XIV Domenica T.O.

Anno Liturgico C
06 Luglio 2025

La vostra pace scenderà su di lui.

 

MESSA DEL GIORNO – LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

PRIMA LETTURADal libro del profeta Isaìa (Is 66,10-14c)

In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, fece arrestare anche Pietro. Erano quelli i giorni degli Àzzimi. Lo fece catturare e lo gettò in carcere, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua.
Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui. In quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere.
Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. L’angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece. L’angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva invece di avere una visione.
Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città; la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l’angelo si allontanò da lui.
Pietro allora, rientrato in sé, disse: «Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva».

Parola di Dio.

Dal Salmo 65 (66) .
Acclamate Dio, voi tutti della terra.R..

Acclamate Dio, voi tutti della terra,
cantate la gloria del suo nome,
dategli gloria con la lode.
Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere!». R

«A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio,
terribile nel suo agire sugli uomini. R.

Egli cambiò il mare in terraferma;
passarono a piedi il fiume:
per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza domina in eterno. R.

Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia. R.

SECONDA LETTURA Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati (Gal 6,14-18)

Fratelli, quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio.
D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

“Uno spirito contrito è sacrificio a Dio”.
Dai «Discorsi» di Sant’Agostino, vescovo

David ha confessato: «Riconosco la mia colpa» (Sal 50,5). Se io riconosco, tu dunque perdona. Non presumiamo affatto di essere perfetti e che la nostra vita sia senza peccato. Sia data alla condotta quella lode che non dimentichi la necessità del perdono. Gli uomini privi di speranza, quanto meno badano ai propri peccati, tanto più si occupano di quelli altrui. Infatti cercano non che cosa correggere, ma che cosa biasimare. E siccome non possono scusare se stessi, sono pronti ad accusare gli altri. Non è questa la maniera di pregare e di implorare perdono da Dio, insegnataci dal salmista, quando ha esclamato: «Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi» (Sal 5,5). Egli non stava a badare ai peccati altrui. Citava se stesso, non dimostrava tenerezza con se stesso, ma scavava e penetrava sempre più profondamente in se stesso. Non indulgeva verso se stesso, e quindi pregava sì che gli si perdonasse, ma senza presunzione.
Vuoi riconciliarti con Dio? Comprendi ciò che fai con te stesso, perché Dio si riconcili con te. Poni attenzione a quello che si legge nello stesso salmo: «Non gradisci il sacrificio e, se offro olocausti, non li accetti» (Sal 50,18). Dunque resterai senza sacrificio? Non avrai nulla da offrire? Con nessuna offerta potrai placare Dio? Che cosa hai detto? «Non gradisci il sacrificio e, se offro olocausti, non li accetti» (Sal 50,18). Prosegui, ascolta e prega: «Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi». Dopo aver rigettato ciò che offrivi, hai trovato che cosa offrire. Infatti presso gli antichi offrivi vittime del gregge e venivano denominate sacrifici. «Non gradisci il sacrificio»: non accetti più quei sacrifici passati, però cerchi un sacrificio.
Dice il salmista: «Se offro olocausti, non li accetti». Perciò dal momento che non gradisci gli olocausti, rimarrai senza sacrificio? Non sia mai. «Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi». Hai la materia per sacrificare. Non andare in cerca del gregge, non preparare imbarcazioni per recarti nelle più lontane regioni da dove portare profumi. Cerca nel tuo cuore ciò che è gradito a Dio. Bisogna spezzare minutamente il cuore. Temi che perisca perché frantumato? Sulla bocca del salmista tu trovi questa espressione: «Crea in me, o Dio, un cuore puro» (Sal 50,12). Quindi deve essere distrutto il cuore impuro, perché sia creato quello puro. Quando pecchiamo dobbiamo provare dispiacere di noi stessi, perché i peccati dispiacciono a Dio. E poiché constatiamo che non siamo senza peccato almeno in questo cerchiamo di essere simili a Dio nel dispiacerci di ciò che dispiace a Dio. In certo qual modo sei unito alla volontà di Dio, poiché dispiace a te ciò che il tuo Creatore odia.

Trascrizione dell’Omelia.

Per entrare in certe porte che ci sembrano troppo pesanti perché si aprano per il nostro ingresso, c’e’ bisogno di una chiave buona e la chiesa quando ci propone passi del Vangelo come questo, ma sempre direi, ci mette nelle mani anche una chiave buona per aprire queste porte e la chiave stava nel versetto dell’Alleluia, tratto dalla Lettera ai Colossesi, l’abbiamo ascoltato prima, diceva che: “La pace di Cristo regni nei vostri cuori” e poi: “la parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza”, ora mettiamo subito insieme tutti gli elementi per entrarci davvero in questo luogo che Cristo ha pensato perché noi potessimo scorgere la sua sapienza e gustare la sua misericordia. Innanzi tutto di quale pace si sta parlando? La pace che vorremmo che fosse nei nostri cuori? Certamente, ora non ti scandalizzare, certamente quella pace non e’ la tranquillità, perché se fosse la tranquillità stanno meglio quelli che oggi sono andati al mare, piuttosto che tu che stai qua che fa caldo, no? Ecco, la pace non e’ la tranquillità, la pace poggia sulla fede, cioè sulla conoscenza del dono di Dio che ci e’ stato fatto. Conoscere questo dono di Dio ci rassicura nei confronti delle mormorazioni, delle divisioni, dei giudizi degli altri, perché ci chiama per nome. Poi la pace, quella di cui parla questo brano, si nutre della carità, perché? Perché non invidia nessuno, perché non crea divisioni, non mormora, non genera guerre, dunque l’operatore di pace e’ uno che si comporta così. E poi, qual e’ quello che condividiamo tutti di questo dono della pace? La speranza. Uno rimane in pace se sa che Cristo ritorna, se no muore di paura tutta la vita e tutte le cose che arrivano minacciose, lo diventano ancora di più: “Se Cristo non e’ risorto”, dirà san Paolo: “mangiamo e beviamo perché domani moriremo pure noi”, ma se il ritorno di Cristo e’ per noi nella fede una certezza e nella carità un motivo di condividere quello che abbiamo, allora la speranza diventa quello che e’ cioè l’attesa, sapete, nessuno attende qualcuno che non arriva. La seconda parte di questo versetto diceva: “La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza”, dunque perché tu sappia quali sono le cose che stai sperando, che stai aspettando, perché tu sia convinto che veramente Cristo ritorna e abbia anche il modo per attenderlo, per auspicarlo, per evocarlo in qualche modo nei giorni della tua vita, bisogna che tu abbia un po’ di sapienza e la sapienza viene dalla conoscenza della Sacra Scrittura che non ti e’ chiesto di imparare nei banchi di scuola, ma che puoi leggere a casa, che puoi ascoltare qua, che ti viene offerta sempre dentro una cornice comprensibile e con linguaggi che tu ti accorgi non essere astrusi o intellettuali. Capito questo, vediamo che cosa e’ successo, quello che ci ha raccontato Luca in questo brano, avendo capito qual e’ questa pace. E dice che Gesù’ in quel tempo già aveva mandato gli apostoli, adesso manda settantadue, dice discepoli, ma sapete i discepoli sono quelli che stanno imparando, forse sono una specie di apostoli pure questi, perché sono mandati a due a due. Settantadue vuol dire che sono tanti, perché devono rispondere ad un’esigenza, ad un’istanza che questa gente aveva e qual’era l’istanza? Che si sentivano schiavi, si sentivano oppressi, c’era Roma che gravava su di loro, dovevano pagare le tasse, passarle per i pubblicani, dunque erano in mano a gentaglia: una nazione esosa e dei mediatori mafiosi, stavano messi proprio male. Per non parlare poi delle divisioni interne che questo popolo viveva a Gerusalemme in quell’epoca, un dramma. Sperare quando le cose si mettono male, tu lo sai bene, non e’ facile. Li manda a due a due, interessante questa cosa, perché i funzionari non c’e’ bisogno che vengono in due, ne viene uno, quello dell’Agenzia delle Entrate mica viene accompagnato, no? Viene uno, degli esattori viene uno solo. Questi vanno a due a due perché siano credibili e perché quando uno parla l’altro attesti che dice il vero, perché gli altri vedano che questa relazione tra loro e’ funzionale allo svelamento della verità. Questi due non sono compari che uno fa un giudizio e l’atro dice: “Si ha ragione veramente”, come facciamo noi certe volte … pure dentro la chiesa. Non sono funzionari e lo vedremo dopo perché dice Gesù: “Questa messe e’ abbondante”, ora dimmi cristiano che sei venuto a Messa oggi, hai fatto questo “sacrificio” perché faceva caldo, secondo te, com’e’ la messe dentro la quale ci troviamo oggi? E’ una messe d’elite per una chiesa d’elite? Per dei pochi che credono e gli altri chi se ne importa? Oppure una messe abbondante di gente che non sa dove va, che e’ costantemente attratta da giudizi, valutazioni, che li tirano fuori dalla fiducia in Dio? Il demonio in tutto questo momento ma da sempre credo, il serpente antico, come lo chiama la Scrittura, sempre trasforma le cose buone in cose cattive e le cose cattive in cose buone, ti dice che il peccato non e’ peccato e poi ti fa stare male quando cerchi il bene perché ti fa sentire solo. E questo mondo gli ha creduto e tu quando riesci da qua ed incontri questo mondo, ti senti un poveraccio, dici: “Io credo ma quelli mi guardano e dicono: “ma ancora credi? Ancora vai a Messa” e ti sciolinano tutti i motivi per cui non vale la pena credere in Dio e tu non hai un argomento uno, che possa contrastare questo atteggiamento del mondo. Per questo dice Gesù a questi che aveva mandato: “Ecco io vi mando come pecore in mezzo ai lupi, non pensate di uscirne fuori senza neanche una crosticina, io il Verbo di Dio, il Verbo del Padre, venendo nella storia so che ne uscirò fuori insanguinato, che ne uscirò fuori crocifisso, che ne uscirò fuori maltrattato da una generazione che non ha compreso il dono di Dio e sarà così anche per voi ma non abbiate paura, andate pure”. E questi vanno e senza bisaccia, senza borsa, adesso a parte le cose esteriori, vanno fidandosi solo di questa parola, vanno non come funzionari che pensano sempre di guadagnarci qualcosa, vanno come gente che gratuitamente va incontro alle esigenze di una generazione perduta e tu dici che e’ troppo forte questo giudizio che e’ perduta? Da’ un’occhiata, da’ un’occhiata … Vanno e si accorgono che questo mandato gli aveva messo nel cuore qualcosa di speciale, perché quando si mettono a pregare il demonio scappa, quando annunciano la verità gli uomini credono, si accorgono che qualche cosa accade. Ora, non c’e’ bisogno di funzionari per fare questo e gli operai per la messe non devono essere dei funzionari, dei pretini secondo le norme, ma gente che testimonia quello che ha creduto e che vive quello che desidera. Non e’ facile, certo non e’ facile, ve lo dico, io sono quasi trent’anni di sacerdozio più tutti quelli di formazione, non e’ facile certamente ma ripaga sempre, questa fiducia in Dio apre porte impensabili, di questo sono testimone e se invece di stare da solo qua ci fosse stato un altro qua con me, avrebbe detto: “E’ vero, e’ così!”. Dunque tornano e si accorgono che con la preghiera cascano tutte le barriere come caddero le mura di Gerico quando Israele doveva entrare a prendere possesso della Terra Promessa, si accorgono che Dio e’ fedele alle promesse che ha fatto e che la parola di Cristo che li ha mandati ad annunciare il bene e la pace, veramente non viene meno. Gli aveva detto Gesù: “Guardate, se in quella città c’e’ un figlio della pace vi accoglierà, se no vi manderanno via ma voi non abbiate paura, io vi dico che Sodoma sarà trattata meglio di quella città che vi ha rifiutati” e qua ci svela Gesù qual e’ il peccato di questo mondo che non accoglie la pace, lo vuoi sapere? Così magari metti insieme pure un po’ di cose ed esci fuori anche dalle solite immagini che hai. Sai qual era il peccato di Sodoma? Sodoma era una città, non pensate alle stupidaggini, era una città che accoglieva solo quelli che gli avrebbero portato capitale, affari, soldi, non gente che venisse a succhiare le energie e le risorse, eh? Ti dice qualcosa? Li cacciavano gli altri, li allontanavano, ne avevano paura, magari dicendo: “Eh, ma non e’ possibile, noi stiamo tanto bene perché devono venire da fuori a prenderci le nostre cose?”, questo era il peccato di Sodoma. Siccome questo peccato il mondo lo fa e lo rifà e lo rifà costantemente, allora si e’ inventato che forse il peccato di Sodoma e’ un altro ma tanto il mondo ha detto: “Ma quello non e’ peccato quindi lo possiamo fare tutti, facciamo pure le sfilate tutte colorate”. No, il peccato della città di Sodoma e’ questo, non accogliere chi ha bisogno, per questo e’ stata punita. Allora dice Gesù: “Guardate che chi non accoglie questa pace, chi non entra in questa speranza, chi non vuole aderire a questa fede, cioè fidarsi che questa parola e’ vera, chi non desidera entrare nella relazione della carità, cioè nella relazione che promuove, che sostiene, che guarda all’altro con fiducia, questi non sono figli della pace, vi scacceranno, ma voi non abbiate paura, però scuotete anche la loro polvere dai vostri piedi”, cioè prendete le distanze da queste logiche perverse, non ragionate come il mondo, tornando a casa non caricatevi dei giudizi banali di questa generazione che sembra sempre che ha ragione su tutto e poi si lascia abbindolare; sapete, si comporta come quel bue enorme con le corna e tanti muscoli a cui un ragazzino gli mette la cordicella all’anello che porta al naso e lo porta dove vuole, questo e’ questa generazione orgogliosa, non la devi odiare, piuttosto va’ volentieri verso questa generazione con questa speranza. Questi ritornano e dicono a Gesù: “Avevi ragione, noi siamo andati e abbiamo visto il demonio che si allontanava, con le nostre preghiere quelli si alzavano, quelli vedevano di nuovo”, Gesù gli dice una cosa che forse vi e’ passata un po’ … dice: “Vedevo satana cadere dal cielo come una folgore”, hai capito? “Vedevo”, quando lo vedevi? “Quando ero presso il Padre, vedevo che il giudizio c’era già stato, dunque siete tutti dentro la misericordia, non ve la dovete guadagnare andando …, siete tutti nella misericordia, solo rendetevene conto, io già lo vedevo satana che era sconfitto, tu lo vedi?”, se non lo vedi cerca di comprendere qual e’ il dono che Dio ti sta facendo in Cristo, allora saprai che nulla ti potrà condannare, lo dirà san Paolo: “Ne’ la tribolazione, ne’ la fame, ne’ la nudità”, nulla potrà metterti in soggezione davanti a questo dono di grazia che Dio si e’ premurato di fare solo per amore. Spero che queste parole le hai prese tutte e che ti accompagnino dove vai oggi, domani e per i giorni che vengono. Sia lodato Gesù Cristo.

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