Tutti i Santi

Anno Liturgico A
01 Novembre 2020

Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.(Messa del mattino e della sera)

 

LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,1-12)

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

PRIMA LETTURA Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo (Ap 7,2-4.9-14)

Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio».
E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele.
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello».
E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen».
Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello».

Salmo 23.
Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore. R..

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito. R.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.R.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. R.

SECONDA LETTURA Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (1Gv 3,1-3).

Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.

LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare

“Rallegrati, assemblea di Dio!”.
San Teodoro Studita (759-826)
monaco a Costantinopoli

Rallegratevi nel Signore, sempre, figli amatissimi. Rallegratevi, vi supplico, cittadini dei cieli, ma in esilio sulla terra, abitanti della Gerusalemme celeste, ma esuli quaggiù, eredi del regno dei cieli, ma diseredati che non hanno parte ai piaceri terreni! Rallegratevi, viandanti pieni d’ardore, di subire esilio e maltrattamenti in terra straniera in nome del comando di Dio! Rallegratevi voi, gli ultimi nel mondo, ma signori di beni che superano la nostra intelligenza !
Rallegratevi, nobile compagnia, riunita per Dio, assemblea unita di anima e di cuore, animata da amore filiale e fraterno, copia sulla terra dello stuolo degli angeli! (…) Rallegratevi, operai di Dio, e uomini apostolici. Rallegratevi, voi che gioite gli uni degli altri, fate vostra la buona reputazione di vostro fratello, voi in cui non c’è gelosia, rivalità, invidia, ma piuttosto pace, carità e vita in comune; in verità non dico che non siamo attaccati – infatti, chi è coronato se non colui che lotta e combatte, e che resta ferito da chi lo assale? -, ma dico che non ci lasciamo abbattere dalle insidie di Satana.
Sì, figli miei riuniti da Dio, nutritevi del cibo dello Spirito e bevete l’acqua data dal Signore; chiunque possiederà questa acqua, non avrà più sete, in lui quest’acqua sarà fonte d’acqua zampillante in vita eterna. Ancora un poco e avremo vinto. E saremo beati, anche i luoghi si diranno beati, i parenti e la patrie che vi avranno portati.

Trascrizione dell’Omelia.

“Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”, questa è la chiave di lettura di tutta questa solennità che noi celebriamo oggi, sarebbe la chiave per entrare in questa beatitudine, come ha recitato il Vangelo di Matteo, ma è anche la difficoltà per noi di capire poi operativamente cosa voglia dire. Diceva la Seconda Lettura tratta dalla Prima Lettera dell’Apostolo Giovanni, diceva: “Sappiamo che quando egli si sarà manifestato noi saremo simili a lui perché lo vedremo come egli è , chiunque ha questa speranza in lui purifica se stesse come egli è puro”, adesso sarebbe opportuno porre un quesito, anche se ne supponiamo la risposta, ma tu lo sai cosa vuol dire, te l’immagini che cosa potresti fare per essere puro come è puro lui, cioè il Figlio di Dio? La prima cosa che ti viene in mente è che tu non sarai mai puro come lui, credo no? Questo è il motivo che ci fa ritenere che tu la purezza del Figlio di Dio non la conosci; ma come è possibile che uno che è Dio, che è la prima parola che il Dio creatore ha pronunciato, il Verbo di Dio, quello di cui Giovanni dice: “In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio”, come è possibile che questo Verbo prende la natura umana, ti immagini che discesa che fa per assumere la natura umana? La natura umana significa quella che tu conosci bene, della pesantezza del corpo, della pesantezza delle passioni, tutto quello che ti riguarda, la pesantezza dei giorni, per carità anche delle cose belle, la fragilità, il dolore, la sofferenza che lui non ha ricusato peraltro. Uno potrebbe dire: “Siccome è il Figlio di Dio allora lui non ha vissuto quello che abbiamo vissuto noi”, no, ha vissuto qualcosa che infinitamente più grande di quello che vivi tu, perché il dolore del Figlio di Dio che muore innocente tu non te lo immagini nemmeno, dillo, ammettilo una volta almeno, che se uno ti pesta un piede tu lo uccidi con i tuoi giudizi. Bene, il Verbo si fa carne per venirci a dire a tutti quanti che non saremo mai capaci di essere come lui, ma che disegno cinico di quale Dio è questo, assume la nostra carne per dire: “A me la tua carne mi piace, la tua umanità io la apprezzo, la desidero, la voglio abitare, voglio che sia l’occasione affinché tutti mi possano conoscere e quando ho approfittato di questa occasione per essere come te, vengo per dirti: “Guarda che tu on ce la fari mai”, a no tu dici ad alcuni si ad altri no, padre Pio, santa Rita, sant’Antonio e poi non so quale altre .. e tu? C’entri o non c’entri in questa vocazione alla santità? E qua, amici miei ve lo dico, qualcuno è venuto a mettersi in mezzo come sempre, un pensiero serpeggiante è venuto a dirti: “Guarda che il problema sta proprio nella purezza, il Figlio di Dio non ha commesso peccati dunque si è mantenuto puro, tu li hai commessi, non ti sei mantenuto puro per quanto ti confessi mi pare che non ce la fai ancora a vivere”, allora qua bisogna dire come stanno le cose perché il demonio gioca sulla tua ignoranza, per questo viene a tentarti, qual è il problema della purezza? Il problema non è quello di stare con le mani trasparenti, magari già bucate così si vede dall’altra parte, non è stare con il cuore assolutamente aperto come se tu non avessi manco non so, come era il senso del significato della purezza in una chiesa che abbiamo alle spalle, la purezza o se vuoi la purezza del cuore, è la possibilità di vedere il mondo come lo vede il Figlio di Dio, quindi con tenerezza, con misericordia, con accoglienza, con tutto quell’arco di sentimenti e di disponibilità che promuovono l’altro e non giudicano e non lo uccidono, questa è la purezza del cuore, “E i peccati?” ma che c’entra i peccati, i peccati li fai perché stai dentro questa logica in cui tu fai male, quell’altra fa male, quello fa peggio, che cosa fa il peccatore? Guarda i suoi amici e gli dice: “Va beh ma tanto lo fanno tutti” e i peccati che confessi quali sono? Sempre gli stessi, segno che tu una concezione del peccato non ce l’hai, questo è un mondo che non ci appartiene, non ci riguarda, quello che ci riguarda che è quello che proclamiamo oggi, è quello che ci chiede di ragionare come ragiona il Figlio di Dio. E tu dici: “Ma come farò i a ragionare come ragiona Gesù?”, se lui ha preso la tua carne, la tua carne è il luogo e la condizione e l’occasione e l’opportunità perché tu possa parlare, possa ragionare, possa pensare, come il Figlio di Dio. “E chi mi permetterà questo? Per quanto mi sia sforzato non sono riuscito a conoscere le cose di Dio e camminare sulle sue vie, mi sembra sempre tutto così difficile” eppure, qualcuno in me, costantemente, in qualche modo mi parla, mi avvisa, mi avverte, qualche volta perfino accarezza la mia anima, qualcuno che non mi giudica mai, che mi rialza quando sono caduto, che mi dà coraggio quando non riesco più a vedere la bellezza nelle cose che vivo, che in momenti come questo che viviamo, dà forza alla mia speranza, questo qualcuno, io me ne accorgo, non sta avanti a me a dirmi: “Sei sbagliato, hai fatto male, stai attento, fai così o non fare così”, no, costui sta dentro di me, glielo puoi dire a quel maligno che ti ha sedotto, qualcuno che sta dentro di me e mi dice ciò che è buono, e che costantemente mi spinge a guardare anche nella realtà dell’altro con un atteggiamento di misericordia e non di giudizio, costui non mi parla solamente, costui vive in me, non è il desiderio di vita eterna che tu porti dentro? Non è il desiderio di pace e di essere amato che tu porti dentro? Beh, questo desiderio di essere amato, solo uno te lo può innestare al centro dell’essere e costui è l’Amore per eccellenza, è la relazione tra il Padre ed il Figlio, è il dono più grande cui noi potevamo ambire, è lo Spirito di Dio, per questo è detto che non siamo più sciavi, non siamo più prezzolati, ma siamo figli, quelli che vanno in casa del loro Padre, aprono tutti i cassetti e prendono tutto quello di cui hanno bisogno, tutta quella abbondante grazia che ci è stata promessa e ottenuta sulla croce del Figlio di Dio. Allora “chi sono e da dove vengono questi centoquarantaquattromila”? Sono quelli che hanno ripensato tutta la loro esistenza, tutte le loro valutazioni, sulla logica dell’Agnello, “hanno lavato”, è figura questa no? “hanno lavato le loro vesti nel sangue dell’Agnello e l’hanno rese candide”, dunque hanno filtrato ogni pensiero dentro il sangue dell’Agnello, dentro la logica della passione morte e resurrezione per amore del Figlio di Dio e sono usciti fuori purificati, cioè ormai con un modo di pensare diverso. E tu quando sarai così? Esercitati; quando comincerai a non giudicare più? .. Sarai sulla via; quando comincerai a scrutare la storia dell’altro e ad intravvedervi questa stessa presenza dell’amore di Dio che parla anche a te e questo ti impedirà di uccidere l’altro, allora saprai che i tuoi pensieri stanno cambiando, stanno diventando come quelli del Figlio di Dio e quando ti sarà chiesto qualcosa che tu oggi pensi che sia impossibile raggiungere o operare e sarai in grado di farlo, saprai che stai entrando nella passione del Figlio di Dio, sarà la tua Pasqua. Sai la cosa bella? Che quando saremo davanti a lui e o vedremo così come egli è .. ti ci faccio arrivare da un’altra parte, hai sperimentato l’amore quello vero? Fai bene a rimanere immobile, perché non sai cosa rispondere, tu l’amore quello vero lo hai desiderato ma non lo hai mai sperimentato, più anni hai e più sai che non è possibile sperimentarlo. Ma l’amore vero, se fosse possibile sperimentare, uno che viene fino a te per amarti veramente, che cosa ti mostrerebbe? Ti giudicherebbe? No. Ti metterebbe in difficoltà? Nemmeno. Ti darebbe cose che non ti piacciono? Manco. Che farebbe allora? Sarebbe tutto per te e tu guardando lui vedresti tutte le cose che desideri pronte per te, che poi è quello che vuoi. Dunque vedresti uno che in qualche modo è come te, perché ti capisce, intuisce il tuo desiderio, vuole portarlo a compimento, ti riempie di grazia, non ti giudica, non ti lascia per terra, ti sostiene sempre .. sei tu, uno che si ami così sei tu, ebbene sapete che cosa vedremo quando saremo davanti a Dio e lo vedremo così come egli è? Vedremo il nostro volto in lui e saremo pieni di stupore perché il nostro volto quel giorno, guardandolo nel suo volto, non sarà più l’altro come lo vediamo adesso nel nostro prossimo, è sempre l’altro, troppo vecchio, troppo brutto, troppo cattivo, troppo qualche cosa, troppo immigrato, troppo non so che .. No, vedremo il volto dell’altro come vediamo il nostro volto e sarà gioia piena senza confini, senza barriere, questo il Figlio di Dio è venuto ad organizzare e a realizzare nella storia e quando noi pensiamo alla comunione dei santi, ci lasciamo osservare da tutti questi che hanno vissuto con noi e forse vivono con noi e ci dicono: “Vale la pena!”, non credere a quella voce che ti dice che tu non ci riuscirai, vale la pena: “Senza di me non potete far nulla, attraverso di me”, direbbe Gesù, “farete ogni cosa, cose anche più grandi di me” come ha promesso ai suoi apostoli. Sia lodato Gesù Cristo.

Messa della sera

 

Trascrizione dell’Omelia

“Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”, lo abbiamo ripetuto anche nel versetto del Salmo come per dire: “Noi abbiamo capito che la sapienza di tutta questa parola è perché no, di questa celebrazione solenne della comunione dei santi sta in questa chiave di lettura, cioè la purezza del cuore”, ma sulla purezza del cuore mi pare di poter dire che forse non abbiamo le idee molto chiare, perché se come diceva la Prima Lettura dal Libro dell’Apocalisse, alla fine di questa grande liturgia del cielo in cui i santi, i martiri, si avvicinano verso il trono dell’Agnello in cui sono seduti i vegliardi, se a uno di loro, come all’apostolo Giovanni che ha scritto questo Libro, che ha avuto la visone, si avvicinasse a voi e dicesse: “Chi sono e da dove vengono questi centoquarantaquattromila?” ma semplicemente, secondo te, chi sono? Tu, posso dire? Secondo me potresti dire: “Eh, loro sono i santi, sono quelli che hanno fatto tutte le cose come non le riesco a fare io”, appartengono cioè ad un mondo, diciamolo, ideale, non è così? E questo è l’inganno del maligno che ci ha messi tutti sotto questa cappa di ignoranza, perché non è possibile che questi appartengono a una realtà ideale, se appartenessero a una realtà ideale allora noi dovremmo dire che Gesù è presente nell’Eucarestia solo in modo ideale ed è così? No. E noi saremmo solo idealmente amati da Dio, è così? No certamente. Ora su questa storia dell’ideale, generazioni e generazioni sono inciampate e la nostra idea di santità purtroppo è legata a quello e la purezza del cuore anche è legata a quello, chi è questo puro di cuore, che come diceva il Salmo, può permettersi di salire fino alla montagna del Signore “mani innocenti e cuore puro”? Che vorrebbe dire avere un cuore puro? Un cuore come quello dei bambini appena nati che non parlano nemmeno e siccome non parlano non fanno peccati? È questo? Ma è sciocco, questi santi non sono dei neonati. Eppure c’è un’esperienza legata proprio al tempo della tua prima infanzia, primissima infanzia, che dice come stanno veramente le cose, la natura umana, secondo la teoria del peccato originale, è esposta a scegliere sempre con sospetto le cose, dunque a non fidarsi di Dio ma prima ancora di fidarsi di Dio, a non fidarsi dell’altro e qua penso che ci troviamo tutti d’accordo, no? Siamo noi che diciamo che fidarsi è bene e non fidarsi è meglio? Bene, abbiamo un problema che scopriamo legato alla nostra natura, desiderosi di essere amati, desiderosi di amare a nostra volta, desiderosi di raggiungere vette eccelse nella relazione, poi ci troviamo a muovere tra le spine, quelle che creiamo noi e quelle che creano gli altri, dunque questa realtà che noi diciamo non è così proprio a portata di mano. Allora il peccato originale ci ha fatto conoscere che la nostra natura, pur essendo chiamata per il bene, poi di fatto spesso inciampa nel male e penso che qua siamo tutti abbastanza esperti. Ma quando siamo entrati nella storia, quando siamo entrati nella vita, subito ci è stata offerta la possibilità di capire una logica che è quella che tiene insieme il mondo secondo Dio, che è quella che Gesù ha inaugurato nella sua vita, nella sua passione e morte e resurrezione, siamo cioè entrati in un’acqua di morte per uscirne non lavati, perché sai, fra noi pure qualche pagano pensa che il Battesimo è un lavaggio dei peccati, magari anche la Confessione è un lavaggio dei peccati, non è proprio un lavaggio ma neanche il Battesimo lo è, il Battesimo è la possibilità di aderire alla logica della passione morte e resurrezione, credendo che questa è l’unica logica che ci salva. E qual è questa logica? Dell’obbedienza. Che cosa fa il Figlio di Dio, una volta che ha preso la nostra carne mortale, cosa fa per tornare al Padre? Impara l’obbedienza dalle cose che patì, così dice la Scrittura, dunque si sottomette in obbedienza fino alla morte e alla morte di croce, come recita l’Inno ai Filippesi (Fil 2), per questo Dio lo ha esaltato, per questo, dunque è una logica che funziona, noi l’abbiamo accettata, anzi, l’abbiamo quasi subita, perché altri hanno prestato la fede al posto nostro, eravamo proprio piccoli, non capivamo nemmeno, ma poi questa logica abbiamo avuto l’occasione di sperimentarla e quando la Cresima ci ha abilitati a vivere la forza di questa passione morte e resurrezione, noi cristiani abbiamo detto al mondo: “Bene noi possiamo morire, possiamo morire perché dentro questa morte sappiamo che c’è nascosta la resurrezione pronta ad esplodere e a manifestarsi” e come lo facciamo questo? Lasciandoci uccidere per le piazze? Speriamo di no, anche se i tempi non sono molti buoni, lo facciamo lasciandoci uccidere alla storia, non cedendo mai alle minacce della storia, portiamo su di noi questo giogo sapendo che questo giogo ha la possibilità di salvarci. Allora tu dirai: “Ma la mia natura reclama ancora il suo e dice: “Ma io non voglio portarlo questo giogo è troppo pesante, è troppo difficile”, da una parte la chiesa ti dice: “Guarda i santi, loro lo hanno fatto erano come te”, dunque c’è una possibilità, c’è una via. Dall’altra parte guarda la Scrittura che ti dice: “Tu ormai non hai più un cuore di pietra come quello che era scritto sulle tavole della Legge, tu hai un cuore di carne”, è il tuo cuore che ti dice come si entra in questa passione morte e resurrezione, perché nel tuo cuore non c’è più solo la tua coscienza, ma c’è uno Spirito di Dio che parla al tuo spirito e che ha fatto della tua coscienza un ricettacolo delle cose di Dio. Allora capisci che purificare il cuore significa adeguarlo a quello che dice Dio e se io devo adeguarlo a quello che dice Dio allora c’è bisogno che io Dio lo ascolti, bisogna che io conosca i suoi comandamenti, bisogna che io comprenda come metterli in pratica lasciandomi guidare non dalla legge davanti a me, ma dalla legge dentro di me, quella che nella Pentecoste è stata riservata nel cuore di tutti i figli di Dio, quella che ha la capacità di risvegliare il Battesimo e di farlo diventare una dinamica di salvezza, una struttura salvifica per noi e per tutti quelli che vogliano fare il nodo, come l’alberello della senape, il nido sui nostri rami, sui rami della nostra speranza, sulle radici della nostra fede, all’ombra della nostra carità, questo è tutto quello che noi crediamo e speriamo. Allora se è così, se viene il vegliardo e dice: “Ma secondo te chi sono e da dove vengono?”, io dirò come il veggente: “Tu lo sai” e certo è Dio che lo sa e Dio ce lo ha insegnato, questi per essere così, per aver purificato il cuore, riadeguato la loro volontà peccaminosa a quella del Figlio di Dio, hanno giocato la propria vita, fino alla morte, fino alla morte che gli è stata comminata al tempo dell’Apocalisse quei morti non morivano per Covid oppure a letto come ci piace a noi così nel sonno, morivano per martirio dunque la morte era una cosa seria. Allora quando il Vangelo ci dice che sono “beati quelli che hanno il cuore puro”, ci sta dicendo che quelli che hanno il cuore purificato cioè che hanno ormai adeguato i loro pensieri ai pensieri di Dio, grazie alla presenza dello Spirito in loro, costoro sono beati, sai cosa vuol dire? Costoro vedono Dio: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”, la purezza del cuore ci abilita a vedere Dio. E qua il demonio ti dice: “Ma perché Dio si può vedere?”, tu gli sai rispondere? No, non gli sai rispondere. Allora guarda bene, diceva Giovanni, sempre l’apostolo ed evangelista, in questa Lettera che abbiamo ascoltato: “Carissimi noi fin d’ora (dico io lo sappiamo) siamo figli di Dio ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato” infatti tu non lo sai, io non lo so, stiamo qua nella speranza di saperlo, “Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui perché lo vedremo così come egli è”, ci aiuta san Bernardo a capire di che stiamo parlando, quando saremo cresciuti nella carità e attraverso questa esperienza dell’amore avremo adeguato il nostro cuore a quello di Dio, si sarà manifestato il Figlio di Dio in noi e noi lo vedremo e chi vedremo? Vedremo Dio ognuno come gli pare? No, come ti vede la persona che ami di più e che ti ama di più (secondo te, se esiste, non lo so)? Come ti vede? Ti vede come sei, esattamente come sei e siccome ti guarda come sei, tu quando lo vedi, quando lo guardi tu ti specchi in lui o in lei, dunque noi quando vedremo Dio, avendo purificato il cuore, vedremo il nostro volto sul suo volto e questo sarà un’esperienza di stupore infinito, perché pure il nostro prossimo che abbiamo giudicato e sentito lontano, pure lui si specchia in Dio, io mi specchio in Dio, lui si specchia in Dio, possiamo finalmente voltarci l’uno contro l’altro e dire: “Ma tu sei me ed io sono te” e così abbiamo compiuto ciò che Gesù aveva chiesto nella sua preghiera sacerdotale: “Padre custodiscili, io non ti chiedo che li togli dal mondo, è troppo presto, ma custodiscili in questo tempo e come io e te siamo una cosa sola, pure loro in noi diventino una cosa sola” questa è la santità e se hai capito bene, non è un ideale, è un seme già piantato al centro della nostra vita che urge e chiede di germogliare. Dì alla tua volontà e alle tue risorse di assecondare questo grido interiore dello Spirito Santo e fidati che Dio ti permetterà di raggiungere questo obiettivo. Sia lodato Gesù Cristo.

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