che detto per noi è: “Vi riconduco nella vita eterna, là da dove venite, da questo esilio della storia”. E dice: “Riconoscerete che Io sono il Signore quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri o popolo mio”, che vuol dire,l’hai capito? Vuol dire che: “Se vuoi sapere come Io agirò e quando, guarda quando qualcuno uscirà dalle tombe, mi riconoscerete quando vedrete qualcuno uscire dalle tombe” questa è la chiave, semplice, semplice, poi dice: “Io l’ho detto e lo farò”. Pienezza dei tempi, il Verbo si incarna, entra nella storia, conosce le debolezze dell’uomo, conosce la grande paura che l’uomo porta con sé a causa del peccato che ha commesso o della mentalità di peccato. Sapete, se tu non hai fatto niente, eri piccolo e torna tuo padre la sera e tuo padre è severo, devi temere qualcosa? No, se tu invece hai fatto qualcosa o pensi che qualcosa che hai fatto non va bene a tuo padre e lui ritorna la sera un po’ nervoso, hai paura? Perché la paura è un sentimento legato al senso di colpa, quindi legato ad un fatto peccaminoso, legato a qualcosa che non è secondo la Legge di Dio. Il Verbo di Dio può avere paura? No, perché non ha peccato, non ha commesso nessun peccato, dunque Lui non teme il giudizio di Dio. Ma chi teme il giudizio di Dio? Gli uomini, noi temiamo il giudizio di Dio, sempre lo temiamo e guarda anche se non ci riferiamo a Dio quando guardiamo la storia davanti a noi, incrociamo le dita, pensiamo: “Chissà, magari va peggio, chissà come facciamo”, insomma sapete a cosa mi riferisco. Allora questo brano ci aiuta a comprendere come il Figlio di Dio è venuto in soccorso a questa nostra paura, avete ascoltato che paradosso? Mandano a dire a Gesù che si trova in Galilea, un po’ lontano da Gerusalemme per uno che va a piedi, gli mandano a dire: “Il tuo amico Lazzaro sta male”, se glielo mandano a dire in Galilea vuol dire che sta molto male, mica ha un raffreddore Lazzaro e Gesù che fa? Che faresti tu? Il tuo amico caro sta male, forse non lo vedrai più, cosa fai? Decidi subito di partire e di tornare a vederlo, no? O forse, nel caso di Gesù, decidi di andare per guarirlo .. era questo che volevi, che il Signore ti incontrasse, che rispondesse alla tua richiesta e in quattro e quattr’otto facesse quasi una magia. Quando Gesù sente queste cose dice: “Vabbè ma questo non è per la morte, non è per la morte questa malattia”, non è per la morte? Come non è per la morte? “E’ per la gloria di Dio” dunque è per la morte o per la gloria di Dio, che cosa accadrà? Quando Gesù sente che è ammalato rimane là ancora due giorni, si ferma là invece di partire speditamente verso Betania e quando decide di partire Egli sa in cuor suo che Lazzaro è morto, tant’è che dice a questi: “Sta dormendo” ma dice Giovanni poi perché, perché Lui sapeva che era morto e lo dice: “Lazzaro è morto”, “Lazzaro è morto” guarda che paradosso, “e io sono contento per voi”, “Come, ma non è tuo amico questo? Ma cosa dici Signore, sei contento per noi?”, “Perché voi crediate” .. Allora vanno, partono, vanno vicino a Betania, Marta viene a sapere che sta arrivando, nel frattempo sono arrivati gli altri, da Gerusalemme che è vicina, per vedere che cosa accadrà, perché lo sanno che Lazzaro è amico di Gesù. Dunque arrivano là e si trovano nello stesso luogo, questi che vanno a consolare Marta e Maria, Marta che va incontro a Gesù, gli apostoli, i discepoli, tutti insomma in questo luogo. E dice il Vangelo che Gesù, quando vede che tutti piangono, si commuove, dove li vede piangere? A casa, dove è arrivato, a casa di Lazzaro, sapete quando muore qualcuno, no? Tu vai a trovarlo, stanno tutti piangendo, Gesù si commuove là, non si commuove al sepolcro, perché? Bene, le due sorelle gli obiettano: “Se tu stavi qua non sarebbe morto” ma Gesù si promette come la resurrezione e la vita, come dire: “Ti ricordi quello che ha detto Ezechiele? Bene Io sono venuto a compierlo”, tu ti ricordi quello che ti è stato detto al tuo Battesimo? Qualcuno ha detto quel giorno che saresti morto nell’acqua e risorto con Cristo e questa vita che vivi nella carne la stai vivendo nella fede del Figlio di Dio che ha il potere di non farti morire, lo sai? Ci credi? È questo l’oggetto della tua speranza? È di questo che vivi? Dunque quando sente che tutti quanti stanno in queste condizioni, Gesù si commuove, si turba, piange Egli Stesso, non è ancora arrivato al sepolcro. Piange non perché è morto Lazzaro, ma perché questi hanno smarrito la speranza, piange non perché non ha più l’amico e non lo rivede più, perché sa che lo rivedrà, ma piange per quelli che non hanno nessun criterio e si sentono schiacciati dai fatti della vita, perfino dalla morte, che della vita fa parte. Arrivano fino alla tomba, Gesù chiede: “Dove sta?”, “Ecco hanno posto già la pietra, è morto, veramente morto, perché sono già quattro giorni che è là dentro”, tre giorni servivano, secondo la mentalità di Israele, per dichiararsi morto, dopo il terzo giorno uno era effettivamente morto, sapete perché? Perché manda cattivo odore, perché è cominciata la corruzione, Gesù non starà più di tre notti nel sepolcro, perché vince la morte in quel sepolcro, in quegli inferi. Dunque come vedi è un dettato che parla di Lazzaro, parla della gente, parla del dolore, parla della morte, ma in realtà sta descrivendo che cosa accadrà e come potranno capire che Lui è il Figlio di Dio, è il Salvatore. Una volta arrivato là fa questa preghiera, stranissimo perché Gesù preghiere in pubblico non ne fa mai, va nel deserto, sale su un monte, mai davanti agli altri, quel giorno però, preso da grande passione per tutti quanti, dice: “Padre, Io lo so che tu mi ascolti sempre, non lo chiedo certo per noi questo, lo chiedo per loro, so che tu mi esaudisci”, ricordatela questa cosa, perché dovrai accompagnare Gesù fino al Getsemani e sentirgli dire: “Padre se puoi allontana da me questo calice”, aveva paura? Dubitava dell’amore di suo Padre? Voleva essere esaudito per cosa, per non vedere la morte? Proprio il Vangelo di Giovanni ci farà sapere che Lui ha detto: “Io per questo sono venuto, per quest’ora, e cosa devo dire: “Padre liberami da quest’ora”?, come vedi è un dettato importante per avvicinarci a questo mistero. Dopo aver detto questo finalmente, guarda la tomba e dice: “Lazzaro vieni fuori” e Lazzaro esce, Lazzaro finalmente mostra che la profezia di Ezechiele permette a tutti di riconoscere in Lui il Signore, per questo Gesù ha fatto quel prodigio, non per far resuscitare Lazzaro, perché tutti abbiano una chiave per capire che Lui è il Signore. Allora io ti dico, forse tu sei ancora vivo, tu non sei ancora morto, ma qualche volta le tue speranze sono chiuse dentro un sepolcro e la tua fede manda già cattivo odore, perché non riesci a produrre l’amore per il quale Dio te l’ha donata e lo Spirito ha parlato al tuo spirito. Ebbene lascia che il Figlio di Dio si faccia riconoscere venendo nella tua vita attraverso il sacramento e questa parola, a consolarti perché tu sappia che non c’è una morte che possa strapparti dal suo amore, lo dice Paolo: “Chi ci separerà dall’amore di Dio, forse la morte, forse la spada, il pericolo, la persecuzione, la fame, la nudità? In questa speranza nulla può separarci dall’amore di Dio” e guarda, quello che tu sei chiamato a scoprire a Pasqua, non è la resurrezione di un altro, ma la resurrezione tua con Lui! Non il prodigio di uno che credi un semidio, ma al Figlio di Dio Stesso che si è creduto veramente uomo insieme a te. Perciò dilata il cuore, prendi questa speranza dentro di te e attendi che ogni passaggio si compia fino alla fine e vedrai il Signore della vita. Sia lodato Gesù Cristo.

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