Tutti i Santi

01 Novembre 2023

Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

 

MESSA DEL GIORNO – LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,1-12a)

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

PRIMA LETTURADal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo(Ap 7,2-4.9-14)

Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio».
E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele.
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello».
E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen».
Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello».
Parola di Dio

Salmo 23(24) (80).
Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore. R..

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito. R

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli. R.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. strong>R.

SECONDA LETTURA: Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (1Gv 3,1-3) .

Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.

Parola di Dio

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

“Affrettiamoci verso i fratelli che ci aspettano”.
Dai «Discorsi» di san Bernardo, abate

A che serve dunque la nostra lode ai santi, a che il nostro tributo di gloria, a che questa stessa nostra solennità? Perché ad essi gli onori di questa stessa terra quando, secondo la promessa del Figlio, il Padre celeste li onora? A che dunque i nostri encomi per essi? I santi non hanno bisogno dei nostri onori e nulla viene a loro dal nostro culto. È chiaro che, quando ne veneriamo la memoria, facciamo i nostri interessi, non i loro. Per parte mia devo confessare che, quando penso ai santi, mi sento ardere da grandi desideri. Il primo desiderio, che la memoria dei santi suscita o stimola maggiormente in noi, è quello di godere della loro tanto dolce compagnia e di meritare di essere concittadini e familiari degli spiriti beati, di trovarci insieme all’assemblea dei patriarchi, alle schiere dei profeti, al senato degli apostoli, agli eserciti numerosi dei martiri, alla comunità dei confessori, ai cori delle vergini, di essere insomma riuniti e felici nella comunione di tutti i santi.
Ci attende la primitiva comunità dei cristiani, e noi ce ne disinteresseremo? I santi desiderano di averci con loro e noi ce ne mostreremo indifferenti? I giusti ci aspettano, e noi non ce ne prenderemo cura? No, fratelli, destiamoci dalla nostra deplorevole apatia. Risorgiamo con Cristo, ricerchiamo le cose di lassù, quelle gustiamo. Sentiamo il desiderio di coloro che ci desiderano, affrettiamoci verso coloro che ci aspettano, anticipiamo con i voti dell’anima la condizione di coloro che ci attendono. Non soltanto dobbiamo desiderare la compagnia dei santi, ma anche di possederne la felicità. Mentre dunque bramiamo di stare insieme a loro, stimoliamo nel nostro cuore l’aspirazione più intensa a condividerne la gloria. Questa bramosia non è certo disdicevole, perché una tale fame di gloria è tutt’altro che pericolosa.
Vi è un secondo desiderio che viene suscitato in noi dalla commemorazione dei santi, ed è quello che Cristo, nostra vita, si mostri anche a noi come a loro, e noi pure facciamo con lui la nostra apparizione nella gloria. Frattanto il nostro capo si presenta a noi non come è ora in cielo, ma nella forma che ha voluto assumere per noi qui in terra. Lo vediamo quindi non coronato di gloria, ma circondato dalle spine dei nostri peccati. Si vergogni perciò ogni membro di far sfoggio di ricercatezze sotto un capo coronato di spine. Comprenda che le sue eleganze non gli fanno onore, ma lo espongono al ridicolo. Giungerà il momento della venuta di Cristo, quando non si annunzierà più la sua morte. Allora sapremo che anche noi siamo morti e che la nostra vita è nascosta con lui in Dio. Allora Cristo apparirà come capo glorioso e con lui brilleranno le membra glorificate. Allora trasformerà il nostro corpo umiliato, rendendolo simile alla gloria del capo, che è lui stesso. Nutriamo dunque liberamente la brama della gloria. Ne abbiamo ogni diritto. Ma perché la speranza di una felicità così incomparabile abbia a diventare realtà, ci è necessario il soccorso dei santi. Sollecitiamolo premurosamente. Così, per loro intercessione, arriveremo là dove da soli non potremmo mai pensare di giungere.

Trascrizione dell’Omelia.

Le Beatitudini ci ricordano, almeno così in prima istanza, una modalità con la quale noi abbiamo guardato sempre alla realtà dei santi, cioè come ad una dimensione troppo alta che bisogna imitare, che bisogna emulare ..beh non ce ne sentiamo capaci. Per adesso questa dimensione delle Beatitudini lasciamola da parte ed entriamo per un’altra porta, quella che ti è più vicina, che ti è più facile da varcare e lo facciamo attraverso una chiave che è nella Seconda Lettura che abbiamo ascoltato dalla Prima Lettera di san Giovanni Apostolo. Ora cerchiamo di situarci dentro questi sentimenti della Lettera, guardate come, dice Giovanni a questa gente: “Carissimi, avete capito quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio e lo siamo realmente?” allora noi siamo battezzati, abbiamo aderito ad un invito del Signore, abbiamo aderito anche oggi ad accostarci a questo mistero dell’Eucarestia nella contemplazione dei santi, noi sappiamo di essere figli di Dio. Guarda che la prima cosa di cui dovresti forse chiedere perdono a Dio all’inizio della Messa, è se hai capito che sei figlio di Dio o no, un figlio si comporta da figlio, se ancora si comporta da schiavo, da servo, da intimorito con la soggezione nei confronti di Dio o con la supponenza, non è figlio, un figlio ha dimestichezza con le cose del Padre, un figlio entra ed esce da casa senza nessuna paura. E tu, entri ed esci nella casa di Dio, non nella chiesa ma nella grazia di Dio, senza paura di esserne indegno, di dover fare chissà che cosa per meritarlo, insomma hai questa dimestichezza filiale con Dio? Dice ancora Giovanni: “Noi siamo figli ma il mondo ancora non l’ha capito, perché non ci conosce, perché non ha conosciuto Dio”, il mondo ci guarda e dice: “Questi sono poveracci, dispersi, dicono di credere a qualcuno, a qualcosa, ma poi si comportano in modo diverso, neanche loro sono sicuri della loro identità, hanno bisogno sempre di orpelli per dire che sono cristiani o che si comportano da cristiani, ma quelle due cosette che gli servirebbero per dimostrarlo, quelle non riescono a viverle .. per esempio amare il prossimo”. Allora dice ancora Giovanni: “Se l’avete capito carissimi, noi siamo figli di Dio fin d’ora, tuttavia non c’è stato ancora rivelato come saremo” è vero, infatti tu della morte hai paura e parli del mondo di Dio come dell’al di là, per dire che l’al di qua è in un modo e l’al di là è in un altro, come si fa ad entrare da una parte all’altra boh ..forse per pressione osmotica no? Non si sa, abbiamo difficoltà ad immaginarcelo, è un sogno la realtà di Dio per noi. “Tuttavia sappiamo che quando egli si sarà manifestato noi saremo simili a lui perché lo vedremo così come Egli è, chi ha questa speranza” dice Giovanni: “purifica se stesso”, ora guarda dove stiamo noi, hai un criterio, mezzo criterio, per valutare il tempo che stiamo vivendo? Non hai paura? Forse dovresti averne, qualcuno ha minacciato di venire abussare un giorno o l’altro alle porte dell’occidente per dire: “Ora basta!” e tu non stai forse in occidente? Non hai fatto finta di niente finora sulle cose che usi, sulle comodità che hai? Qualche senso di colpa, con un po’ di elemosina te la sei cavata, ma che coscienza hai del tempo che viene? Sapete, noi stiamo festeggiando i santi oggi per un motivo, li stiamo festeggiando perché siamo arrivati quasi alla fine dell’anno liturgico, allora la chiesa direbbe a tutti i suoi figli: “Fermatevi un attimo, vi siete preparati per l’incarnazione del Verbo? Lo avete celebrato quando è venuto in mezzo a noi, è diventato carne e lo abbiamo riconosciuto nel volto di un uomo? Lo avete seguito nella sua predicazione, siete entrati con lui nel mistero della passione? Avete compreso che cosa vuol dire scendere agli inferi? Avete vissuto la Pasqua con una reale resurrezione? E ditemi ancora, nei misteri della vita di Cristo, della chiesa, della Vergine Maria e tutte le altre solennità, siete cresciuti nello Spirito Santo? Perché se siete cresciuti, oggi è la vostra festa, oggi le Letture che ascoltate, la realtà che celebrate, è specchio della vostra vocazione, cioè la vita eterna”. Guarda, quella vita eterna che non te la viene a raccontare nessuno ma il tuo desiderio ha evocato, il tuo desiderio più intimo ti ha detto: “Tu sei desideroso di vivere sempre”, tu hai capito che questa vita che vivi in questo momento non è sufficiente, la tua voglia di essere di più ti trascende molte volte e anche l’amore che cerchi di provare per qualcuno, di ricevere da qualcuno, è sempre di più di quello che riesci a sperimentare. Questo desiderio di vita eterna che supera la tua solitudine, che colma le tue paure e che ti apre la finestra su un mondo che non conosci, perché ancora non si è rivelato, ma ne senti la presenza, questo è l’epilogo di questo anno liturgico e ti fa avvicinare alla fine di quest’anno a Cristo Re, potendo celebrare l’unico che ha autorità sulla tua vita e cioè il Figlio di Dio nella manifestazione dello Spirito. Per questo puoi entrare in quella liturgia di cui parlava l’Apocalisse, forse non ci avete fatto caso perché quando si è parlato dei centoquarantaquattromila vestiti di bianco, che non erano loro poi vediamo, tu hai detto: “Mamma mia che processione meravigliosa, ma chi sono, da dove vengono e soprattutto dove vanno?!”, no, Giovanni, l’autore di questo Libro, l’Apocalisse, la Rivelazione, dice che ha visto salire dall’oriente un altro angelo con il sigillo del Dio vivente, non sappiamo ancora qual è, questo grida a gran voce agli altri angeli ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare, capisci? Era stato concesso agli angeli e non agli uomini, di devastare la terra e il mare e gli angeli non la devastano con le armi nucleari, ma compiono il giudizio di Dio. Dunque con questa prospettiva del giudizio su tutta la storia, questo angelo ferma tutti e dice: “Non devastate la terra e il mare né le piante, finché non avremo messo questo sigillo” e allora si espone qual è questo sigillo, vediamo se questo ti fa riconoscere nella schiera degli eletti o no, e se non ti fa riconoscere purifica la tua vita secondo la Legge di Dio. Allora dice: “Ho sentito il numero di quelli che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila” che vuol dire: “Tantissimi”, che vuol dire: “Tutti”, “Provenienti da ogni tribù dei figli di Israele” cioè da tutte le parti, “E dopo di loro una moltitudine immensa ancora di più, che si avvicinava con le vesti candide e con la palma nelle mani, la palma della testimonianza”. Allora uno della corte di questa liturgia, uno dei vegliardi che presiedeva questa liturgia, guarda a questo veggente e gli dice: “Hai capito chi sono?”, adesso quel vegliardo, che nell’autorità della chiesa ti guarda, ti dice: “Hai capito chi sono questi?”, non dire: “Sono i santi, sono i santi!”, fai come ha detto il veggente: “Non lo so, tu lo sai, chi sono?”, “Sono quelli che hanno lavato le loro vesti nel sangue dell’Agnello” sonno quelli che la loro identità non l’hanno equiparata a modelli idioti, non l’hanno messa insieme alle cose di questo mondo, non si sono vestiti di tristezza o di rabbia o di altri sentimenti inadeguati, ma hanno cominciato a pensare secondo il modo di pensare di Cristo. E qual è il modo di pensare del Cristo? “Sia fatta la tua volontà, tutto quello che vuoi per me: ecco io sono venuto nel mondo per fare la volontà del Padre mio”, hanno fatto nella loro vita quello che ha fatto il Cristo, hanno incontrato gli ultimi, hanno rialzato i morti, hanno detto a tutte le anime che giacevano ormai schiacciate dai peccati della loro storia: “Talità cum, anima io ti dico: “Alzati, risvegliati!”, non hanno mormorato, non hanno giudicato, non hanno fatto guerra, non hanno proclamato i giorni della rabbia, non hanno ucciso, non hanno fatto nulla che l’istinto umano gli aveva suggerito di fare, perché hanno posto la loro ragionevolezza, il loro cuore, i loro pensieri, ai pensieri di Dio, quelli che hanno capito non da chissà quale corso di teologia, ma che hanno compreso dalla prossimità di Cristo nella loro vita, cioè la presenza dello Spirito Santo, quella che senti anche tu, quella che percepisci anche tu. Allora, dopo aver capito questo, nella paura attuale che tutti quanti noi stiamo un po’ temendo delle cose che accadono, avendo guardato a questa speranza che ormai prende corpo davanti ai nostri occhi e si mostra come una realtà credibile e desiderabile così che anche noi vogliamo essere come costoro, allora Gesù ci viene incontro e dice a noi, a te, dice: “Beato tu quando sei povero in spirito, beato tu quando ti sei accorto che eri nel pianto, sarai consolato, vedrai il regno dei cieli; beato se sei mite, perché erediterai la terra; beato te per tutte le volte persino che ti percepisci perseguitato per causa mia” dice Gesù, dunque con queste Beatitudini Gesù ti dice: “Primo non avere paura, secondo cambia il tuo modo di vivere, non giudicare più, non mormorare più, non pensare più male”, “Ma non è possibile!”, certo che è possibile perché la Beatitudine ti è stata già data, ti ricordi? All’inizio abbiamo detto: “Noi siamo già figli di Dio” e allora renditene conto, accorgiti di questa grazia e una volta tanto assecondala, vivi secondo questo dono e non rimarrai solo e non rimarrai deluso, nessuna cosa più ti confonderà: questo i santi oggi ci raccontano. Sia lodato Gesù Cristo.

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