Amerai il Signore tuo Dio. Amerai il prossimo tuo.(Messa del mattino e della sera)
MESSA DEL GIORNO – LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,28b-34)
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
PRIMA LETTURADal libro del Deuteronòmio (Dt 6,2-6)
Mosè parlò al popolo dicendo:
«Temi il Signore, tuo Dio, osservando per tutti i giorni della tua vita, tu, il tuo figlio e il figlio del tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi comandi che io ti do e così si prolunghino i tuoi giorni.
Ascolta, o Israele, e bada di metterli in pratica, perché tu sia felice e diventiate molto numerosi nella terra dove scorrono latte e miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto.
Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze.
Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore».
Parola di Dio.
Salmo 17 (18) .
Ti amo, Signore, mia forza. R..
Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore. R
Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.
Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici. R.
Viva il Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato. R.
SECONDA LETTURA Dalla lettera agli Ebrei (Eb 7,23-28)
Fratelli, [nella prima alleanza] in gran numero sono diventati sacerdoti, perché la morte impediva loro di durare a lungo. Cristo invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta. Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore.
Questo era il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli. Egli non ha bisogno, come i sommi sacerdoti, di offrire sacrifici ogni giorno, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo: lo ha fatto una volta per tutte, offrendo se stesso. La Legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza; ma la parola del giuramento, posteriore alla Legge, costituisce sacerdote il Figlio, reso perfetto per sempre.
Parola di Dio.
LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare
“Promuovere la pace”.
Dalla Costituzione pastorale «Gaudium et spes» del Concilio ecumenico Vaticano II sulla Chiesa nel mondo contemporaneo.
La pace non è semplicemente assenza di guerra, né si riduce solamente a rendere stabile l’equilibrio delle forze contrastanti e neppure nasce da un dominio dispotico, ma si definisce giustamente e propriamente «opera della giustizia» (Is 32,17). Essa è frutto dell’ordine impresso nella società umana dal suo fondatore. È un bene che deve essere attuato dagli uomini che anelano ad una giustizia sempre più perfetta.
Il bene comune del genere umano è regolato nella sua sostanza dalla legge eterna, ma, con il passare del tempo, è soggetto, per quanto riguarda le sue esigenze concrete, a continui cambiamenti. Perciò la pace non è mai acquisita una volta per tutte, ma la si deve costruire continuamente. E siccome per di più la volontà umana è labile e, oltre tutto, ferita dal peccato, l’acquisto della pace richiede il costante dominio delle passioni di ciascuno e la vigilanza della legittima autorità.
Tuttavia questo non basta ancora. Una pace così configurata non si può ottenere su questa terra se non viene assicurato il bene delle persone e se gli uomini non possono scambiarsi in tutta libertà e fiducia le ricchezze del loro animo e del loro ingegno. Per costruire la pace, poi, sono assolutamente necessarie la ferma volontà di rispettare gli altri uomini e gli altri popoli, l’impegno di ritener sacra la loro dignità e, infine, la pratica continua della fratellanza. Così la pace sarà frutto anche dell’amore, che va al di là di quanto la giustizia da sola può dare.
La pace terrena, poi, che nasce dall’amore del prossimo, è immagine ed effetto della pace di Cristo che promana da Dio Padre. Infatti lo stesso Figlio di Dio, fatto uomo, principe della pace, per mezzo della sua croce ha riconciliato tutti gli uomini con Dio e, ristabilendo l’unità di tutti in un solo popolo e in un solo corpo, ha distrutto nella sua carne l’odio (cfr. Ef 2,16; Col 1,20.22). Nella gloria della sua risurrezione ha diffuso nei cuori degli uomini lo Spirito di amore.
Perciò tutti i cristiani sono fortemente chiamati a vivere secondo la verità nella carità» (Ef 4,15) e a unirsi con gli uomini veramente amanti della pace per implorarla e tradurla in atto.
Mossi dal medesimo Spirito, non possiamo non lodare coloro che, rinunziando ad atti di violenza nel rivendicare i loro diritti, ricorrono a quei mezzi di difesa che sono del resto alla portata anche dei più deboli, purché questo si possa fare senza ledere i diritti e i doveri degli altri o della comunità.
Trascrizione dell’Omelia.
Ma perché Gesù dice che il regno non e’ lontano, per dire che e’ cosi prossimo, a quest’uomo, a questo scriba che gli ha risposto in quel modo? Prima gli aveva chiesto: “Secondo te qual e’ il comandamento più grande?” e Gesù elenca il comandamento fondamentale per Israele che consta di due parti, la prima che afferma che Dio e’ l’unico Signore, perché sia chiaro che non c’e’ idolatria; la seconda e’ che questo Signore bisogna amarlo con tutta la mente, con tutta l’anima e con tutte le forze. Tu sai cosa vuol dire? Beh, penso che un po’ nell’immaginario qualche cosa ti viene in mente, ma che cosa può aver voluto dire Dio e non parlo del Dio che parla a Mose’, che parla attraverso Mose’ al popolo sul monte Sinai donandogli la Torah, ma parlo del Dio che porta a compimento la storia, una storia che incontra ad un certo punto un momento definitivo con l’incarnazione del Verbo dove finalmente tutto quello che stava nella Legge diventa comprensibile a tutti e qua e’ il nodo di questa parola oggi. Vediamo un po’, abbiamo provato già ad accennare all’inizio chiedendo perdono al Signore, al Signore, al Padre, al Figlio e allo Spirito per cui abbiamo detto Kyrie, Christe, Kyrie, lo Spirito Santo, gli abbiamo chiesto alla Trinità Divina, che consideriamo un solo Signore, lo sapete, gli abbiamo chiesto di chinarsi sulle mancanze nostre, delle mancanze nostre di amore nei confronti del Padre, del Figlio e dello Spirito. Tu dirai: “Ma io quand’e’ che ho mancato di amore nei confronti del Padre, del Figlio o dello Spirito? Come faccio ad accorgermene?”, bene oggi puoi considerare un aspetto di questo amore che però parte da Dio non da te, così almeno forse ti aiuta in parte ad entrare in questo mistero. Perché? Perché dice: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore”, sai cosa vuol dire il cuore? Sai l’abbiamo detto tante volte, non e’ tutti i sentimenti del cuoricino, il cuore e’ il luogo dei pensieri, delle valutazioni e delle scelte. Ma il cuore di Dio non sarà la stessa cosa? Non sarà il luogo dove Dio pensa l’umanità, la conosce e la chiama all’esistenza per portarla alla salvezza? Dunque non e’ il luogo in cui Dio valuta la sua creazione e poi la conduce verso il compimento, che noi chiamiamo la salvezza? Dunque Dio ci ha amati con tutto il cuore, perché ci ha pensati, chiamati, salvati e ci ha glorificati, addirittura. Dunque di fronte a questo amore di Dio che ci ha amati scegliendoci, pensandoci, forse il nostro amore e’ mancante, ma attenzione, niente sensi di colpa perché se no poi viene qualcun altro e si porta via tutto. Poi dice ancora: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore e con tutta la tua anima” cioè con tutta la tua vita, non ci ha amati Dio forse con tutta la vita del Figlio? Non e’ la vita del Figlio che si e’ sacrificata per la nostra salvezza? Non abbiamo visto Lui morire, perdere la vita, sia nella notte della Pasqua quando ha detto: “Questo e’ il mio corpo e questo e’ il mio sangue” e poi finalmente quando il giorno successivo si e’ lasciato inchiodare sulla croce, non e’ quella vita che ci ha salvati? Allora anche davanti all’amore del Figlio attraverso la sua vita, la donazione totale di Se, anche noi potremmo sentirci mancanti, ma ancora aspettiamo a farci venire gli scrupoli su questo. E poi dice ancora: “Con tutta la tua forza”, ecco la Forza di Dio, quella energia di Dio, come dice quando guarisce l’emorroissa: “Ho sentito una forza uscire da me” una enérgeia tou Theoú dicono i Greci, una forza che e’ di Dio e che raggiunge gli uomini, non e’ forse lo Spirito Santo che dopo il sacrificio di Cristo, la sua ascensione al cielo, e’ venuto finalmente a ricostruire il tessuto della Legge non nella nostra mente, nelle nostre intenzioni, ma addirittura dentro di noi così che ti basta la coscienza per giudicare e valutare ciò che e’ buono, così che ti basta il tuo sentimento più interno, quello più vero per capire qual e’ l’amore di Dio? Chi te lo dava se lo Spirito Santo non fosse venuto fino a te? Tu con lo Spirito Santo agisci da Dio, non agisci da semplice uomo, tu con lo Spirito Santo puoi ambire alla vita eterna, che l’umanità da sola non ti lascerebbe neanche immaginare. Allora se questo e’ l’amore di Dio, questo triplice aspetto dell’amore di Dio, che trova nelle Persone Divine una realizzazione, una prospettiva buona per noi, allora tu puoi riformulare l’amore verso Dio a partire proprio da queste qualità. E, dicevamo prima, potevi sentirti in colpa perché non hai amato così, non l’hai amato così …. no, no, la colpa ci e’ stata tolta, vivi da persona perdonata non da persona che sta sempre così a battersi il petto, vivi da persona finalmente risorta, compiuta, perché questo lo Spirito Santo fa in noi, in questo modo opera in noi. E perché lo puoi dire questo? Perché tutto ciò che e’ di Dio ormai e’ tuo! Non ti nascondere dietro un dito, non dire che non te ne sei accorto, non dire che sarebbe troppo semplice o che i tuoi peccati sono troppo grandi, nulla ha impedito all’Amore di Dio di incarnare il suo Figlio in mezzo a noi, perché noi potessimo riconoscerci in Lui. E se questo diventa vero per la tua esperienza, per la tua vita, ti accorgerai che un giorno, guardando a Dio, troverai i tratti del tuo volto, perché i tratti del tuo volto Dio ha amato con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Ma non finisce qua questo insegnamento e meno male, perché forse ci troverebbe ancora con la scusa che dice: “Mah, non so e’ difficile, come si fa?”, non e’ difficile … tu dirai: “E’ più difficile ancora”, perché? Perché il secondo comandamento, importante quanto il primo, dice: “Amerai il prossimo tuo come te stesso”, hai mille scusanti, primo non sai chi e’ il prossimo; secondo, se il prossimo e’ proprio antipatico sei impossibilitato quindi lasci la delega a qualcun altro, insomma ne hai tante di cose per dire: “Il prossimo? Mamma mia ma come si fa? Poi amare, cioè dovrei avere un sentimento nei suoi confronti? Io ce l’ho, ma non e’ d’amore nei confronti di certi prossimi che mi ricordo benissimo!”. Guarda, pensavamo che se avessi amato il prossimo avresti amato Dio, no, e’ il contrario! Se ami Dio in quel modo e se ti sai amato di Dio in quel modo, come abbiamo detto, allora riconoscerai il prossimo e saprai pure come amarlo! Cosa fa Dio quando ti ama con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze? Ti riconosce come capace della dignità che Egli vuole donarti. Come amerai il tuo prossimo? Riconoscendo la sua dignità. E da dove viene la sua dignità, dalle sue opere? No, le sue opere sono mancanti, tutte, come le tue! La sua dignità viene dal fatto che il sangue di Cristo ha salvato pure lui. E se ha salvato pure lui, non mettere scuse, ci sarà pure un motivo per cui Dio ha scelto il tuo prossimo mentre sceglieva anche te. E se lui e’ occasione della tua salvezza, fa che tu sia occasione della sua. E’ un progetto amici mie, capite? Non e’ una legge che ti deve per forza mettere seduto per terra con paura. E’ un progetto, una proposta, una proposta perché tu la capisca, perché tu la conosca e perché tu la attui. E dice Giacomo nella sua Lettera, che chi fissa lo sguardo sulla legge perfetta e non se ne dimentica, come uno smemorato, costui troverà pure la sua felicità nel praticarla, ebbene se tu entri in questa logica, troverai anche tu la felicità nel praticare l’amore al prossimo e accorgerti che mentre lo ami stai amando Dio. Sia lodato Gesù Cristo.
Messa della sera
Trascrizione dell’Omelia.
Magari non ci hai fatto caso, però la prima cosa che ti converrebbe sapere di questa questione tra lo scriba e Gesù, e’ che si sta trattando di una semplice disputa talmudica come si fa in Israele presso gli Ebrei, non e’ una domanda per metterlo alla prova come accadrà invece in altri episodi con i farisei, i sadducei, circa altre tematiche importanti e delicate per quell’epoca. No, infatti se avete notato, lo scriba fa la domanda a Gesù, Gesù da’ la risposta, lo scriba aggiunge qualche cosa e Gesù dice: “Hai risposto bene”, ma era lui che doveva rispondere, e com’e’ allora? Allora guarda bene … Innanzitutto la tematica e’ qual e’ il comandamento più importante ed hai notato subito che Gesù dopo averlo detto ne aggiunge subito un altro, che e’ presente nella Legge di Israele, nella Torah, ma che però Gesù ha inteso apporre al primo che era quello che si voleva far rispondere. Da dove viene il primo? “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze”, viene dal Deuteronomio, la Prima Lettura di questa sera, Deuteronomio capitolo 6: “Ascolta Israele …”, e’ così importante questo comandamento che tutto Israele, due volte al giorno, sicuramente lo recita. Noi ce lo abbiamo, per esempio, nella Compieta del Sabato sera, chi fa la Compieta trova questa lettura qua. Comunque e’ importante questo comandamento, perché? Perché indica due elementi fondamentali: il primo e’ che Dio e’ unico e il secondo che bisogna amarlo con tutta il cuore, l’anima e le forze. Tu naturalmente sai cosa vuol dire, no? Cosa vuol dire amarlo con tutta l’anima, con tutto il cuore e con tutte le forze, lo sai? Secondo me no, sai perché? Perché ti manca di sapere bene cosa sarebbe questo amore, perché avendolo scambiato in tutta la nostra letteratura, anche quella delle canzoni, etc., etc., come un sentimento del cuore, un’emozione, eh, il sentimento non si comanda, no? O ce l’hai o non ce l’hai. E come si fa allora ad amare Dio se questo sentimento non ce l’hai? Tu dici: “Va beh, ma e’ naturale che ce l’ho!”, e’ vero, hai risposto bene, e’ naturale che ce l’hai, però vediamo se e’ proprio così che stanno le cose. Beh, io direi che se Dio che vuole farsi conoscere attraverso la Scrittura al suo popolo e poi da lì fino a noi, se Lui ci ha detto: “Amerai” con questo imperativo futuro come a dire: “Lo farai questo, lo farai, te lo dico io che lo farai!”, e’ perché ci sta facendo entrare nella confidenza con Lui, con la sua Unicità, con la sua Persona. Infatti dice: “Lo amerai con tutto il cuore”, il cuore e’ il luogo dei pensieri, delle valutazioni e delle decisioni, dimmi, non e’ il cuore del Padre Creatore che pensa all’umanità, che decide di chiamarla all’esistenza e la crea? Non e’ Lui che ci ha amati con il cuore perché ha previsto il nostro ingresso nella storia e ci ha chiamati in questa storia, lo dice san Paolo nella Lettera ai Romani al capitolo 8? Allora sta dicendo Dio: “Io vi ho amati con tutto il cuore perché vi ho pensati, vi ho scelti, vi ho chiamati” etc. . Poi: “Con tutta l’anima”, cioè con tutta la vita, questo vuol dire l’anima, soprattutto in quella antropologia, con tutta la vita. Perché il Figlio di Dio non ci ha forse amati dando la sua vita per noi? Da là abbiamo saputo che ci amava, quando ha permesso che fosse ucciso Lui al posto nostro, aprendoci il varco della vita eterna sconfiggendo la morte. Dunque il Padre ci ha amati con tutto il cuore, con tutta la sua decisione, il Figlio ci ha amati con tutta la sua vita. E dimmi ancora, non e’ forse lo Spirito Santo che ci ha amati con tutta la sua forza? Si Lui, la forza di Dio, la potenza di Dio, e’ chiamato enérgeia tou Theoú in greco, per dire l’energia di Dio, cioè il volere di Dio stare in mezzo a noi, con noi, la possibilità di Cristo di rimanere sempre nella nostra memoria, nelle nostre azioni, insomma vicino a noi, prossimo a noi. Allora e’ la Trinità che ci ha amato con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Ebbene, diremmo, se tu hai capito che questo e’ come Dio ti ha amato, e’ naturale che tu lo riami con tutta la tua decisione, con tutta la tua vita e con tutte le tue energie di qualsiasi tipo. E tu dici: “Mamma mia, a capire l’ho capito, ma poi come si fa questa cosa qua? Perché io mica mi sono mai ingegnato a cercare di riamare Dio, manco sapevo che mi amava così”, allora Gesù offre una chiave, una chiave interpretativa, che e’ alla tua portata, ma stavolta sta attento però, perché se dici un’altra volta che e’ difficile, dimmi, che cosa dovrà dire Dio per aiutarti? Mette davanti ai tuoi occhi una realtà possibile e sono d’accordo con te, non e’ proprio facile facile ma niente e’ facile, a tre anni e’ facile allacciarsi le scarpe? No, vuoi dirmi che e’ difficile? Nemmeno, bisogna sapere, crescere. E qual e’ la possibilità che Dio ha messo nelle nostre mani? Semplice: “Amerai il prossimo tuo come te stesso”, “Ma qual e’ il mio prossimo e come si fa ad amarlo? Perché mica e’ tanto amabile”, ma perché sei rimasto ancora all’idea che l’amore e’ un sentimento e devi provare un sentimento verso tua cognata che la detesti? No, amore e’ dedizione, amore e’ pazienza, leggete la Lettera ai Corinzi sull’Inno alla Carità, amore e’ possibilità di veder crescere, sai un bambino tu lo puoi amare perché e’ piccolo, perché e’ indifeso, come ti pare, ma continuerai ad amarlo facendolo crescere, ma farai in modo che questo amore sia per lui nutrimento, un’educazione, un passaggio di cose buone, ti aspetterai che poi queste cose seminate in lui poi portino frutto al tempo opportuno, insomma l’amore e’ vederlo crescere, sposarsi e magari fare figli, non e’ più il sentimento di quando gli facevi le carezze appena nato, e’ un amore che cresce, e’ una volontà che cresce. Beh, dimmi, ce la fai ad avere questa volontà che cresce nei confronti del tuo nemico, del tuo prossimo che spesso e’ il tuo nemico? Non aver paura, non ti preoccupare, perché se Dio ha legato la Relazione Trinitaria a questo amore al prossimo, Lui dispone le cose perché tu le possa vivere e praticare anche se ti sembrano così difficili anche solo da pensare. Insomma, se tu avessi compreso qua Gesù ti direbbe: “Non sei lontano dal regno di Dio” che vuol dire tradotto in italiano corrente: “Il regno di Dio, cioè la presenza del pensiero di Dio in mezzo a noi, ce l’hai già in qualche modo come caparra dentro, perché hai capito come funziona e soprattutto perché capendolo hai desiderato poterlo mettere in pratica”. Anche se per adesso hai qualche difficoltà, lascia a Dio la sua potestà, lascia al Cristo esercitare la sua fedeltà, lascia allo Spirito Santo di ricordarti la vita divina e di metterti il gusto di poterla realizzare. Sia lodato Gesù Cristo.