Sant'Ambrogio

07 Dicembre 2022

Venite a me, voi tutti che siete stanchi.

 

LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,28-30)

In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

PRIMA LETTURADal libro del profeta Isaìa(Is 40,25-31)

«A chi potreste paragonarmi,
quasi che io gli sia pari?» dice il Santo.
Levate in alto i vostri occhi e guardate:
chi ha creato tali cose?
Egli fa uscire in numero preciso il loro esercito
e le chiama tutte per nome;
per la sua onnipotenza e il vigore della sua forza
non ne manca alcuna.
Perché dici, Giacobbe,
e tu, Israele, ripeti:
«La mia via è nascosta al Signore
e il mio diritto è trascurato dal mio Dio»?
Non lo sai forse?
Non l’hai udito?
Dio eterno è il Signore,
che ha creato i confini della terra.
Egli non si affatica né si stanca,
la sua intelligenza è inscrutabile.
Egli dà forza allo stanco
e moltiplica il vigore allo spossato.
Anche i giovani faticano e si stancano,
gli adulti inciampano e cadono;
ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza,
mettono ali come aquile,
corrono senza affannarsi,
camminano senza stancarsi.

Salmo 102.
Benedici il Signore, anima mia.R..

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici..R

Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia.R.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe.R.

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

“La grazia delle tue parole conquista il popolo”.
Dalle «Lettere» di sant’Ambrogio, vescovo

Hai ricevuto il sacerdozio e, stando a poppa della Chiesa, tu guidi la nave sui flutti. Tieni saldo il timone della fede in modo che le violente tempeste di questo mondo non possano turbare il suo corso. Il mare è davvero grande, sconfinato; ma non aver paura, perché «E’ lui che l’ha fondata sui mari, e sui fiumi l’ha stabilita» (Sal 23, 2).
Perciò non senza motivo, fra le tante correnti del mondo, la Chiesa resta immobile, costruita sulla pietra apostolica, e rimane sul suo fondamento incrollabile contro l’infuriare del mare in tempesta. E’ battuta dalle onde ma non è scossa e, sebbene di frequente gli elementi di questo mondo infrangendosi echeggino con grande fragore, essa ha tuttavia un porto sicurissimo di salvezza dove accogliere chi è affaticato. Se tuttavia essa è sbattuta dai flutti sul mare, pure sui fiumi corre, su quei fiumi soprattutto di cui è detto: I fiumi hanno innalzato la loro voce (cfr. Sal 92, 3). Vi sono infatti fiumi che sgorgano dal cuore di colui che è stato dissetato da Cristo e ha ricevuto lo Spirito di Dio. Questi fiumi, quando ridondano di grazia spirituale, alzano la loro voce.
Vi è poi un fiume che si riversa sui suoi santi come un torrente. Chiunque abbia ricevuto dalla pienezza di questo fiume, come l’evangelista Giovanni, come Pietro e Paolo, alza la sua voce; e come gli apostoli hanno diffuso la voce della predicazione evangelica con festoso annunzio fino ai confini della terra, così anche questo fiume incomincia ad annunziare il Signore. Ricevilo dunque da Cristo, perché anche la tua voce si faccia sentire.
Raccogli l’acqua di Cristo, quell’acqua che loda il Signore. Raccogli da più luoghi l’acqua che lasciano cadere le nubi dei profeti. Chi raccoglie acqua dalle montagne e la convoglia verso di sé, o attinge alle sorgenti, lui pure, come le nubi, la riversa su altri. Riempine dunque il fondo della tua anima, perché il tuo terreno sia innaffiato e irrigato da proprie sorgenti. Si riempie chi legge molto e penetra il senso di ciò che legge; e chi si è riempito può irrigare altri. La Scrittura dice: «Se le nubi sono piene di acqua, la rovesciano sopra la terra» (Qo 11, 3).
I tuoi sermoni siano fluenti, puri, cristallini, si che il tuo insegnamento morale suoni dolce alle orecchie della gente e la grazia delle tue parole conquisti gli ascoltatori perché ti seguano docilmente dove tu li conduci. Il tuo dire sia pieno di sapienza. Anche Salomone afferma: Le labbra del sapiente sono le armi della Sapienza, e altrove: Le tue labbra siano ben aderenti all’idea: vale a dire, l’esposizione dei tuoi discorsi sia lucida, splenda chiaro il senso senza bisogno di spiegazioni aggiunte; il tuo discorso si sappia sostenere e difendere da se stesso e non esca da te parola vana o priva di senso.

Trascrizione dell’Omelia.

Peccato che siamo stati ingannati da un demone maligno che ci ha fatto credere che questo giogo che viene da Dio in realtà è pesante, insopportabile, così pesante che ce ne lamentiamo con tutti quelli che ci incontrano, adducendo a Dio la maggior parte delle cose che ci capitano e allora gli altri si sono abituati a capire che se i cristiani si lamentano dell’infedeltà del loro Dio, probabilmente questo Dio non esiste. Eppure la sapienza non direbbe questo, direbbe piuttosto un’altra cosa, è contenuta in queste poche righe del Vangelo di Matteo, un Vangelo scritto per gente che l’ebraismo che lo conosceva, che conosceva la Torah, che sapeva di che cosa si stava parlando. Era come un giogo la Torah, non nel senso che era pesante, nel senso che permette a due buoi che andrebbero per fatti loro, di andare nella stessa direzione per scavare lo stesso solco, un solco solo, il solco serve per seminare e la semina serve per far germogliare, etc., insomma per qualcosa che è buono, che è adeguato alla nostra umanità e che sa anche della grazia, della gratuità di Dio che tutte le cose che riguardano l’uomo nella sua vita, le fa crescere, germogliare e portare frutto. Dunque questa idea del giogo secondo gli ebrei non era un peso, era un regolo che permetteva loro di non vacillare né a destra né a sinistra, il Libro del Deuteronomio lo dice continuamente, uno dei cinque libri della Legge dice: “Non guardare né a destra né a sinistra, io ho messo davanti a te la via del bene e la via del male, scegli il bene”, come è questo giogo, è duro? No che non è duro. Dunque quando Gesù dice: “Adesso però mettete sulle vostre spalle il mio giogo”, questo giogo di Gesù ha una doppia valenza, da una parte riguarda la nostra condizione umana e la nostra condizione umana dove va a finire? In croce, come Gesù. Potrebbe essere questo il peso della storia che ci grava sulle spalle, ma quella croce se è stata occasione della passione e morte di Gesù, è stata anche la causa della sua resurrezione, era compresa nel progetto di salvezza che Dio aveva pensato e che il Figlio aveva accettato per la nostra salvezza. Dunque anche la croce che ha una valenza così difficile e dura, tuttavia nasconde una grazia incommensurabile e anche per questo che tutti quanti noi, soprattutto le donne, portiamo le croci appese con tutti i diamantini tutti i gioielli, per dire che questo patibolo ha una valenza di grande importanza, lo dice anche l’inno: “Ave o croce unica speranza”. Dall’altra parte invece il giogo di Gesù è la sua presenza, perché quando Lui se ne va da questo mondo ci manda lo Spirito e lo Spirito diventa per noi una nuova legge, come un nuovo giogo che ci fa camminare tutti nella stessa direzione, per solcare la storia di grazia, di misericordia, di perdono e di accoglienza, per questo Gesù dice: “Il mio giogo è dolce e il mio peso leggero”. Allora cristiano, lasciati invitare da questa cosa che dice Gesù in questo brano: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi” e io ci aggiungerei: “E smettetela di lamentarvi”, smettetela di dire che va sempre tutto male, mettete piuttosto il dito sulle cose che danno gloria a Dio così che gli uomini vedano e comprendano che non c’è un dolore al mondo che non valga la pena della sua misericordia. Sia lodato Gesù Cristo.

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