Tutti i Santi

Anno Liturgico B
01 Novembre 2021

Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

 

LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,1-12)

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

PRIMA LETTURADal libro dell’Apocalisse (Ap 7,2-4.9-14)

Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio».
E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele.
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello».
E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen».
Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello».

Salmo 23.
Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore. R..

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito..R

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.R.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.R.

SECONDA LETTURA Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (1Gv 3,1-3).

Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

“Affrettiamoci verso i fratelli che ci aspettano”.
Dai «Discorsi» di san Bernardo, abate

A che serve dunque la nostra lode ai santi, a che il nostro tributo di gloria, a che questa stessa nostra solennità? Perché ad essi gli onori di questa stessa terra quando, secondo la promessa del Figlio, il Padre celeste li onora? A che dunque i nostri encomi per essi? I santi non hanno bisogno dei nostri onori e nulla viene a loro dal nostro culto. È chiaro che, quando ne veneriamo la memoria, facciamo i nostri interessi, non i loro.
Per parte mia devo confessare che, quando penso i ai santi, mi sento ardere da grandi desideri.
Il primo desiderio, che la memoria dei santi o suscita o stimola maggiormente in noi, è quello di godere della loro tanto dolce compagnia e di meritare di essere concittadini e familiari degli spiriti beati, di trovarci insieme all’assemblea dei patriarchi, alle schiere dei profeti, al senato degli apostoli, agli eserciti numerosi dei martiri, alla comunità dei confessori, ai cori delle vergini, di essere insomma riuniti e felici nella comunione di tutti i santi.
Ci attende la primitiva comunità dei cristiani, e noi ce ne disinteresseremo? I santi desiderano di averci con loro e noi ce ne mostreremo indifferenti? I giusti ci aspettano, e noi non ce ne prenderemo cura? No, fratelli, destiamoci dalla nostra deplorevole apatia. Risorgiamo con Cristo, ricerchiamo le cose di lassù, quelle gustiamo. Sentiamo il desiderio di coloro che ci desiderano, affrettiamoci verso coloro che ci aspettano, anticipiamo con i voti dell’anima la condizione di coloro che ci attendono. Non soltanto dobbiamo desiderare la compagnia dei santi, ma anche di possederne la felicità. Mentre dunque bramiamo di stare insieme a loro, stimoliamo nel nostro cuore l’aspirazione più intensa a condividerne la gloria. Questa bramosia non è certo disdicevole, perché una tale fame di gloria è tutt’altro che pericolosa.
Vi è un secondo desiderio che viene suscitato in noi dalla commemorazione dei santi, ed è quello che Cristo, nostra vita, si mostri anche a noi come a loro, e noi pure facciamo con lui la nostra apparizione nella gloria. Frattanto il nostro capo si presenta a noi non come è ora in cielo, ma nella forma che ha voluto assumere per noi qui in terra. Lo vediamo quindi non coronato di gloria, ma circondato dalle spine dei nostri peccati.
Si vergogni perciò ogni membro di far sfoggio di ricercatezza sotto un capo coronato di spine. Comprenda che le sue eleganze non gli fanno onore, ma lo espongono al ridicolo.
Giungerà il momento della venuta di Cristo, quando non si annunzierà più la sua morte. Allora sapremo che anche noi siamo morti e che la nostra vita è nascosta con lui in Dio.
Allora Cristo apparirà come capo glorioso e con lui brilleranno le membra glorificate. Allora trasformerà il nostro corpo umiliato, rendendolo simile alla gloria del capo, che è lui stesso.
Nutriamo dunque liberamente la brama della gloria. Ne abbiamo ogni diritto. Ma perché la speranza di una felicità così incomparabile abbia a diventare realtà, ci è necessario il soccorso dei santi. Sollecitiamolo premurosamente. Così, per loro intercessione, arriveremo là dove da soli non potremmo mai pensare di giungere.

Trascrizione dell’Omelia.

Questa immagine gloriosa che il Libro dell’Apocalisse ci ha presentato nella Prima Lettura in cui si vede un po’ la corte celeste, i vegliardi, i capi delle dodici tribù, i dodici apostoli, insomma questa corte celeste che esprime il compimento del piano di Dio nella vita eterna, ad un certo punto culmina questo brano che abbiamo ascoltato con una domanda che uno dei vegliardi pone al veggente e la domanda è, dopo aver visto questa gente, tutti con la palma in mano vestiti di bianco, il vegliardo domanda: “Quelli che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?” ed il veggente risponde: “Signore mio tu lo sai” e lui: “Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell’Agnello”, in molte occasioni noi abbiamo avuto la possibilità di illustrare che cosa vuol dire lavare le vesti nel sangue dell’Agnello e renderle candide, vuol dire, le vesti nell’Antico Testamento sono immagine dell’identità, dunque chi ha fatto passare la propria identità nelle logiche dell’Agnello, cioè nelle logiche della passione, morte, per la resurrezione, costui ha abitato in qualche modo il pensiero di Dio e dunque ha purificato il cuore: questo è il tratto di congiunzione con il Vangelo che stamattina abbiamo proclamato. Infatti ad un certo punto della sequenza di queste “Beatitudini” di Matteo, c’è quella che noi abbiamo ripetuto anche come versetto del Salmo: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”. Ora, questa beatitudine, anche se è posta verso la fine, è al centro di tutto questo discorso cosiddetto “della montagna”, che Gesù fa ai suoi discepoli. Noi saremmo portati a pensare che i poveri in spirito, gli afflitti, i miti, quelli che hanno fame e sete della giustizia, i misericordiosi, etc., siano categorie diverse, categorie diverse di persone che nell’esperienza della fede e di sequela di Cristo hanno sviluppato, quella, quella o quella virtù e si sono mossi in questo o quel modo, in realtà tutte le beatitudini fanno riferimento ad una sola categoria, alla categoria dei puri di cuore. E adesso cerchiamo di capire anche perché, così forse la santità che noi abbiamo messo nel paradiso più alto, forse comincia ad abbassarsi fino alla nostra portata e forse pure noi possiamo sperare di entrare in questa schiera di salvati. Chi sono i puri di cuore? I puri di cuore sono esattamente quelli che hanno reso la loro identità simile a quella del Figlio di Dio. Come hanno fatto? Ascoltando le parole di Cristo, comportandosi secondo gli insegnamenti di Cristo, chiedendo a Cristo quello Spirito che Egli ha promesso che avrebbe dato una volta che ci avrebbe lasciati dopo la resurrezione, dopo l’ascesa al cielo, lo dice il Vangelo di Giovanni al capitolo 16. Questo Spirito che Egli ci ha lasciato che cosa fa? Quando investe la nostra vita, non viene ad accarezzarci così con dolcezza, no, questo Spirito quando inabita la nostra vita comincia a dire le parole di Dio, comincia a dire le cose del cielo, a descrivere l’oggetto della nostra speranza che altro non è che la santificazione. E la santificazione non è un’opera ascetica, caro cristiano, la santificazione è un dono di Dio, gli orientali a buon diritto la chiamano “divinizzazione” e la divinizzazione non ce la possiamo dare noi, è Dio che ce la dona, è Dio che la opera questa divinizzazione, cioè la realizzazione della nostra vita che si lasci totalmente rivestire dalla santità di Cristo e possiamo tornare ad essere come eravamo pensati, cioè uguali a lui, lo dice Paolo: “Non siamo forse eredi di Dio e coeredi di Cristo?” e se siamo eredi di Dio e coeredi di Cristo che cosa erediteremo? Mezzo metro quadro di paradiso come pensi tu o qualche hanno di purgatorio con le indulgenze? Se noi ereditiamo da Dio, da Dio ereditiamo Dio, se noi ci avviciniamo alla mensa del Figlio di Dio, noi riceviamo Dio. E Dio che fa quando entra nella tua vita? Sta un po’, pochino, si scalda un po’ con la tua preghiera e poi se ne va? No ti dico, Egli infetta la tua vita totalmente e la riscatta dal peccato e dalla morte perché tu un giorno ti possa accorgere che quella visita che Egli ha fatto in te, è destinata ad aprirti la vita eterna già da ora, non domani, già da ora. Dunque quelli che hanno rivisto la propria esistenza secondo le logiche di Dio e si sono messi insieme a Cristo, hanno preso la propria croce e l’hanno seguito, non si sono mai scandalizzati, costoro sono diventati “poveri in spirito”, perché? Perché non hanno desiderato altro per sé, perché hanno camminato umilmente in silenzio cercando in ogni occasione dell’esistenza di intravvedere dove la luce dello Spirito li guidava. Qualche volta si sono trovati nell’afflizione, perché procedere così portando la propria croce in mezzo alle difficoltà, alle prove della vita, ci sono qua molti tra voi che hanno perso le persone care, che hanno sofferto, che sono state abbandonate, che si sono trovate sole, che hanno lottato contro la malattia o stanno lottando contro la malattia, dunque l’afflizione fa parte anche della nostra vita, ma chi percorre questa vita nella povertà di spirito, non si lamenta con Dio e va cercando questo dono dello Spirito. Dunque, siccome sono consolati, questi afflitti, diventano anche miti, non pretendono null’altro di quello che sanno che è buono, dirà san Paolo: “Quando sono venuto in mezzo a voi non ho preteso di sapere altro se non Gesù Cristo e costui crocifisso”, i miti sono quelli che non pretendono di sapere altro se non la logica di Gesù Cristo, della sua crocifissione e morte per la resurrezione. Dunque i miti erediteranno la terra, potranno vivere in mezzo agli uomini senza timore, questi sono gli stessi che hanno fame e sete della giustizia perché saranno saziati, dove la fame e sete della giustizia sono fame e sete della vita di Cristo e saranno saziati ogni giorno alla mensa di Cristo, quella della Parola e quella dell’Eucarestia. Saranno misericordiosi perché l’hanno ricevuta la misericordia, dunque sapranno anche restituirla agli altri. Saranno operatori di pace perché non pretendendo null’altro che avere Cristo presso di sé, non faranno guerra con nessuno e saranno chiamati figli di Dio, dice la parola, e fratelli tra loro e anche se fossero perseguitati a causa della giustizia, non quella di Dio ma quella degli uomini, a causa della fede in Cristo, essi già abiteranno il regno dei cieli, perché il regno dei cieli sta là, non dove due o tre persone fanno un girotondo, ma là dove due o tre persone sperano che Dio porti a compimento le promesse che ci ha fatto. Allora, se avete capito questo e questo lo dico a voi adesso perché anche Gesù lo dice a quelli che aveva davanti, dice allora: “Beati voi quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e mentendo diranno ogni sorta di male per causa mia” che vi è capitato per caso? Per caso vi è capitato che hanno parlato male di voi, che vi hanno giudicato, calunniato, messi alle strette? A me è capitato e capita. Che faremo allora? Ci rifaremo sul nostro nemico che ci accusa o diventati misericordiosi, miti, poveri di spirito, consolati da Dio e avendo ricevuto la sua misericordia, non ci studieremo a nostra volta di usare questa misericordia verso chi ci fa del male? Conclude Gesù dicendo: “Rallegratevi ed esultate perché grande è la vostra ricompensa nei cieli” e sai perché? Perché la ricompensa nei cieli, caro fratello, comincia ora, se te ne accorgi adesso sei già felice, se sei felice adesso per questo, lo sarai per la vita eterna, gli altri se ne accorgeranno e diranno: “Ma quale grande Dio è questo Dio fa grazia anche ai peccatori, che non ricusa nessuno, che tutti quanti riconcilia e mette in pace, questo Dio che promette la sua stessa vita e la dà volentieri”? E noi diremo: “E’ il nostro Dio, è il Signore, Amen, Alleluia, veramente Egli ci ha fatto del bene, veramente Egli ci ha salvato!”. Sia lodato Gesù Cristo.

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