Mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì.
MESSA DEL GIORNO – LETTURE: Vangelo, Prima lettura e Seconda lettura
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 3,15-16.21-22)
In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Parola di Dio.
PRIMA LETTURADal libro del profeta Isaìa (Is 40,1-5.9-11)
«Consolate, consolate il mio popolo
– dice il vostro Dio –.
Parlate al cuore di Gerusalemme
e gridatele che la sua tribolazione è compiuta,
la sua colpa è scontata,
perché ha ricevuto dalla mano del Signore
il doppio per tutti i suoi peccati».
Una voce grida:
«Nel deserto preparate la via al Signore,
spianate nella steppa la strada per il nostro Dio.
Ogni valle sia innalzata,
ogni monte e ogni colle siano abbassati;
il terreno accidentato si trasformi in piano
e quello scosceso in vallata.
Allora si rivelerà la gloria del Signore
e tutti gli uomini insieme la vedranno,
perché la bocca del Signore ha parlato».
Sali su un alto monte,
tu che annunci liete notizie a Sion!
Alza la tua voce con forza,
tu che annunci liete notizie a Gerusalemme.
Alza la voce, non temere;
annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio!
Ecco, il Signore Dio viene con potenza,
il suo braccio esercita il dominio.
Ecco, egli ha con sé il premio
e la sua ricompensa lo precede.
Come un pastore egli fa pascolare il gregge
e con il suo braccio lo raduna;
porta gli agnellini sul petto
e conduce dolcemente le pecore madri».
Parola di Dio.
Dal Salmo 103 (104) .
Benedici il Signore, anima mia. R..
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto,
tu che distendi i cieli come una tenda.R
Costruisci sulle acque le tue alte dimore,
fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento,
fai dei venti i tuoi messaggeri
e dei fulmini i tuoi ministri. R.
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
Ecco il mare spazioso e vasto:
là rettili e pesci senza numero,
animali piccoli e grandi. R.
Tutti da te aspettano
che tu dia loro cibo a tempo opportuno.
Tu lo provvedi, essi lo raccolgono;
apri la tua mano, si saziano di beni. R.
Nascondi il tuo volto: li assale il terrore;
togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra. R.
SECONDA LETTURA Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito (Tt 2,11-14;3,4-7)
Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.
Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro,
e il suo amore per gli uomini,
egli ci ha salvati,
non per opere giuste da noi compiute,
ma per la sua misericordia,
con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,
che Dio ha effuso su di noi in abbondanza
per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,
affinché, giustificati per la sua grazia,
diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.
Parola di Dio.
LA LETTURA DEI PADRI: per continuare a pregare
“Il battesimo di Gesù”.
Dai «Discorsi» di san Gregorio Nazianzeno, vescovo
Cristo nel Battesimo si fa luce, entriamo anche noi nel suo splendore; Cristo riceve il battesimo, inabissiamoci con lui per poter con lui salire alla gloria.
Giovanni dà il battesimo, Gesù si accosta a lui, forse per santificare colui dal quale viene battezzato nell’acqua, ma anche di certo per seppellire totalmente nelle acque il vecchio uomo. Santifica il Giordano prima di santificare noi e lo santifica per noi. E poiché era spirito e carne santifica nello Spirito e nell’acqua.
Il Battista non accetta la richiesta, ma Gesù insiste.
«Sono io che devo ricevere da te il battesimo» (Mt 3, 14), così dice la lucerna al sole, la voce alla Parola, l’amico allo Sposo, colui che è il più grande tra i nati di donna a colui che è il primogenito di ogni creatura, colui che nel ventre della madre sussultò di gioia a colui che, ancora nascosto nel grembo materno, ricevette la sua adorazione, colui che precorreva e che avrebbe ancora precorso, a colui che era già apparso e sarebbe nuovamente apparso a suo tempo.
«Io devo ricevere il battesimo da te» e, aggiungi pure, «in nome tuo». Sapeva infatti che avrebbe ricevuto il battesimo del martirio o che, come Pietro, sarebbe stato lavato non solo ai piedi.
Gesù sale dalle acque e porta con sé in alto tutto intero il cosmo. Vede scindersi e aprirsi i cieli, quei cieli che Adamo aveva chiuso per sé e per tutta la sua discendenza, quei cieli preclusi e sbarrati come il paradiso lo era per la spada fiammeggiante.
E lo Spirito testimonia la divinità del Cristo: si presenta simbolicamente sopra Colui che gli è del tutto uguale. Una voce proviene dalle profondità dei cieli, da quelle stesse profondità dalle quali proveniva Chi in quel momento riceveva la testimonianza.
Lo Spirito appare visibilmente come colomba e, in questo modo, onora anche il corpo divinizzato e quindi Dio. Non va dimenticato che molto tempo prima era stata pure una colomba quella che aveva annunziato la fine del diluvio.
Onoriamo dunque in questo giorno il battesimo di Cristo, e celebriamo come è giusto questa festa.
Purificatevi totalmente e progredite in questa purezza. Dio di nessuna cosa tanto si rallegra, come della conversione e della salvezza dell’uomo. Per l’uomo, infatti, sono state pronunziate tutte le parole divine e per lui sono stati compiuti i misteri della rivelazione.
Tutto è stato fatto perché voi diveniate come altrettanti soli cioè forza vitale per gli altri uomini. Siate luci perfette dinanzi a quella luce immensa. Sarete inondati del suo splendore soprannaturale. Giungerà a voi, limpidissima e diretta, la luce della Trinità, della quale finora non avete ricevuto che un solo raggio, proveniente dal Dio unico, attraverso Cristo Gesù nostro Signore, al quale vadano gloria e potenza nei secoli dei secoli. Amen.
Trascrizione dell’Omelia.
Poiché questa solennità oggi chiude tutto il tempo del Natale, possiamo pensare che questa, diciamo così, descrive qual e’ il progetto di Dio che noi il giorno di Natale cantammo con il Prologo di Giovanni: “In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio e si e’ attendato in mezzo a noi”, dunque sapemmo che Dio aveva un progetto, che l’avrebbe realizzato in questo Verbo incarnato e noi pieni di speranza abbiamo ricominciato a camminare alla scoperta, secondo la Lettera che abbiamo ascoltato di san Paolo a Tito, abbiamo ricominciato ad aspettate finalmente la manifestazione del Figlio di Dio e in lui la manifestazione anche della nostra umanità. Dunque e’ un progetto, un progetto che nel corso del tempo si lascia comprendere sempre di più. Dove era cominciato questo progetto? In una notte tenebrosa, una notte in cui nulla era ordinato secondo nessun piano. Potremmo pensare ad una notte tenebrosa che forse ha preceduto i grandi eventi della formazione di tutte le grandezze del nostro universo come cerchiamo di conoscerlo, perché non e’ che lo conosciamo come se fosse il cortile di casa, però abbiamo fatto teorie, abbiamo pensato cose, l’abbiamo descritto, ci sembra a noi di averlo descritto, insomma sai, l’infinito descriverlo e’ così difficile. Ma quella notte tenebrosa noi sapemmo, dalla Scrittura, che lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque, come dire che mentre le cose vivevano nel loro caos, tutte disgiunte fra loro, forse anche in totale contraddizione tra loro queste grandezze incommensurabili, lo Spirito di Dio, cioè lo sguardo di Dio su questa tenebra, su quest’acqua primordiale, già pensava, già organizzava un progetto che poi nel corso dei sette giorni così virtuali della creazione, per dire epoche in cui la creazione si e’ organizzata secondo leggi, logiche che solo oggi riusciamo ad intuire in parte, questo progetto ha cominciato a manifestarsi, ma mentre si manifestava tutta l’umanita’ ha assistito a che cosa? A prevaricazioni, guerre, sangue, lotte in tutti i tempi della storia, anche quelli più recenti, ma diremo anche i nosri attuali, come dire che l’animalità dell’uomo attraversa tutta la storia che tuttavia e’ destinata alla sua manifestazione, alla sua rivelazione. Anzi, san Paolo nella Lettera ai Romani dirà che pure la creazione, pure tutto quello che e’ intorno a noi, non solo i giardini dell’uomo ma insomma anche le foreste più nascoste del mondo, anche quelle stanno aspettando con ansia la rivelazione dei figli di Dio. La rivelazione, cioè che l’uomo comprenda che la sua vita non si muove tra l’ingresso e la cucina, la camera da letto e il bagno, che le sue speranze, le sue idee, che le sue produzioni, non si muovono solo tra le mode e poi le discese nel dimenticatoio della storia, ma che l’uomo porta in sé un progetto, una chiamata, perché tutta la storia, tutta la creazione, trovi finalmente una sua stabile dimora in Dio. Allora, tutto questo si dipana nel corso della storia, poi finalmente la pienezza del tempo, il giorno in cui Colui che questo progetto ce l’ha avuto sempre nel cuore e nella mente, ha deciso di prenderlo per mostrare all’uomo qual’era la bontà dei suoi disegni. Come si chiama questo progetto? L’abbiamo conosciuto non come un grande progetto che ci avrebbe messo in difficoltà ma l’abbiamo conosciuto nella sua pochezza, nella sua umanità. Umanità, un uomo come gli altri apparentemente, un uomo come gli altri che tuttavia entrando nel mondo, entrando nella storia degli uomini, ha cominciato a dire in quella sinagoga di Nazareth, dove scandalizzò tutti: “Lo Spirito del Signore e’ su di me, per questo mi ha unto con l’unzione”, citando Isaia, “perché si inauguri un tempo di grazia per tutti gli uomini”, questi lo avevano sentito e hanno detto: “Non e’ possibile, perché questo, come dire, e’ troppo uomo, e’ troppo come noi”, ma che non lo dici pure tu? Ma quando ti sai chiamato alla salvezza, alla santità, alla missione, all’evangelizzazione, che dici? “Ma io sono un uomo”, “sono una donna”, “cosa posso fare?”, “nel mio piccolo”, queste espressioni meschine che non sanno di niente: “Cosa posso fare?” … ma perché non e’ la tua umanità che Dio ha pensato di scegliere come il luogo della manifestazione della sua gloria? E tu ti scandalizzi di questa umanità? Se ti scandalizzi della tua umanità o di quella del tuo prossimo, vuol dire che anche di Cristo ti saresti scandalizzato. Beh, insomma per andare avanti, finalmente Dio permette al suo Verbo, al suo progetto, al suo pensiero, di incarnarsi e di essere simili agli uomini così che nessuno se ne senta accusato, tirato fuori, insomma guardato dall’alto in basso. Poi finalmente questo momento, sapete, trent’anni Gesù secondo la tradizione e’ rimasto a casa con Giuseppe e Maria a imparare a fare il falegname, non lo so, in quegli anni tuttavia Luca ci dice che cresceva in santità e grazia, cioè cresceva, secondo le logiche dell’ebraismo del tempo, ma di tutti i tempi, cresceva imparando le cose di Dio, conoscendo la Legge di Dio, la Torah. Sai, lo abbiamo detto anche altre volte, se tu un giorno incontri un Salmo, un’espressione, una frase, una strofa che tu vedi che ti riguarda, che sembra che legga la tua vita, tu ti meravigli e dici: “Wow, mamma mia! Ma questa parola mi scalda il cuore, mi ha raggiunto, ma da dove viene?”, pensa il Figlio di Dio, che e’ la parola per eccellenza del Padre, quando legge queste cose e le impara, pensa che cosa può accadere all’interno della sua persona. Sai, Gesù non e’ mai solo Dio, non e’ mai solo Uomo, e’ sempre Dio-Uomo, dunque Egli conserva una memoria delle cose del Padre e questa memoria e’ suscitata e risuscitata continuamente dall’approccio che lui ha con le cose che studia, che conosce e che riguardano il progetto di Dio. Poi c’e’ un momento in cui questa preparazione ha diciamo una maturità, diremmo noi con le nostre esperienze umane. E dove si celebra questa maturità? Qui, al Giordano, dove un uomo, vestito come un disperato, sta gridando a tutti: “Convertitevi, perché il regno dei cieli e’ vicino”, cioè sta dicendo: “Ue’, smettetela di pensare a cose che vi distraggono, avvicinatevi perché sta per arrivare il regno dei cieli, e’ vicino, e’ prossimo!”. Chissà che si sono aspettati questi, ma mentre stavano sulle rive di questo fiumiciattolo e quest’uomo li battezzava, destando anche stupore tra quelli che si avvicinavano da Gerusalemme, finalmente arriva un Uomo qualsiasi e come lo vede, Giovanni comprende, dirà, in un latro passo: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco e’ questo il Regno”, il Regno viene come un Agnello dunque viene per essere sacrificato. Lo sa, lo desidera, lo farà, lo porterà a compimento. Si incontrano questi due e c’e’ quella questione, non c’e’ in questo Vangelo ma insomma la conosciamo, finalmente Giovanni decide di battezzare Gesù, qua Gesù, lo so che questo vi scandalizzerà, qua Gesù ha la certezza di essere il Figlio di Dio. Perché prima non lo sapeva? Lo percepiva, lo percepiva in un modo inequivocabile, lo percepiva come un’emozione incredibile incontenibile, non come te che leggi il Salmo e ti piace, si riconosce in tutte le parole che incontra, ma stavolta lui sa ed ha davanti a Sé una missione. Lo ha detto Giovanni, e’ l’Agnello di Dio, ha la missione di giungere fino alla sua morte per salvare tutta l’umanità. E quando Egli e’ pronto comincerà da qua, dal Battesimo di Gesù, il suo ministero pubblico, passando prima per il deserto poi lo incontreremo presto questa parola, forse Domenica, quando lui in quel momento e’ consapevole della sua missine, della sua identità, della sua vocazione, in quel momento gli uomini che stanno lì intorno possono vedere chi e’ l’autore, il realizzatore e il mezzo perché tutto questo accada. Per questo ascoltano una voce che dice: “Ecco, umanità guardate, e’ questo il mio progetto prediletto” e questi avranno detto: “Ma come, un uomo?”, “Si, un uomo”, e’ per te una sorpresa, perché se lui dice che il progetto suo trova il compimento nell’umanità’, tu non puoi più nasconderti, la tua umanità e’ il luogo del suo progetto, della sua manifestazione, perciò trattala bene, la tua e quella del tuo prossimo. Non solo la voce finalmente giunge agli orecchi di tutti perché possano ascoltare di nuovo, come Mose’ su Sinai, Dio che gli dettava, secondo la loro tradizione, gli dettava tutti i precetti della Legge, ma in quel momento vedono anche qualcosa che unisce insieme questa voce a quello che possono vedere, cioè il volto del Figlio di Dio. E cos’e’ questo qualcosa? E’ una presenza. Dice che discende, discende perché l’amore discende, l’amore discende da padre in figlio, da madre in figlio, da Dio alla sua creazione e si vede discendere questo amore in forma quasi corporea come per dire che non e’ un’emozione, che non e’ un sentimento da quattro soldi, che non e’ come dici tu: “L’amore e’ finito, adesso non c’e’ più” e perciò tutti giù per terra. No, in forma corporea, cioè un amore che trova la sua essenza, la sua possibilità di esistenza dentro la storia, dentro le cose di carne, dentro le cose dell’uomo, che meraviglia che questa voce non sia rimasta una lontananza autorevole! E’ difficile da immaginare ma si sia vista scendere e quando hanno visto dove scendeva e gli uomini si sono accorti che il termine di quest’amore di Dio era il volto di un uomo, cosa avranno pensato? Cosa pensi tu? Se prende il volto di un uomo, che cosa pensi? Pensi che la tua umanità, quella che ti scandalizza, che invecchia, che si ammala, e’ un luogo benedetto da Dio, prescelto come e’ detto del Figlio: “Questo e’ il mio Figlio prediletto, ascoltatelo”, lo dirà anche in un’altra occasione vi ricordate? Lo dirà alla Trasfigurazione quando anche là, come in questo brano che abbiamo ascoltato di Luca, i cieli finalmente si apriranno, cioè si vedranno le cose come sono. Noi amici viviamo tutti dentro i cieli chiusi e viviamo dentro giudizi e valutazioni che lasciano il tempo che trovano, ce l’abbiamo sempre con tutti, ci lamentiamo sempre di tutto, insomma siamo oppressi dal linguaggio che ci strozza. Ma quando lo Spirito Santo in noi ci apre al mistero della relazione con Dio, forse attraverso il sacramento, forse attraverso la preghiera, forse attraverso un fatto illuminato dalla sua presenza, allora là si aprono i cieli e tu vedi le cose come sono veramente. Anzi, anche quella morte che ti spaventava tanto e che ti chiudeva il cuore, che ti faceva vivere nell’ansia, in quel momento della totale resa, cessione a lui, anche là i cieli si aprono e tu puoi dire: “Ma questo eri? io ti conoscevo ma per sentito dire! Io ti ho cercato dappertutto tranne dove stavi, cioè prossimo a me più di me stesso! e’ vero, tardi ti ho amato, ma oggi conosco che questo progetto di amore e’ per me una vocazione, e’ per me la chiamata all’esistenza autentica, allora non avrò più paura, non temerò più’ niente, nessuna cosa potrà più mettermi in difficoltà” tutto questo, quelli videro sul volto di quest’Uomo. Poi la storia, perché dopo le tentazioni Gesù comincia a fare quello che sa che e’ chiamato a fare, guarigioni, predicazione, cose meravigliose, per condurre l’uomo all’incontro con la sua morte, con la Passione perché l’uomo capisca che solo nella resa di sé, solo quando si arrende allora compie veramente il progetto di Dio. Lo so che questa cosa vi e’ ostica, lo so che di questo fareste a meno perché noi siamo tutti vincitori, non si sa di che cosa, eppure e’ proprio in questa cessione totale che Dio ha nascosto il progetto della redenzione divina. Se non lo hai capito, se non lo hai visto ancora, prega, chiedi allo Spirito che ti illustri come conoscere tutte queste cose. Allora si rivelerà in te questa contemplazione della vita eterna come una realtà possibile e sarai anche un luogo di evangelizzazione, cioè gli altri capiranno che la vita eterna in te non e’un’idea da dire con le dita incrociate, ma una possibilità che si vede nei tuoi atti, nelle tue fiducie, in tutto quello che fai, anche nel tuo sacrificio e un giorno anche nella tua morte. Questo abbiamo contemplato in questa meravigliosa icona del Battesimo di Gesù e sappiamo che in questo battesimo tutti siamo battezzati ma in Spirito Santo e fuoco, non solo con l’acqua, cioè tutto quel progetto di Dio non e’ più davanti a noi ma e’ dentro di noi, nostro, l’abbiamo posseduto Dio, lo possediamo nel suo Spirito, perché possediamo il volto del suo Figlio che ci ha redenti. Sia lodato Gesù Cristo.