Omelie

Al Santuario della Vergine della Rivelazione

Dio ha mandato il Figlio suo perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

Di notte, Nicodemo incontra Gesù per un lungo colloquio. L'anziano dottore della legge chiede al giovane rabbì di Nazareth le domande che contano: è possibile per l'uomo l'autentica libertà? Può diventare una persona diversa? L'esperienza e la cultura dicono a Nicodemo che l'uomo non può rinascere; ogni suo sforzo è destinato al fallimento. Gesù invece annunzia al rabbino dalle molte conoscenze che l'unica cosa che importa, "rinascere", è resa possibile da Dio col dono della croce e la forza dello Spirito.
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11
Giugno 2017

Come il Padre ha mandato me anch’io mando voi.

Forte è il riferimento alla roccia dell'Oreb, essa stessa immagine di Dio, Roccia d'Israele, sorgente di tutto il bene per il popolo dell'esodo; l'acqua che scaturisce a fianco del Tempio dalla sorgente di Siloe ha lo stesso significato, perché il Tempio è come la roccia dell'Oreb. Nelle parole di Gesù c'è l'anticipo dello squarcio nel costato, da cui sgorgherà "sangue ed acqua". Ad aprire la sorgente sul monte fu la verga di Mosè; sul calvario fu la lancia del soldato. Nel tempo della Chiesa è la fede in Gesù a spalancare le porte del cenacolo sull'effusione dello Spirito Santo con i suoi sette doni.
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04
Giugno 2017

A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra.

Per l'ultimo appuntamento Gesù ha scelto di nuovo un monte, in Galilea: il monte è sempre stato il luogo privilegiato della manifestazione di Dio e la Galilea ha sempre indicato uno spazio di confine, di frontiera, di apertura. Monte e Galilea simboleggiano, insieme, l'incontro tra il cielo e la terra e l'apertura alla missione universale dei discepoli che sono inviati da Gesù a convocare la Chiesa per riunirla dai quattro punti cardinali del mondo. Nessuno è escluso dalla famiglia dei figli di Dio. Ma occorre che il nome del Padre dei cieli sia santificato su tutta la terra.
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28
Maggio 2017

Pregherò il Padre e vi darà un altro Paràclito.

Siamo alla vigilia dell'Ascensione e della Pentecoste. Gli apostoli, dopo la Pasqua, sanno che non possono più vivere senza di Lui; non sempre lo hanno capito, ma sempre hanno sentito di appartenergli. Ora, nella stanza del cenacolo, sentono parole di addio e avvertono il cambiamento: "Orfani", "abbandonati", "non mi vedrete più". Viene loro chiesto di aver fiducia - fede - in Gesù che non vuole una separazione, ma una vicinanza più grande. Lo Spirito Santo più che "vicini" ci fa intimi di Dio stesso. Avvolti dall'amore del Padre che si è pienamente manifestato nel Figlio eterno, viviamo dello stesso spirito di unità e di comunione. Il teologo russo Sergej Bulgakov, nell'opera Il Paraclito, scrive: "L'ultimo discorso terreno di Cristo espone il mistero trinitario e glorifica la santissima Trinità: è la meraviglia delle meraviglie, il vangelo dei vangeli, la parola più dolce di Gesù dolcissimo".
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21
Maggio 2017

Io sono la via, la verità e la vita.

Sono le parole di Gesù per il suo discorso d'addio. Alcuni fatti dolorosi stanno per accadere: sta per lasciarli, Giuda prepara la sua cattura, si preannuncia il rinnegamento di Pietro. Le ultime parole riassumono tutto il mistero. Se ascoltiamo veramente, sentiremo parole di consolazione: "Non sia turbato il vostro cuore"; di speranza: "Nella casa del Padre mio vi sono molti posti"; parole di signoria: "Io sono la via, la verità e la vita"; parole di vocazione esigente: "Chi crede in me compirà le opere che io compio". Per accogliere queste parole occorre la fede: "Abbiate fede in Dio e in me". Con la fede, le situazioni di turbamento, ma anche quelle di rinnegamento e di tradimento, si capovolgono.
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14
Maggio 2017

Io sono la porta delle pecore

Il pastore buono è quello vero ed entra dalla porta. Immagine semplicissima per dire che rapporto corre tra il Figlio e il Padre e che il Vangelo di Giovanni descrive: il Figlio è mandato dal Padre, non dice e non fa nulla se non ciò che sente e vede dal Padre, è rivolto verso di lui, vive per lui, è amato da lui; non prende nulla da sé, ma riceve tutto dal Padre. Allora questa porta che immette nel recinto delle pecore è l'obbedienza del Figlio al Padre per portarne a termine la volontà fino alla croce. Nei sinottici il pastore riporta all'ovile la pecora perduta; qui invece porta fuori le pecore dal recinto, quasi come se le liberasse. Il termine "recinto" nelle Scritture indica il cortile del Tempio di Gerusalemme. Sembra di capire che è finito il tempo di stare in quel "recinto" e inizia il grande viaggio dietro al Pastore, verso la Casa del Padre.
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07
Maggio 2017

Lo riconobbero nello spezzare il pane.

Alla fine conta che il Signore resti con noi, come hanno chiesto i due di Emmaus, perché si fa sera e scende su noi il timore. In mezzo al dialogo concitato dei due, entra l'ospite inatteso, Gesù. Prima non lo si riconosce; dopo è lui che spiega e dice che siamo tardi a capire. Il loro è un racconto triste della storia di Gesù; parlano solo di una tomba vuota come hanno loro detto le donne. Eppure il Signore cammina con loro, come fu con Mosè nell'Esodo. Anche allora, tante volte, camminavano insieme e Dio non fu riconosciuto dal suo popolo. Anche la direzione del viaggio è opposta: Gesù andava verso Gerusalemme, i due se ne allontanano delusi e senza speranza. Solo quando lo riconoscono, cambiano direzione di viaggio, senso della vita. Ed è proprio il forestiero in Gerusalemme a illuminare la strada e a scaldare i cuori.
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30
Aprile 2017

Festa della Divina Misericordia

Un tempo e un luogo precisi. È il giorno della risurrezione, tempo nuovo della creazione e della storia. Davanti a questo mai visto, la condizione povera dei discepoli rifugiati in un luogo chiuso, perché impauriti dai giudei, quella parte di Israele che Lo ha rifiutato e consegnato alla morte. Nulla può impedire al risorto di essere presente in mezzo a loro e dentro la storia con la sua Pace. Perché c'è Lui, c'è pace. Gesù mostra le ferite e i suoi passano dalla paura alla gioia. Nella gioia di vederlo vivo i discepoli ricevono da Gesù il compito non di giudicare, ma di salvare, di rimettere i peccati. La missione di quelli di Cristo è rendere presente Cristo, presenza dell'amore del Padre. Dopo Pasqua, l'amore del Padre è dato nella forma e nella forza dello Spirito, il soffio di Dio. Questo è il dono del risorto che "soffiò e disse loro: Ricevete lo Spirito Santo". Lo spirito somiglia al soffio di Dio nelle narici di Adamo che divenne vivente. Pasqua è la vita che vince sulla morte e porta la vita ai figli di Dio. Tommaso, che "non era con loro quando venne Gesù" rappresenta le generazioni dei cristiani che crederanno ai segni della Risurrezione e della presenza di Gesù, grazie alla testimonianza dei discepoli. La nuova presenza di Gesù, otto giorni dopo, appare dedicata proprio a Tommaso e alla sua bella professione di fede: "Mio Signore e mio Dio!". La parola "Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto", mette in rapporto la fede al vedere e al toccare.
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23
Aprile 2017
La preghiera di Gesù // Musica Sacra
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  1. La preghiera di Gesù // Musica Sacra
  2. Isusova Molitva // Musica Sacra
  3. Preghiera di Gesù // Musica Sacra
  4. Agni Parthene // Musica Sacra
  5. Te Deum // Musica Sacra